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Ariane 5 a quota 100

Ariane 5 a quota 100

Il razzo vettore europeo Ariane 5 ha compiuto la sua centesima missione, VA243, che corrisponde al 300esimo volo di un lanciatore della famiglia Arianespace, il consorzio nato nel 1980 e forte della più alta percentuale di affidabilità. Dopo uno stop del countdown, quando mancava poco più di un minuto alla partenza (inizialmente prevista alle 18:53 ora locale – le 23:53 ora italiana), Ariane 5 si è sollevato dalla piattaforma ELA-3 dello spazioporto europeo di Kourou nella Guyana Francese alle 19:38 ora locale (le 00:38 ora italiana), spinto dal potente motore criogenico Vulcain, che brucia in dieci minuti la miscela di 130 tonnellate di ossigeno liquido e 25 di idrogeno liquido ma si limita a contribuire all’8% della propulsione nella fase iniziale, quando funzionano i due razzi-vettori laterali, i booster (EAP, Etage d’Acceleration à Poudre) sviluppati e realizzati da Avio, ciascuno dei quali brucia in poco più di due minuti 240 tonnellate di propellente solido: perclorato di ammoniaca (68%) che funzione da ossidante, polvere di alluminio (18%), con funzione di riducente e polibutadiene (14%) che funge da legante e catalizzatore. I due booster di Avio garantiscono non solo la spinta iniziale, ma anche la corretta traiettoria balistica del vettore, essendo dotati di ugello mobile, che serve a comandare la direzione di salita di Ariane 5, potendosi inclinare di circa 6 gradi e mezzo intorno alla verticale. Dopo circa 130 secondi da lancio, a una quota di circa 55 chilometri, i due propulsori di Avio vengono sganciati dallo stadio principale e ricadono nell’Oceano Atlantico al largo di Kourou.

La centesima missione di Ariane 5 è un traguardo storico ma anche un successo dell’industria aerospaziale e dei sistemi di propulsione italiani. Alto 30,5 metri, con un diametro di 5,4 metri e una massa a pieno carico di circa 170 tonnellate, Ariane 5 ha trasferito in orbita geostazionaria due satelliti per telecomunicazioni Horizons 3e e Azerspace-2/Intelsat 38 per un peso totale di 10 tonnellate. La missione è stata completata 42 minuti dopo il lancio. Il primo satellite a essere rilasciato è stato Horizons 3e 28 minuti dopo il decollo; dopo altri 14 minuti è stata la volta di Azerspace-2/Intelsat 38. Per entrambi i satelliti la vita operativa prevista è di 15 anni. Nei cento lanci di Ariane 5 sono stati messi in orbita 207 satelliti.

Ecco l’equinozio d’autunno

Ecco l’equinozio d’autunno

Alle 3:54 ora italiana di domenica 23 settembre i raggi del Sole esattamente perpendicolari all’asse terrestre hanno segnato l’inizio dell’autunno astronomico. Data e orario dell’equinozio autunnale, in opposizione all’equinozio di primavera avvenuto quest’anno il 20 marzo invece che il 21, sono caduti in ritardo di due giorni rispetto alla scadenza usuale. Ciò perché (come spiega Andrea Longobardo, astronomo dell’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell’INAF di Roma) l’asse terrestre è inclinato sul piano orbitale e quindi i raggi sono perpendicolari all’asse terrestre solo due volte l’anno, in due punti opposti dell’orbita. Uno è l’equinozio di primavera, l’altro è l’equinozio di autunno che dovrebbe avvenire esattamente sei mesi dopo. In realtà, poiché nei mesi estivi la Terra è più lenta nel suo moto di rivoluzione, l’equinozio d’autunno ritarda un po’ ed è giunto il 23 settembre. Il ritardo è dovuto al moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole che, come spiegato dalla seconda legge di Keplero, risulta leggermente più lento in prossimità dell’ afelio terrestre, il punto della sua orbita in cui la Terra dista maggiormente dal Sole, posizione che il nostro pianeta ha occupato a luglio. Durante l’equinozio autunnale, nel suo moto apparente, il Sole scende dall’emisfero celeste boreale verso quello australe, in cui rimarrà fino al successivo equinozio, quando risalirà oltre l’equatore celeste. Nonostante il nome equinozio, derivando da “notte uguale al dì”, sembri indicare una giornata in cui il numero di ore di luce e quelle di buio siano esattamente identiche, non è così: in particolare, il giorno in cui si ha questo fenomeno non è quello in cui avviene l’equinozio, ma uno in sua prossimità. Il giorno esatto in cui il dì e la notte hanno la stessa durata dipende dalla latitudine cui ci troviamo. Alle latitudini italiane, in particolare, la parità tra giorno e notte avverrà il 25 settembre sopra al 40° parallelo e il giorno seguente al di sotto dello stesso. E questa è una delle meraviglie che l’assetto astronomico del nostro pianeta ci regala. D’altronde, se l’asse terrestre fosse perpendicolare al piano orbitale, noi avremmo per tutto l’anno il giorno uguale alla notte, e quindi non ci sarebbero le stagioni

