da Sorrentino | Gen 16, 2016 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
“Europe as a global Space player” recita il claim che per due giorni ha campeggiato a ogni panel dell’ottava Space Conference a Bruxelles. L’abituale appuntamento annuale della Commissione Europea in tema di ‘space policy’ ha proposto un agenda ‘globale’, mettendo sul piatto un pò tutti i temi caldi del momento: dall’esplorazione di Marte alla gestione dei Big Data di osservazione della Terra, dalle prospettive dei satelliti di telecomunicazioni a quelle, nuovissime, dei micro satelliti di nuova generazione. L’argomento che ha tenuto banco, in linea con l’ultima Ministeriale, è stato quello dei lanciatori. Non senza qualche apprensione per quanto sta avvenendo, in termini di passi avanti, Oltreoceano. Citatissima, per fare un esempio, l’americana Space X. E, soprattutto, il suo programma di sviluppo di un vettore ‘riutilizzabile’: il Falcon 9.
Philippe Brunet, a capo della DG Growth della Commissione UE, ha più volte sottolineato come la Commissione abbia il diritto di far sentire la propria, essendo diventata ormai il principale acquirente dei lanci di Arianespace con decine di missioni per le costellazioni Copernicus e Galileo. “Senza gli ordini che l’Unione Europea ha messo sul tavolo, non ci sarebbe nessun nuovo lanciatore” ha detto Brunet, aggiungendo “in quale altro settore il principale cliente non ha voce sui progetti in corso? Guardate bene, non ne troverete uno – se non il settore europeo dei lanciatori”. A Brunet ha fatto eco Franck Proust, membro francese del Parlamento Europeo e Vicepresidente della commissione parlamentare per lo Spazio e l’Aviazione, che ha specificato come, se è vero che il mercato europeo non è grande abbastanza da generare un ritmo di lancio capace di sviluppare tecnologie di razzi riutilizzabili, qualora questi ultimi dovessero prendere piede l’Ariane 6 rimarrebbe “nella polvere”.
Anche il presidente dell’ASI, Roberto Battiston, nel suo intervento, ha avvertito che l’Europa non può stare a guardare nella nuova corsa allo spazio. “Il fatto che da noi non ci siano i venture capitalist per seguire il modello americano da una parte, oppure che abbiamo costi più alti rispetto ai cinese dall’altra, non è un buon motivo per stare alla finestra. I cicli tecnologici – ha sottolineato il presidente ASI – sono sempre più rapidi e dobbiamo agire”. Battiston è poi intervenuto sui Big Data: “Anche qui è fondamentale fare in fretta e cercare vie nuove, perché senza un’efficiente e aperta gestione dei Big Data, non ci sarà la nuova Space Economy”. La due giorni si è chiusa con gli interventi del vice presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e della direttrice della DG Growth Lori Evans, che ha incontrato a margine del convegno la delegazione dell’ASI guidata da Battiston.
(fonte: Asi)
da Sorrentino | Gen 9, 2016 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano
Samantha vede il suo futuro con gli occhi a mandorla. In una intervista a corriere.it l’astronauta Cristoforetti, che si è lasciata alle spalle la missione spaziale record per una donna con 200 giorni consecutivi trascorsi in orbita, pianifica le prossime attività nel centro di addestramento dell’Agenzia Spaziale Europea a Colonia. Il primo dei due progetti che la vedono impegnata riguarda la collaborazione con la Cina nel campo delle missioni umane nello spazio. Per questo motivo si accinge a intraprendere lo studio della lingua cinese. Non è escluso, infatti, che in futuro l’ESA possa inviare un proprio astronauta a bordo della stazione spaziale Tiangong. E AstroSamantha , che è anche ufficiale dell’Aeronautica Militare, sarebbe una candidata accreditata, grazie anche all’esperienza accumulata a bordo della ISS e in virtù delle sue campagne di comunicazione che ne fanno una perfetta ambasciatrice dei valori insiti nelle attività spaziali. L’altra metà del futuro, come dichiara la stessa Cristoforetti, riguarda lo studio delle missioni sulla Luna, vista come tappa intermedia verso la conquista di Marte ma anche base di ricerca permanente.
da Sorrentino | Dic 29, 2015 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano
Il 17 dicembre 2015, durante la permanenza del primo astronauta britannico Tim Peake sulla Stazione Spaziale Internazionale, il noto editorialista del Guardian Simon Jenkins ha sollevato una serie di critiche al governo di Londra nei confronti dei voli umani verso lo spazio, sostenendo in sintesi che i fondi pubblici destinati allo spazio sono molto alti e troppo spesso destinati ad alimentare la vanità più che i bisogni.
