Si chiama ATLAS 1 – Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System Telescope, è operativo da pochi giorni sulla cupola dell’osservatorio di Maui, sulla cima del vulcano Haleakala alle isole Hawaii, e promette di difenderci da tutti quegli asteroidi che potrebbero rappresentare una minaccia per la Terra. ATLAS 1 è un progetto finanziato dalla NASA e uno dei due strumenti progettati dall’Università delle Hawaii per proteggere la Terra da tutti quegli asteroidi che potrebbero rappresentare una minaccia. Una volta completato ATLAS garantirà un monitoraggio costante del cielo notturno mappando tutti gli oggetti in movimento.
La promessa di ATLAS è poter avvistare con un anticipo di 24 ore tutti gli oggetti che minacciano di impattare al suolo generando una potenza di 30 chilotoni, tenuto conto che l’impatto avvenuto a Chelyabinsk, in Russia, il 15 febbraio 2013 sprigionò una potenza di oltre 500 chilotoni. Per gli asteroidi da 5 megatoni c’è una settimana di pre-allarme. Per i giganti da 100 megatoni si arriva alle tre settimane.
«Prevediamo di arrivare a una risoluzione ottimale dopo aver apportato alcune piccole modifiche. Tutto sta andando per il meglio ma occorrerà un po’ di tempo perché lo strumento possa ottenere immagini a massima risoluzione» riporta il sito web di ATLAS. Lo strumento è insomma ancora in fase di sviluppo, ma già alle condizioni attuali l’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System telescope riesce a completare un monitoraggio dell’intera volta celeste in poco più di una notte. E la banca immagini inizia a farsi consistente.
ATLAS 2, il telescopio che andrà a far coppia con lo strumento appena inaugurato sull’isola di Maui, verrà montato sul Mauna Loa, il vulcano che domina la principale dell’arcipelago hawaiiano. L’International Astronomical Union meeting, ospitato a Honolulu, potrebbe aprire le porte anche a un terzo strumento con base in Sud Africa. A testimoniare quanto lo studio e il controllo degli asteroidi sia ormai la priorità delle agenzia spaziali di tutto il mondo, basti ricordare il Centro di Coordinamento per gli Oggetti Vicini alla Terra, aperto nel 2013 da ESA presso la sua sede di Frascati, ESRIN. Un polo che in questi anni ha rafforzato il contributo dell’Europa alla caccia a livello mondiale agli asteroidi ed agli altri oggetti naturali pericolosi per il nostro pianeta. Ma c’è anche il caso dell’asteroide 2014 KC46: la conferma che non avrebbe colpito la Terra è arrivata lo scorso dicembre dal Large Binocular Telescope (LBT), il grande telescopio binoculare operativo in Arizona (USA), e di cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica è uno dei partner.
(fonte: INAF)









