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Dopo 20 anni la missione della sonda interplanetaria Cassini, realizzata in collaborazione tra NASA e le agenzie spaziali europea e italiana, ha avviato la spettacolare manovra finale che la condurrà a tuffarsi nell’atmosfera di Saturno il 15 settembre 2017. Lanciato nell’ottobre 1997, l’orbiter Cassini (realizzato dalla NASA) e il modulo di discesa Huygens (sviluppato dall’ESA) hanno raggiunto il sistema di Saturno nel luglio 2004 e la sonda Huygens è atterrata sulla superficie di Titano il 14 gennaio 2005. Per tredici anni Cassini ha orbitato intorno al pianeta degli anelli, esplorando le sue lune e raccogliendo migliaia di immagini e fornendo informazioni con un dettaglio mai raggiunto prima. L’atto finale, salutato anche da Google con uno speciale doodle, è iniziato alle 8 ora italiana del 26 aprile e, dopo 25 ore di silenzio radio con la Terra, la sonda si troverà sulla traiettoria balistica prevista e calcolata dal team di missione nel 2010.

Il 22 aprile scorso Cassini ha raggiunto la massima distanza da Saturno, il giorno dopo aver effettuato il suo 127esimo e ultimo passaggio ravvicinato su Titano, fotografando l’obiettivo da una distanza di 979 chilometri dalla superficie. Con le nuove informazioni a disposizione, gli scienziati saranno in grado di completare il quadro sui laghi e i mari di idrocarburi individuati sul satellite naturale di Saturno, svelando inoltre i dettagli di una regione già osservata ma mai prima d’ora a queste lunghezze d’onda, per comprendere la natura delle strutture presenti su Titano, inclusa l’area individuata sulla nebbiosa luna e ribattezzata “isola magica”. Il recente flyby d’addio alla luna, oltre a permettere agli esperti di catturare un’ultima preziosa istantanea, ha fornito a Cassini la spinta giusta per il volo finale. Durante il rendez vous spaziale, la gravità della luna infatti ha fatto deviare la traiettoria della sonda, immettendola sul corretto percorso orbitale verso il tuffo conclusivo e le ha impresso un’accelerazione pari a 860,5 metri al secondo.

Con la velocità acquisita, Cassini è entrata per la prima volta nello spazio tra Saturno e i suoi anelli dando il via alle 22 sequenze di immersioni ognuna della durata di circa una settimana, che porteranno la missione Nasa-Esa-Asi all’appuntamento conclusivo. A metà settembre Cassini invierà l’ultimo set di dati sul pianeta prima di “suicidarsi” precipitando dentro la sua atmosfera. Nessuna sonda è mai arrivata così vicino al pianeta e al suo sistema di lune, svelando tra l’altro l’esistenza di un oceano con attività idrotermale sulla luna ghiacciata Encelado e mari di metano liquido su Titano. In altri termini, la missione Cassini ha cambiato la storia dell’esplorazione spaziale. Rilevante il contributo italiano al raggiungimento degli obiettivi di volo, esplorazione e osservazione. In base a un accordo di collaborazione con la NASA, l’Agenzia Spaziale Italiana ha sviluppato per Cassini l’antenna ad alto guadagno con incorporata un’antenna a basso guadagno (che assicurano le telecomunicazioni con la Terra per l’intera durata della missione), lo spettrometro VIMS, il sottosistema di radioscienza (RSIS) e il Radar che utilizza ugualmente l’antenna ad alto guadagno. Inoltre, l’ASI ha sviluppato, per la sonda Huygens, lo strumento HASI che ha misurato le proprietà fisiche dell’atmosfera e della superficie di Titano.