da Sorrentino | Dic 3, 2014 | Eventi Scientifici e Culturali, Telescienza
Ugo Amaldi, lo scienziato che ha legato il suo nome al Cern di Ginevra e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle, ha ricevuto il riconoscimento alla carriera del Premio Leonardo Ugis, giunto alla quarta edizione, nato dalla collaborazione tra il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e Unione Giornalisti Italiani Scientifici.
“Una vita per la scienza, la ricerca, le loro applicazioni per il bene dell’umanità – recita la motivazione che accompagna il premio – Lo testimoniano il suo percorso professionale all’Istituto Superiore di Sanità; la brillante carriera al CERN di Ginevra, dove inizia occupandosi di protoni e neutrini e in seguito fonda e dirige la Collaborazione Delphi che raggruppa più di 500 fisici da oltre 40 paesi; i trattati di fisica; le oltre 450 pubblicazioni; il lavoro per la nuova tecnica della radioterapia, in cui si impegna fino a diventare l’anima per la nascita del nuovo centro di adroterapia oncologica di Pavia. Questo e molto ancora inseriscono il prof. Ugo Amaldi tra le personalità italiane di chiara fama che onorano l’Italia anche a livello internazionale, come sottolineano gli importanti riconoscimenti ricevuti”.
Ugo Amaldi è stato Dirigente di ricerca presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dove si è occupato di ricerca nucleare e di uso delle radiazioni ionizzanti nella terapia dei tumori. Chiamato al CERN nel 1973 come Senior Scientist – a seguito della scoperta del fenomeno dell’aumento della sezione d’urto protone-protone – ha studiato per vent’anni, sperimentalmente e teoricamente, le proprietà di protoni e neutrini e l’unificazione delle forze fondamentali. Tra il 1980 e il 1993 ha fondato e diretto, presso l’acceleratore LEP del CERN, la Collaborazione DELPHI (Detector with Lepton, Photon and Hadron Identification), formata da circa cinquecento fisici provenienti da quaranta laboratori di venti paesi diversi.
Nel 1992 Amaldi ha creato, con alcuni colleghi, la Fondazione per la Terapia con Radiazioni Adroniche (TERA) allo scopo di introdurre e sviluppare, in Italia ed Europa, questa moderna tecnica di radioterapia, che risparmia i tessuti sani e può controllare (con i fasci di ioni carbonio) i tumori radioresistenti. TERA, di cui Amaldi è da allora Presidente, ha lavorato per dieci anni al progetto del Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO). Ottenutane nel 2002 l’approvazione da parte del Ministero della Salute, questo centro – che è il secondo di questo tipo fuori del Giappone – è stato costruito tra il 2004 e il 2010 a Pavia da parte della Fondazione CNAO. All’inizio del 2014 il CNAO ha ottenuto dall’Istituto Superiore di Sanità la marcatura europea CE. Alla fine dell’ottobre 2014 erano stati trattati circa 400 pazienti. Più di 450 pubblicazioni documentano la sua attività scientifica nei campi della fisica degli atomi, dei nuclei, delle particelle fondamentali e degli acceleratori, applicati sia alla ricerca fondamentale che alla terapia del cancro.
Ugo Amaldi è membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze (Accademia dei XL), dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Istituto Lombardo, Accademia di Scienze e Lettere. Gli è stato conferito il titolo di Doctor honoris causa dalle Università di Lione, Helsinki, Valencia e Uppsala. È Commendatore della Repubblica e Socio Onorario della Società Italiana di Fisica e dell’Associazione Italiana di Fisica Medica. Tra altri riconoscimenti, gli sono stati assegnati l’Ordine dell’Amicizia della Repubblica Russa, il premio “Bruno Pontecorvo” (1995) – per i suoi contributi all’unificazione delle forze – e il premio “Renata Borlone, donna in dialogo” (2006). Nel 2007 gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica la medaglia d’oro come Benemerito della Scienza, della Cultura e dell’Arte e nel 2012 è stato nominato dal Politecnico di Monaco (TUM) Distinguished Associated Professor.
