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Nove giorni dopo il suo ingresso in orbita e l’arrivo sulla stazione spaziale internazionale per dare corso alla sua seconda missione di lunga durata denominata Beyond, con il chiaro intento di guardare oltre il presente e traguardare la futura uscita dallo spazio circumterrestre, l’astronauta italiano dell’ESA Luca Parmitano ha tenuto la sua prima conferenza stampa in collegamento con il Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano. Una scelta non casuale dal momento che il polo museale ospita l’unico frammento di roccia lunare raccolto durante il programma Apollo e tenuto a battesimo anni or sono da Eugene Cernan, ultimo uomo a lasciare il suolo selenita nel dicembre 1972.

T-shirt rossa e pantaloni, alle spalle la bandiera italiana e i loghi delle agenzie spaziali europea e italiana, Parmitano è, come sempre, prodigo di riflessioni e non rinuncia alle proverbiali battute. Alla immancabile domanda relativa alla capacità di adattamento all’ambiente microgravitazionale, l’astronauta risponde che la cosa più difficile è abituarsi al caffè. In realtà, ha preparato minuziosamente il suo programma di attività che lo vedrà impegnato complessivamente in oltre 250 esperimenti, di cui 6 dell’Agenzia Spaziale Italiana e 50 dell’Agenzia Spaziale Europea con un’attenzione particolare alla fisiologia umana. Vection, per esempio, è uno degli esperimenti sulla percezione di spazio e movimento in orbita che utilizza la realtà virtuale.

Poco tempo per godersi lo spettacolare panorama del pianeta anche se Parmitano ammette di essersi affacciato dalla cupola della ISS per fotografare la sua Sicilia durante un paio di passaggi sulla verticale dell’isola. Guardare giù, per chi si trova e lavora in orbita, significa soprattutto testimoniare i cambiamenti profondi che si notano a causa del riscaldamento globale, con ghiacciai che si ritirano e deserti che avanzano.

Guardare oltre e puntare il futuro significa inevitabilmente tornare a sognare la Luna. Luca Parmitano non nasconde il desiderio di potervi sbarcare, convinto che il nostro satellite naturale sia tornato a rappresentare, dopo mezzo secolo dal primo sbarco dell’uomo, la spinta per realizzare un avamposto permanente. Intanto si prepara al ruolo di comandante della stazione spaziale, che assumerà dal mese di ottobre, primo italiano e terzo europeo a ricoprirlo.

Tanto lavoro a bordo e massima attenzione alla divulgazione delle attività attraverso i canali social. Comunicare è fondamentale, sia con i tecnici della missione e gli scienziati che hanno proposto e seguono gli esperimenti, sia per far conoscere le tipologie di test che avranno ricadute fondamentali per spingerci verso la Luna e Marte, ma anche applicazioni utili a migliorare la vita sul pianeta.