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Nuovo Direttore Generale ASI

Nuovo Direttore Generale ASI

Logo-ASIIl Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Spaziale Italiana ha deliberato la nomina del nuovo Direttore Generale dell’Ente nella persona della dottoressa Anna Sirica, attualmente a capo della Direzione Affari Amministrativi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

Anna Sirica succederà nell’incarico all’ingegner Roberto Ibba, tecnologo ASI nominato il 7 aprile dello scorso anno a seguito delle dimissioni del dottor Fabrizio Tuzi, rassegnate il 25 marzo 2014, dopo meno di un anno alla Direzione Generale dell’Ente.

Anna_SiricaNata a Pomigliano d’Arco il 22 maggio 1969, Anna Sirica si è laureata in Economia e Commercio all’Università Federico II di Napoli nel marzo del 1995 e ha conseguito il Master di II livello in Economia Pubblica alla Sapienza di Roma nel luglio del 2004. Prima di arrivare alla Direzione Affari Amministrativi dell’INFN, la Sirica ha accumulato una lunga esperienza nella Pubblica Amministrazione con incarichi di responsabilità all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dove è stata segretario generale della Segreteria Tecnica di Presidenza e Dirigente all’Ufficio Bilancio e Programmazione Finanziaria, e, prima ancora, al Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), dove è stata Dirigente ai servizi di Ragioneria e di Bilancio.

Asteroidi: l’ESA valuta la minaccia

Asteroidi: l’ESA valuta la minaccia

Near_Earth_ObjectsL’ESRIN di Frascati ha ospitato dal 13 al 17 aprile 2015 la quarta Conferenza di Difesa Planetaria (PDC 2015, Planetary Defence Conference) dell’Accademia Internazionale di Astronautica (IAA) dal titolo “Valutazione di Rischio di Impatto e Risposta di Gestione”. I maggiori esperti mondiali provenienti dalle agenzie spaziali, dalle accademie e dall’industria hanno presentato le ultime ricerche e discusso sull’attuale conoscenza scientifica del rischio posto dagli asteroidi che potenzialmente potrebbero colpire il nostro pianeta.

I temi trattati comprendono la difesa planetaria, la continua ricerca internazionale per Oggetti Vicini alla Terra (NEO) ancora non scoperti, lo stato della conoscenza scientifica degli asteroidi e delle loro caratteristiche fisiche, le tecniche di mitigazione, le future missioni di deviazione e gli avvisi di impatto ed i loro effetti, la risposta civile e l’educazione.

I partecipanti hanno simulato il processo decisionale per sviluppare una deflessione e le risposte di difesa civile ad una ipotetica minaccia di impatto da asteroide. La simulazione ha preso in considerazione la caduta sulla Terra di un asteroide largo 400 metri con impatto ipotizzato in una vasta area del sud est asiatico il 3 settembre 2022. Un gioco di ruolo che ha coinvolto scienziati, politici e giornalisti, perché la comunicazione avrebbe un peso rilevante in un evento del genere. Ettore Perozzi, responsabile operazioni del centro coordinamento Esa per il monitoraggio asteroidi ha spiegato come un asteroide di queste dimensioni sarebbe sufficiente a provocare una catastrofe con danni a livello globale. D’altronde, quanto accaduto il 15 febbraio 2013 nei cieli della città russa di Chelyabinsk, colpita da un meteorite del diametro di 15 metri con un’energia 20-30 volte maggiore di quella della bomba atomica di Hiroshima, lascia intuire quanto alti siano i rischi legati ai cosiddetti Neo (Near Earth Objects).

Degli oltre 600.000 asteroidi conosciuti del nostro Sistema Solare, oltre 12.000 sono classificati come Oggetti Vicini alla Terra, o NEO, perché le loro orbite li portano relativamente vicini al nostro percorso. La cooperazione internazionale per affrontare le minaccie NEO è coordinata dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito del Programma SSA (Space Situational Awareness, Monitoraggio dell’Ambiente Spaziale).

Oltre a coordinare le attività europee di scoperta degli asteroidi, l’Ufficio del Programma SSA rappresenta ESA ai forum tecnici dello IAWN (International Asteroid Warning Network, Rete Internazionale Allerta Asteroidi) e dello SMPAG (Space Mission Planning Advisory Group, Gruppo di Consiglio per la Pianificazione delle Missioni Spaziali), con un mandato ricevuto dal Comitato delle Nazioni Unite per Usi Pacifici dello Spazio (UNCOPUOS, UN Committee on the Peaceful Uses of Outer Space) per sviluppare una strategia su come reagire ad una possibile minaccia di impatto di asteroide.

