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Il Consiglio Ministeriale dell’ESA 2012 svoltosi a Napoli rappresenta con un importante successo politico e di contenuti per l’Europa e per l’Italia, e segna una tappa fondamentale per la crescita della collaborazione spaziale europea. Nonostante l’attuale fase di congiuntura economica sfavorevole, le sottoscrizioni complessive hanno raggiunto un valore totale nell’ordine dei 10 miliardi di euro, a conferma dell’importanza che tutti i Paesi membri attribuiscono alla ricerca e all’innovazione nel settore spaziale, al fine di sviluppare le capacità tecnologiche e industriali europee e sostenere la crescita economica.

Al Consiglio hanno partecipato per l’Italia il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, e il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese. Per la prima volta hanno partecipato Polonia e Romania, i nuovi stati membri dell’ESA, che portano così la rappresentanza a 20 nazioni. Il dato politico più rilevante è l’approvazione della Risoluzione che disegna l’evoluzione dei rapporti tra ESA e Unione europea. In proposito, l’Italia ha auspicato che l’ESA e UE trovino le modalità esecutive per garantire la sinergia tra le rispettive attività nel settore spaziale, in modo da evitare duplicazioni e massimizzare i ritorni degli investimenti degli stati membri. Per quanto riguarda i grandi programmi europei Galileo e GMES, su proposta italiana, è stata sottolineata l’importanza di una tempestiva ed efficiente implementazione di questi programmi, inclusa la disponibilità dei primi servizi entro la fine del 2014.

L’Italia considera lo Spazio un settore strategico in tutte le sue componenti costitutive (ricerca, progettazione, realizzazione, lancio e gestione operativa delle missioni spaziali) e ritiene necessaria una visione europea complessiva che miri al rafforzamento del ruolo dell’Europa nel settore spaziale e alla valorizzazione degli investimenti, con ricadute in termini di servizi ed applicazioni e con benefici diretti per i cittadini e per la competitività. In questa prospettiva, nel corso della Ministeriale, il nostro Paese ha sostenuto soprattutto i programmi che maggiormente assicurano questo obiettivo.

Nel settore dei lanciatori, nel quale si è registrata un’intesa franco-tedesca sullo sviluppo futuro del lanciatore europeo Ariane, l’Italia ha voluto dare un sostanziale contributo mettendo a disposizione 26 milioni con l’obiettivo di assicurare una maggiore competitività sul mercato del futuro lanciatore ed una crescente sinergia con il programma Vega per il quale sono stati sottoscritti ben 85 milioni. In proposito, oltre al sostegno finanziario degli altri stati membri già partecipanti al programma abbiamo chiesto ed ottenuto per la prima volta anche quello della Germania con 9 milioni di euro, rafforzando così il carattere europeo di questo programma che l’Italia sostiene per oltre il 60% dei costi. La Germania, in particolare, si candida a costruire l’ultimo stadio di Vega in sostituzione di quello attualmente impiegato e fornito dall’Ucraina. Ovvio considerare l’ulteriore sviluppo di Vega propedeutico a quello relativo alle tecnologie che saranno introdotte per Ariane 6, come sottolinea il presidente ASI, Enrico Saggese.

Per quanto concerne la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’Italia ha sostenuto la piena valorizzazione scientifica e tecnologica di questa infrastruttura per tutta la durata della sua vita operativa (fino al 2020). In questa prospettiva, il nostro contributo è stato di 144 milioni, 45 dei quali per favorire un rafforzamento della cooperazione con la NASA attraverso la realizzazione di un modulo di servizio per il futuro veicolo di trasporto umano della NASA (cosiddetto “barter element”). Il nostro sostegno alla ISS ha dato un rilevante contributo alla copertura finanziaria per questo programma, facilitando un’intesa complessiva da parte dei grandi stati membri.

Nel campo dell’osservazione dell’universo e nel campo dell’esplorazione spaziale, è stata sottolineata l’importanza di una collaborazione con partners extra-Ue, come la Russia. In questo settore, l’Italia contribuisce con 55 milioni al finanziamento della missione Exomars. Per quanto riguarda l’osservazione della Terra, il nostro contributo complessivo è stato di 208 milioni per progetti scientifici (Earth Explorer) e meteorologici che offrono una risposta ai problemi dell’ambiente, della tutela del territorio e dei cambiamenti climatici. Infine, a proposito dei programmi di sviluppo tecnologico e delle applicazioni integrate nel settore delle telecomunicazioni, il nostro contributo complessivo è stato di 109 milioni, un finanziamento importante assicurato con l’obiettivo di massimizzare il leverage di questi programmi sull’indotto del settore, che ha già brillanti caratteristiche di autosostenibilità.

Le sottoscrizioni complessive italiane per i programmi facoltativi sono state di 657 milioni di euro, ripartite per un periodo pluriennale (3-5 anni), nel modo seguente: 137 milioni per i programmi sui lanciatori; 208 milioni per i programmi per l’osservazione della terra; 200 per i programmi relativi al volo umano; e 109 milioni per i programmi di sviluppo tecnologico e nel settore delle Telecomunicazioni, navigazione e sicurezza. Inoltre, l’Italia nel corso dei prossimi cinque anni, contribuirà ai programmi obbligatori con circa 500 milioni. Questo livello di contribuzione rientra pienamente nella programmazione strategica approvata dal Governo ed ha assicurato all’Italia di mantenere un ruolo di leadership nell’ambito ESA in cui resta il terzo paese contributore.

“Il settore dello spazio – sottolinea il ministro Profumo – è strategico per la ricerca e lo sviluppo industriale dell’Italia. Il risultato della Ministeriale conferma il ruolo politico del nostro Paese, che si è concretizzato con la partecipazione al progetto Vega di nuovi partner, come la Germania, e con il rinnovato impegno di Olanda e Francia. Un importante riconoscimento politico all’Italia è testimoniato – aggiunge – anche dall’impulso alla nuova famiglia di lanciatori”. Il ministro della Ricerca italiano ricorda anche “la partecipazione del Paese allo sviluppo della Stazione Spaziale Internazionale, con attività importanti per il settore scientifico e industriale, oltre alla confermata partecipazione nei settori dell’osservazione della terra, dell’esplorazione e delle telecomunicazioni”.

“La lunga sessione della Conferenza Ministeriale ha consentito di raggiungere traguardi importanti per i programmi relativi alla Stazione Spaziale Internazionale e ai lanciatori – sottolinea il presidente ASI, Enrico Saggese . La ISS continuerà fino al 2020 e si svilupperà il Barter Element che consentirà di farci collaborare con la NASA per le future missioni in orbita oltre la LEO. Per i lanciatori si è tracciata una fase di transizione costruttiva tra Ariane 5 e Ariane 6, che rafforza anche il ruolo di Vega. L’ingresso della Germania renderà il programma a guida italiana ancora più europeo. Per quanto riguarda il supporto all’Osservazione della Terra e allo Sviluppo di nuove tecnologie, esso costituisce il giusto riconoscimento da parte dei ministri dell’Europa spaziale. Va sottolineato, infine, l’importante sostegno politico all’ESA espresso nel documento sulla visione del ruolo reciproco di ESA e Unione Europea in materia di attività spaziali”.