da Sorrentino | Nov 22, 2012 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Il Consiglio Ministeriale dell’ESA 2012 svoltosi a Napoli rappresenta con un importante successo politico e di contenuti per l’Europa e per l’Italia, e segna una tappa fondamentale per la crescita della collaborazione spaziale europea. Nonostante l’attuale fase di congiuntura economica sfavorevole, le sottoscrizioni complessive hanno raggiunto un valore totale nell’ordine dei 10 miliardi di euro, a conferma dell’importanza che tutti i Paesi membri attribuiscono alla ricerca e all’innovazione nel settore spaziale, al fine di sviluppare le capacità tecnologiche e industriali europee e sostenere la crescita economica.
Al Consiglio hanno partecipato per l’Italia il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, e il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese. Per la prima volta hanno partecipato Polonia e Romania, i nuovi stati membri dell’ESA, che portano così la rappresentanza a 20 nazioni. Il dato politico più rilevante è l’approvazione della Risoluzione che disegna l’evoluzione dei rapporti tra ESA e Unione europea. In proposito, l’Italia ha auspicato che l’ESA e UE trovino le modalità esecutive per garantire la sinergia tra le rispettive attività nel settore spaziale, in modo da evitare duplicazioni e massimizzare i ritorni degli investimenti degli stati membri. Per quanto riguarda i grandi programmi europei Galileo e GMES, su proposta italiana, è stata sottolineata l’importanza di una tempestiva ed efficiente implementazione di questi programmi, inclusa la disponibilità dei primi servizi entro la fine del 2014.
L’Italia considera lo Spazio un settore strategico in tutte le sue componenti costitutive (ricerca, progettazione, realizzazione, lancio e gestione operativa delle missioni spaziali) e ritiene necessaria una visione europea complessiva che miri al rafforzamento del ruolo dell’Europa nel settore spaziale e alla valorizzazione degli investimenti, con ricadute in termini di servizi ed applicazioni e con benefici diretti per i cittadini e per la competitività. In questa prospettiva, nel corso della Ministeriale, il nostro Paese ha sostenuto soprattutto i programmi che maggiormente assicurano questo obiettivo.
Nel settore dei lanciatori, nel quale si è registrata un’intesa franco-tedesca sullo sviluppo futuro del lanciatore europeo Ariane, l’Italia ha voluto dare un sostanziale contributo mettendo a disposizione 26 milioni con l’obiettivo di assicurare una maggiore competitività sul mercato del futuro lanciatore ed una crescente sinergia con il programma Vega per il quale sono stati sottoscritti ben 85 milioni. In proposito, oltre al sostegno finanziario degli altri stati membri già partecipanti al programma abbiamo chiesto ed ottenuto per la prima volta anche quello della Germania con 9 milioni di euro, rafforzando così il carattere europeo di questo programma che l’Italia sostiene per oltre il 60% dei costi. La Germania, in particolare, si candida a costruire l’ultimo stadio di Vega in sostituzione di quello attualmente impiegato e fornito dall’Ucraina. Ovvio considerare l’ulteriore sviluppo di Vega propedeutico a quello relativo alle tecnologie che saranno introdotte per Ariane 6, come sottolinea il presidente ASI, Enrico Saggese.
Per quanto concerne la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’Italia ha sostenuto la piena valorizzazione scientifica e tecnologica di questa infrastruttura per tutta la durata della sua vita operativa (fino al 2020). In questa prospettiva, il nostro contributo è stato di 144 milioni, 45 dei quali per favorire un rafforzamento della cooperazione con la NASA attraverso la realizzazione di un modulo di servizio per il futuro veicolo di trasporto umano della NASA (cosiddetto “barter element”). Il nostro sostegno alla ISS ha dato un rilevante contributo alla copertura finanziaria per questo programma, facilitando un’intesa complessiva da parte dei grandi stati membri.
Nel campo dell’osservazione dell’universo e nel campo dell’esplorazione spaziale, è stata sottolineata l’importanza di una collaborazione con partners extra-Ue, come la Russia. In questo settore, l’Italia contribuisce con 55 milioni al finanziamento della missione Exomars. Per quanto riguarda l’osservazione della Terra, il nostro contributo complessivo è stato di 208 milioni per progetti scientifici (Earth Explorer) e meteorologici che offrono una risposta ai problemi dell’ambiente, della tutela del territorio e dei cambiamenti climatici. Infine, a proposito dei programmi di sviluppo tecnologico e delle applicazioni integrate nel settore delle telecomunicazioni, il nostro contributo complessivo è stato di 109 milioni, un finanziamento importante assicurato con l’obiettivo di massimizzare il leverage di questi programmi sull’indotto del settore, che ha già brillanti caratteristiche di autosostenibilità.
