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hawkingSe fossimo attratti inesorabilmente da un buco nero, uno degli oggetti cosmici che si forma dal collasso gravitazionale di una stella massiccia senza parlare di quelli enormemente più grandi e pesanti, non potremmo che finire inghiottiti nella enorme voragine da cui non c’è scampo e neppure la luce riuscirebbe a uscire. Una convinzione che viene scalfita dalla stravolgente affermazione dell’astrofisico Stephen Hawking, rilasciata durante la conferenza al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, secondo il quale ci sarebbe modo di uscire da un buco nero, magari ritrovandosi in un’altra dimensione o universo. Una teoria che richiama il copione della pellicola di fantascienza Interstellar e aprirebbe uno scenario inedito nel panorama della fisica e dell’astronomia. In attesa di pubblicare entro un mese una relazione a sostegno del suo assunto, Hawking fa alcune considerazioni su quanto avverrebbe quando la gigantesca forza gravitazionale di un buco nero inghiotte un oggetto. Alla base della nuova teoria c’è la meccanica quantistica, secondo cui nulla viene distrutto.

black-holeNel caso specifico, l’informazione di ciò che entra nel buco nero rimane e viene riemessa sotto forma di radiazione. Ovvero, secondo lo scienziato, l’informazione viene assorbita non all’interno del buco nero, ma ai suoi estremi, dentro il cosiddetto “orizzonte degli eventi”, formando un ologramma di particelle o facendola fuoriuscire da altra parte. Il buco nero non viene visto più come eterna prigione, ma Hawking si affretta a spiegare che una volta sbucati altrove, probabilmente un universo parallelo, non si conosce modo per tornare nel nostro. Una sorta di Stargate, un anello di passaggio di sola andata?