Il CIRA entra nel DASS

Il CIRA entra nel DASS

dassIl Presidente del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), Prof. Luigi Carrino, ha sottoscritto l’aumento di capitale che sancisce l’ingresso del CIRA nella compagine societaria del Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS), rappresentato dal Presidente Prof. Giacomo Cao, con l’acquisizione di una quota del valore di 4.600 euro corrispondente al 6% del capitale sociale che ammonta a 76.122 euro. Con questo accordo il CIRA, già socio fondatore del Distretto Aerospaziale della Campania, punta a rafforzare la propria partecipazione ai Distretti Aerospaziali con l’obiettivo di migliorare il coordinamento delle specifiche competenze tecnologiche e industriali delle diverse regioni, di fare sistema per aumentare le potenzialità e la competitività dell’intero comparto aerospaziale italiano.

“Quella del DASS è un’iniziativa di importanza nazionale a cui il CIRA, quale centro italiano di ricerche aerospaziali deve assicurare il massimo appoggio in termini di capacità e di conoscenze. Siamo particolarmente lieti di entrare a farne parte e non faremo mancare i nostri contributi sia per la parte aeronautica che per la parte spaziale. Temi come quelli dell’accesso allo spazio, della sicurezza del volo, del monitoraggio ambientale, in cui il CIRA è impegnato da anni, sono temi condivisi con il DASS e con esso saranno ulteriormente sviluppati” ha dichiarato il Presidente del CIRA Carrino.

“Attualmente il Distretto non ha dipendenti propri ma l’insieme dei soci che ne fanno parte garantisce lavoro a oltre 250 persone. Un obiettivo che credo possa essere come minimo raddoppiato da qui al 2020”, ha assicurato il Presidente Cao, aggiungendo di puntare a un accordo di programma con la Regione a valere sul POR che potrebbe consentire anche l’accesso ai fondi di coesione europei 2014-2020. Qualcosa come un miliardo circa per la Sardegna per la sola tematica aerospazio, una cifra importante che consentirebbe di pensare e agire molto in grande.

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Nello scenario nazionale il DASS ambisce a completare la filiera del cluster tecnologico aerospaziale italiano attraverso la messa a disposizione delle infrastrutture che mancano negli altri distretti aerospaziali attivi nel Paese per lo svolgimento di tutte le necessarie attività di sviluppo sperimentale, test, validazione, omologazione come pure di training di sistemi e tecnologie per l’aerospazio.

Il Radio Telescopio presente in Sardegna, ad esempio, può diventare il più importante a livello europeo con riferimento alle problematiche di sicurezza spaziale generate ad esempio da detriti spaziali e asteroidi in potenziale rotta di collisione con la Terra e con i satelliti orbitanti. Un altro settore su cui il DASS punta è quello dei test sui droni, di ogni tipo e dimensione, data la presenza di infrastrutture particolarmente adatte a tali attività come gli aeroporti di Fenosu e Tortolì, oltre agli 800 metri di pista presenti all’interno del Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ). Il Distretto è inoltre molto attivo anche nei settori dell’esplorazione dello  spazio e dell’utilizzo di dati satellitari per il monitoraggio ambientale e la prevenzione delle sciagure.

Accordo ASI – ISPRA

Accordo ASI – ISPRA

COSMO-SKYMEDL’osservazione della Terra avrà da oggi e per i prossimi cinque anni una strategia condivisa tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Al centro dell’attenzione l’accesso ai dati dei sistemi satellitari delle Sentinelle del sistema europeo Copernicus, del sistema italiano COSMO-SkyMed e di altri satelliti nell’ambito delle attività di monitoraggio e controllo del Pianeta. Le azioni necessarie per un impiego efficace ed efficiente delle risorse, nell’ambito delle rispettive competenze, sono contenute e sono al centro dell’Accordo Quadro, firmato oggi dal Presidente dell’ASI, Roberto Battiston e dal Presidente dell’ISPRA, Bernardo De Bernardinis.

L’intesa definisce gli obiettivi strategici del sistema nazionale spaziale, identificando le priorità e le necessità in materia ambientale che possono essere validamente affrontate e risolte, attraverso l’utilizzo delle tecnologie e infrastrutture spaziali messe in campo dall’ASI.

Con l’Accordo si potenzieranno le attività congiunte di ricerca scientifica e di servizio operativo, attraverso il coordinamento delle risorse umane e infrastrutturali messe a disposizione dall’ASI e dall’ISPRA. Lo scopo è la definizione di una piattaforma unica di gestione dei dati geospaziali e l’integrazione nel Collaborative Ground Segment italiano – di cui l’ASI è il National Point of Contact (NPC) per il sistema Copernicus – per favorire il rafforzamento dei mezzi a disposizione di entrambi gli enti, delle professionalità e delle produzioni, in modo da garantire la interoperatività e la condivisione, anche in tempo reale, dei dati e delle informazioni in essa conservati.

