Il consueto appuntamento di metà gennaio del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, il tedesco Dieter Woerner, con i giornalisti ha permesso di fare il punto su programmi e prospettive, iniziando dal bilancio che è cresciuto del 18,4% arrivando a 5,25 miliardi di euro. L’Italia è il Paese che ha incrementato di più la sua quota (+55%), arrivando a versare 512 milioni di euro e consolidandosi come terzo membro finanziatore dopo Germania, con 873 milioni e Francia, con 845 milioni. Alla crescita della quota italiana ha contribuito il progetto per il lanciatore VEGA C, di cui l’Italia è capocommessa attraverso la ELV, joint venture tra la AVIO di Colleferro (70%) e l’Agenzia Spaziale Italiana (30%).
“L’impegno italiano nello spazio è sempre più importante e si pone come elemento trainante per ottenere un ritorno non solo per le imprese coinvolte direttamente nel settore ma per tutta l’economia del nostro paese”, ha detto il presidente dell’ASI, Roberto Battiston. “Le risorse che l’Italia mette nell’ESA – ha concluso – rappresentano un capitale d’investimento nell’innovazione tecnologica e nei nuovi servizi per i cittadini che la new Space Economy sta sviluppando”. La Commissione Europea si conferma il maggiore finanziatore dell’ESA con 1,32 miliardi di euro nel 2016, destinati soprattutto al programma di navigazione satellitare Galileo e al programma di Osservazione della Terra, Copernicus. Rispetto al 2015, il bilancio dell’ESA è cresciuto del 18,4% arrivando a 5,25 miliardi di euro.
I programmi di Osservazione della Terra si confermano le più consistenti voci di spesa del 2016, con il 30,5% del budget. Il settore dei lanciatori è passato dagli 608 milioni del 2015 a poco più di un miliardo di euro per l’anno in corso (20% del budget totale). Perde finanziamenti il volo umano, che passa dai 371 milioni del 2015 ai 365 del 2016 (7% del totale). Sul tavolo della conferenza stampa del DG dell’ESA, anche due questioni ancora aperte. In primo luogo il prolungamento della vita della Stazione Spaziale Internazionale (dal previsto termine del 2020 al 2024), con Francia e Germania che hanno chiesto una revisione del rapporto costi/benefici. Woerner si è detto convinto che l’ESA rimarrà partner della Stazione Spaziale Internazionale fino al 2024», rispondendo a quanto sostenuto dai direttori generali del’Agenzia Spaziale francese (CNES) e tedesca (DLR), Yves Le Gal e Pascale Ehrenfreund, i quali avevano avanzato dubbi sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione di prolungamento della partecipazione europea alla stazione orbitale oltre il 2020.
In secondo luogo, la seconda fase della missione ExoMars, quella relativa al rover europeo che dovrebbe essere lanciato nel 2018 (nella primavera del 2016 è previsto il lancio dell’orbiter della missione) e che potrebbe slittare al 2020 se non si trovano i finanziamenti europei necessari.
“Exomars – ha commentato in proposito Battiston – è un punto di svolta per l’esplorazione europea dello spazio e non a caso è una missione dove l’Italia ha la premiership, in termini industriali, scientifici e finanziari”. “Se ci dovessero essere dei ritardi e dei problemi di finanziamento – ha concluso il presidente dell’ASI – risulta prioritario capire il perché e come affrontare la situazione. Ricordo che le risorse che il governo italiano investe su Exomars, come su altri progetti, sono un capitale investito con idee molto precise sul tipo di ritorno che il nostro Paese deve avere. Sarà uno dei temi principali al board dell’Agenzia Spaziale Europea”. Se ne parlerà alla Ministeriale del dicembre 2016.
Sul fronte dell’accesso allo Spazio, il Direttore Generale dell’ESA ha detto che l’Ariane 6 e il VEGA C sono la scelta giusta, nonostante da parte di SpaceX si stia sviluppando la tecnologia del recupero, anche solo parziale, dei razzi vettore. Infine, il progetto : il Moon Village, una base lunare abitabile che dovrebbe essere disponibile già dai primi anni del prossimo decennio. Secondo Woerner, il Moon Village sarebbe il successore ideale della ISS, ma questa idea è stata accolta piuttosto freddamente, soprattutto dal CNES che giudice la Luna scientificamente meno interessante di Marte.