Nel 2012 ha pubblicato per la Zanichelli “Sempre più veloci” che traccia la storia degli acceleratori di particelle trattando argomenti che vanno dal Big Band all’adroterapia dei tumori. Nel 2013 questo libro ha vinto, fra trecento opere, il secondo premio per la divulgazione scientifica bandito dall’Associazione Italiana del Libro.
da Sorrentino | Apr 30, 2014 | Eventi Scientifici e Culturali, Telescienza
La sedicesima edizione del Premio Capo d’Orlando a Vico Equense parla di ricerca nel campo biofisico per contrastare importanti malattie, del ruolo del giornalismo scientifico nel passaggio epocale dalla carta stampata alla multimedialità, della priorità dei sapori come volano economico, dello storia di uno dei simboli del Made in Italy nel mondo attuata unendo filosofia a managerialità. Un ventaglio di interessanti argomenti oggetto degli interventi degli insigniti dell’importante riconoscimento ideato e organizzato dal Museo Mineralogico Campano – Fondazione Discepolo, con il patrocinio della Regione Campania, del Comune e dell’Azienda di Turismo di Vico Equense.
La consegna dei riconoscimenti venerdì 2 giugno al Castello Giusso di Vico Equense, nel corso di una manifestazione coordinata da Maria Pia Rossignaud, direttore di “Media Duemila”, e presieduta da Massimo Marrelli, rettore dell’Università “Federico II” di Napoli. La prestigiosa targa d’argento, su cui è impressa la riproduzione di uno dei pesci fossili rinvenuti nel XIX secolo a Capo d’Orlando, località della città equana che rappresenta la porta d’ingresso in costiera sorrentina, è stata sssegnata a Erwin Neher, premio Nobel per la Medicina nel 1991, docente all’Università di Gottinga, la cui relazione è dedicata ai canali ionici: “la scoperta, la funzione, il ruolo nelle malattie”. Per la sezione dedicata alla “Divulgazione” premiato Derrick de Kerckhove, uno dei più noti massmediologi al mondo, mentre per quella di “Management culturale” il comitato organizzatore ha insignito Luigi Nicolais, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e uno dei più noti scienziati italiani a livello internazionale. Per la “Comunicazione Multimediale” premiato Marco Cattaneo, direttore del mensile “Le Scienze”, di cui ha ideato e coordina il sito web. Il riconoscimento per la sezione “Scienza e Industria” spetta a Brunello Cucinelli, presidente ed amministratore della Brunello Cucinelli Spa, maison di moda, settore luxury, uno dei protagonisti del Made in Italy, noto anche per la sua filosofia umanistica applicata alla azienda quotata in borsa dal 2011.
Il Premio “Capo d’Orlando” è intitolato alla località di Vico Equense dove nel XIX secolo furono rinvenuti pesci fossili del Cretaceo ora esposti in vari musei europei. Ideato da Umberto Celentano, direttore del Museo Mineralogico Campano e coordinatore del comitato organizzatore, vanta nel suo albo d’oro protagonisti del mondo scientifico di fama mondiale come i premi Nobel John F. Nash, Riccardo Giacconi, Harold W.Kroto, Paul J.Crutzen, James D.Watson, Tim Hunt, Paul Krugman, George F.Smoot, Luis J.Ignarro.
Dal 2007 il riconoscimento ha come presidente onorario il Prof. Riccardo Giacconi, premio Nobel per la Fisica (2002). Nel corso degli anni sono state istituite le attuali sezioni, ultima delle quali nel 2011 quella dedicata a Scienza e Industria. Al Premio ed ai suoi insigniti è dedicato il sito www.premiocapodorlando.it
da Sorrentino | Dic 1, 2013 | Eventi Scientifici e Culturali, Ricerca
Il lancio di un pallone commemorativo ha celebrato “Antarctica Day”, che ricorda la firma e lo spirito del Trattato Antartico siglato a Washington il 1° Dicembre 1959, sottoscritto dall’Italia nel 1981 e da 47 Nazioni fino ad oggi. Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) celebra l’Antarctica Day dedicandovi le attività di ricerca attualmente in essere nell’ambito della XXIX spedizione presso la base Italiana “Mario Zucchelli” a Baia Terra Nova, nel Mare di Ross e la stazione Italo-Francese “Concordia”, sul plateau Antartico.
