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L’Università La Sapienza celebra il prof. Carlo Buongiorno

L’Università La Sapienza celebra il prof. Carlo Buongiorno

Il prof. Carlo Buongiorno, lo scienziato che dalla cattedra dell’Università La Sapienza di Roma ha contribuito in modo determinante al varo e al successo dei più importanti programmi spaziali italiani, non ha fatto in tempo a vedere realizzato fino in fondo il suo progetto più ambizioso: il piccolo lanciatore europeo Vega, di ideazione, sviluppo e ossatura tecnologica “made in Italy”, adottato dall’ESA e che ha effettuato con esito eccellente il primo volo di qualifica dallo spazioporto di Kourou nella Guyana Francese il 13 febbraio 2012. Il prof. Buongiorno è scomparso il 27 novembre scorso, in piena campagna di lancio, vale a dire poco prima che il suo sogno fosse portare a compimento. Tuttavia, sarebbe fortemente limitativo associare la sua figura al solo Programma Vega, fiore all’occhiello dell’Italia e dell’Europa spaziale, avendo egli sostenuto i progetti e le missionio che, nell’arco di mezzo secolo, hanno proiettato la ricerca e l’industria spaziale nazionale nella sfera delle collaborazioni più importanti e significative. La sua Università “La Sapienza”, per iniziativa di Marcello Onofri, docente di Propulsione Aerospaziale e direttore del Centro Ricerca Aerospaziale presso l’università romana, ha ricordato il professor Carlo Buongiorno a tre mesi dalla scomparsa nel corso dell’International Memorial Day a lui dedicato, che ha riunito i principali attori delle attività spaziali di Europa e della Nasa, con cui lo scienziato ha intessuto rapporti ultradecennali. Una ricorrenza voluta all’indomani dello straordinario successo del lancio di Vega. “Il nuovo lanciatore europeo, concepito e realizzato prevalentemente proprio in Italia, è stato uno dei più importanti progetti a cui Buongiorno ha lavorato negli ultimi anni di vita – ha sottolineato il prof. Onofri – Per onorarne gli atti e la memoria si è pensato di ripercorrere le tappe che hanno condotto ai grandi risultati a livello ingegneristico, di ricerca universitaria e industriale.

“La costruzione di un’efficace collaborazione tra Agenzie, Università e industrie è stato certamente un importante risultato che il progetto VEGA ha prodotto e l’aver messo la ricerca scientifica applicata al servizio dell’innovazione e della crescita tecnologica dell’apparato produttivo del nostro paese costituisce un paradigma di riferimento per altre possibili opportunità” – ha detto Onofri nel suo intervento – L’efficace sinergia tra i vari enti è stato certamente uno degli impegni sostenuto anche da Buongiorno nel corso dei vari progetti portati avanti nel tempo.  L’idea di Vega – ha continuato Onofri – è nata proprio nei locali della Sapienza, sul tavolo di lavoro del Professor Carlo Buongiorno, “scomparso 3 mesi fa senza poter quindi assistere alla realizzazione del suo sogno”.

All’evento celebrativo hanno preso parte scienziati e ricercatori italiani e internazionali e protagonisti dell’avventura spaziale italiana. e nella prima parte della giornata interverrà anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese che ricorderà lo scienziato. A conclusione del meeting si parlerà dei programmi spaziali futuri e delle possibili prospettive di cooperazione internazionale. Enrico Saggese, presidente dell’ASI, ha tracciato la vita di Carlo Buongiorno dedicata allo spazio e il merito di aver creato le premesse per l’evoluzione del Piano Spaziale Italiano, sfociato nella creazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e nella collaborazione del nostro Paese ai più importanti programmi spaziale in collaborazione con ESA e NASA, consentendo l’affermazione della tecnologia e delle soluzioni sviluppate dagli scienziati e dall’industria italiani dello spazio. Il prof. Buongiorno ha dato prova di saper guardare oltre, individuando programmi ambiziosi e permettendo che molte idee e proposte italiane diventassero programmi e missioni operative. Non è un caso che l’ESA abbia deciso di intitolare a Carlo Buongiorno la piattaforma di lancio del nuovo razzo vettore Vega. Allo stesso modo Jean Jacques Dordain, direttore generale dell’ESA, ha ammesso la difficoltà di riassumere le tappe e i meriti acquisiti dal prof. Carlo Buongiorno nel corso di una vita completamente dedicata allo spazio, durante la quale ha creato di fatto una grande famiglia composta dal mondo accademico e dagli studenti. Dai satelliti alle sonde interplanetarie, dai lanciatori alle piattaforme orbitali ai laboratori spaziali, il prof. Buongiorno ha partecipato a tutte le tappe di preparazione e realizzazioni di missioni dal contenuto tecnologicamente avanzato. Antonio Fabrizi, direttore lanciatori dell’ESA, ha sottolineato lo spirito e la propensione all’innovazione del prof. Buongiorno, così come la volontà di continuare a investire nelle giovani generazioni, ricordando la sua capacità di imbastire le linee dei programmi, pure alle prese con le intuibili difficoltà di bilancio e disponibilità finanziarie.