Le sottoscrizioni complessive italiane per i programmi facoltativi sono state di 657 milioni di euro, ripartite per un periodo pluriennale (3-5 anni), nel modo seguente: 137 milioni per i programmi sui lanciatori; 208 milioni per i programmi per l’osservazione della terra; 200 per i programmi relativi al volo umano; e 109 milioni per i programmi di sviluppo tecnologico e nel settore delle Telecomunicazioni, navigazione e sicurezza. Inoltre, l’Italia nel corso dei prossimi cinque anni, contribuirà ai programmi obbligatori con circa 500 milioni. Questo livello di contribuzione rientra pienamente nella programmazione strategica approvata dal Governo ed ha assicurato all’Italia di mantenere un ruolo di leadership nell’ambito ESA in cui resta il terzo paese contributore.
“Il settore dello spazio – sottolinea il ministro Profumo – è strategico per la ricerca e lo sviluppo industriale dell’Italia. Il risultato della Ministeriale conferma il ruolo politico del nostro Paese, che si è concretizzato con la partecipazione al progetto Vega di nuovi partner, come la Germania, e con il rinnovato impegno di Olanda e Francia. Un importante riconoscimento politico all’Italia è testimoniato – aggiunge – anche dall’impulso alla nuova famiglia di lanciatori”. Il ministro della Ricerca italiano ricorda anche “la partecipazione del Paese allo sviluppo della Stazione Spaziale Internazionale, con attività importanti per il settore scientifico e industriale, oltre alla confermata partecipazione nei settori dell’osservazione della terra, dell’esplorazione e delle telecomunicazioni”.
“La lunga sessione della Conferenza Ministeriale ha consentito di raggiungere traguardi importanti per i programmi relativi alla Stazione Spaziale Internazionale e ai lanciatori – sottolinea il presidente ASI, Enrico Saggese . La ISS continuerà fino al 2020 e si svilupperà il Barter Element che consentirà di farci collaborare con la NASA per le future missioni in orbita oltre la LEO. Per i lanciatori si è tracciata una fase di transizione costruttiva tra Ariane 5 e Ariane 6, che rafforza anche il ruolo di Vega. L’ingresso della Germania renderà il programma a guida italiana ancora più europeo. Per quanto riguarda il supporto all’Osservazione della Terra e allo Sviluppo di nuove tecnologie, esso costituisce il giusto riconoscimento da parte dei ministri dell’Europa spaziale. Va sottolineato, infine, l’importante sostegno politico all’ESA espresso nel documento sulla visione del ruolo reciproco di ESA e Unione Europea in materia di attività spaziali”.
da Sorrentino | Nov 21, 2012 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Dieci miliardi di euro per le attività ed i programmi spaziali dell’Agenzia Spaziale Europea per gli anni a venire. E’ l’ammontare dello stanziamento deciso dai ministri dei 20 Stati Membri e del Canada che hanno dato vita alla riunione di due giorni del Consiglio ESA a Napoli. I ministri si sono focalizzati sugli investimenti in aree con grandi potenziali di crescita o con un impatto diretto ed immediato sull’economia, come le telecomunicazioni e la meteorologia, approvando il livello di risorse dell’ESA per il periodo 2013-2017, le proposte per il settore dell’Osservazione della Terra e confermato l’impegno per lo sfruttamento della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
I ministri hanno assicurato investimenti per la definizione dettagliata dello studio del nuovo lanciatore Ariane 6 e per la continuazione dello sviluppo di Ariane 5 ME modificato, con lo scopo di sviluppare quanti più elementi comuni possibili tra i due lanciatori. Queste attività sono finanziate per due anni e la decisione di continuare, per entrambi i lanciatori, sarà presa nel 2014. Semaforo verde all’Europa per fornire il modulo di servizio del Veicolo Orion Multifunzione con Equipaggio (MPCV Orion Multipurpose Crew Vehicle) come contributo in cambio delle operazioni dal 2017 al 2020. Una decisione di alto contenuto strategico in quanto rende possibile una cooperazione tra l’ESA e la NASA sul futuro sistema di trasporto spaziale degli equipaggi.