Italia protagonista nello Spazio

Italia protagonista nello Spazio

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Il Comitato Interministeriale per lo Spazio, istituito presso la Presidenza del Consiglio sotto la guida del sottosegretario Giancarlo Giorgetti con delega alle politiche aerospaziali, ha fatto il suo debutto ufficiale nel corso della conferenza promossa da Ministero degli Esteri e Agenzia Spaziale Italiana, svoltasi nel Palazzo della Farnesina a Roma e servita a illustrare il ruolo e la missione dell’Italia nel settore spaziale. Oltre alla collaborazione con la stazione spaziale internazionale, in primo piano figurano la generazione dei satelliti della costellazione Cosmo SkyMed per osservazione terrestre e le prospettive di collaborazione con la Cina. La conferenza, dedicata alla presentazione delle novità introdotte dalla legge n. 7/2018 entrata in vigore lo scorso 25 febbraio, ha permesso di sottolineare il maggiore coordinamento tra tutti gli attori istituzionali a beneficio della ricerca, della scienza e dell’industria del comparto, che si accompagna alla costituzione di un comitato interministeriale, sotto la direzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduto da Giancarlo Giorgetti. I lavori hanno coinvolto i rappresentanti dei dicasteri di Esteri, Difesa, Istruzione Università e Ricerca, la stessa Agenzia Spaziale Italiana e l’Unione Europea, insieme al mondo dell’industria aerospaziale nazionale, su tutti Alessandro Profumo, AD di Leonardo.

Emanuela Del Re, viceministro degli Esteri, ha ricordato come “il nostro Paese si colloca in prima linea nel raggiungimento dell’Agenda 2030 tramite l’utilizzo delle tecnologie applicate allo spazio” aggiungendo che “le infrastrutture satellitari, i dati, le informazioni e i servizi integrati giocheranno un ruolo cruciale solo se diverranno parte integrante di questo impegno collettivo, che ci attendiamo sia globale e attivo in ogni Paese al fine di raggiungere i Sustainable Development Goals”. “Se in passato abbiamo avuto in passato grandi successi nella conquista dello spazio – ha osservato Lorenzo Fioramenti, viceministro del MIUR – abbiamo davanti a noi un futuro ancora più lucente”

“L’incontro di oggi al Ministero degli Esteri è un segnale molto importante del coinvolgimento di tutti i protagonisti dell’Italia dello spazio – ha dichiarato il presidente dell’Asi Roberto Battiston –  il simbolo che il meccanismo di coinvolgimento del Governo nella sua complessità e totalità avviato con la nuova legge sta dando i suoi frutti. Ora dobbiamo lavorare per trasformare quest’occasione in azioni concrete per l’industria italiana”.Nel corso della conferenza sono stati presentati alcuni dati economici del comparto, che conta in Italia 250 aziende attive, di cui 150 hanno lo spazio come proprio core business”.

Il positivo andamento del settore, è evidenziato dai dati sul fatturato, che nel 2017 si è attestato a 1,9 miliardi di euro, mentre nel triennio 2014-2016 il livello degli occupati nel settore è aumentato del tre percento, con un totale di 6000 lavoratori. La riorganizzazione del settore spazio rappresenta quindi il riconoscimento di un campo considerato da tutti come un asset indispensabile per la crescita dell’economia.

(fonte: ASI)

Lunar City sbarca in laguna

Lunar City sbarca in laguna

Dopo la prima assoluta del film Il Primo Uomo del regista Damien Chazelle con Ryan Gosling nel ruolo di Neil Armstrong del quale la pellicola racconta la vita tra il 1961 e il 1969, l’anno dello storico sbarco sulla Luna, la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia torna a parlare di spazio. Sul red carpet gli astronauti italiani Roberto Vittori e Paolo Nespoli, tre missioni a testa in orbita, che sono intervenuti alla presentazione del docufilm Lunar City di Alessandra Bonavina, prodotto da Omnia Gold Studios Production in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e la Nasa. Lunar City, secondo capitolo della trilogia Expedition iniziata con il racconto dell’ultima missione di lunga durata condotta da Paolo Nespoli, è il racconto di come sarà il ritorno alla Luna. Un obiettivo che vede coinvolti non solo, come mezzo secolo fa, solo gli Stati Uniti, allora in competizione con la Russia, ma molti Paesi, Italia ed Europa comprese.