Nel corso della tavola rotonda, moderata dall’ing. Roberto Somma, advisor del presidente e amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha passato in rassegna le molteplici collaborazioni avviate dal prof. Buongiorno, a cominciare dalla missione Cassini-Huygens fino a Mars Express. Un intervento integrato dalla testimonianza di John Casani, altro esponente di rilievo del JPL, il quale ha fatto riaffiorare la grande capacità comunicativa del prof. Buongiorno che, esaltandone i valori umani e professionali, ha consentito in ogni circostanza di creare le condizioni ideale per condurre il lavoro di squadra ai massimi livelli. E’ evidente come la missione Cassini abbia costituito un banco di prova impegnativo e ben riuscito. Un esempio di efficienza e qualità assolute al punto tale che Luigi Pasquali, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, si è augurato che si possa proseguire lungo la strada tracciata dal prof. Carlo Buongiorno. In un Memorial Day che si rispetti non potevano mancare citazioni e aneddoti. Grande emozione quando il prof. Maurizio Di Giacinto ha mostrato la cartella con i disegni fatti a mano dal prof. Buongiorno del lanciatore Vega (inizialmente ribattezzato San Gennaro). Un modo per introdurre le testimonianze sulla collaborazione tra agenzie, industria e università alla base del successo del Programma Vega. Con il suo ruolo preminente nella realizzazione del vettore VEGA per conto dell’Agenzia Spaziale Europea, l’Italia è entra di diritto nel ristretto novero dei Paesi con dimostrata capacità sistemistica di lancio.

Stefano Bianchi, project manager di VEGA, ha ricordato il rigore e l’entusiasmo che accompagnava il prof. Buongiorno in ogni sua attività e ripercorso la missione inaugurale del nuovo razzo vettore europeo, che tornerà sulla rampa tra un anno. Un lanciatore agile, veloce, efficiente, tutto italiano. Protagonisti straordinari e indimenticabili della nostra “Storia Spaziale” che oggi non sono più tra noi, come il pioniere Luigi Broglio, padre del programma San Marco, e Carlo Bongiorno, che gli fu a fianco. VEGA, 30 metri di altezza per 137 tonnellate di peso. è un lanciatore per satelliti di piccole dimensioni, fino a 1.500 Kg, che completa la famiglia di lanciatori europei, composta da Ariane 5 e Soyuz. Il contributo dell’Italia, principale “azionista” del programma sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea, pesa per 2/3 del totale. Stefano Bianchi ha ricordato come sia stati già sottoscritti i primi due contratti di lanci commerciali, tra cui quello per il satellite di terra multispettrale Sentinel 2 e la sonda di osservazione radar Sentinel 3.