I ministri degli Stati Membri dell’ESA hanno approvato una Dichiarazione Politica (sostenuta anche dai ministri dei 7 Stati Membri dell’Unione Europea presenti alla riunione ma non ancora membri dell’ESA) che definisce il ruolo dell’Agenzia Spaziale Europea, in modo che possa trarre vantaggio sia dalla propria struttura intergovernativa che dalla competenza dell’UE nello spazio, esprimendo la volontà di assicurare coordinazione e coerenza tra il processo iniziato da parte del’’ESA e quello iniziato dall’Unione Europea.
I ministri hanno adottato le seguenti quattro Risoluzioni: la prima, “sul ruolo dell’ESA nel sostenere la competitività e la crescita” momenti salienti politici e programmatici del Consiglio; la seconda relativa al “Livello di risorse per le attività obbligatorie dell’Agenzia per il periodo 2013-2017″ che copre il programma scientifico e le attività di base; la terza stabilisce, il rinnovo del contributo degli Stati Membri dell’ESA per i costi di gestione del Centro Spaziale guianese, lo spazio porto europeo nella Guyana francese; la quarta inerente la”Dichiarazione Politica verso l’Agenzia Spaziale Europea che meglio serve all’Europa”. L’ultima Risoluzione avvia un processo verso un’ulteriore evoluzione dell’ESA. L’obiettivo è di capitalizzare le competenze ed i risultati dell’ESA traendo beneficio dalle politiche UE. Il processo assicurerà il successo comprovato dell’ESA come agenzia spaziale di ricerca e di sviluppo per l’Europa, gli Stati Membri e l’Unione Europea.
Oltre ai rappresentanti dei 20 Stati Membri e del Canada, erano presenti al Consiglio altri osservatori a livello ministeriale: sette dei nove Paesi Membri dell’Unione Europea che non sono ancora Stati Membri dell’ESA (Estonia, Ungheria, Cipro, Lettonia, Lituania, Repubblica Slovacca e Malta); la Commissione Europea, l’Organizzazione Europea per lo Sfruttamento dei Satelliti Meteorologici EUMETSAT (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites), la European Science Foundation, l’Agenzia di Difesa Europea EDA (European Defence Agency), l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima EMSA (European Maritime Safety Agency), l’Agenzia Europea GNSS (GSA) e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development).
Il prossimo Consiglio ESA a livello ministeriale si terrà nella primavera del 2014.
da Sorrentino | Ott 5, 2012 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Il Congresso Internazionale dell’Astronautica ha concluso i suoi lavori annuali e da l’appuntamento a Pechino nel 2013. Per l’Italia e per Napoli un grande successo internazionale con un record di 3300 partecipanti provenienti da 83 Paesi, tra i quali numerosi capi delle agenzie spaziali mondiali, delegati nazionali, esperti e ricercatori. L’edizione italiana di IAC ha dato anche una nuova impronta nella vita dell’autorevole appuntamento. I numerosi studenti, circa il 30% del totale dei partecipanti, hanno potuto, per la prima volta nella storia del Congresso, varcare i cancelli, avvicinare e seguire direttamente i diversi incontri con i maggiori esperti mondiali del settore. “La risposta è stata entusiasmante – sottolinea il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – Con IAC2012 Napoli e la Campania hanno mostrato al mondo le potenzialità industriali, universitarie e organizzative di questo territorio. Accanto alla consueta presenza dei capi delle maggiori agenzie spaziali internazionali a Napoli sono giunti anche quelli di Paesi emergenti, e con alcuni di loro sono stati sottoscritti accordi di cooperazione in differenti settori spaziali. Un’ occasione fruttuosa per espandere ancor di più i rapporti internazionali”.
La cinque giorni più importante del settore spaziale si è conclusa con l’Italia ancora una volta in primo piano: il Palacongressi della Mostra d’Oltremare ha ospitato una seduta plenaria dedicata alla costellazione italiana di satelliti COSMO-SkyMed, in particolare all’approccio duale della missione e ai risultati ottenuti. All’incontro, moderato dal direttore tecnico dell’ASI, Mario Cosmo, hanno preso la parola i rappresentanti di e-GEOS, del Ministero della Difesa, dell’Agenzia Europea per la Difesa e della Japan Space Imaging.
