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Il presidente americano Donald Trump ha firmato il documento “Space Policy Directive1” che sancisce la volontà da parte degli Stati Uniti di fare ritorno sulla Luna prima di intraprendere il viaggio del primo equipaggio alla conquista di Marte. L’annuncio del nuovo programma, riassunto nella direttiva, cade a 45 anni esatti dall’ultima missione umana sulla Luna, portata a termine da Apollo 17. Nella Roosevelt Room della Casa Bianca, accanto a Donald Trump, per sancire il nuovo corso delle attività spaziali americane, ovvero quella che è stata definita la nuova corsa alla Luna, il vice presidente Mike Pence, il ministro dei Trasporti Elaine Chao, quello del Commercio Wilbur Ross, gli astronauti americani Peggy Whitson e Christina Koch, il secondo uomo sulla Luna Buzz Aldrin e Harrison Schmitt, astronauta dell’Apollo 17 e primo scienziato impiegato in una missione spaziale, il nuovo ministro per la Sicurezza Nazionale Kirstjen Nielsen, il consigliere per la Sicurezza Nazionale H.R. McMaster, il direttore della National Intelligence, Dan Coats e il direttore ad interim della Nasa, Robert Lightfoot. “Gli Stati Uniti sono leader e resteranno leader: questo è un passo gigantesco verso il futuro” – ha dichiarato Trump, aggiungendo che l’obiettivo “è riportare gli astronauti americani sulla Luna per la prima volta dal 1972…e questa volta non ci limiteremo a piantare la nostra bandiera ma lasceremo la nostra impronta per un eventuale viaggio verso Marte e forse, un giorno, oltre, su altri mondi. Ciò assicurerà che il programma spaziale dell’America torni ad ispirare e a guidare l’umanità”.

La «Space policy directive 1», sviluppata sulla base delle raccomandazioni del National space council, è una spinta alla conoscenza, ma soprattutto all’industria spaziale e alle tecnologie che essa può generare con ricadute significative sul sistema economico e finanziario degli USA. Questo, almeno, il proposito, che negli anni 70 e 80 ha fruttato una messe di brevetti che hanno rivoluzionato la società, fatto nascere nuove imprese e crescere quelle che hanno investito nello Spazio. Trump ha duettato con l’ex astronauta dell’Apollo, Schmitt, ottenendo assenso quando gli ha chiesto se la direttiva riporterà il focus dell’America sul programma umano di esplorazione spaziale. Di fatto, come ha spiegato Hogan Gidley, portavoce della Casa Bianca, la Nasa viene chiamata a condurre un innovativo programma di esplorazione spaziale per rispedire gli astronauti americani sulla Luna e poi su Marte. Nessun accenno alla collaborazione con Russia ed Europa, in atto sulla stazione spaziale internazionale, né tantomeno con la Cina. Lo scenario prospettato dalla Casa Bianca fa intendere che lo spazio torna a essere una sfida politica, senza escludere tuttavia programmi comuni che, nelle intenzioni di Trump, dovrebbero porre gli USA in una posizione avanzata. Lapidario, a sua volta, il vice presidente Usa Mike Pence: «gli astronauti americani non torneranno sulla Luna per lasciare orme e bandiere, ma per costruire le basi da cui partire verso Marte e oltre».