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Lazio_visto_dallo_spazioUna mostra che punta direttamente sullo spaccato del nostro pianeta visto dallo Spazio, proponendo una visione di particolare impatto oggettivo, tale da evidenziare i fenomeni macroscopici come quelli che segnano i progressivi cambiamenti cui sono soggetti le terre abitate e non e la vasta distesa dei ghiacci. Dopo la kermesse al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2014, arriva al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano (9 maggio – 31 ottobre 2015) “Il mio pianeta dallo Spazio. Fragilità e bellezza”, a cura di Viviana Panaccia, già direttore della comunicazione di aziende del settore spaziale, e realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. Una raccolta di immagini, riprese dai satelliti di osservazione terrestre e dalla stazione spaziale internazionale, che dimostra la fragilità del nostro pianeta e le sfide poste dal cambiamento climatico, ma che rappresenta anche un viaggio in alcuni dei posti più belli e remoti della Terra. L’allestimento pensato per il sito museale di Milano è stato rivisto e orientato al tema di Expo 2015, ovvero alle risorse e al patrimonio naturale del pianeta da difendere e valorizzare per consentire all’umanità di usufruirne in modo equo e garantire un futuro di vivibilità alle generazioni a venire.
delta-del-mississipiDallo Spazio si percepisce l’ immagine di una Terra in evoluzione: scioglimento dei ghiacciai, livelli del mare che si innalzano, foreste pluviali minacciate dalla deforestazione, desertificazione crescente che colpisce le terre coltivate e dell’espansione urbana. Sottolineano l’importanza della tecnologia dallo Spazio nella gestione delle risorse naturali e nella gestione dell’ambiente globale.
Proprio per questo motivo la curatrice e le agenzie spaziali, insieme al Museo della Scienza e della Tecnica, hanno voluto amplificare la sezione dedicata a foreste e agricoltura, con particolare accento alle foreste pluviali minacciate dalla deforestazione, desertificazione crescente che colpisce le terre coltivate e all’espansione urbana che dà origine alle megalopoli. Le immagini riprese dall’orbita documentano i processi di de forestazione e la conversione delle foreste in terreni agricoli, risaie, uliveti e agricolture a pivot. Evidenziano come il satellite contribuisce alla gestione delle zone agricole e alla previsione dei raccolti. Un richiamo all’importanza delle foreste per l’ecosistema del pianeta: essenziali per la biodiversità e laboratorio naturale per l’assorbimento di CO2.
pianeta-dallo-spazioImmagini satellitari, in aggiunta quelle riprese da Luca Parmitano, l’astronauta dell’ESA che ha condotto la prima missione di lunga durata dell’ASI ed è testimonial della mostra, e una serie di videoinstallazioni, compongono un percorso di rara bellezza che nel contempo invita a riflettere sulla fragilità del nostro pianeta. Una testimonianza della Terra presente che è soprattutto invito a essere più sensibili alla necessità di uno stile di vita eco-sostenibile, di un utilizzo più consapevole delle risorse naturali e alle potenzialità innovative dell’utilizzo delle tecnologie spaziali. Un’immagine notturna del pianeta rivela al visitatore il livello di affollamento globale mostrando la concentrazione delle zone illuminate. Altre immagini mostrano gli sviluppi recenti delle calotte nella regione Artica e Antartica, dal momento che le regioni polari sono considerate le più sensibili ai cambiamenti climatici e i migliori sensori per il monitoraggio della salute del pianeta. Particolari delle distese di acqua, deserti e i moti dell’atmosfera completano il suggestivo sguardo fotografico sul pianeta, che dallo Spazio rivela le mutazioni compiute e quelle in corso.

Foto ESA: in evidenza, il Lazio; al centro, il delta del Mississipi