Non v’è dubbio che le attività spaziali, come oggi concepite, siano sostanzialmente viste come gesti pionieristici con lo scopo di spostare un po’ più in là l’orizzonte dell’umanità, e percepite, e talvolta utilizzate, come veri e propri strumenti politici. L’impresa di Tim Peake è ritenuta “eroica” nel Regno Unito, mentre gli italiani hanno familiarizzato con astroLuca e astroSamantha. Al di là del clamore e dell’interesse che le varie missioni possono suscitare grazie alle azioni specifiche degli enti spaziali, richiamando così l’attenzione dell’opinione pubblica sui loro programmi anche per trovare il necessario consenso e puntare al consolidamento del budget, il vero obiettivo dovrebbe essere rappresentato dalla consapevolezza che occorre rendere lo spazio davvero possibile per tutti. Le oltre 600 persone andate nello spazio nei circa 60 anni di era astronautica non possono bastare a sostenere il concetto di Quarto Ambiente, di cui si parla da tre decenni. E’ giunto il momento che le attività spaziali diventino parte integrante della vita quotidiana e questo richiede la più ampia apertura del settore ai privati, così come sta accadendo negli Stati Uniti da qualche anno.
Jenkins in effetti dichiara anche di esser stato allettato dall’idea di acquistare un biglietto per un volo suborbitale sulla SpaceShipTwo di Virgin Galactic, desistendo poi quando ha percepito con non poca superficialità che i livelli di sicurezza garantiti sono all’incirca quelli del bungee jumping. Appare evidente che la sicurezza offerta inizialmente da sistemi rivoluzionari sia minore di quella di sistemi consolidati; tuttavia, solo sviluppando nuovi sistemi e la tecnologia che li accompagna si potrà arrivare ad un’affidabilità paragonabile a quella dell’attuale aviazione commerciale. Un esempio è rappresentato dal progetto Hyplane sostenuto dal Center for Near Space. Un piccolo velivolo ipersonico in grado di realizzare indifferentemente due missioni diverse: un volo di crociera intercontinentale a 30 km di quota e un volo spaziale suborbitale fino a 100 km. E’ inimmaginabile vedere concretizzato tale progetto senza investitori privati, in grado di valutare il business plan e puntare al suo sviluppo per il recupero degli investimenti prima e il vero guadagno poi.
Anni fa l’Agenzia Spaziale Italiana costituì un gruppo di lavoro per valutare la possibilità che l’Italia sviluppasse una propria ed indipendente missione automatica (senza uomo a bordo) verso la Luna. Il risultato fu la fattibilità tecnica ma la totale inopportunità dato che per diversi anni tutti i fondi governativi avrebbero dovuto essere destinati all’impresa. Allo stesso modo, da tempo si parla di una missione umana su Marte e se ne stima il costo in 1.5 trilioni di dollari; tenuto conto che la somma dei budget di tutte le agenzie spaziali del mondo vale circa 50 miliardi di dollari all’anno, occorrerebbero circa 30 anni per realizzare questo sogno, ma togliendo risorse ad ogni altra iniziativa.
Detto che realizzare un km di autostrada costa mediamente tra i 10 ed i 35 M€ (la variante di valico inaugurata pochi giorni fa è costata 67 M€/km!), il budget annuo dell’Agenzia Spaziale Italiana equivale a circa 25 km di autostrada o, se si vuole, a un caffè al mese per ogni italiano! I cittadini europei pagano un po’ meno, un caffè ogni due mesi, data la presenza di molti Stati che investono meno dell’Italia. Non è difficile quindi convincersi di come dopo tutto i budget spaziali siano ridotti, a differenza di quanto il cittadino creda. Per contro, quello stesso cittadino non sempre si rende conto che una quantità di cose che lo circondano, e che usa quotidianamente, si basa su tecnologia spaziale: velcro, pennarello, pentola antiaderente, microprocessore, telefono cellulare, TV satellitare, sistemi di geo-posizionamento, previsioni meteorologiche, joystick, tessuti tecnici per tute sportive (gore-tex) o indumenti ignifughi (nomex) o coperte termiche (mylar), solo per citarne alcuni. In sintesi, Jenkins è del tutto fuori strada quando fa rilevare come i fondi spesi per missioni spaziali abbiano più l’aspetto della “vanity fair” che una reale esigenza della popolazione.
