Il lancio della seconda missione di ExoMars, inizialmente previsto per il 2018, è stato rimandato alla finestra di lancio immediatamente successiva, che cade a luglio 2020. La decisione è stata comunicata ufficialmente nella mattinata di lunedì 2 maggio, dopo il vertice dello ExoMars Joint Steering Board tenutosi a Mosca, e condivisa dal direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Johann-Dietrich Woerner, da quello della Roscosmos Igor Komarov, che si sono consultati con il gruppo di esperti membri del cosiddetto Tiger Team. I motivi sono da ricercare nei ritardi relativi alle attività industriali e ai tempi di consegna del payload scientifico. Dunque, l’obiettivo di portare un rover europeo sulla superficie del Pianeta Rosso slitta di due anni, mentre prosegue regolarmente la missione iniziata il 14 marzo scorso dallo spazioporto di Baikonur in Kazakhistan, destinata a culminare il 16 ottobre 2016 nella separazione del lander Schiaparelli dalla sonda Exomars e nella discesa che servirà a testare il nuovo sistema di “ammartaggio”. Oltre ad avere la leadership principale di entrambe le missioni, l’Italia ha la responsabilità complessiva di sistema e quella diretta dello sviluppo di Schiaparelli, del trapano che preleverà campioni di terreno marziano spingendosi fino a due metri di profondità durante la missione slitatta al 2020 e del centro di controllo da cui il robot verrà operato Rover Operation Control Center (ROCC), di ALTEC a Torino. A ciò si aggiunge il contributo scientifico rappresentato da quattro gli strumenti selezionati da ESA con guida italiana i cui compiti spaziano dall’analisi dell’atmosfera a quella dell’evoluzione geologica del Pianeta Rosso. La nuova finestra di lancio individuata per la seconda missione Exomars è apparsa la più adatta a garantirne il successo, tenuto conto che saranno inoltre adottate ulteriori misure per mantenere uno stretto controllo sulle attività fino al momento del lancio. Il cambiamento di data e stagionale comporterà una variazione dei possibili siti dove fare scendere il rover, ma le soluzioni saranno studiate in modo da conservare l’interesse scientifico ed evitando di cadere in condizioni ambientali avverse. Resta da augurarsi che il lander Schiaparelli svolga nel migliore dei modi il suo compito “da fermo” per tutto il periodo in cui sarà attivo sulla superficie marziana. Ma resta pure il rammarico per un ritardo certamente evitabile, che la comunità scientifica ha dovuto accettare ma certamente non accolto con favore.