Lo Spazio è invasa da annunci a sensazione. Sul palcoscenico dei viaggi fuori della Terra c’è ancora Elon Musk, già protagonista dell’edizione 2016 del Congresso Internazionale di Astronautica svoltosi a a settembre in Messico, dove annunciò tempi ridotti per la prima missione umana su Marte, e reduce dal successo del lancio della capsula cargo Dragon diretta alla stazione spaziale internazionale con recupero del primo stadio del razzo vettore di SpaceX. Musk ha annunciato di volere programmare il primo volo per due turisti spaziali in orbita circumlunare nel 2018. I due candidati hanno già versato un acconto del biglietto, la cui entità non è stata resa nota, ma sicuramente ingente. Musk prova a sorpassare la Virgin Galactic di Richard Branson, che vuole portare in orbita terrestre a 100 km di quota la sua SpaceShipTwo con a bordo sei turisti e due membri dell’equipaggio e sta scegliendo, con l’aiuto di Altec Torino, una base idonea da cui decollare anche dall’Italia, ma non prima del 2020. Musk promette di regalare un viaggio di una settimana per oltre 680mila chilometri, più simile ai racconti di Jules Verne che alle missioni del programma Apollo. Ma ciò segnerebbe il superamento dei programmi spaziali in orbita bassa, dove gli astronauti sono confinati da quando l’equipaggio di Apollo 17 lasciò definitivamente la Luna nel 1972. SpaceX, che pure è partner della NASA, anticipa i tempi e anche le decisioni che l’amministrazione Trump è chiamata ad assumere per i futuri programmi di esplorazione umana, che comprendono l’approdo sul Pianeta Rosso. Il presidente Trump avrebbe fatto capire di essere propenso ad accelerare sul programma legato allo sviluppo dello Space Launch System e della capsula Orion, destinata a una missione di test con equipaggio proprio in orbita circumlunare nei prossimi anni.