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Il Terzo Paradiso dal satellite

Il Terzo Paradiso dal satellite

Che cosa unisce un satellite radar per osservazione della Terra e il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto? Il giorno della Terra (l’Earth Day) e la VITA, o meglio la missione dell’Agenzia Spaziale Italiana VITA che vedrà a breve impegnato l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, Paolo Nespoli. Da questa doppia relazione è nata l’iniziativa congiunta tra ASI e il Maestro, di riprendere con il satellite della costellazione Cosmo SkyMed (un programma dell’ASI realizzato industrialmente da Thales Alenia Space Italia), l’immagine del Terzo Paradiso, realizzata nei giardini della sede dell’Agenzia Spaziale Italiana con specchi riflettenti, che hanno permesso al satellite di cogliere l’opera di Pistoletto.

L’immagine rilasciata è stata catturata alle 18 e 56 del 6 Aprile, giorno del 60esimo compleanno dell’astronauta Paolo Nespoli, una giornata che ha messo in evidenza le capacità del satellite radar dell’ASI, poiché ottenuto nonostante il cielo coperto e la pioggia che avrebbero reso impossibile ad un satellite ottico di cogliere lo stesso risultato. A dare il proprio supporto a questa iniziativa dedicata al giorno della Terra, RAM Radioartemobile, Thales Alenia Space, Telespazio, E-Geos (che distribuisce le immagini Cosmo SkyMed), oltre ovviamente a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. L’iniziativa è frutto della collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea con il Maestro Pistoletto nell’ambito della missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana. Per la missione, il cui lancio è previsto a fine luglio, è in fase di realizzazione SPAC3, l’applicazione collegata alla missione, un progetto sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con RAM radioartemobile in collaborazione con ASI e Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.

 

Accordo ASI Protezione Civile

Accordo ASI Protezione Civile

Si rafforza la collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana e Protezione Civile per l’utilizzazione sempre più tempestiva delle tecnologie spaziali a sostegno del sistema di protezione civile. Lo sviluppo della conoscenza, l’accesso e l’utilizzo dei sistemi e delle telecomunicazioni satellitari nel campo dell’Osservazione della Terra e della gestione dei detriti spaziali a supporto delle attività del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Questi gli obiettivi dell’Accordo-Quadro sottoscritto dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Roberto Battiston.

«L’applicazione delle tecnologie spaziali e aerospaziali e, al contempo, l’utilizzo dei dati e delle informazioni fornite anche in tempo reale dai satelliti, rivestono un’importanza strategica per le finalità proprie del Sistema di protezione civile, in termini di sorveglianza e monitoraggio degli eventi relativi alle diverse tipologie di rischio e dei conseguenti effetti sui territori» ha detto il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a margine dell’incontro.

«E’ un accordo molto importante perché rafforza la messa a sistema delle competenze dell’Agenzia Spaziale Italiana in settori cruciali che vanno dal monitoraggio e la prevenzione delle emergenze alla loro valutazione e gestione, nell’ambito del coordinamento della protezione civile che è il nostro principale partner istituzionale», ha detto il Presidente dell’ASI Roberto Battiston. «Le costellazioni di satelliti Italiane come CosmoSkymed ed europee come Copernicus e Galileo, sia per l’osservazione della Terra che per i servizi di navigazione o per le telecomunicazioni, sono un asset strategico e irrinunciabile per un paese moderno che sempre di più deve gestire situazioni complesse derivanti sia dalla particolare conformazione del nostro territorio che dai fenomeni legati alla gestione dei flussi migratori. Inoltre, grazie agli investimenti nella Space economy, si affineranno le capacità di analisi dei dati satellitari, e grazie agli investimenti dell’ASI nel settore dei satelliti di piccola taglia, l’Italia avrà una infrastruttura tecnologica sempre più avanzata, flessibile ed efficiente. Lo spazio – ha concluso Battiston – è una super infrastruttura al servizio dei cittadini».

«In questa direzione – ha ricordato poi Curcio – vanno gli accordi siglati tra il Dipartimento e i diversi Centri di Competenza con expertise in materia di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati satellitari nel contesto nazionale, nonché nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile. Strumenti che, nel concreto, così come avvenuto in occasione, ad esempio, dell’alluvione di novembre scorso in Liguria e Piemonte o dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia, permettono di monitorare i fenomeni in tempo reale e di mappare l’estensione delle aree interessate, supportando così la gestione delle varie fasi operative e la risposta del Sistema Nazionale di protezione civile nel suo complesso. Questo accordo – ha concluso il Capo del Dipartimento della Protezione Civile – rafforza la partnership con l’Agenzia che, dal 2003, è uno dei Centri di Competenza di cui si avvale il Dipartimento».

