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Space Girls Space Women

Space Girls Space Women

Migliaia le donne operano nel settore spaziale, poche quelle poste ai vertici di enti e società del settore. Una mostra fotografica, dal titolo “Space Girls Space Women – Lo Spazio visto dalle Donne”, allestita al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, rende omaggio al contributo che l’universo femminile riserva alle attività spaziali nell’anno in cui si celebrano i 60 anni dell’era astronautica. Se il mondo del cinema ha dedicato una intensa pellicola (Hiddens Figures, Il diritto di contare) a tre scienziate di colore che hanno permesso agli Stati Uniti e alla Nasa di mettere in orbita i loro primi astronauti, la mostra per immagini fissa in modo saliente donne impegnare nelle rispettive attività di ricerca, tecnologiche, di training, oppure nei ruoli di rappresentanza e di guida delle missioni. Tra i 60 scatti che compongono la mostra, voluta dall’Agenzia Spaziale Italiana che ne ospiterà una parallela nella sede di Tor Vergata a Roma a partire dal mese di maggio, ci sono i volti di Amalia Ercoli Finzi, la signora italiana dello Spazio che ha ideato il trapano per il carotaggio della cometa 67P, l’astronauta Samantha Cristoforetti, diventata la donna che ha trascorso più giorni in orbita, Simonetta Di Pippo, direttore dell’ufficio per gli affari dello spazio extra-atmosferico.

Accompagnata da un’app multimediale per smartphone e iPhone con quiz, testimonianze e giochi educativi, la mostra nasce grazie all’agenzia fotografica SIPA PRESS, da un’idea e dalla collaborazione tra la consulente e astrofisica Fiorella Coliolo e il direttore di produzione Benoit Delplanque. Tale progetto è stato reso possibile grazie all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), partner fondatore del progetto, e al supporto di altre istituzioni europee.

Da Nairobi a Mosca, da Bangalore a Monaco, da Milano a Colonia fino al deserto dell’Atacama si narra del punto di vista femminile dello spazio, di oggi e di quello di domani. Un’originale esposizione fotografica e multimediale per mostrare il nuovo spirito della ‘Conquista’ spaziale delle donne.

Space Girls Space Women è un progetto, umano e visuale, che attraverso la foto, mira a promuovere il ruolo delle donne nel settore spaziale, a stimolare l’interesse delle giovani generazioni alle materie STEM (science, technology, engineering e mathematics), a mostrare la varietà dei mestieri nel settore spaziale ed a promuovere i progetti spaziali italiani ed europei.

“La scelta di proporre anche in Italia la mostra fotografica – ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Italiana, Anna Sirica – rientra nell’obiettivo di ampliare quanto più possibile la conoscenza dello Spazio e di permettere alle donne di avere una maggiore consapevolezza delle possibilità del loro ruolo nella Ricerca. Vogliamo inviare – ha prosegue la Sirica – un messaggio a un mondo che sembra non evolvere nella parità di genere, altrettanto in fretta quanto i risultati scientifici e tecnologici che sa raggiungere. In Italia la differenza di genere è ancora un problema, anche nel mondo della ricerca. Ed è un paradosso perché nella ricerca della conoscenza non dovrebbe esistere distinzione tra uomo e donna, perché è il merito che fa progredire e affrontare sempre nuove frontiere. E la ricerca della conoscenza non ragiona di distinzione di genere, ma di qualità ’.

“Il Museo ha scelto di ospitare questa mostra perché incrocia tre nostri punti di lavoro – ha dichiarato Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia – L’attenzione ai temi dello Spazio e alle attività di ESA e ASI, attraverso le mostre temporanee, i weekend speciali e gli incontri con esperti, che integrano l’esposizione permanente. La sensibilità verso l’inclusione di genere nelle STEM tramite attività e format originali, in collaborazione con l’industria, la ricerca e la scuola, che si concretizza nel progetto europeo Hypatia, di cui il Museo è hub per l’Italia. L’uso di linguaggi diversi come la fotografia, l’arte contemporanea, il cinema, per rappresentare e raccontare personalità e visioni della scienza contemporanea. Tutto questo inoltre è in sintonia con la dedica del Comune di Milano del mese di aprile a #STEMintheCity, un programma di eventi per supportare le carriere scientifiche delle ragazze”.

