A distanza di mezzo secolo dalla scoperta della radiazione fossile da parte di Arno Penzias e Robert Wilson, un telescopio a microonde in funzione al Polo Sud ha captato il segnale di quell’istante che corrisponde a un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, quando l’embrione di universo visse una fase istantanea di enorme espansione, che i cosmologi hanno denominato «inflazione». Sono stati i ricercatori del progetto BICEP2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization), che lavorano su un telescopio sensibile alle microonde installato in Antartide, ad annunciare di aver ottenuto le prime immagini di onde gravitazionali che comprovano la teoria dell’inflazione cosmica. La rilevazione riguarda la cosiddetta polarizzazione primordiale B, ovvero ciò che resta delle prime vibrazioni dell’Universo nella sua fase iniziale di vita 13,7 miliardi di anni fa. E le onde gravitazionali, un po’ come avviene sulla superficie marina increspata, si propagano alla velocità della luce nella dimensione spazio-temporale modificandone la geometria.
Le onde gravitazionali, previste da Einstein nella sua Teoria della relatività generale, sono state rilevate indirettamente da Russell Hulse e Joseph Taylor, insigniti del Nobel per la fisica nel 1993. Quelle generatesi dopo il Big Bang, invece, erano state ipotizzate solo teoricamente. Il gruppo di ricerca di BICEP2, guidato dall’astronomo John Kovac – astronomo del centro di astrofisica dell’Università di Harvard, parla di un traguardo epocale per la cosmologia. Innanzitutto la conferma che Einstein aveva ragione. E inoltre la riprova che la gravità, al pari delle altre forze fondamentali, ha una natura quantica. Un risultato ottenuto e annunciato dopo ben tre anni passati a controllare i dati rilevati, per escludere del tutto che disturbi di qualsiasi genere avessero alterato il segnale. Va ricordato che anche i dati del telescopio Planck, tuttora in fase di elaborazione, potrebbero contribuire a confermare l’osservazione della polarizzazione primordiale B. Quel che a tutt’oggi possiamo osservare direttamente è la radiazione fossile, la più antica immagine dell’universo, che risale a circa 370 mila anni dopo il Big Bang, quando la luce si separò dalla materia elementare e cominciò a propagarsi nello spazio.
La teoria dell’inflazione dell’Universo fu elaborata nel 1980 da Alan Guth, del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Cambridge e ipotizza che in un lampo di tempo (poche decine di trilionesimi di trilionesimi di trilionesimi di secondo) immediatamente successivo al Big Bang, il nocciolo primordiale abbia avuto una fase di espansione esponenziale, che lo fece passare da dimensioni subatomiche a quelle sempre più grandi. Un autentico tsunami di proporzioni inimmaginabili con le onde gravitazioni che si sono propagate in modo uniforme. Il telescopio a microonde antartico è riuscito a rilevarne i loro effetti secondari. Un successo da premio Nobel.