“Oggi abbiamo apposto la firma  su un documento importate per il controllo e il monitoraggio della Terra dallo spazio – ha sottolineato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston – L’uso dei dati satellitari dei sistemi italiani ed europei ci confermano ancora una volta l’importanza del supporto spaziale nella realizzazione di applicazioni e servizi a beneficio dei cittadini. Dalla collaborazione con ISPRA ci attendiamo importanti ricadute nell’ambito della promozione della ricerca e sviluppo, dell’innovazione, del migliore utilizzo delle risorse spaziali e delle infrastrutture di terra: tutti ambiti nei quali l’ASI sta investendo molto’.

“L’Accordo firmato oggi”, ha commentato il Presidente dell’ISPRA Bernardo De Bernardinis,  “si inserisce in un percorso intrapreso dall’ISPRA che prevede una rete di collaborazioni tra i vari enti di ricerca, per incrementare ed ottimizzare le reciproche potenzialità. In particolare, questo con l’ASI rappresenta un notevole passo avanti non solo per ciò che riguarda le conoscenze legate all’Osservazione della Terra, ma anche in termini di servizio pubblico reso al nostro Paese. I dati reperiti attraverso le tecnologie satellitari, settore in cui l’Italia è assolutamente all’avanguardia nel panorama europeo, saranno omogenei, condivisi e soprattutto accessibili agli utenti che ne hanno bisogno per le loro attività di gestione del territorio”.

Sulla base dell’Accordo, l’ISPRA partecipa in qualità di utente di riferimento allo sviluppo, alla sperimentazione e alla validazione di sistemi spaziali, delle loro componenti di terra. S’impegna inoltre, nell’ambito dei propri compiti, al controllo, monitoraggio, analisi, valutazione e reporting ambientali, individuando e diffondendo buone pratiche di utilizzo di dati, informazioni, prodotti e servizi generati dall’osservazione della Terra da missioni nazionali, europee (Copernicus) e internazionali.

L’ASI, da parte sua, assicura l’accesso agli utilizzatori civili istituzionali dei dati acquisiti dal sistema duale italiano COSMO-SkyMed e delle altre missioni nazionali, o realizzate in cooperazione, e affida all’ISPRA la cura della  catalogazione e la raccolta dei dati geografici, territoriali ed ambientali.

A una Commissione di Coordinamento, costituita da sei membri, tre per ciascun ente, è affidato il compito di gestire e indirizzare le attività e le iniziative previste nell’Accordo.

PRIDE: kick off meeting al CIRA

PRIDE: kick off meeting al CIRA

IXV CIRAIl Cira -Centro Italiano Ricerche Aerospaziali di Capua ha ospitato il Kick Off Meeting del programma ESA / PRIDE imperniato sullo sviluppo del futuro velivolo spaziale riutilizzabile europeo. Riuniti i delegati delle agenzie spaziali dei paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Romania, Svizzera, Svezia, Inghilterra, Irlanda) che, nel corso della Conferenza Ministeriale ESA di dicembre 2014, hanno sottoscritto l’importante programma spaziale di cui l’Italia è il principale promotore. Lo scopo di questa prima riunione era la condivisione degli obiettivi di alto livello e l’elaborazione di un piano di attività a breve termine per la definizione dei principali requisiti di missione e di sistema che porteranno alla realizzazione del successore dell’Intermediate Experimental Vehicle (IXV) la cui missione si è svolta con successo l’11 Febbraio 2015. La strada verso lo sviluppo di un sistema di trasporto spaziale europeo prosegue, dunque, con la nuova iniziativa PRIDE (Program for a Reusable In-orbit Demonstrator for Europe) che, partendo dalle conoscenze e dai risultati acquisiti in ambito IXV, intende raggiungere un obiettivo ancora più ambizioso: lo sviluppo di tecnologie abilitanti per la realizzazione di un velivolo spaziale in grado di operare in orbita, di rientrare in maniera autonoma fino a compiere un atterraggio convenzionale su pista ed essere riutilizzato per successive missioni.Il programma PRIDE, che garantirà un futuro di crescita e di sviluppo delle attività spaziali nel nostro continente, conferma ancora una volta l’alto livello di competenze dell’Italia in questo campo. Il CIRA è pronto a dare il suo contributo grazie alle attività e agli studi effettuati in questi anni nell’ambito del programma nazionale USV, le cui principali aree d’innovazione tecnologica sono i materiali per protezioni termiche, guida navigazione e controllo, aerotermodinamica e propulsione.