Arturo De Lillis, Responsabile Unità Organizzativa Lanciatori e Trasporto Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha sottolineato il primato assunto dal nostro Paese nello sviluppo motori a solido e nelle tecnologie dei motori in fibra di carbonio, e il contributo fondamentale dell’Università La Sapienza al perfezionamento delle tecnologie di sviluppo del motore Zefiro. Una sessantina i VEGA BOYS, come ha riportato il prof. Di Giacinto con un pizzico di orgoglio. Gli ingegneri de La Sapienza rappresentano una delle chiavi di volta del successo di Vega, il cui funzionamento è affidato a 35 sottosistemi che coinvolgono 40 aziende in tutto il mondo. Franco De Pasquale, amministratore delegato di ELV, ha ripercorso la campagna di lancio del satellite di geodesia spaziale Lageos-2, esattamente vent’anni fa con lo Space Shuttle, in occasione della quale il prof. Buongiorno sottolineò il perfetto funzionamento dell’innovativo sistema IRIS per la messa in orbita dalla stiva della navetta. Proprio del prof. Buongiorno l’idea di creare una società preposta ai sistemi di lancio. ELV è nata nel 2000; vi lavoravano 20 persone, oggi gli addetti sono 130. Altri testimoni e artefici dei grandi traguardi tecnologici e sistemistici sono stati: Alain Charmeau, amministratore di Eads Astrium; Marco Biagioni, in rappresentanza di AVIO; il gen. Mario Arpino, presidente Vitrociset, per il ground segment di Vega; Lanfranco Zucconi, amministratore Compagnia Generale dello Spazio (ex Carlo Gavazzi Space), al quale il prof. Buongiorno offrì concreto supporto all’idea di progettare e sviluppare piccoli satelliti in vista dell’avvento dei nuovi lanciatori, come Vega e Ares.

CARLO BUONGIORNO, LO SPAZIO DI UNA VITA

Si può affermare che il prof. Buongiorno sia la guida dell’attuale management italiano dello spazio. Ne è testimonianza il libro scritto dal giornalista aerospaziale Enrico Ferrone, sotto forma di intervista al primo direttore generale dell’Agenzia Spaziale Italiana, pubblicato nell’aprile 2011, pochi mesi prima della scomparsa.
Jean-Jacques Dordain, Nella prefazione al libro Jean-Jacques Dordain scrive: “Per me, Carlo Buongiorno è definitivamente uno degli architetti del programma spaziale italiano. È stato alla guida del Piano Spaziale Nazionale per il Ministero della Ricerca, prima di diventare il padre fondatore dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che venne formalmente alla luce nel 1988. Nel difendere gli interessi del suo Paese, Carlo Buongiorno è stato anche una delle colonne portanti dello sviluppo del programma spaziale europeo interno dell’ESA.”
Nella prefazione allo stesso libro, Enrico Saggese ricorda che “l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) fu creata nel 1988 quando Giovanni Spadolini era Presidente del Senato e alla sua guida fu chiamato proprio Carlo Buongiorno quale Direttore Generale, insieme al prof. Luciano Guerriero nominato Presidente.”
Allievo del Professor Luigi Broglio nella Scuola di Ingegneria Aerospaziale della “Sapienza” di Roma, Carlo Buongiorno è stato tanto attento alla didattica ed alla crescita delle nuove generazioni di scienziati, quanto lungimirante manager di ambiziosi programmi spaziali. Laureato in Ingegneria Elettronica e in Ingegneria Aeronautica, Carlo Buongiorno nel 1954 si era trasferito negli Stati Uniti per occuparsi di volo ipersonico e supersonico in qualità di ricercatore presso il Politecnico di Brooklyn. A partire dal 1957, dopo il suo rientro in Italia, si era dedicato all’insegnamento presso l’Università “La Sapienza”, dove teneva il corso di Propulsione Aerospaziale, diventando nel contempo uno dei principali protagonisti del settore spaziale italiano. Dopo aver svolto il ruolo di Segretario Tecnico della Commissione Ricerche Spaziali del CNR, dal 1961 si era dedicato – accanto al suo maestro Luigi Broglio – al Progetto San Marco. Buongiorno ha ricoperto anche gli incarichi di Responsabile dell’Ufficio Spazio del Ministero dell’Università e della Ricerca e Capo della Delegazione Italiana presso l’ESA. In veste di direttore generale dell’ASI ha portato al successo una serie di programmi satellitari, tra cui ITALSAT 1 e 2, IRIS LAGEOS e il satellite al guinzaglio Tethered.