Eppure, come dicevamo, questi preziosi fondi non bastano perché lo Spazio possa a tutti gli effetti diventare parte integrante del mondo in cui viviamo. L’utilizzazione massiccia della risorsa Spazio porterà incommensurabili benefici sulla Terra, ma perché ciò avvenga occorrono investimenti ben superiori a quelli che tutti i governi insieme potrebbero mai accollarsi. Per questo motivo il CNS promuove l’allargamento ai privati del mondo spaziale, sia per aumentare la conoscenza e la consapevolezza delle ricadute tecnologiche, sia per un ampio coinvolgimento di industriali ed investitori in genere. In tale visione rientra il progetto OrbiTecture, proposto dal CNS e orientato allo studio di un nodo infrastrutturale di futura generazione che, collocato in un punto dello spazio geo-lunare, possa vedere la presenza continua di molte decine di persone e garantire le funzioni di molo di attracco, hangar di manutenzione ed integrazione, laboratorio scientifico e abitazione (resort e/o hotel). Al progetto OrbiTecture si lega anche il Concorso di Idee FLOR2050 dedicato agli studenti delle scuole superiori di ogni tipo per far emergere nuove visioni e caratterizzazioni della funzione Resort.
Rino Russo
Direttore Center for Near Space
Vincenzo Torre
Vicedirettore Center for Near Space
da Sorrentino | Dic 18, 2015 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
EUCLID, missione ESA dedicata all’esplorazione del “lato oscuro” dell’Universo, ha superato la verifica preliminare del progetto: ora il satellite e la strumentazione scientifica possono passare alla fase di realizzazione. Un’ottima notizia per i ricercatori italiani e per il nostro paese, che – con Francia e Regno Unito – è partner principale del progetto, al quale partecipa con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.
“La missione Euclid è prioritaria per l’Agenzia Spaziale Italiana. La partecipazione nazionale a questa missione di frontiera per la scienza prevede un team numeroso e di alto livello, nonché il coinvolgimento di una delle maggiori industrie italiane, incaricata di realizzare la strumentazione scientifica – sottolinea Barbara Negri responsabile dell’unità Osservazione dell’Universo dell’ASI.
Proposta nel 2007, Euclid è stata selezionata come missione di classe M nel 2011 nell’ambito del programma Cosmic Vision dell’ESA. Nel 2013 Thales Alenia Space Italia è stata scelta come prime contractor del satellite. Da allora il progetto della missione è stato approfondito e accuratamente rivisto in ogni suo punto. Il lancio, secondo le attuali previsioni, avverrà nel 2020 a bordo di un razzo Soyuz dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana Francese. Euclid studierà l’Universo con grande precisione, tracciando la distribuzione e l’evoluzione di materia ed energia oscura. Utilizzerà un telescopio di 1,2 metri di diametro e due strumenti per mappare la distribuzione tridimensionale di circa due miliardi di galassie e della materia che le circonda, oltre un terzo dell’intero cielo. L’Italia è coinvolta nella missione attraverso la realizzazione dei sottosistemi dei due strumenti di bordo, quello per immagini nel visibile (VIS) , quello per fotometria e spettroscopia nel vicino infrarosso (NISP) e per la responsabilità del segmento di terra e ruoli importanti nella gestione degli aspetti sia tecnici sia scientifici della missione. In Euclid sono coinvolti oltre duecento scienziati italiani appartenenti all’INAF (principalmente gli Istituti IAPS, IASF di Bologna e Milano, e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste), all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e a numerose Università (in primo luogo l’Università di Bologna e poi Università di Ferrara, Roma La Sapienza, Università Roma 3, Università di Trieste, SISSA, CISAS).
La partecipazione dell’INFN in Euclid è recente ma rientra nel filone della lunga e importante tradizione nello studio delle interazioni fondamentali che, anche con la partecipazione a questa missione, si apre alla cosmologia osservativa. L’INFN vi partecipa con le sezioni di Bologna e di Padova, che hanno attualmente responsabilità specifiche nell’elettronica dello strumento NISP, con la prospettiva di un più ampio coinvolgimento.
da Sorrentino | Ott 21, 2015 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano, Servizi Satellitari
I programmi e le attività di osservazione spaziale sono sempre più vicini al settore dell’agricoltura. Una sinergia che permette di ottimizzare e pianificare al meglio le attività al suolo, gestire le risorse irrigue e lavorare con precisione nelle aree destinate alle colture. Dopo i recenti momenti di confronto sul ruolo delle politiche spaziali per l’agricoltura, che hanno avuto come teatro EXPO 2015, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, ha visitato la sede di Finmeccanica-Telespazio a Roma, incontrando il Presidente di Finmeccanica, Giovanni De Gennaro, e l’Amministratore Delegato di Telespazio, Luigi Pasquali, il quale ha illustrato le attività sia di Telespazio sia della controllata e-GEOS (80% Telespazio, 20% Agenzia Spaziale Italiana), società specializzata nei servizi di Geo-Informazione.
