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Un nuovo importante contributo alla sperimentazione di tecnologie avanzate in ambiente remoto è stato portato da un team italiano nel corso della missione Crew 212, che si è svolta dal 3 al 19 maggio alla Mars Research Desert Station (MRDS) nel deserto dello Utah, gestita da Mars Society. Protagonisti due ingegneri aerospaziali: il 27enne catanese Paolo Guardabasso, con master in space exploration, e il 30enne Vittorio Netti, barese ma residente a Venezia, attualmente impegnato in un master a Houston in space architecture, entrambi legati ai programmi di Mars Planet, la sezione italiana di Mars Society. La loro missione è consistita nell’impiego di droni sviluppati per l’esplorazione in ambiente marziano: due ad ala fissa, uno dei quali VTOL, e un quadricottero. Sono state svolte otto sessioni di volo con i tre diversi tipi di drone, tutti progettati e realizzati in Veneto insieme a un gruppo di aziende locali (Neutech e Airvision), con sede in provincia di Treviso, e in collaborazione con IUAV – Istituto Universitario Architettura di Venezia. Nel corso della missione è stata eseguita la mappatura di 12 ettari di territorio e sono state scattate 400 immagini da una quota di 100 metri con i drone ad ala fissa. Il quadricottero è stato usato per ispezionare l’esterno della base e testarne l’impiego simulando un’operazione di ricerca e soccorso per il ritrovamento di una componente l’equipaggio dispersa. L’esperienza maturata nelle due settimane di permanenza alla MRDS continuerà attraverso una collaborazione di tipo progettuale e sperimentale con Mars Planet nel settore dei droni. Paolo Guardabasso e Vittorio Netti sono stati selezionati per la missione Amadee 20, che sarà organizzata e ospitata dall’Agenzia Spaziale Israeliana dal 15 ottobre al 14 novembre 2019 presso il D Mars nel deserto Ramon. In quella occasione è previsto l’impiego di un drone Vtol che sarà presentato in una versione avanzata alimentato da pannelli solari, anziché a batteria come quello usato nel deserto dello Utah.