 

PERFETTA MISSIONE INAUGURALE DEL NUOVO LANCIATORE EUROPEO

PERFETTA MISSIONE INAUGURALE DEL NUOVO LANCIATORE EUROPEO

Il primo Vega è stato lanciato alle 11h00 ora italiana (10H00GMT, 7H00 ora di Kourou) dalla nuova rampa di lancio, completando perfetto un volo di qualifica. Con Vega a completare la famiglia dei lanciatori presenti allo spazio porto, l’Europa copre ora tutta la gamma delle richieste di lancio, dai piccoli satelliti scientifici e di osservazione della Terra fino alle missioni più grandi come i carichi di rifornimento ESA verso la Stazione Spaziale Internazionale. La capacità di Vega di accogliere carichi leggeri permette di trasportare una vasta gamma di satelliti – dai 300Kg fino a 2500Kg – per posizionarli in diverse orbite, da quella equatoriale a quella solare. Lo standard di riferimento è di 1500Kg in un orbita solare circolare a 700Km di altitudine. Vega si affiancherà dunque ai servizi di lancio europei già attivi, Ariane5 per carichi pesanti e Soyuz per i carichi medi. La combinazione di questi tre sistemi che operano dalla Guyana francese migliorerà l’efficienza dell’infrastruttura di lancio dell’Europa, grazie alla ripartizione dei costi operativi su un largo numero di lanci.

“FATTO!” – ha esclamato Jean-Jacques Dordain, Direttore Generale dell’ESA, rivolto alla platea presente al centro di controllo di Kourou, ricordando due artefici del programma spaziale europeo, Antonio Rodotà e Carlo Buongiorno. “In poco più di tre mesi, l’Europa ha incrementato il numero di lanciatori che gestisce passando da uno a tre, ampliando significativamente la gamma di servizi di lancio offerti dall’operatore europeo Arianespace. Non c’è un singolo satellite europeo che non si possa lanciare con un servizio europeo” ha detto Dordain – “È un grande giorno per l’ESA, per i suoi Stati Membri – ed in particolare per l’Italia, dove Vega è nato – per l’industria Europea e per Arianespace”. Dordain ha concluso il suo intervento consegnando simbolicamente un modellino del nuovo lanciatore Vega a Jean Yves Le Gall, presidente e direttore generale di Arianespace. Lo sviluppo del lanciatore Vega è cominciato nel 2003. Sette Paesi Membri hanno contribuito al programma: Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. “Oggi è un momento di orgoglio per l’Europa e per quelle circa mille persone coinvolte nello sviluppo del sistema di lancio per piccoli satelliti più moderno e competitivo al mondo” ha detto Antonio Fabrizi, Direttore dei Lanciatori ESA. “ESA, con il supporto tecnico delle agenzie spaziali italiana e francese, e circa 40 società industriali coordinate dalla ELV come primo contrattista, ha trasformato una grande sfida in realtà in meno di un decennio di sviluppo”.

Tutti e tre gli stadi a propellente solido di Vega si sono comportati nominalmente. Il cosiddetto “upper stage” ha eseguito la manovra per raggiungere l’orbita circolare ad un’altitudine di 1450Km inclinato a 69.5 gradi verso l’equatore. In quel momento ha rilasciato il carico principale, il satellite LARES (Laser relativity satellite), per la relatività laser, una sfera di lega di tungsteno del diametro di 37.6 cm, munita di 92 retro riflettori laser. Gli specchi permetteranno di prendere delle misurazioni di distanza di alta precisione, per studiare l’effetto degli spostamenti laterali predetto da Einstein nella sua teoria della relatività. L’upper stage ha poi eseguito un’altra manovra per ridurre il punto più basso dell’orbita a 350Km, fino all’orbita corretta per rilasciare il micro satellite tecnologico ALMASat_1 ed i sette minuscoli pico satelliti sponsorizzati dalle università. Infine, l’upper stage si è alleggerito dei propellenti rimanenti e si è spento. Al fine di limitare il rischio di creare nuovi detriti spaziali, l’upper stage del Vega si trova in un’orbita che assicura il suo rientro in pochi anni. Brucerà durante la fase di discesa, soli piccoli frammenti potranno raggiungere il suolo. Durante la missione VV01, sono state acquisite grandi quantità di dati sulla performance di Vega e sull’ambiente circostante al carico. Nelle prossime settimane, queste informazioni saranno analizzate a fondo per confermare in pieno la qualifica del sistema di lancio Vega, che passerà poi ad Arianespace per le operazioni ed il marketing. Va ricordato che il primo stadio P80FW, il più grande motore monolitico a propellente solido che sia mai stato fatto volare, si avvale di un involucro in composito, un ugello avanzato ed attuatori elettro meccanici per virare – una prima mondiale per un motore di tali dimensioni. Queste tecnologie saranno usate su futuri lanci Vega, ovviamente, ma saranno anche disponibili per futuri lanciatori che l’ESA sta studiando come parte dell’iniziativa Next Generation Launchers (Lanciatori di Prossima Generazione).
Il programma Vega entra ora in una nuova fase, chiamata VERTA: il programma di Ricerca, Tecnologia ed Accompagnamento di Vega (Vega Research , Technology and Accompaniment programme). Sotto VERTA, Vega lancerà diverse missioni scientifiche e tecnologiche. Il prossimo volo è programmato per gli inizi del 2013 e trasporterà il satellite dell’ESA di tele rilevamento Proba-V e carichi ausiliari multipli. Altre imminenti missioni ESA che rientrano nel programma VERTA sono AMD-Aeolus, per il monitoraggio dei profili dei venti, Lisa Pathfinder, per la dimostrazione di tecnologie per il rilevamento di onde gravitazionali, ed IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), un dimostratore per le tecnologie avanzate per il rientro. Il primo contratto commerciale per Vega è gia stato siglato da Arianespace, l’operatore commerciale di Vega, ed altri sono in negoziazione. A seguito di una gara aperta, a dicembre 2011 è stato assegnato ad Arianespace il contratto per il lancio dei satelliti Sentinel-2B e Sentinel-3B a bordo del lanciatore Vega.