L’intesa prevede la creazione di un Gruppo di Coordinamento, definisce le modalità operative della fornitura di dati e servizi satellitari e comprende la determinazione dei due enti di mettere in atto la programmazione di attività progettuali comuni con lo scopo di migliorare e arricchire la reciproca conoscenza delle rispettive tecniche operative.

 

Telespazio: i 40 anni del Lario

Telespazio: i 40 anni del Lario

Il Centro spaziale del Lario di Telespazio ha festeggiato i 40 anni di attività con una cerimonia durante la quale sono state ricordate le principali tappe della storia del teleporto lombardo, collocato all’estremo Nord del lago di Como, nel comune di Gera Lario. Il Centro spaziale del Lario, con 60 antenne operative e un’estensione di 80.000 mq, dei quali 5.000 coperti, costituisce un polo tecnologico d’eccellenza e fornisce servizi altamente specializzati ai maggiori operatori televisivi nazionali e internazionali, garantendone i collegamenti satellitari h24 per 365 giorni l’anno. Dal Lario sono gestiti inoltre servizi di telecomunicazioni per utenti istituzionali e commerciali oltre che attività di customer care per collegamenti di infomobilità, con copertura europea, e di navigazione e messaggistica, con copertura globale. Nei settori del controllo in orbita dei satelliti e in quello dell’acquisizione dei dati dallo spazio, il Lario è impegnato infine come stazione di terra per i satelliti Meteosat di seconda e terza generazione.

Nel corso dell’evento dedicato al quarantennale di attività, alla presenza di Luigi Pasquali, Direttore del settore Spazio di Leonardo e Amministratore Delegato di Telespazio, è stata inaugurata anche una mostra dedicata ai primi quattro decenni di attività del Lario: dal primo collegamento telefonico con gli Stati Uniti, attraverso un’antenna di 32 metri di diametro, agli esperimenti di propagazione in banda Ku con il primo satellite italiano per le telecomunicazioni, Sirio 1, lanciato nel ’77; dall’avvio della tecnologia digitale, negli anni ’80, per la diffusione dei segnali televisivi, allo sviluppo negli anni ’90 di sistemi di comunicazioni mobili per localizzazione e messaggistica; fino alla nascita dei sistemi di comunicazioni a banda larga, negli anni 2000.

 

Sentinel 2B è in orbita

Sentinel 2B è in orbita

Nono successo per Vega. Il lanciatore europeo progettato, sviluppato e realizzato in Italia da Avio, ha portato a termine la prima missione del 2017 mettendo in orbita correttamente il satellite Sentinel 2B, la nuova sentinella ambientale per monitorare lo stato di salute delle aree verdi del pianeta nell’ambito del programma Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea. Il liftoff è avvenuto alle 2:49 notturne di martedì 7 marzo dalla base ESA di Kourou in Guyana Francese. In poco meno di un’ora, Vega ha recapitato il suo carico a destinazione. Esattamente 58 minuti e 58 secondi dopo il decollo, il quarto stadio del razzo ha liberato Sentinel 2B che ha raggiunto l’orbita prestabilita a 786 chilometri di altezza. La nuova sentinella ambientale si unisce così al suo gemello Sentinel 2A, messo in orbita sempre da Vega nel maggio 2015, per realizzare immagini ottiche ad alta risoluzione della vegetazione, del territorio e raccogliere informazioni sull’inquinamento dei laghi e dei mari, nonché dati che potrebbero rivelarsi essenziali  in caso di emergenze. “Vega continua la sua marcia al 100 per cento. Questo nono lancio stabilisce un altro primato per il lanciatore prodotto a Colleferro che è una parte fondamentale della famiglia dei lanciatori che garantiscono l’accesso autonomo allo spazio dell’Europa”, commenta Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. “Grazie a VEGA e Ariane, a Copernicus e Galileo, lo spazio è sempre più una lingua comune dove l’Europa grazie alla sua tecnologia, alla sua scienza e alle sue aziende trova una proiezione per il suo futuro”.  Una delle caratteristiche di Vega è la sua versatilità. Nel 2018 infatti, grazie al nuovo dispenser Small Satellites Mission Service, porterà in orbita dei satelliti leggeri con masse variabili da uno fino a 400 kg. Questa nuova opportunità consentirà al vettore di essere al passo con le esigenze del mercato sempre più interessato lanciare i nano e i mini satelliti.

