Elon Musk era da tempo l’ospite più atteso al 67esimo Congresso Internazionale di Astronautica a Guadalajara in Messico e non ha tradito le aspettative, da autentico guru dello Spazio. La sua SpaceX, balzata prepotentemente alla ribalta prima come partner privato della NASA e poi sempre più lanciata verso ambiziosi progetti di esplorazione planetaria, punta a conquistare Marte e colonizzarlo in tempi astronauticamente ristretti. Musk, forte del sostegno convinto della NASA, incalza la platea degli esperti di attività spaziali descrivendo il piano operativo non diversamente da come fece Wherner Von Braun con il Programma Apollo ma con i mezzi di comunicazione dei primi anni ‘60. In questa era, però, l’obiettivo è più lontano e complesso da raggiungere e non ci si potrà limitare a poche ore di permanenza in superficie, ma si dovranno predisporre mezzi di sopravvivenza di lunga durata. Musk imbonisce promettendo un viaggio ridotto a 80 giorni, grazie alla spinta in partenza di un razzo vettore ben più potente del Saturno V protagonista delle missioni lunari. Il nuovo lanciatore di SpaceX, alto oltre cento metri e dotato di 42 motori Raptor, può sollevare e portare in orbita un carico due volte più pesante del sistema Apollo: in pratica una navetta paragonabile alla fusoliera di un aeromobile di linea capace di ospitare da 100 a 200 astronauti. Musk, il cui staff di ingegneri ha effettuato già positivamente il test di accensione di un motore Raptor, conta di portare di portare i primi esseri umani su Marte entro il 2024. Ma solo nel 2017, se i programmi saranno rispettati, SpaceX trasferirà i primi astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2018, invece, è in programma la partenza del primo veicolo senza equipaggio diretto su Marte. Musk intende bruciare i tempi e sono in molti a credere possibile il traguardo. Sullo sfondo resta l’incidente sulla rampa del 4 settembre scorso con la distruzione del razzo Falcon 9 e del suo carico utile satellitare. Per lo sviluppo del programma, SpaceX ha investito 10 miliardi di dollari, mentre il biglietto di viaggio per ogni passeggero sarà di 100mila dollari. Rispetto ai motori Merlin 1 dei razzi Falcon 9 alimentati con una miscela di cherosene e ossigeno liquido per spingere in orbita le capsule Dragon, il propulsore Raptor utilizza metano liquido e ossigeno. Il sistema di trasporto ideato da SpaceX, battezzato Interplanetary Transport System, è articolato sul lancio primario della navetta da inserire in orbita terrestre, seguito dal rientro dello stesso lanciatore sulla rampa di lancio per essere rifornito e ripartire per trasportare grandi serbatoi di propellente che servono ad alimentare i motori della navetta durante il viaggio verso il Pianeta Rosso. In questo scenario il calendario dei rifornimenti diventa indispensabile anche per assicurare la partenza della navetta da Marte per dirigersi verso la Terra. Qualsiasi lancio non potrà che avvenire ogni 26 mesi per sfruttare il periodo di massima vicinanza tra i due pianeti. Musk pensa che ad un certo punto possano partire decine se non centinaia di navette, concentrandole nelle finestre di lancio, per avviare un processo di colonizzazione. Fin qui la visione di SpaceX e del suo fondatore. Resta da verificare la fattibilità di un programma che spiazza i puristi delle missioni umane e non specifica come organizzare i mezzi di sopravvivenza sulla superficie marziana, ma si limita a ipotizzare una rete di comunicazione avanzata con la Terra.
La presentazione di Elon Musk al 67esimo Congresso Internazionale di Astronautica a Guadalajara