Il Trattato Antartico – come sottolinea Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento Scienze della Terra e dell’Ambiente CNR – segnò il momento di arresto nelle rivendicazioni territoriali sull’unico continente allora ancora inesplorato, sancì il divieto di ogni attività a carattere militare e di ogni esperimento nucleare e gettò le basi per fare dell’Antartide una riserva naturale dedicata alla pace, alla ricerca e alla collaborazione scientifica in favore dell’Umanità.
Dal 1985, attraverso il PNRA, l’Italia contribuisce alla conoscenza e allo studio del continente Antartico finanziando progetti che vedono scienziati italiani impegnati in ricerche internazionali su settori strategici quali glaciologia, fisica dell’atmosfera, geologia, geofisica, oceanografia, astrofisica, biologia, medicina, sviluppo tecnologico, con un particolare focus sulle questioni connesse ai cambiamenti climatici. Il CNR cura la programmazione e il coordinamento scientifico delle attività, mentre all’ENEA è affidato il compito di assicurare il necessario supporto logistico.Le iniziative celebrative di “Antarctica Day” sono coordinate dall’associazione mondiale di giovani ricercatori polari APECS (https://apecs.is/outreach/antarctica-day/antarctica-day-2013/antarctica-day-2013-map), in collaborazione con associazioni nazionali ed internazionali che si occupano di ricerca ed educazione delle scienze polari, tra cui l’Italiana SPEs: Scuola Polare Estiva per insegnanti (https://www.mna.it/spes), finanziata nell’ambito delle attività di divulgazione del PNRA.
Nella foto di Angelo Domesi (CNR) il lancio del pallone dalla Stazione Concordia in Antartide
da Sorrentino | Nov 11, 2013 | Eventi Scientifici e Culturali, Telescienza
Due fra i più importanti pionieri del design a livello mondiale, il guru del design della Apple Sir Jonathan Ive (KBE) e il designer industriale Marc Newson (CBE), hanno collaborato con il musicista e filantropo Bono per organizzare un’Asta (RED) che celebra l’eccellenza nel design e nell’innovazione. Jony e Marc hanno speso l’ultimo anno e mezzo curando la collezione, che comprende oggetti da diverse discipline che vanno dal viaggio spaziale e il lighting design, all’arte contemporanea e le auto rare. I proventi dell’asta, in programma il 23 novembre 2013 a New York presso Sotheby’s, saranno devoluti a The Global Fund per la lotta contro AIDS, Tubercolosi e Malaria. Tra le 40 icone del design, selezionate da Jony e Marc, ci sarà anche un telescopio Officina Stellare: l’astrografo RILA 400 con supporto a colonna personalizzato.
Officina Stellare è un’azienda italiana, nata nel 2009, che progetta e produce telescopi high-end dedicati sia agli astronomi che agli appassionati dell’osservazione del Cielo. RiLA (Riccardi Large Astrograph) è un telescopio astrografo dal veloce rapporto focale. è all’avanguardia sia sotto il profilo meccanico, con l’utilizzo di materiali compositi di carbonio e leghe speciali, che otticamente, grazie all’innovativo progetto ottico che impiega lenti a bassa dispersione. Officina Stellare è un esempio di eccellenza italiana e annovera tra i suoi clienti internazionali SOFIA (Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy) – NASA’s Ames Research Center California e l’MIT (Massachusetts Institute of Technology).
Marc Newson ha dichiarato: “Per Jony e me è stato un viaggio emozionante curare questa collezione di oggetti che celebrano il design straordinario che amiamo, che trascende i confini del tempo e dello spazio. Ogni oggetto e il suo processo di creazione racchiude in sé una tale ricchezza di valori umani che risulta naturale metterli all’asta avendo in mente un diverso senso del valore umano, al fine di raccogliere più denaro possibile per migliorare la vita delle persone oggi”.