La mostra, inserita nel programma del Milano Photofestival 2017, sarà aperta al pubblico fino al 20 giugno 2017. La visita è compresa nel biglietto d’ingresso al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

(nella foto in evidenza: la 13enne Mihaela al Campo Spaziale di Izmir in Turchia – credit: SIPA PRESS – ASI- ESA)

C’è spazio per tutti

C’è spazio per tutti

Nuovo evento editoriale per Panini Comics, realizzato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). C’È SPAZIO PER TUTTI è il nome della nuova graphic novel che Leo Ortolani realizzerà dopo La Fine di Rat-Man, la saga attualmente in corso di pubblicazione sull’omonimo bimestrale. Il nuovo volume viene anticipato da un albo preview, rivelato in anteprima assoluta alla fiera del fumetto Romics. Insieme a Leo Ortolani, l’astronauta italiano Paolo Nespoli ha presentato ai visitatori del Romics “VITA”, la sua terza missione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che prevede una serie di esperimenti tutti italiani che vanno dalla biomedicina alle scienze dei materiali. La graphic novel di Ortolani prende “vita” proprio sulla ISS, nel corso della nuova missione. Tutto sta procedendo nel migliore dei modi nel cosmo, finché sulla stazione spaziale non arriva un certo supereroe della Città senza nome, con tutto quello che ne consegue.

Nel più grande viaggio mai affrontato da Rat-Man ci saranno avventura e divertimento, ma ad andare lontano sarà il fumetto stesso: quando in estate partirà a bordo della Soyuz MS-05 alla volta dell’ISS, Paolo Nespoli porterà infatti con sé una copia dell’albo, che viaggerà per circa sei mesi nello spazio. “È un onore che va al di là di quello che le parole esprimono poter essere parte di questo progetto”, ha commentato Marco M. Lupoi, direttore publishing Panini. “Io spesso dico nelle riunioni, quando ci sono dei problemi “tranquilli, non stiamo mica mandando l’uomo sulla Luna”. Ma in questo caso ci stiamo andando, beh, davvero vicino…. Leo Ortolani sta disegnando uno dei capitoli più appassionanti della sua carriera, innalzando la sua arte a livelli… spaziali. E noi come Panini siamo orgogliosi di essere parte di questo bellissimo viaggio nel fumetto e nel cosmo”.

“Conoscere Leo Ortolani è stato per me una sorpresa gradita e ringrazio l’ASI che ha promosso – afferma Nespoli – questa idea insieme alla Panini e l’ESA. Le missioni spaziali sono un momento importante per la crescita del genere umano. Ci permettono di fare tutta una serie di cose sulla terra impossibili, così come ci costringono a lavorare al limite delle nostre capacità. Ma non è solo tutta scienza e tecnologia, è anche vita, arte, cultura e piacere. Sarà per me un piacere volare con Rat-Man nello spazio!”

Leo Ortolani presenterà l’anteprima di C’È SPAZIO PER TUTTI al NAPOLI COMICON, che si terrà presso la Mostra d’Oltremare dal 28 aprile all’1 maggio. L’autore sarà presente inoltre, come ospite di Panini Comics, nel corso del Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 18 al 22 maggio al Lingotto Fiere. L’uscita del volume è prevista per ottobre.

ASI al 33° Space Symposium

ASI al 33° Space Symposium

L’Agenzia Spaziale Italiana è intervenuta al 33° Space Symposium di Colorado Springs, dove ha illustrato alcuni tra gli obiettivi e le strategie principali definite nel Documento di Visione Strategica 2016–2025 (DVS), sottolineando come le partnership e i programmi internazionali siano alla base dello sviluppo del settore spaziale italiano. Le principali aree di interesse e collaborazione, sia a livello istituzionale che commerciale, hanno per l’Agenzia l’obiettivo di promuovere le infrastrutture, i prodotti e i servizi della space economy nazionale, e allo stesso tempo creare opportunità per la ricerca e la tecnologia in campo spaziale. Durante un incontro dei leader delle agenzie spaziali dedicato al volo umano nello spazio, il presidente dell’ASI, Roberto Battiston ha ricordato che “la Luna è il passato dell’esplorazione ed è stato un passo rilevante e intermedio verso il futuro, nel quale la prima tappa sarà Marte. L’esplorazione del pianeta rosso ha per noi lo stesso significato che per il genere umano che ha avuto il programma Apollo’

Esplorazione umana, lanciatori, voli sub–orbitali e osservazione della Terra sono la sintesi della visione prossima dell’ASI, che il presidente Battiston ha illustrato negli Usa

Per quanto riguarda l’esplorazione umana dello spazio, in occasione della visita di stato in Cina del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ASI ha firmato un accordo con la China Manned Space Agency (CMSA) per nuove sperimentazioni scientifiche nell’ambito del volo umano a bordo della Stazione spaziale cinese La collaborazione che sarà rivolta allo studio delle missioni di lunga durata degli astronauti, sugli aspetti di biomedicina, fisiologia e delle relative tecnologie, prevede il mutuo accesso a dati e pubblicazioni scientifiche condivise, scambio di personale e partecipazione congiunte a technical reviews sul volo umano. L’accordo ha importanti e potenziali ricadute considerata da una parte, la posizione di leadership che l’Italia ha raggiunto nel settore del volo umano nell’ambito della realizzazione e dello sfruttamento della Stazione Spaziale Internazionale e, dall’altra, l’importante programma di volo umano che la Cina sta sviluppando, in particolare con la realizzazione della Stazione Spaziale Tiangong-3.