“COSMO-SkyMed è il primo sistema al mondo a carattere duale, civile e militare – ricorda Alessandro Coletta, mission manager di COSMO-SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il sistema è nato, sin dall’inizio, con la volontà di creare una sinergia in termini di progetti e non solamente come uno scambio di tecnologia fra le due diverse componenti”. Con COSMO-SkyMed l’Italia dispone di uno dei sistemi spaziali per Osservazione della Terra tecnologicamente più avanzati al mondo in grado di garantire un significativo miglioramento nel controllo dell’ambiente. COSMO-SkyMed è una costellazione composta da quattro satelliti in banda X, capace di osservare il nostro pianeta di giorno e di notte e in qualsiasi condizione metereologica. Nell’incontro dedicato alla costellazione italiana, sono state affrontate le diverse tematiche legate all’osservazione della Terra e al supporto che i satelliti italiani hanno dato nella protezione del nostro pianeta.
L’ultima giornata di lavoro è stata caratterizzata anche dalla presenza degli astronauti Paolo Nespoli, Christer Fuglesang, Sergei Krikalev e Leland Melvin.E Buzz Aldrin. Quest’ultimo, il secondo uomo a mettere piede sulla Luna, ha ricordato il collega della storica missione Apollo XI, Neil Armstrong, scomparso lo scorso 25 agosto. Nel tributo, è stato proiettato un suggestivo filmato con i momenti più importanti di Apollo XI e Aldrin ha ricordato Armstrong come un “pioniere dello spazio dal carattere mite e riflessivo”, un uomo che ha sempre diviso i meriti con i collaboratori e con tutti quelli che hanno permesso la realizzazione di un’impresa storica quale lo sbarco sulla Luna il 16 luglio 1969: in poche parole, il primo e il migliore, “the first and the best”, comandante di tutte le missioni sulla Luna.
da Sorrentino | Mar 2, 2012 | Astronomia, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Si chiama Square Kilometre Array, in acronimo SKA, e rappresenta l’ambizioso progetto che mira a creare la più grande e sensibile rete di radiotelescopi mai concepita al mondo: 3.000 parabole da 15 metri ciascuna distribuite su una superficie vastissima per funzionare come un unico, gigantesco strumento, in ascolto dell’universo. È un progetto che vede l’Italia direttamente coinvolta con i ministeri per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, dello Sviluppo Economico e degli Esteri, oltre che con l’industria, Finmeccanica in testa. Con Gran Bretagna, Olanda e Cina, l’Italia fa parte dei Paesi fondatori e chiamati a decidere quale sarà la sede del super radiotelescopio. In gara Sudafrica e Australia.
Il progetto comprende anche l’obiettivo di rendere energeticamente autosufficienti tutte le stazioni. Sotto questo aspetto sono coinvolte anche le imprese italiane che giovedì 1 marzo, nella sede INAF all’Osservatorio Astronomico di Monte Mario, hanno partecipato allo SKA Green Energy Day. L’ evento è stato organizzato dall’ Istituto Nazionale di Astrofisica insieme a Management Innovation, che ha recentemente ricevuto proprio da INAF l’incarico di contribuire allo studio delle possibili opzioni di alimentazione green power.
