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Official_NASA_portrait_Charles_Moss_Duke_JrIl tempo non scalfisce la celebrità degli uomini che scesero sulla Luna. Dopo Eugene Cernan, ultimo astronauta ad aver lasciato il suolo selenita 43 anni or sono e testimonial nel 2014 alla inaugurazione della sezione spaziale con tanto di frammento lunare al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, nel 2015 è la volta di Charlie Duke, pilota del modulo lunare della missione Apollo 16 portata a termine nell’aprile 1972. Le tappe italiane (a Milano, con visita al museo di Volandia, Bologna con puntata nel paese di Budrio non lontano dal centro di radioastronomia di Medicina, e Roma per l’incontro con gli studenti della facoltà di ingegneria civile e industriale) rientrano nel tour europeo dell’astronauta americano diventato il decimo uomo ad avere camminato sulla Luna. Sceso con il LEM nei pressi dell’altopiano “Descartes”, Duke effettuò tre passeggiata lunari per una durata totale di oltre 20 ore restando sulla superficie selenita per circa 70 ore. Prima di lasciare la Luna, volle lasciare come ricordo del suo passaggio una foto della sua famiglia. Un gesto simbolico, conscio che quell’immagine sarebbe svanita di lì a poco, cancellata dalla radiazione cosmica.

duke-germanyOggi, a 80 anni, Charlie Duke, protagonista di una delle più lunghe permanenze sulla superficie lunare, è un apprezzato conferenziere internazionale, sia per i suoi aneddoti legati alla sua straordinaria vita, sia quale oratore in grado di motivare il pubblico ad apprezzare il pieno senso della vita. Assieme alla moglie Dottie, con la quale condivide la passione di incoraggiare le nuove generazioni all’impegno nello studio, nella vita e nella fede, Charlie è stato invitato a parlare in scuole superiori e università e a tenere conferenze in ogni parte del mondo.  Duke è convinto che, nonostante la NASA abbia dichiarato Marte il prossimo obiettivo dell’uomo, non si debba abbandonare l’idea di realizzare un avamposto umano permanente sulla Luna, a scopo di ricerca e industriale.