Sul fronte dei lanciatori, l’Italia mantiene un ruolo chiave nella definizione e nel supporto del programma dei lanciatori europei deciso negli ultimi due consigli Ministeriali (Lussemburgo 2014 e Lucerna 2016), per perseguire la politica dell’accesso autonomo dell’Europa allo spazio.

ASI ha recentemente affidato un contratto per i servizi di lancio per due satelliti COSMO-skyMed (CSK) Second Generation ad Arianespace. I satelliti, che verranno lanciati tra la fine del 2018 e il 2020 con un vettore Soyuz e un Vega-C, rimpiazzeranno e integreranno i quattro satelliti SAR di della costellazione gestiti dall’ASI e dal Ministero della Difesa. Il primo lancio di COSMO second generation porterà anche in orbita CHEOPS, un payload dell’ESA con partecipazione italiana dedicato alla ricerca degli esopianeti.

Ad Arianespace è stato anche assegnato tramite VEGA il lancio nel 2018 di PRISMA, (Hyperspectral Precursor of the Application Mission) un sistema nazionale di osservazione della Terra con un innovativo strumento elettro-ottico che combina l’utilizzo di un sensore iperspettrale con una camera pancromatica a media risoluzione. PRISMA fornirà dati utili per applicazioni di monitoraggio ambientale, gestione delle risorse, agricoltura di precisione, controllo dell’inquinamento. In questo quadro ASI ha firmato una lettera di intenti con SpaceX nella quale si condivide una visione di lungo termine per collaborare nell’esplorazione pacifica dello spazio. L’accordo prevede che l’Italia abbia una soluzione alternativa per il lancio COSMO-skyMed second generation e opportunità per il trasporto di un payload su Marte.

Per quanto riguarda i voli suborbitali, ALTEC e Virgin Galatic hanno firmato un Memorandum of Understanding per studiare la possibilità di realizzare in Italia uno spazioporto. La cooperazione si svilupperebbe sull’utilizzo del sistema riutilizzabile di Virgin Galactic SpaceShipTwo e del vettore WhiteKnightTwo.

Nell’osservazione della Terra ASI ha una lunga tradizione grazie a diverse collaborazioni internazionali. Con l’argentina CONAE si sta lavorando al completamento di due satelliti radar nell’ambito della costellazione SIASGE L/X band, il primo dei quali sarà lanciato nel 2017.

ASI e Roscosmos (Russia) hanno firmato all’Economic Forum del 2016 a San Pietroburgo un accordo per lo sviluppo di un satellite geostazionario SAR (GEOSAR) in grado di fornire nel 2022 una notevole mole di dati SAR utili per l’agricoltura di precisione e monitoraggio del climate change. ASI and ISA (Israele) hanno concluso un accordo per lo sviluppo di Shalom, derivato dal programma nazionale PRISMA, che fornirà un servizio commerciale per dati iperspettrali a partire 2022. ASI and CNSA (Cina) hanno sviluppato payload per il satellite CSES (China Seismo Electromagnetic Satellite) che verrà lanciato nel 2017. CSES studierà modi innovative per monitorare l’attività sismica dallo spazio.

Life thriller marziano

Life thriller marziano

C’è vita su Marte, ma si scopre che essa ci è ostile. Una trama che richiama la saga di Alien, pellicola fantascientifica cult degli anni ’80 firmata da Ridley Scott, quella del film “Life – Non oltrepassare il limite”, in uscita il 23 marzo nelle sale cinematografiche, proiettato in anteprima nell’auditorium dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma e servito soprattutto a fare il punto sui programmi di ricerca della vita al di fuori della terra e la vita terrestre nello spazio, in un dibattito che ha preceduto la visione e ha visto protagonisti l’astronauta Paolo Nespoli, in collegamento da Houston dove sta preparando la missione VITA, Barbara Negri, responsabile dell’Osservazione dell’Universo, e Gabriele Mascetti, responsabile del Volo Umano dell’ASI, coordinati da Andrea Zanini. I contenuti reali di natura scientifica fanno i conti con la trama del film, per la regia di Daniel Espinosa, regista svedese trapiantato a Hollywood, inserito nelle categorie thriller e fantascienza.