SKA prevede la graduale installazione di circa 3000 radiotelescopi in un territorio prevalentemente desertico di circa 3000 chilometri quadrati in Australia o Sud Africa. Ciascuna stazione, oltre a dialogare con le altre ed inviare dati ai sistemi centrali, dovrà essere in grado di auto-produrre e accumulare energia elettrica in grado di farla funzionare di giorno e notte senza interruzione. A questo ramo del programma è dedicato il sottoprogetto Power (WP 10) e l’Italia desidera candidarsi a realizzarlo e a gestirlo, mettendo a disposizione del consorzio le competenze e le abilità dei ricercatori e delle Imprese italiane attive nella Ricerca & Innovazione nel settore della Green Energy. L’incontro svoltosi all’INAF è servito proprio a verificare che sussistano le condizioni industriali per candidarsi in maniera forte per la realizzazione del sottoprogetto Power. Per far ciò è stato lanciato un Concorso di Idee rivolto alle Imprese italiane più innovative nel settore Green Energy finalizzato alla formulazione di progetti di ricerca e implementazione industriali indirizzati alla risoluzione dei problemi di alimentazione e accumulazione elettrica delle antenne. Le sfide principali sono le condizioni ambientali estreme, la distanza che separa le antenne e la necessità di infrastrutture a bassissimo impatto ambientale. Fra le aziende presenti c’erano Technapoli e Telespazio, che stanno coordinando un’iniziativa di aggregazione e qualificazione tecnologica per garantire all’industria nazionale le migliori condizioni per il suo coinvolgimento nella realizzazione e gestione del progetto e del radiotelescopio. Anche per il sottoprogetto Power, è stato ribadito, si fa necessaria la partecipazione delle aziende a questo processo di aggregazione. SKA è destinato ad essere il più grande ed importante radiotelescopio del mondo per i prossimi 50 anni e oltre. Prevede un investimento totale di oltre 2 miliardi di euro. Un’apposita società, la SKA Organization Ltd. è stata costituita a Londra lo scorso 23 novembre per gestire le fasi di preparazione e realizzazione del progetto.
da Sorrentino | Feb 27, 2012 | Eventi, Programmi, Servizi Satellitari
In occasione del decimo anniversario dell’esperimento MIPAS, montato a bordo del satellite Envisat dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, il CNR ed il KIT hanno promosso mercoledì 29 febbraio un workshop presso l’Area di Ricerca CNR di Firenze, a Sesto Fiorentino. MIPAS (Michelson Interferometer for Passive Atmospheric Sounding) è uno spettrometro per la misura dello spettro di emissione dell’atmosfera terrestre che opera con grande risoluzione spettrale nel medio e vicino infrarosso. I dati ricavati dall’esperimento sono una fonte continua di informazioni sulla chimica dell’atmosfera, che fornisce campioni dettagliati rispetto alle tre dimensioni spaziali e una copertura esaustiva delle principali specie chimiche. Montato a bordo del satellite di Osservazione della Terra Envisat, dell’ESA, lo strumento MIPAS è stato lanciato con esso nel 2002. L’aspettativa iniziale di funzionamento della missione era di cinque anni, ma a dieci anni di distanza, il satellite ed i suoi dieci strumenti sono ancora tutti in perfetta forma. L’ESA, con l’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” del CNR (IFAC-CNR) e l’Istituto di Tecnologia di Karlsruhe (KIT, Karlsruhe Institute of Technology) organizza un workshop per celebrare questo successo insieme alle persone che hanno contribuito in questi anni allo sviluppo e all’utilizzo dello strumento.
da Sorrentino | Feb 13, 2012 | Attualità, Lanci, Programmi
Il primo Vega è stato lanciato alle 11h00 ora italiana (10H00GMT, 7H00 ora di Kourou) dalla nuova rampa di lancio, completando perfetto un volo di qualifica. Con Vega a completare la famiglia dei lanciatori presenti allo spazio porto, l’Europa copre ora tutta la gamma delle richieste di lancio, dai piccoli satelliti scientifici e di osservazione della Terra fino alle missioni più grandi come i carichi di rifornimento ESA verso la Stazione Spaziale Internazionale. La capacità di Vega di accogliere carichi leggeri permette di trasportare una vasta gamma di satelliti – dai 300Kg fino a 2500Kg – per posizionarli in diverse orbite, da quella equatoriale a quella solare. Lo standard di riferimento è di 1500Kg in un orbita solare circolare a 700Km di altitudine. Vega si affiancherà dunque ai servizi di lancio europei già attivi, Ariane5 per carichi pesanti e Soyuz per i carichi medi. La combinazione di questi tre sistemi che operano dalla Guyana francese migliorerà l’efficienza dell’infrastruttura di lancio dell’Europa, grazie alla ripartizione dei costi operativi su un largo numero di lanci.
