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La sonda Insight della NASA ha toccato il suolo di Marte alle 20:54 ora italiana, posando le tre gambe del modulo di discesa come previsto nella regione Elysium Planitia, prossima all’equatore marziano, portando a termine con successo il viaggio iniziato il 5 maggio 2018. Una missione segnata anche dal successo della tecnologia italiana: quella del sensore stellare progettato e costruito da Leonardo negli stabilimenti fiorentini di Campi Bisenzio, che ha guidato con la precisione necessaria l’intera navigazione per 458 milioni di chilometri, come dello strumento Larri, un sistema di microriflettori che serve a indicare la posizione del lander, sviluppato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare con il supporto dell’Agenzia spaziale italiana. Senza contare che i segnali che tutto è andato bene sono stati raccolti dalla grande parabole del Sardinia Radar Telescope in Sardegna. Come in tutte le missioni che prevedono lo sbarco sulla superficie del Pianeta Rosso, anche quella di Insight ha tenuto con il fiato sospeso i tecnici del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, sede del centro di controllo. Sette minuti di attesa, iniziati con la manovra che ha permesso di ridurre drasticamente la velocità d’ingresso nella tenue atmosfera marziana, di 19.800 chilometri orari, portandola con l’aiuto del paracadute e dei motori di frenata soli 8 km/h. La prima immagine trasmessa da Insight è risultata scopra, a causa della polvere sollevata dai retrorazzi e che ha ricoperto l’obiettivo. Un problema che impedirà di rimuovere le impurità e realizzare fotografie nitide della pianura in cui la sonda è atterrata. Il programma prevede, nel giro di qualche ora, il dispiegamento dei pannelli solari, che alimentano gli strumenti.  Anche l’Europa riveste un ruolo rilevante in questa missione avendo realizzato i due strumenti principali, il sismometro e il sensore termico. In particolare, l’agenzia spaziale francese Cnes e l’Institut de Physique du Globe di Parigi hanno fornito il sismometro, con contributi significativi del Max Planck Institute for Solar System Research in Germania, il Politecnico di Zurigo in Svizzera, e l’Imperial College e la Oxford University nel Regno Unito, oltre che dallo stesso Jpl. L’agenzia spaziale tedesca Dlr ha invece fornito la “talpa” con sensore termico, che permetterà di misurare la temperatura del sottosuolo fino a cinque metri di profondità, con contributi significativi dal Centro di ricerche spaziali dell’Accademie delle scienze polacca. Il Centro de Astrobiología spagnolo ha infine fornito i sensori per il vento. Ultima nota scientifica, il ruolo di gregari dei cubesat Mars Cube One, i due microsatelliti che hanno viaggiato e accompagnato la sonda Insight fino all’ingresso in atmosfera documentandone la discesa e l’arrivo al suolo attraverso la trasmissione dei dati giunti sulla Terra dopo 8 minuti, il tempo necessario a coprire l’attuale distanza con Marte pari a 146 milioni di chilometri.