Telespazio vanta un’esperienza ventennale anche al servizio dell’agricoltura, in Italia e in Europa. La moderna tecnologia satellitare applicata a questo settore, e all’agricoltura di precisione in particolare, consente infatti una gestione più efficace delle diverse tipologie di colture su vaste aree, permettendo un monitoraggio più costante e frequente rispetto al passato oltre ad una più ampia e completa raccolta e analisi di dati finalizzati al supporto dell’intero processo produttivo, nonché al controllo della Politica Agricola Comune (PAC) europea.
Nel corso della visita alle sale operative di e-GEOS, sono state illustrate al ministro Martina alcune applicazioni sviluppate sia in ambito GIS (sistema informativo geografico) sia nel settore della produzione cartografica. Inoltre, presso l’Emergency Management Center, operativo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, sono stati presentati i servizi che la società svolge dal 2012, per la Commissione Europea, a sostegno delle protezioni civili europee e mondiali in caso di calamità naturali o di eventi provocati dall’uomo.
La visita del Ministro Martina conferma l’attenzione rivolta dal Dicastero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali alle più innovative tecnologie satellitari, in grado di fornire soluzioni avanzate al comparto produttivo agricolo nonché di rispondere efficacemente alle moderne esigenze di monitoraggio ambientale. A supporto dell’agricoltura, il Gruppo Finmeccanica offre tecnologie che spaziano dai sistemi satellitari per l’osservazione della Terra e la geolocalizzazione, a radar e sensori, sistemi per le comunicazione sicure, aerei ed elicotteri per interventi sul territorio, fino ai velivoli a pilotaggio remoto per operazioni di sorveglianza, identificazione e intelligence.
da Sorrentino | Ott 17, 2015 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
L’Agenzia Spaziale Italiana ha lasciato il segno al 66° Congresso Internazionale di Astronautica che si è svolto a Gerusalemme, formalizzando tre importanti accordi bilaterali, il primo dei quali siglato con l’Agenzia Spaziale Israeliana (ISA), riguarda lo sviluppo della missione congiunta SHALOM (Spaceborne Hyperspectral Applicative Land And Ocean Mission). L’accordo, siglato presso l’Ambasciata Italiana di Gerusalemme dal presidente dell’ASI Roberto Battiston e dal direttore generale di ISA Menachem Kidron, alla presenza dell’ambasciatore Francesco Talo, intende rafforzare la cooperazione a scopo pacifico tra le due agenzie nel campo dell’osservazione della Terra. La Missione SHALOM sarà operativa nel 2021 con un singolo satellite e sfrutterà le tecnologie iperspettrali nelle bande VNIR / SWIR / PAN per applicazioni scientifiche e commerciali. Gli altri due memorandum formalizzati a Gerusalemme – riguardanti diversi ambiti della formazione – sono stati siglati con l’ISU (International Space University, istituzione multidisciplinare di Alta formazione dedicata all’uso pacifico dello Spazio, basata a Strasburgo) e con SGAC (Space Generation Advisory Committee), organizzazione non governativa supportata da una larga rete internazionale di studenti e professionisti del settore spaziale, tra i 18 e i 35 anni di età). Il primo mira specificatamente a dare agli studenti italiani maggiori opportunità di proseguire gli studi all’ISU di Strasburgo, per meglio sviluppare conoscenze e competenze richieste nel settore aerospaziale. Il secondo, invece, punta a favorire la cooperazione e il sostegno agli studenti universitari italiani (a livello di laurea, master e dottorato) e giovani professionisti per migliorare il loro coinvolgimento nella comunità spaziale internazionale. ISU conta oggi oltre 4000 studenti provenienti da più di 105 diversi paesi: 144 di loro sono italiani. Grande soddisfazione, infine, per la nomina di Roberto Battiston a membro dell’Accademia Internazionale di Astronautica, e il riconoscimento attribuito Silvia Ciccarelli, premiata per la presentazione dei risultati del progetto Green Air condotto a bordo della ISS durante la missione di Luca Parmitano.