La collezione (RED) Auction sarà esposta al pubblico da Sotheby’s sulla Fifth Avenue a New York dal 18 Novembre. Per saperne di più: Twitter hashtag #REDatSothebys.
Bono, Jony e Marc raccontano l’iniziativa
da Sorrentino | Ott 4, 2013 | Eventi Scientifici e Culturali, Telescienza
Da sabato 5 a domenica 20 ottobre va in scena la mostra “La Scienza del Volo”, curata e allestita da Eugenio Sorrentino, vicepresidente Unione Giornalisti Aerospaziali Italiani, nelle sale del Museo Civico di Scienze Naturali E. Caffi di Bergamo nell’ambito della manifestazione BergamoScienza 2013 (a ingresso gratuito). All’allestimento della mostra ha fornito un contributo rilevante lo Stato Maggiore Aeronautica fornendo, in collaborazione con il Deposito AMI di Gallarate, una serie di strumenti di bordo, tra cui il cockpit dello F104, equipaggiamenti e rari modelli in configurazione sospesa come l Nieuport 27 e il Caudron GIII, i seggiolini eiettabili e le derive di G91 e F104.
Un percorso espositivo originale per impostazione e contenuti, basato sul filo sottile che lega il volo degli uccelli e gli aeromobili progettati dall’uomo. 220 milioni di anni separano le evoluzioni dello Eudimorphodon ranzii, il rettile volante vissuto nel Triassico il cui fossile è presente nell’esposizione permanente museale, dal primo volo dei fratelli Wright (17 dicembre 1903). Negli ultimi dieci anni e un secolo la scienza aeronautica si è evoluta costantemente, segnando un progresso che ha permesso di approfondire e applicare in modo sempre più efficace le leggi dell’aerodinamica.
La mostra illustra le similitudini tra uccelli e aeromobili, l’evoluzione biologica e quella tecnologica attraverso i principi e le caratteristiche del volo, gli studi e i modelli di Leonardo, le figure magistrali della pattuglia acrobatica, offrendo la possibilità di toccare con mano il cockpit di un caccia F104, eliche e profili alari, vivere l’esperienza di un simulatore di volo.
La sezione permanente del Triassico introduce alle specie volanti primordiali e all’evoluzione degli uccelli, attraverso l’illustrazione delle tecniche di volo e delle straordinarie capacità e prestazioni dei volatili, tuttora oggetto di studio per analizzarne l’efficienza e i record di autonomia in aria così come tradurne i comportamenti nella elaborazione dei sistemi complessi basati sulla logica matematica. Migrazioni come voli a lungo raggio, controllo neuronico degli uccelli paragonabile al fly-by-wire dei moderni aeromobili, la modifica dei profili aerodinamici dei volatili associati alle ali a geometria variabile dei supersonici, il parallelo tra il radar naturale dei pipistrelli e il sistema di guida e controllo del volo: sono alcuni dei suggestivi raffronti che s’incontrano lungo il percorso della mostra, corredata con i modelli degli aerei che hanno fatto la storia, dal Flyer dei fratelli Wright al Bell X1 con cui Charles Yaeger superò per la prima volta il muro del suono nel 1947.
Le pagine più emblematiche del Codice del Volo di Leonardo, con la riproduzione dell’aliante concepito dal suo genio, aprono la sezione dedicata agli studi che hanno affinato le conoscenze aerodinamiche e consentito di perfezionare le prime macchine volanti trasformandole in velivoli sempre meglio governabili ed efficienti, grazie a profili accurati e combinati con ali e impennaggi performanti, al passaggio dall’elica al motore a getto, all’utilizzo della galleria del vento. Viene spiegato in modo comprensibile come fa un aereo a volare, come si effettuano le manovre più comuni e quelle acrobatiche, le leggi che regolano il volo dell’elicottero.
La parte di allestimento curato dall’Aeronautica Militare Italiana comprende equipaggiamenti strumentali dei caccia F104 e G91 con le rispettive derive, seggiolini eiettabili, una serie di eliche e pale, caschi, paracadute eausili per i piloti, due splendidi modelli in scala sospesi del monoposto francese Nieuport 27 (1917) e del biposto Caudron G III (che effettuò il primo decollo dal ponte di una nave nel 1913), una raccolta di disegni originali del celebre progettista Giovanni Caproni che costruì e fece volare i suoi prototipi proprio alle porte di Bergamo, sugli aerocampi di Ponte San Pietro e Brembate.