Il fatto che questo primo meeting del programma PRIDE si sia tenuto al CIRA, è la conferma del ruolo centrale che il nostro Centro ha nell’ambito dei programmi spaziali europei” ha dichiarato il

Presidente del CIRA, Luigi Carrino.

“La riunione di apertura delle attività del programma PRIDE dell’Agenzia Spaziale Europea si è conclusa molto positivamente, con il rinnovato interesse, da parte degli stati partecipanti al programma, ad andare avanti nella definizione del passo successivo costruendo sul successo della missione IXV dell’ESA, in armonia con le importanti competenze sviluppate negli ultimi anni anche in ambito nazionale” ha dichiarato Giorgio Tumino, Program Manager ESA.

 

 

Asse spaziale Italia-Francia

Asse spaziale Italia-Francia

THD-SATSi rafforza la collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e il Centre National d’Études Spatiales, i cui presidenti, Roberto Battiston e Jean-Yves Le Gall, hanno siglato un Protocollo d’Intesa per confermare la cooperazione bilaterale nel settore spaziale. La firma del documento s’inserisce nel quadro di un importante vertice intergovernativo tra Italia e Francia, guidato dal premier italiano Matteo Renzi e dal capo dell’Eliseo François Hollande, che si è tenuto a Parigi.

“I rapporti tra Italia e Francia – ha dichiarato Roberto Battiston –  sono i più lunghi e intensi nel campo della cooperazione in campo spaziale. La firma del Protocollo d’Intesa ne è una conferma: come di consueto, con il presidente del CNES Jean-Yves Le Gall, abbiamo ribadito i forti punti di convergenza, la chiara volontà di collaborazione e di continuità strategica. Oggi abbiamo voluto dare anche un segnale di  forte attenzione allo sviluppo dell’alta formazione e a ulteriori opportunità sullo scambio di ricercatori, alla promozione della cooperazione nel settore industriale e all’istituzione di gruppi di lavoro per stimolare progetti comuni in risposta a bandi della Commissione Europea”.

Telecomunicazioni Satellitari, Osservazione della Terra, Scienza, Lanciatori, Horizon 2020, Innovazione e trasferimento della tecnologia spaziale, Palloni stratosferici sono le aree di comune interesse definite all’interno del documento, il cui obiettivo è approfondirle e definire specifici accordi attuativi per ciascuna area d’intesa.  Per le Telecomunicazioni Satellitari l’ASI e il CNES metteranno in piedi un gruppo di lavoro bilaterale di studio sull’utilizzo della banda Ka e Q: l’obiettivo è consentire alle due Agenzie di migliorare i modelli di propagazione in queste bande di frequenza, con un forte interesse per lo sviluppo dei futuri satelliti a banda larga, come il satellite commerciale europeo THD-SAT.

Sull’Osservazione della Terra, soprattutto per quel che riguarda  il cambiamento climatico, la gestione delle emergenze e dei rischi e il monitoraggio ambientale, la cooperazione italo-francese punta a migliorare lo sfruttamento e l’utilizzo dei dati dei satelliti iperspettrali, SAR e ottici.

Per il segmento scientifico, proseguirà la cooperazione sulle missioni per lo sviluppo degli strumenti per le missioni ESA, JUICE e ATHENA. Nell’ambito dei Lanciatori, sono stati individuati tre campi d’interesse: propulsione e stadio per lanciatore riutilizzabile, ricerca sui fenomeni di oscillazione di pressione usando l’esperienza maturata dalla cooperazione POD-X, scambi nel settore dell’educazione.

Con riferimento al programma Horizon 2020, tra le priorità identificate rientrano i due programmi bandiera Galileo (applicazioni GNSS, R&S relativi alle infrastrutture spaziali) e Copernicus (l’evoluzione di servizi, servizi di downstream, accesso e utilizzo dei dati).

Per favorire l’innovazione e il trasferimento delle tecnologie spaziale, sarà istituito un gruppo di lavoro per lo scambio delle esperienze maturate e delle migliori pratiche relative alla istituzione e all’organizzazione dei BIC (Business Incubation Center) dell’ESA. Al centro dell’intesa anche la promozione degli scambi e della cooperazione del settore industriale, con incontri “business-to-business”, nel quadro dei distretti e dei gruppi industriali regionali esistenti (Aerospace Valley e Pegase in Francia, incubatore italiano per la Tecnologia Aerospaziale e dei Distretti Regionali aerospaziali in Italia).