L’equipaggio di una stazione spaziale internazionale sta per tornare sulla terra, forte di una scoperta sensazionale: un campione che prova l’esistenza della vita extraterrestre su Marte. Al sicuro in una “incubatrice”, la neonata forma di vita raccolta sul pianeta rosso cresce a vista d’occhio, rivelandosi più intelligente e pericolosa di quanto il gruppo di astronauti pensasse. Di fronte alla minaccia che l’organismo alieno, battezzato Calvin, inizia a rappresentare per l’umanità intera, un pugno di uomini alla deriva nello spazio si prepara ad annientarlo prima che sbarchi sulla Terra. L’idea di base del film è nata il giorno in cui Mars Curiosity è atterrato su Marte, a partire dalla domanda: “cosa sarebbe successo se il rover avesse scoperto un organismo monocellulare vivente e lo avesse riportato nella Stazione Spaziale Internazionale per analizzarla?”. Per ricreare il mondo realistico della stazione spaziale internazionale, e per fare in modo che la nuova forma di vita fosse originale ma verosimile, sono stati consultati esperti di medicina spaziale e altri scienziati. In particolare il Dott. Adam Rutherford, genetista che ha pubblicato importanti libri sull’argomento, sebbene abbia escluso la possibilità della presenza di vita su Marte, ha suggerito l’idea di un alieno ibernato sotto la superficie del pianeta stesso. Per lo sviluppo della creatura “Calvin”, sempre Rutherford ha pensato a un fungo mucillaginoso, struttura monocellulare che si moltiplica e stratifica. Molte delle persone che si sono occupate degli effetti e delle scenografie avevano già lavorato per Gravity, Interstellar e Sopravvissuto – The Martian. L’elemento forse più fantascientifico del film è la creazione del modulo Harmony, un dormitorio spaziale con brandine personalizzate per i singoli componenti dell’equipaggio. In realtà, gli astronauti della stazione spaziale internazionale dormono in un sacco a pelo attaccato al muro con il velcro. Per imparare a “fluttuare”, prima dell’inizio delle riprese gli attori si sono allenati ogni giorno con la squadra stunt a utilizzare il sistema di cavi e imbracature con i quali si sarebbero dovuti muovere, ma hanno usato anche diversi attrezzi e modi per imitare al meglio l’assenza di gravità.

 

Planetario 3d a Città Scienza

Planetario 3d a Città Scienza

Alzare gli occhi e perdersi in un cielo stellato, viaggiare tra pianeti attraversare galassie. L’universo  è a portata di sguardo e le stelle non sono mai state così vicine: arriva il Planetario 3d più grande d’Italia, a Città della scienza di Napoli. Con un diametro di 20 metri, 120 posti a sedere, una delle migliori tecnologie al mondo, una macchina di ultima generazione e una particolare collocazione della cupola che garantisce un totale effetto immersivo, il pubblico potrà assistere ad uno spettacolo dell’universo unico e  avvolgente, rafforzato anche da una soluzione tecnologica innovativa che esalta l’acustica delle proiezioni.
Il Planetario propone spettacoli e filmati, sia live che registrati, con cui ci si potrà per immerge in un cielo notturno, scoprire le stelle dalle teorie degli antichi astronomi Greci fino ai grandi telescopi odierni, sapere come proteggere i cieli stellati dall’inquinamento luminoso, ripercorrere le missioni sula luna, seguire i viaggi di sonde e navicelle spaziali che hanno esplorato al nostro il Sistema Solare, o ancora esplorare la materia oscura per comprendere perché l’Universo è come ci appare, da dove veniamo, e come si è evoluto in miliardi di anni.

 

14 marzo Pi Greco Day

14 marzo Pi Greco Day

Il 14 marzo si celebra il Pi Greco Day, la festa dedicata al numero che esprime il rapporto tra la circonferenza e il suo diametro: 3,14. Probabilmente noto a pochi, pi greco è fondamentale nella gestione delle missioni spaziali dedicate all’esplorazione di Marte. Anche la Nasa, infatti, come ogni anno celebra il principe dei numeri e punto di riferimento matematico. Conosciuto con il simbolo “π”, il Pi greco gode della ricorrenza in suo onore a partire dal 1988 per iniziativa del museo Exploratorium di San Francisco. La data del Pi Greco Day è stata scelta perché nel sistema anglosassone il 14 marzo si scrive con il mese che precede il giorno: 03.14 e corrisponde al valore del π, simbolo che permette di calcolare perimetro, area, raggio di un cerchio nei problemi matematici. La ricorrenza serve anche a ricordare l’importanza della matematica nella conquista dello spazio. Scienziati e tecnici del Jet Propulsion Laboratory della NASA usano il pi greco ogni giorno per comandare i rover su Marte e per misurare l’ampiezza dei crateri sulla superficie del Pianeta Rosso. La NASA propone abitualmente quesiti da risolvere usando il pi greco.