“FATTO!” – ha esclamato Jean-Jacques Dordain, Direttore Generale dell’ESA, rivolto alla platea presente al centro di controllo di Kourou, ricordando due artefici del programma spaziale europeo, Antonio Rodotà e Carlo Buongiorno. “In poco più di tre mesi, l’Europa ha incrementato il numero di lanciatori che gestisce passando da uno a tre, ampliando significativamente la gamma di servizi di lancio offerti dall’operatore europeo Arianespace. Non c’è un singolo satellite europeo che non si possa lanciare con un servizio europeo” ha detto Dordain – “È un grande giorno per l’ESA, per i suoi Stati Membri – ed in particolare per l’Italia, dove Vega è nato – per l’industria Europea e per Arianespace”. Dordain ha concluso il suo intervento consegnando simbolicamente un modellino del nuovo lanciatore Vega a Jean Yves Le Gall, presidente e direttore generale di Arianespace. Lo sviluppo del lanciatore Vega è cominciato nel 2003. Sette Paesi Membri hanno contribuito al programma: Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. “Oggi è un momento di orgoglio per l’Europa e per quelle circa mille persone coinvolte nello sviluppo del sistema di lancio per piccoli satelliti più moderno e competitivo al mondo” ha detto Antonio Fabrizi, Direttore dei Lanciatori ESA. “ESA, con il supporto tecnico delle agenzie spaziali italiana e francese, e circa 40 società industriali coordinate dalla ELV come primo contrattista, ha trasformato una grande sfida in realtà in meno di un decennio di sviluppo”.
Tutti e tre gli stadi a propellente solido di Vega si sono comportati nominalmente. Il cosiddetto “upper stage” ha eseguito la manovra per raggiungere l’orbita circolare ad un’altitudine di 1450Km inclinato a 69.5 gradi verso l’equatore. In quel momento ha rilasciato il carico principale, il satellite LARES (Laser relativity satellite), per la relatività laser, una sfera di lega di tungsteno del diametro di 37.6 cm, munita di 92 retro riflettori laser. Gli specchi permetteranno di prendere delle misurazioni di distanza di alta precisione, per studiare l’effetto degli spostamenti laterali predetto da Einstein nella sua teoria della relatività. L’upper stage ha poi eseguito un’altra manovra per ridurre il punto più basso dell’orbita a 350Km, fino all’orbita corretta per rilasciare il micro satellite tecnologico ALMASat_1 ed i sette minuscoli pico satelliti sponsorizzati dalle università. Infine, l’upper stage si è alleggerito dei propellenti rimanenti e si è spento. Al fine di limitare il rischio di creare nuovi detriti spaziali, l’upper stage del Vega si trova in un’orbita che assicura il suo rientro in pochi anni. Brucerà durante la fase di discesa, soli piccoli frammenti potranno raggiungere il suolo. Durante la missione VV01, sono state acquisite grandi quantità di dati sulla performance di Vega e sull’ambiente circostante al carico. Nelle prossime settimane, queste informazioni saranno analizzate a fondo per confermare in pieno la qualifica del sistema di lancio Vega, che passerà poi ad Arianespace per le operazioni ed il marketing. Va ricordato che il primo stadio P80FW, il più grande motore monolitico a propellente solido che sia mai stato fatto volare, si avvale di un involucro in composito, un ugello avanzato ed attuatori elettro meccanici per virare – una prima mondiale per un motore di tali dimensioni. Queste tecnologie saranno usate su futuri lanci Vega, ovviamente, ma saranno anche disponibili per futuri lanciatori che l’ESA sta studiando come parte dell’iniziativa Next Generation Launchers (Lanciatori di Prossima Generazione).
Il programma Vega entra ora in una nuova fase, chiamata VERTA: il programma di Ricerca, Tecnologia ed Accompagnamento di Vega (Vega Research , Technology and Accompaniment programme). Sotto VERTA, Vega lancerà diverse missioni scientifiche e tecnologiche. Il prossimo volo è programmato per gli inizi del 2013 e trasporterà il satellite dell’ESA di tele rilevamento Proba-V e carichi ausiliari multipli. Altre imminenti missioni ESA che rientrano nel programma VERTA sono AMD-Aeolus, per il monitoraggio dei profili dei venti, Lisa Pathfinder, per la dimostrazione di tecnologie per il rilevamento di onde gravitazionali, ed IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), un dimostratore per le tecnologie avanzate per il rientro. Il primo contratto commerciale per Vega è gia stato siglato da Arianespace, l’operatore commerciale di Vega, ed altri sono in negoziazione. A seguito di una gara aperta, a dicembre 2011 è stato assegnato ad Arianespace il contratto per il lancio dei satelliti Sentinel-2B e Sentinel-3B a bordo del lanciatore Vega.