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Accordo ASI Protezione Civile

Accordo ASI Protezione Civile

Si rafforza la collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana e Protezione Civile per l’utilizzazione sempre più tempestiva delle tecnologie spaziali a sostegno del sistema di protezione civile. Lo sviluppo della conoscenza, l’accesso e l’utilizzo dei sistemi e delle telecomunicazioni satellitari nel campo dell’Osservazione della Terra e della gestione dei detriti spaziali a supporto delle attività del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Questi gli obiettivi dell’Accordo-Quadro sottoscritto dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Roberto Battiston.

«L’applicazione delle tecnologie spaziali e aerospaziali e, al contempo, l’utilizzo dei dati e delle informazioni fornite anche in tempo reale dai satelliti, rivestono un’importanza strategica per le finalità proprie del Sistema di protezione civile, in termini di sorveglianza e monitoraggio degli eventi relativi alle diverse tipologie di rischio e dei conseguenti effetti sui territori» ha detto il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a margine dell’incontro.

«E’ un accordo molto importante perché rafforza la messa a sistema delle competenze dell’Agenzia Spaziale Italiana in settori cruciali che vanno dal monitoraggio e la prevenzione delle emergenze alla loro valutazione e gestione, nell’ambito del coordinamento della protezione civile che è il nostro principale partner istituzionale», ha detto il Presidente dell’ASI Roberto Battiston. «Le costellazioni di satelliti Italiane come CosmoSkymed ed europee come Copernicus e Galileo, sia per l’osservazione della Terra che per i servizi di navigazione o per le telecomunicazioni, sono un asset strategico e irrinunciabile per un paese moderno che sempre di più deve gestire situazioni complesse derivanti sia dalla particolare conformazione del nostro territorio che dai fenomeni legati alla gestione dei flussi migratori. Inoltre, grazie agli investimenti nella Space economy, si affineranno le capacità di analisi dei dati satellitari, e grazie agli investimenti dell’ASI nel settore dei satelliti di piccola taglia, l’Italia avrà una infrastruttura tecnologica sempre più avanzata, flessibile ed efficiente. Lo spazio – ha concluso Battiston – è una super infrastruttura al servizio dei cittadini».

«In questa direzione – ha ricordato poi Curcio – vanno gli accordi siglati tra il Dipartimento e i diversi Centri di Competenza con expertise in materia di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati satellitari nel contesto nazionale, nonché nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile. Strumenti che, nel concreto, così come avvenuto in occasione, ad esempio, dell’alluvione di novembre scorso in Liguria e Piemonte o dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia, permettono di monitorare i fenomeni in tempo reale e di mappare l’estensione delle aree interessate, supportando così la gestione delle varie fasi operative e la risposta del Sistema Nazionale di protezione civile nel suo complesso. Questo accordo – ha concluso il Capo del Dipartimento della Protezione Civile – rafforza la partnership con l’Agenzia che, dal 2003, è uno dei Centri di Competenza di cui si avvale il Dipartimento».

L’intesa prevede la creazione di un Gruppo di Coordinamento, definisce le modalità operative della fornitura di dati e servizi satellitari e comprende la determinazione dei due enti di mettere in atto la programmazione di attività progettuali comuni con lo scopo di migliorare e arricchire la reciproca conoscenza delle rispettive tecniche operative.

 

Futuro incerto alla NASA

Futuro incerto alla NASA

La notizia dei finanziamenti concessi dall’amministrazione Trump alla NASA per il 2017, sull’onda del voto unanime del congresso, è stata commentata da Orbiter con un titolo contentente soggetto, predicato e complemento oggetto. Esso conteneva un sottile doppio senso, forse non colto immediatamente: “Trump supporta la Nasa”. Abbiamo lasciato passare qualche giorno e, anche secondo l’analisi oggettiva dell’Agenzia Spaziale Italiana, lo schema del documento di bilancio per il 2018 rilasciato dall’amministrazione Trump cancellerebbe – secondo quanto riportato da Space News – l’Asteroid Redirect Mission e alcuni programmi di Osservazione della Terra. La missione ARM, articolata in più fasi, prevede il recupero di un asteroide vicino alla Terra con l’ausilio di una sonda dotata di un braccio robotico. Successivamente, l’oggetto verrebbe trasportato in un’orbita lunare stabile, dove verrebbe analizzato da due astronauti giunti a destinazione con una capsula Orion.

