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gagarin1Un flashmob in diverse città della Russia e la celebrazione della “Yuri’s Night”. Così il mondo ricorda il primo volo dell’uomo nello spazio. Era il 12 aprile 1961 quando il maggiore Jurij Alekseevič Gagarin, alle 9:07 ora di Mosca, decollò a bordo della navicella Vostok 1 (Oriente), dal peso di 4,7 tonnellate. Al momento dell’accensione dei motori esclamò “поехали!” «andiamo!». La missione durò complessivamente 108 minuti: la navicella compì un’intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo un’altitudine massima di 302 km e una minima di 175 km. Fu il secondo round a favore dell’Unione Sovietica che aveva già superato la frontiera della stratosfera lanciato il 4 ottobre 1957 il primo satellite della storia, lo Sputnik 1. Nell’arco di 55 anni, dal volo di Gagarin ad oggi, sono andati in orbita 560 astronauti di 39 nazioni. L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha deciso di ricordare l’anniversario coinvolgendo diverse città della Russia, da dove è stato predisposto il lancio di 108 mila palloncini (1000 per ogni minuto trascorso da Gagarin in orbita) raffiguranti il volto del primo astronauta della storia. Per decreto, in Russia, il 12 aprile di ogni anno si celebra il Giorno dei cosmonauti, una festa fissata nel 1962 dal Soviet Supremo dell’Urss, proprio per commemorare il primo volo orbitale umano. Ma in tutto il pianeta è anche la “Yuri’s Night”, una serata per raccontare l’inizio dell’esplorazione umana dello spazio e l’altra importante tappa che cadde vent’anni dopo la missione di Gagarin. Era il 12 aprile del 1981 quando il primo Space Shuttle Columbia di sollevò dalla rampa di Cape Canaveral.

monumento-a-gagarinYuir Il volo di Yuri Gagarin resta avvolto nel fascino al di là di ogni circostanza storica e politica. «Da quassù la terra è bellissima, senza frontiere né confini» disse osservando per la prima volta la Terra dallo spazio da uno dei tre grandi oblò della capsula. La Vostok 1 era composta da due parti: un modulo abitabile di forma sferica e un modulo di servizio provvisto dei retrorazzi e di 16 serbatoi contenenti ossigeno ed azoto. Il rientro in atmosfera avvenne con l’accensione dei retrorazzi comandata dalla stazione di controllo a terra. Il sedile eiettabile su cui era seduto Gagarin servì a espellere il cosmonauta che si separò dall’abitacolo e arrivò con il paracadute a terra in un campo a sud est di Engels, città russa sul Volga. A 27 anni Gagarin fu insignito dell’Ordine di Lenin, la più alta onorificenza nazionale.