All’interno della mostra è stata allestita una sezione multimediale con quattro postazioni video. La prima dedicata alla straordinaria esperienza di Angelo D’Arrigo che sorvolò l’Everest in deltaplano ed entrò in simbiosi con le aquile, perfette macchine volanti di cui vengono descritte le caratteristiche. Una sintesi del filmato “Flying over Everest”, concesso dalla Fondazione Angelo D’Arrigo, permetterà di ammirare le mirabili evoluzioni che hanno visto protagonisti l’uomo e l’aquila. Il visitatore ha la possibilità di visionare le immagini che raccontano la storia dell’elicottero e le esperienze nella galleria del vento atte a simulare il comportamento dei velivoli. La quarta sezione, decisamente suggestiva, offre un’originale ricostruzione del programma 2013 della Pattuglia Acrobatica Nazionale, con la descrizione particolareggiata delle 18 figure eseguite dai dieci velivoli MB339 che compongono la formazione.
L’ultimo quadro è dedicato al turismo spaziale, con la rappresentazione delle fasi di volo dell’aerospazioplano SpaceShipTwo che raggiungerà la quota di 100 km prima di rientrare a terra. Il percorso della mostra si conclude con l’esperienza di un vero simulatore di volo, messo a disposizione da Edetainment360, che nasce come strumento di intrattenimento culturale sia per i più piccoli che per gli adulti e come supporto per la divulgazione e la didattica della cultura aeronautica e della scienza del volo.
da Sorrentino | Ott 3, 2013 | Eventi Scientifici e Culturali, Medicina
Presentata a Milano la Proposta di Legge Regionale per la Ricerca Scientifica e la Didattica su iniziativa dell’AIBC (Associazione Italiana di Bioetica in Chirurgia) con il patrocinio della Regione Lombardia. L’Aibc, Associazione italiana di Bioetica in Chirurgia, con il supporto del Comitato nazionale di bioetica, ha elaborato una proposta di legge regionale per la Lombardia sulla disponibilità a donare alla scienza il proprio corpo post mortem. L’intenzione è quella di «inserire l’articolato di legge proposto da Aibc sotto forma di articolo unico nel progetto di riordino del sistema sanitario lombardo in discussione nelle prossime settimane», ha detto il Presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Fabio Rizzi, durante l’illustrazione del progetto oggi a Palazzo Pirelli, a Milano. Qualora in questo iter ci fossero degli ostacoli, Rizzi si e’ detto disposto a «depositare la proposta come disegno di legge a sé stante». Se venisse approvata, questa normativa «sarebbe la prima in Italia di questo tipo», ha specificato a margine il Presidente dell’Aibc Daniele Maggiore. Il testo prevede la libera scelta di poter compilare un modulo dal medico generale, nel quale si comunica la volontà dimettere a disposizione il proprio corpo dopo il decesso a centri di ricerca scientifica o didattica biomedica accreditati presso le Asl. Il consenso può essere ritirato o modificato da chi lo ha firmato in ogni momento e può indicare il centro di ricerca cui fare dono di se’ o anche escludere specifiche attività. Queste attività saranno svolte nelle 72 ore successive alla consegna del corpo al centro da parte dell’Asl, trascorse le quali la salma sarà restituita ai parenti. «Ognuno di noi – spiega il Presidente dell’Aibc – con le proprie conoscenze sa quali possano essere le sensibilità personali che il mettere a disposizione il proprio corpo, può attivare dentro di noi. Sinceramente, al di là del significato religioso che si potrebbe dare ma che non vogliamo mettere alla base di questo scritto, penso che si debba principalmente cogliere il significato della donazione, del dare qualcosa agli altri, qualcosa di cui noi non abbiamo più sentore, che non ci viene tolto, che non ci viene strappato. Dare il proprio corpo o renderlo disponibile è un atto che a noi non costa nulla».