Quinta missione di successo per il lanciatore europeo Vega (Vettore Europeo di Generazione Avanzata) che, dopo aver lanciato il veicolo di rientro europeo IXV nel febbraio 2015, nella notte tra il 22 e il 23 giugno, con partenza alle 3:52 ora italiana dalla base di Kourou nella Guyana Francese, ha portato in orbita Sentinel -2A, secondo della famiglia di sei satelliti del programma di monitoraggio ambientale europeo Copernicus, promosso dalla Commissione UE e dall’Agenzia Spaziale Europea.
Il satellite offrirà una visione nel visibile dell’ambiente terrestre, unendo l’alta risoluzione a nuove capacità multispettrali. L’obiettivo è monitorare i cambiamenti nella copertura del suolo e il monitoraggio della vegetazione a livello globale, offrire informazioni sull’inquinamento delle acque, fornire immagini di inondazioni e eruzioni vulcaniche contribuendo a delineare le aree colpite. In particolare, la “visione a colori” dell’ambiente terrestre permetterà di ottenere l’alta risoluzione insieme a 13 capacità multispettrali. Le immagini prodotte saranno utilizzate per determinare informazioni chiave sulla vegetazione terrestre attraverso la mappatura del suolo, dei laghi e delle acque costiere.
Copernicus è un programma della Commissione europea, finanziato con 2,3 miliardi di euro (1,6 dei quali messi a disposizione dai Paesi membri dell’Agenzia Spaziale Europea), che mira a fornire all’Europa un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni relativi all’Osservazione della Terra. Fornisce un sistema unificato attraverso il quale i dati dallo spazio e dai sensori a terra sono inviati ai servizi progettati a beneficio del cittadino. Questi servizi ricadono in sei principali categorie: monitoraggio di terre emerse, ambiente marino e atmosfera, risposta alle emergenze, sicurezza e cambiamento climatico. L’Italia contribuirà alla gestione operativa del programma Copernicus: il Centro Spaziale e-Geos (società ASI/Telespazio) di Matera acquisirà i dati della missione Sentinel-2A, e realizzerà il processamento in Near Real Time dei prodotti della missione, come aveva fatto per la prima sentinella Sentinel-1A.
Grande soddisfazione da parte di Stephane Israel, presidente e direttore generale della Arianespace, che loda la tecnologia spaziale italiana dopo il quinto lancio riuscito di Vega, e Volker Liebig, direttore dei programmi di Osservazione della Terra dell’Esa, che con l’ingresso in orbita del secondo Sentinel vede concretizzarsi la possibilità di monitorare in modo continuo e con grande risoluzione lo stato di salute del nostro pianeta. Il lancio del satellite Sentinel-2A è avvenuto con assoluta precisione e nel pieno rispetto dei tempi. Il primo stadio del Vega si è separato 1 minuto e 52 secondi dopo il decollo, seguito 3 minuti e 37 secondi dopo dal secondo stadio e dalla carena (altri venti secondi dopo), mentre il terzo stadio si è staccato a 6 minuti e 32 secondi dal lancio. Un minuto e 10 secondi dopo è avvenuta una prima riaccensione, quindi Vega ha rilasciato Sentinel – 2A nell’orbita eliosincrona prevista esattamente 54 minuti e 43 secondi dopo il lift off. Al centro di controllo di Darmstadt è affidato il compito di attivare di tutti i sistemi di bordo del satellite, fino alla taratura prevista 72 ore dopo il lancio. L’effettiva operatività è prevista entro tre-quattro mesi. “Con il lancio del Sentinel-2A – dichiara il presidente dell’ASI Roberto Battiston – si conferma la grande strategia europea del programma Copernicus, dedicata a realizzare una costellazione di sensori in grado di misurare i parametri fisici fondamentali che caratterizzano la superficie della Terra. In questo particolare caso si tratta di un sensore multibanda nel visibile che fornirà, tra le altre cose, informazioni estremamente utili allo sfruttamento agricolo del suolo. Il Vega inoltre, con questa sua quinta missione si conferma ancora una volta – conclude Battiston – un affidabile ‘cavallo di razza’ per il lancio di satelliti in orbita bassa”.
Vega, lanciatore per piccoli carichi sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea, è in grado di portare un carico utile di massa tra i 300 e i 1500 Kg, in un’orbita polare bassa di riferimento a una quota di 700 km. Al programma Vega, concepito dall’Agenzia Spaziale Italiana già dagli anni Novanta e finanziato in ESA per il 60% proprio dall’ASI, partecipano anche Francia, Olanda, Svizzera, Belgio, Spagna e Svezia. La maggior parte del vettore è stata realizzata in Italia: l’Agenzia Spaziale Italiana svolge un duplice ruolo, da un lato finanzia il programma dell’ESA, e dall’altro attraverso la società partecipata ELV SpA consente la realizzazione industriale del sistema. La società, partecipata al 70% da Avio ed al 30% da ASI, è infatti il Primo Contraente industriale dell’ESA per lo sviluppo del Vega. Al progetto hanno partecipato numerose aziende italiane: dal principale partner industriale Avio, al contributo di Selex ES, Rheinmetaal Italia, Telespazio, CIRA, Università di Roma e MBDA,. Presso il Centro Spaziale di Kourou hanno lavorato, nell’ambito del Segmento di terra, anche Vitrociset, Carlo Gavazzi Space (ora Telematic Solution), Telespazio Siem, e sono inoltre presenti le società partecipate, Europropulsion e Regulus, per la produzione del motore a propellente solido P-80 del primo tre stadio del lanciatore. Avio è responsabile dello sviluppo e realizzazione dei quattro mentre VITROCISET è a capo della realizzazione del segmento di terra, dalla torre di lancio al banco di integrazione e test.