“Il ritorno verso la Luna servirà a definire il futuro dell’esplorazione umana nello spazio – ha detto Dylan Mathis, communication manager della NASA per la stazione spaziale internazionale, sottolineando come l’agenzia si stia preparando a mandare astronauti nell’orbita cislunare per attività orientate alla preparazione del viaggio verso Marte. Un obiettivo che si vuole perseguire con uno sforzo tecnologico internazionale molto esteso e partecipato”. Dunque, come ha sottolineato Alessandra Bonavina, il ritorno alla Luna è destinato a essere vissuto come genere umano, non come spettatore passivo, ma come attore della preparazione ed esecuzione delle missioni. Roberto Vittori e Paolo Nespoli, che si sono ritrovati a Venezia esattamente vent’anni dopo essere entrati a far parte del corpo astronauti, hanno sottolineato l’importanza di divulgare la funzione strategica delle missioni spaziali, attraverso cui allargare le frontiere dell’umanità e trasferire le conoscenze e le nuove tecnologie impiegate per i viaggi di esplorazione e la lunga permanenza lontano dal pianeta Terra. Paolo Nespoli, con le due missioni di lunga durata, ha fornito un contributo rilevante allo studio della fisiologia umana nello spazio. Alessandra Bonavina, che ha realizzato il docufilm proprio in vista del cinquantennale dello sbarco dell’uomo sul nostro satellite, il 20 luglio 1969, ha annunciato che la trilogia è destinata a completarsi con la presentazione della prossima tappa dell’esplorazione spaziale dopo la Luna, ovvero Marte.

Charity per la pediatria con il Sogno di un Astronauta

Charity per la pediatria con il Sogno di un Astronauta

“Sogno di un Astronauta“, la sinfonia commissionata al compositore Leonardo Di Lorenzo dal CALTECH (California Institute of Technology) per celebrare il lancio della navetta spaziale ATLANTIS l’11 maggio 2009, ha reso possibile concretizzare il proposito di contribuire al sostegno delle attività dell’Ospedale dei Bambini di Brescia, uno dei 13 Ospedali Pediatrici italiani e centro di riferimento italiano ed europeo per diverse patologie. Proprio a Brescia, città in cui Leonardo Di Lorenzo ha studiato e si è formato musicalmente per approdare sulla scena internazionale e scegliere di vivere e lavorare a Londra, l’autore ha voluto eseguire per la prima volta in Italia questa opera in un concerto sold out svoltosi al Teatro Grande nel febbraio 2018. Un’iniziativa di arte e charity patrocinata, tra gli altri, dall’Unione Giornalisti Aerospaziali Italiani, Associazione Culturale Orbitale e dal Comune di Brescia, e che ha consentito di devolvere il ricavato della serata alla struttura sanitaria dove ogni anno vengono assicurate oltre 35.000 prestazioni a favore dei piccoli pazienti.

La sinfonia “Sogno di un astronauta” fu eseguita in anteprima nella storica “Dabney Lounge” del campus californiano ed è stata rimessa in scena al Teatro Grande di Brescia con L’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici, diretta dal Maestro Giuseppe Orizio. L’obiettivo della missione dello Space Shuttle Atlantis, partita l’11 maggio 2009, era l’ultima manutenzione del telescopio orbitante Hubble; ai comandi c’era Scott Altman, il quale fu anche uno dei “veri” piloti nel film cult “Top Gun”. Due anni dopo, il 21 luglio 2011, la stessa navetta spaziale toccava per l’ultima volta la pista di atterraggio del Kennedy Space Center, facendo calare il sipario sul Programma Space Shuttle, durato 30 anni.

“Sognare di essere un astronauta e quindi creare questo sogno in musica è stata una cosa molto affascinante – ha spiegato il maestro Leonardo Di Lorenzo – La suite si divide in 3 movimenti: il decollo, il paesaggio lunare e infine il movimento che si chiama ‘Non siamo soli’, che rappresenta l’incontro degli astronauti con gli alieni. Un messaggio di fiducia e non di paura nei confronti delle cose che non conosciamo. Una metafora – ha concluso il compositore – perché alla fine siamo tutti un po’ astronauti, vogliamo tutti decollare e andare sulla Luna”.