Il video del lancio di Vega, alla nona missione operativa

Il telerilevamento si abbassa

Il telerilevamento si abbassa

Il telerilevamento spaziale è una delle attività operative più importanti tra quelle affidate ai satelliti e in generale alle piattaforme orbitali. E’ noto che la maggior parte dei satelliti di telerilevamento si trova a una quota intorno agli 800 km, generalmente polare, che si abbassa anche fino a 500 km. Ora si proverà a sviluppare satelliti di dimensioni più piccole, quindi più economici sia in fase di costruzione che di lancio, ma dotati di sensori ad alta risoluzione in grado di garantire immagini di elevata qualità. Lo studio relativo viene sviluppato da un team di ricerca dell’Università di Manchester, che lavora alla fattibilità di un progetto che punta ad abbassare la quota operativa per consentire ai satelliti di telerilevamento di piccola massa di orbitare tra i 200 e i 450 chilometri. Il progetto ha una durata di quattro anni ed è finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea per un totale di 5,7 milioni di dollari. “I satelliti di telerilevamento sono ampiamente utilizzati per ottenere immagini per uso ambientale o di sicurezza, come ad esempio per la gestione dei terreni agricoli, per la sorveglianza marittima o per la gestione dei disastri”, spiega Peter Roberts, coordinatore scientifico del progetto. “Se saremo in grado di portare i satelliti più vicini alla Terra, allora potremmo ottenere gli stessi dati utilizzando telescopi o sistemi radar più piccoli e meno potenti. Tutte cose che ridurrebbero la massa e il costo degli stessi satelliti”. I nuovi satelliti che andranno ad osservare la Terra ad altitudini minori dovranno essere sviluppati con materiali innovativi per contrastare la maggiore densità dell’atmosfera. Per fare questo, il team di ricercatori testerà tali materiali in una “galleria del vento” che riprodurrà le condizioni nelle quali i satelliti andranno ad operare e in seguito saranno collaudati su un vero satellite che sarà lanciato in orbita. In programma anche lo sviluppo di un sistema sperimentale di propulsione elettrica, che utilizzerebbe proprio l’atmosfera residua come propellente, permettendo ai satelliti di rimanere in orbita a tempo indeterminato.

Nona missione di Vega

Nona missione di Vega

Il lanciatore Vega alla prima missione del 2017, la nona dall’inizio della sua attività cominciata con il volo inaugurale nel febbraio 2012. La missione, in partenza il 6 marzo alle 10:49 ora locale dalla base spaziale di Kourou in Guyana Francese (le 02.49 notturne del 7 marzo in Italia, riguarda il satellite per osservazione della terra, Sentinel 2B, che si unirà al suo gemello, Sentinel 2A, messo in orbita da Vega nel maggio 2015.

Sentinel-2B è una delle sentinelle del programma Copernicus varato da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea per l’Osservazione della Terra e in particolare per il monitoraggio delle aree coltivate e coltivabili, dei ghiacciai, della qualità delle acque costiere e interne e per il censimento delle foreste. Il satellite, una volta in orbita, si affiancherà al suo gemello Sentinel-2A, lanciato nel giugno 2015 e insieme saranno in grado di mappare ogni cinque giorni tutte le superfici terrestri fornendo immagini ottiche ad alta risoluzione  in grado di aggiornare e aiutare a comprendere lo stato di salute del nostro pianeta. I due satelliti viaggiano sulla stessa orbita, separati da 180° coprendo le latitudini comprese tra 56°S e 84°N, e possono fornire per ogni ripresa un campo di visione di 290 chilometri grazie alla capacità di ripresa multispettrale in 13 bande ad alta risoluzione di cui è dotata la fotocamera di bordo.

La spinta alla conoscenza più approfondita e puntuale di ambiente, clima, attività agricole, stato delle vegetazione e delle acque, affidata al programma Copernicus, arriva in senso fisico da Vega, il lanciatore europeo progettato, sviluppato e realizzato in Italia da Avio attraverso la controllata ELV (partecipata al 30% da ASI) e affidato alla campagna di lancio di Arianespace. Vega è un vettore di ultima generazione studiato per trasferire in orbita bassa (tra 300 e 1.500 km dalla terra) satelliti di massa fino a 2000 kg per uso istituzionale e scientifico, per l’osservazione della terra ed il monitoraggio dell’ambiente. Finanziato per il 65% dall’Italia e realizzato nello stabilimento Avio di Colleferro, nei pressi di Roma, Vega completa la famiglia dei lanciatori europei. Dal 2018, per rispondere alle necessità di portare in orbita i nano e i mini satelliti, Vega aumenterà le sue capacità grazie al nuovo distributore SSMS (Small Satellites Mission Service, servizio di missione per piccoli satelliti). SSMS infatti, darà a Vega la possibilità di lanciare satelliti leggeri che variano da uno a 400 chili.