Il telescopio spaziale Hubble festeggia i 25 anni di attività celebrando i grandi traguardi conseguiti nella scienza dell’universo. A questo straordinario osservatorio, precursore del James Webb Space Telescope annunciato nel 2018, è dedicato il quarto congresso che l’Accademia dei Lincei di Roma ospita dal 17 al 20 marzo 2014. Il tema dell’evento (Science with the Hubble Space Telescope) presenta il sottotitolo emblematico “Guardando al Futuro” e intende illustrare gli aspetti scientifici che l’astrofisica sarà chiamata a sviluppare nei prossimi decenni grazie alla migliore conoscenza del cosmo profondo.
Il congresso, organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea e dallo Space Telescope Science Institute della NASA con il supporto dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF, affronta le tematiche di maggiore interesse: dalla fisica del Sistema Solare, alla ricerca di esopianeti, dalle popolazioni stellari alle galassie più remote dell’Universo. Figure di riferimento dell’evento scientifico sono John Grunsfeld, capo delle missioni scientifiche della Nasa, e Adam Reiss, premio Nobel per il suo studio sull’espansione accelerata dell’Universo, a cui è ispirata l’installazione artistica Heaven’s Carousel (letteralmente “Giostra dei Cieli”), un’opera del tedesco Tim Otto Roth che lega arte e astronomia, installata in occasione del congresso nei giardini dell’Accademia dei Lincei e visitabile fino a giovedì 20 marzo, dalle 18:30 alle 19:30. Di grande interesse il seminario pubblico, in programma martedì 18 marzo alle ore 19, tenuto da John Grunsfeld astrofisico e astronauta, veterano di cinque voli spaziali, tra cui tre missioni di servizio del telescopio spaziale Hubble (STS-103 nel dicembre 1999; STS-109 nel marzo 2002 e STS-125 nel maggio 2009), il quale ha sommato oltre 835 ore nello spazio, tra cui quasi 60 ore di attività extraveicolare durante otto passeggiate spaziali. A Grunsfeld è affidato il compito di raccontare come è cambiata la nostra visione dell’Universo grazie al telescopio spaziale Hubble e come ci aspettiamo cambierà grazie il suo successore, il James Webb Space Telescope.
Si parlerà anche di Kepler, il telescopio lanciato dalla Nasa nel 2009 e costretto a ridurre la propria attività a causa di un malfunzionamento che ne ha limitato le capacità di funzionamento. Grazie a Kepler sono stati scoperti 715 pianeti extrasolari, che ruotano attorno a 305 stelle, ma molte altre scoperte sono ancora possibile con la progressiva elaborazione dei dati raccolti da questo osservatorio.
E’ emerso che per il 95% sono più piccoli di Nettuno, che è quasi quattro volte la Terra. Ci sono inoltre quattro pianeti più piccoli, dalle dimensioni di circa 2 volte e mezza rispetto a quelle della Terra, che si trovano nella cosiddetta ”zona abitabile”, ossia ad una distanza dalla loro stella tale da permettere l’esistenza di acqua allo stato liquido e, forse, anche di forme di vita. Sono oltre 1700 i pianeti extrasolari finora scoperti in totale e il loro numero aumenta man mano che gli strumenti si affinano. L’oggetto ritenuto più interessante è Kepler-296f, un pianeta grande il doppio della Terra, in orbita intorno ad una stella grande la metà del nostro Sole.









