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Elon Musk, fondatore di SpaceX, vuole continuare a sorprendere e a imporre la propria immagine insieme agli ambiziosi progetti della sua azienda nel panorama presente e futuro dell’esplorazione spaziale. Musk, infatti, ha promesso che già nel 2019 sia possibile avviare una missione diretta su Marte, dopo essere sicuro che la sua Tesla Roadster, lanciata in occasione della missione inaugurale del nuovo razzo di SpaceX, arriverà prima o poi nell’orbita del Pianeta Rosso. Fare rotta su Marte è tecnicamente possibile, organizzare un viaggio di andata e ritorno decisamente più complesso. Per il momento Musk e lo staff di SpaceX vogliono limitarsi a spedire una navicella spaziale. Tutto a livello dimostrativo per testare la fattibilità della missione diretta. Ciò che sorprende è la motivazione che spingerebbe ad accelerare la conquista e la successiva colonizzazione di Marte: ovvero la necessità di approdare su un mondo nuovo come scialuppa di salvataggio in caso di conflitto nucleare, attribuibile a una intelligenza artificiale fuori controllo, che metterebbe a rischio la sopravvivenza umana sulla Terra. E Musk ipotizza anche la forma per governare la presenza su Marte, che dovrebbe a suo dire essere basato su una democrazia diretta. Marte meglio della Luna, più vulnerabile. Viene il sospetto che Musk pianifichi missioni verso il Pianeta Rosso per la metà del 2019 perché coincidenti proprio con il cinquantesimo anniversario dello sbarco umano sulla Luna. E che cerchi gli investitori per gettare le basi della prima colonia permanente su Marte.