Il documento di bilancio non fornisce dettagli sul motivo della cancellazione di ARM, ma viene solo citata la necessità di mettere a disposizione fondi sempre più consistenti per il settore dell’esplorazione spaziale. Non molla Robert Lightfoot, amministratore ad interim della NASA, che ha dichiarato di voler continuare a lavorare sulla propulsione elettrica solare, tecnologia chiave di ARM, per fare in modo che venga utilizzata in iniziative future. Un ammainabandiera preventivo. Anche le modalità di annullamento della missione non sono state al momento specificate: in particolare, non è chiaro se vi saranno delle immediate ripercussioni anche sulle procedure di selezione del produttore della struttura principale della sonda, attualmente in corso. I tagli riguarderebbero anche la divisione Scienze della Terra che si è aggiudicata un sovvenzionamento pari a 1,8 miliardi di dollari, circa il 5% in meno di quello stanziato nel 2016. Le missioni candidate alla cancellazione sono quattro: PACE, CLARREO, OCO, un set di tre strumenti da inviare sulla Stazione Spaziale Internazionale e il DSCOVR Earth-viewing instruments dell’omonima missione lanciata nel 2015. Un settore che, invece, è destinato a beneficiare di un aumento del bilancio è quello riguardante le scienze planetarie, che riceverà 1,9 miliardi. In particolare, a supporto al rover della missione Mars 2020 e a quella di Europa Clipper, che studierà la luna di Giove con una serie di passaggi ravvicinati. La stessa missione, però, è al momento orfana del lander da inviare su Europa. Il documento sui programmi futuri della NASA, nella sua versione definitiva, è atteso a maggio 2017. Ma già trapela la volontà di intraprendere una nuova corsa alla Luna, facendo salire subito un equipaggio a bordo della missione circumlunare. Per la serie: ritorno al passato, ovvero “dove eravamo rimasti?”.

Trump supporta la NASA

Trump supporta la NASA

Il presidente americano Donald Trump ha fugato i dubbi sul futuro dei programmi spaziali dando l’ok allo stanziamento di 19,5 miliardi di dollari a favore della NASA per il 2017. Il provvedimento ha fatto seguito all’approvazione da parte del Congresso del “NASA Transition Authorization Act of 2017”, che ha ottenuto il voto unanime. Con questo atto del Congresso, la NASA è stata chiamata a pianificare le tappe di sviluppo dell’esplorazione umana dello spazio, con l’obiettivo di inviare astronauti su Marte entro il 2033, facendo precedere questo traguardo da missioni cislunari e possibile riapprodo sulla superficie selenita. Il documento contiene un chiaro invito ad accelerare lo sviluppo dello Space Launch System e della capsula Orion, attesa da nuovi test propedeutici al via libera per l’Exploration Mission 1, che potrebbe avere a bordo astronauti e non limitarsi allo svolgimento automatico come inizialmente previsto. I dubbi di fattibilità ricadono, invece, sulla Asteroid Robotic Redirect Mission, per la quale il Congresso si è riservato un approfondimento richiedendo un’analisi relativa al rapporto tra i costi da sostenere e il valore tecnico e scientifico atteso. Nell’immediato la volontà di porre attenzione ai rischi da esposizione alle radiazioni e agli effetti della microgravità sulla densità ossea e sull’efficienza muscolare, approfondendo gli studi e le ricerche condotti sugli equipaggi della stazione spaziale internazionale.

In arrivo i turisti lunari

In arrivo i turisti lunari

Lo Spazio è invasa da annunci a sensazione. Sul palcoscenico dei viaggi fuori della Terra c’è ancora Elon Musk, già protagonista dell’edizione 2016 del Congresso Internazionale di Astronautica svoltosi a a settembre in Messico, dove annunciò tempi ridotti per la prima missione umana su Marte, e reduce dal successo del lancio della capsula cargo Dragon diretta alla stazione spaziale internazionale con recupero del primo stadio del razzo vettore di SpaceX. Musk ha annunciato di volere programmare il primo volo per due turisti spaziali in orbita circumlunare nel 2018. I due candidati hanno già versato un acconto del biglietto, la cui entità non è stata resa nota, ma sicuramente ingente. Musk prova a sorpassare la Virgin Galactic di Richard Branson, che vuole portare in orbita terrestre a 100 km di quota la sua SpaceShipTwo con a bordo sei turisti e due membri dell’equipaggio e sta scegliendo, con l’aiuto di Altec Torino, una base idonea da cui decollare anche dall’Italia, ma non prima del 2020. Musk promette di regalare un viaggio di una settimana per oltre 680mila chilometri, più simile ai racconti di Jules Verne che alle missioni del programma Apollo. Ma ciò segnerebbe il superamento dei programmi spaziali in orbita bassa, dove gli astronauti sono confinati da quando l’equipaggio di Apollo 17 lasciò definitivamente la Luna nel 1972. SpaceX, che pure è partner della NASA, anticipa i tempi e anche le decisioni che l’amministrazione Trump è chiamata ad assumere per i futuri programmi di esplorazione umana, che comprendono l’approdo sul Pianeta Rosso. Il presidente Trump avrebbe fatto capire di essere propenso ad accelerare sul programma legato allo sviluppo dello Space Launch System e della capsula Orion, destinata a una missione di test con equipaggio proprio in orbita circumlunare nei prossimi anni.

