Lo Spazio, un tempo sinonimo di esplorazione e tecnologia, è oggi divenuto un settore strategico in cui si incontrano la competitività industriale e la capacità di offrire servizi. Questo binomio ha creato una connotazione socio economica dello spazio e ha attirato l’attenzione di Paesi e di imprese che, sempre più numerosi, hanno iniziato ad investire sviluppando una vera e propria “economia dello Spazio”. Questa la tesi sviluppata da Lanfranco Zucconi, Presidente AIPAS (associazione delle imprese per le attività spaziali), al convegno promosso da Space Renaissance al Politecnico di Torino.
Zucconi ha ricordato che, secondo l’ultimo rapporto OCSE 2014, lo Spazio occupa circa 900.000 addetti in tutto il mondo, che generano un fatturato di 256 Miliardi di dollari, dei quali 150 miliardi per servizi, telecomunicazioni, e televisione, navigazione osservazione della terra. Sebbene lo Spazio sia ritenuto una attività costosa la spesa pro-capite degli Stati è molto bassa. Il governo USA che guida la classifica con un investimento nelle attività spaziali di circa 50 miliardi di dollari l’anno, spende in realtà lo 0,3% del suo PIL. In realtà lo Spazio non è cambiato molto negli ultimi anni, con una crescita lenta se paragonata ad altri settori ad alta tecnologia come ad esempio l’informatica o la telefonia mobile. In particolare lo Spazio istituzionale nelle sue articolazioni non ha subito nel tempo un significativo cambiamento, rimanendo conservativo in un settore che tutti ritengono istintivamente ai confini dell’innovazione. Pochi esempi negli USA, in Europa e pochissimi in Italia stanno dimostrando che è possibile anzi necessario introdurre dei cambiamenti per ricercare una dimensione efficace per rendere sostenibili le attività spaziali. Purtroppo, nonostante alcune iniziative di promozione di investimenti privati negli USA, lo Spazio ha ancora bisogno di uno stato orientato a sostenerne lo sviluppo con concreti investimenti. Nonostante le difficoltà economiche degli ultimi anni le attività spaziali sono destinate a crescere e svilupparsi, rappresentando “una grande opportunità per i giovani”. Attraverso l’inserimento dei giovani nelle aziende ma anche nelle istituzioni preposte alle attività spaziali – ha concluso Zucconi – sarà possibile introdurre quei cambiamenti necessari per lo sviluppo di infrastrutture spaziali sostenibili e di servizi che il mercato del futuro richiederà.









