Sabato 16 maggio 2015, dopo una lunga malattia, è scomparso a Roma all’età di 67 anni Antonio Fabrizi, dal 2003 direttore dei lanciatori dell’Agenzia Spaziale Europea. Una notizia che lascia attonito il mondo spaziale che ne ha conosciuto e apprezzato nel tempo le doti, qualità e competenze. Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’ESA, ha sottolineato che l’ESA e il settore spaziale europeo perdono un eccellente professionista nello sviluppo e impiego dei lanciatori. Fabrizi ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel successo del lanciatore Vega dell’ESA, nella collocazione del sistema di lancio Soyuz al centro spaziale della Guyana e nella crescente affidabilità di Ariane 5.
Laureatosi in ingegneria meccanica all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Fabrizi ha iniziato a lavorare con BPD. Fra il 1975 e il 1989 ha ricoperto diversi incarichi, ed è stato responsabile per gli studi di fattibilità sui booster del vettore Ariane. Nel 1990 è stato nominato Direttore Commerciale di Fiat Spazio. Nel 1993 è tornato in BPD per diventare capo dello Space Transportation Systems Business Unit. Dal 1997 al 1999 Fabrizi ha ricoperto lo stesso incarico per Space Business Unit di Fiat Avio che includeva la responsabilità dello sviluppo dei programmi Cyclone e Vega. Nel 2000 è diventato Vice Presidente della Business Unit Spazio di FiatAvio, con la responsabilità di tutte le attività spaziali. Antonio Fabrizi ha ricoperto diversi incarichi di amministratore di società, tra cui Europropulsion, ELV, Regulus e Arianespace.
Dal 2003 alla guida del settore lanciatori ESA, il 1 ° marzo 2014 è diventato Consigliere del Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Europea, continuando a fornire supporto unico per la preparazione di nuova Ariane 6 lanciatore dell’ESA. Antonio Fabrizi viene a mancare appena un mese prima della fine del suo mandato all’ESA, ma la sua missione può dirsi compiuta.
Nel gennaio 2015 Antonio Fabrizi ha rilasciato l’ultima, importante intervista a Space News, all’indomani della Ministeriale ESA del 2 dicembre 2014 che ha pienamente riconosciuto il successo di VEGA. Il piccolo lanciatore ‘made in Italy’, in una manciata di anni, è passato da bersaglio delle battute di Francia e Germania al ruolo di business più interessante del settore. Non a caso Berlino, proprio a dicembre 2014, ha ufficializzato che diventerà ‘contributor’ del programma. La ‘ricetta’, come è noto, prevede in estrema sintesi lo sviluppo del vettore pesante Ariane 6 – in una nuova versione, che ha solo qualche mese di vita progettuale – e l’upgrade di Vega (nome: Vega-C), con l’assunto che i due lanciatori condivideranno alcune componenti (stadi a propellente solido). Le scadenze sono rispettivamente 2021 per il primo e 2018 per il secondo, ma con un ‘tagliando’ di verifica alla prossima Ministeriale del 2016. Dietro tutto questo c’è il lavoro di molti uomini, ma in particolare di Antonio Fabrizi, alla guida del settore lanciatori ESA dal 2003, proveniente da un’azienda che oggi si chiama Avio, dove sono stati partoriti i primi disegni di Vega.