Nuove opportunità per Vega

Nuove opportunità per Vega

L’ESA e la Commissione Europea lanciano una call per l’utilizzo del nuovo dispenser SSMS a bordo di Vega. Il lanciatore leggero made in Italy porterà in orbita dei satelliti leggeri multipli grazie al nuovo dispenser Small Satellites Mission Service (SSMS). SSMS con il suo disegno modulare permetterà a Vega il lancio di satelliti leggeri con masse che variano da uno fino a 400 chili. Il primo lancio è in programma per la seconda metà del 2018 con diverse modalità di configurazione. Questa nuova opportunità consentirà al lanciatore di essere al passo con le esigenze del mercato sempre più interessato a portare in orbita i nano e i mini satelliti. Per far fronte a queste nuove esigenze, L’ESA e la Commissione europea hanno lanciato un Announcement of Opportunity destinato a potenziali clienti del settore europeo pubblico e privato che si chiuderà il 31 marzo 2017. La call è la prima delle opportunità di lancio della Low cost Launch opportunity (LL3) presentata durante la Ministeriale del dicembre scorso. Lo scopo di LL3 è fornire lanci regolari e a costi contenuti per satelliti leggeri attraverso l’utilizzo dei lanciatori Ariane 6 e Vega C. Il volo di test di Vega del 2018 farà da apripista per la validazione di questi servizi innovativi.

ASI-Cina: tocca a Villadei?

ASI-Cina: tocca a Villadei?

Accordo tra Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e China Manned Space Agency (CMSA) per nuove sperimentazioni scientifiche a bordo della Stazione spaziale cinese nell’ambito del volo umano. L’intesa è stata firmata a Pechino dal Presidente dell’ASI, Roberto Battiston, e dal Direttore Generale di CMSA, Wang Zhaoyao, in occasione della visita di stato in Cina del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La collaborazione scientifica sarà rivolta allo studio delle missioni di lunga durata degli astronauti, in particolare sugli aspetti di biomedicina e fisiologia e delle relative tecnologie.

“Lo spazio è una nuova via della seta senza confini, e la collaborazione internazionale è un elemento fondamentale, sia dal punto di vista scientifico che da quello dello sviluppo tecnologico”, ha dichiarato Roberto Battiston. “Con la Cina abbiamo da anni eccellenti relazioni scientifiche in diversi settori – ha aggiunto il Presidente dell’ASI – Questo accordo è importante per tutta la comunità scientifica europea e internazionale in preparazione delle future missioni di esplorazione umana del sistema solare. Solo un patrimonio comune di conoscenze può farci progredire con successo nell’esplorazione spaziale”.

L’accordo prevede la costituzione da parte delle due agenzie di un Joint Cooperation Committee che si riunirà almeno una volta l’anno per stabilire le modalità della partnership, tra cui sono previsti l’accesso a dati scientifici, pubblicazioni scientifiche congiunte, scambio di personale e partecipazione congiunta a technical reviews sul volo umano. Le ricadute potenziali di questo accordo sono estremamente significative, considerata, da una parte, la posizione di leadership che l’Italia ha raggiunto nel settore del volo umano nell’ambito della realizzazione e dello sfruttamento della Stazione Spaziale Internazionale e, dall’altra, l’importante programma di volo umano che la Cina sta sviluppando, in particolare con la realizzazione della Stazione Spaziale Tiangong-3.

Se si volesse ipotizzare la partecipazione di un italiano in una missione spaziale cinese, il papabile potrebbe essere Walter Villadei, 43enne ufficiale superiore dell’Aeronautica Militare e ingegnere aerospaziale, il quale ha conseguito la qualifica al centro di addestramento cosmonauti “Gagarin”. E’ l’unico a non essere ancora andato in orbita.