 

Entusiasmo nello stabilimento AVIO di Colleferro

Entusiasmo nello stabilimento AVIO di Colleferro

A Colleferro, nella sede di AVIO, salutata con entusiasmo la partenza del lanciatore Vega dal Centro Spaziale Europeo di Kourou, in Guyana Francese. Il primo volo di test e qualifica del nuovo vettore spaziale europeo segna una pietra miliare per Avio, gruppo italiano leader del settore aerospaziale, che lo ha progettato e realizzato. Vega è il primo lanciatore di ultima generazione progettato e sviluppato in Italia, nell’ambito del programma spaziale ESA-ASI, per trasferire in orbita bassa (700 km) satelliti a uso istituzionale e scientifico, per l’osservazione della Terra e il monitoraggio dell’ambiente. Avio, attraverso la propria controllata ELV, ha svolto il ruolo di prime contractor, coordinando sin dall’inizio un progetto che coinvolge 40 aziende di 12 Paesi europei, in collaborazione con istituzioni, imprese e Università. “È un momento di grande soddisfazione e orgoglio, che corona lo sforzo e l’impegno di tutti noi di Avio e dei nostri partner; oggi l’Italia entra a far parte di quel ristrettissimo numero di Paesi che possono vantare una propria tecnologia di accesso allo spazio”, ha dichiarato Francesco Caio, Amministratore Delegato Avio. “Con il lancio di Vega, Avio, già leader europeo per la propulsione spaziale a solido, si afferma oggi in Europa nel ruolo di sistemista. Il nostro impegno non si ferma qui: questo lancio è il primo passo di un percorso che andrà avanti con ulteriori missioni spaziali”.

“Oggi raccogliamo i frutti di otto anni di impegno e di lavoro allo sviluppo del nuovo lanciatore, il primo realizzato interamente in fibra di carbonio”, ha dichiarato Pier Giuliano Lasagni, Responsabile Divisione Spazio di Avio. “Tutto questo è stato reso possibile grazie all’entusiasmo e alle competenze del nostro team di Colleferro (RM); il volo di Vega apre una nuova via ai servizi di lancio futuri e ci rende ancora più motivati a proseguire nelle nostre attività di ricerca e sviluppo”.

Realizzato per il 65% nello stabilimento Avio di Colleferro, Vega è un lanciatore per satelliti di piccole dimensioni, che completa la famiglia di lanciatori europei: affianca l’Ariane 5, un lanciatore per satelliti fino a 10 tonnellate, e i lanciatori Soyuz, che coprono satelliti di massa intermedia. Punti di forza commerciali di Vega sono la flessibilità nelle missioni e i costi contenuti, che rendono accessibile lo spazio anche a PMI, Università e Centri di ricerca. Ad assistere al lancio nella sede di AVIO anche gli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea, Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti.

