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SDA Bocconi School of Management vara un centro di ricerca per studiare il valore dell’economia dello spazio. Si chiama See Lab, acronimo di Space economy evolution Lab, ed è diretto da Andrea Sommariva, economista che fa parte del gruppo di studio Space mineral resources dell’Accademia Internazionale dell’Astronautica. L’annuncio della costituzione del See Lab è avvenuta nel corso di un convegno, promosso dalla Bocconi, sulla Space Economy e le opportunità ad essa legate per l’industria spaziale europea.

In meno di un mese il tema della Space Economy è stato affrontato in tre importanti consessi, due dei quali in Lombardia, con l’intermezzo del Festival dell’Economia di Trento che ha preceduto l’appuntamento in Bocconi. Ad aprire le riflessioni sull’importanza della Space Economy, che nel 2017 ha generato un fatturato di 350 miliardi di dollari a livello mondiale, è stato, in occasione del seminario “Mars to Earth” (promosso da Mars Planet, chapter italiano di Mars Society) ospitato nell’auditorium Testori della Regione Lombardia, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, figura di riferimento in tutte le occasioni di confronto. La Space Economy esige che le imprese private siano sempre più protagoniste dei programmi spaziali. Argomento ripreso nel dibattito “Lift-off, parte il razzo della Space Economy”, organizzato nell’ambito del Festival dell’economia di Trento, che ha visto accanto a Battiston l’Ad di e-Geos, Massimo Comparini e gli statunitensi Jeffrey Manber Ad di Nanoracks e Dan Hart Presidente e Ad di Virgin Orbit, espressione di due realtà private e commerciali che hanno concluso accordi rispettivamente con Altec per un sistema commerciale per il lancio di cubesat (nanosatelliti) dalla Stazione Spaziale Internazionale e con la stessa Agenzia Spaziale Italiana per l’apertura dello spazioporto di Grottaglie in Puglia dove opererà Virgin Galactic. Immancabile la riflessione sul contributo dei satelliti per l’osservazione della Terra, che generano dati fondamentali per pianificare interventi indispensabili per lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia delle risorse del pianeta.

Tornando al See Lab presentato alla Bocconi, esso studierà i due filoni di ricerca che contraddistinguono l’economia dello spazio. Il primo riguarda l’economia legata allo sfruttamento dell’orbita bassa intorno alla Terra, dove orbitano i satelliti destinati all’osservazione del pianeta, e quella geosincrona (37 mila km di altezza), ove risiedono i satelliti delle telecomunicazioni e del broadcasting. Il secondo filone riguarda invece le frontiere più innovative dell’economia spaziale, ovvero l’estrazione di minerali critici come le terre rare e i metalli del gruppo del platino dalla Luna e dagli asteroidi (space mining) o il turismo spaziale.