Vega pronto per il suo primo volo di qualifica

Vega pronto per il suo primo volo di qualifica

Il 13 febbraio, l’Agenzia Spaziale Europea metterà in orbita, per il suo primo volo di qualifica, il lanciatore nuovo di zecca Vega.Il primo Vega in assoluto sarà lanciato dallo spazio porto europeo di Kourou, nella Guyana francese, per portare in orbita nove satelliti e incrementare la capacità della flotta di lanciatori europei. La finestra di lancio di questa prima missione, denominata VV01, è fissata in due ore tra le 11h00 e le 13h00 (10h00–12h00 GMT, 07h00–09h00 ora di Kourou). Il primo volo segna la conclusione di nove anni di sviluppo da parte dell’ESA e dei suoi partner, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’agenzia spaziale francese (CNES) e l’industria. Il programma è stato supportato da sette paesi membri dell’ESA: Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. Progettato per fornire all’Europa la capacità di portare in orbita satelliti scientifici e di osservazione della Terra in maniera sicura, affidabile e competitiva, Vega (acronimo di “Vettore europeo di generazione avanzata”) è compatibile con carichi la cui massa varia dai 300Kg ai 2500Kg, a seconda del tipo di altitudine e di orbita richiesta dal cliente. Questa nuova capacità completerà la famiglia dei servizi di lancio già esistente allo spazioporto europeo nella Guyana francese: Ariane5 per i carichi pesanti ed il lanciatore di classe media Soyuz, presente da ottobre 2011.
Il carico consiste in due satelliti italiani – LARES (laser relativity satellite) dell’ASI e ALMASat-1 dell’Università di Bologna, più sette nano satelliti forniti dalle università europee: e-St@r (Italia), Golia (Romani), MaSat-1 (Ungheria), PW-Sat (Polonia), Robusta (France), UniCubeSat GG (Italia) e Xatcobeo (Spagna).

 

La missione serve a qualificare il sistema Vega in generale, compresi il veicolo, l’infrastruttura a terra e le operazioni, dalla campagna di lancio alla separazione sia del carico che del cosiddetto “upper stage”.

Dopo il volo di qualifica, il sistema di lancio Vega sarà operato da Arianespace. La società sarà anche incaricata di offrire questa nuova capacità di lancio sul mercato internazionale, con l’obiettivo di almeno due missioni per anno. ESA sarà uno dei primi clienti di questo nuovo servizio di Arianespace con una commessa per cinque lanci. Vega è progettato per affrontare una vasta gamma di missioni e di configurazioni di carico in modo da rispondere, con la maggiore flessibilità possibile, alle differenti domande di opportunità richieste dal mercato. Vega offre, in particolare, configurazioni in grado di gestire carichi che spaziano da un singolo satellite fino a un satellite principale e sei microsatelliti. Vega è compatibile con masse di carico dai 300Kg ai 2500Kg, a seconda del tipo di altitudine dell’orbita richiesta dal cliente. La curva è di 1500Kg per un’orbita polare di 700km di altitudine. ELV SpA è il principale contraente industriale (70% di proprietà di Avio SpA, 30% di proprietà dell’Agenzia Spaziale Italiana, ASI) e Vitrociset è il principale contraente per le installazioni del controllo da terra.

Il P80, il primo stadio a propellente solido, del peso di 100 tonnellate, è stato trasferito il 7 novembre 2011 dall’edificio di integrazione (Booster Integration Building) alla rampa di lancio, utilizzando il sistema di trasporto “Fardler” per i carichi pesanti. Con il P80 installato nella torre mobile, tutte le installazioni a terra sono state ora configurate per la validazione finale del motore, compreso il sistema di controllo di spinta del vettore (Thrust Vector Control system) che fa ruotare il grande ugello per la guida. Successivamente è toccato al secondo e terzo stadio, Zefiro 23 e Zefiro 9, entrambi a propellente solido, trasferiti dal Magazzino Motori ed Edificio di Preparazione di Vega (Vega Booster Storage and Preparation Building) ed aggiunti al veicolo. Infine è stato integrato l’AVUM (Attitude & Vernier Upper Module) cioè il modulo superiore o quarto stadio.