Giovedì 28 aprile 2016 è un’altra data storica per il programma spaziale russo, legata all’inaugurazione del nuovo cosmodromo realizzato a Vostochny, all’estremità orientale sulla costa pacifica, situato nell’Oblast dell’Amur, in uno dei punti più meridionali del territorio russo e a poca distanza del territorio cinese, frutto della riconversione della base che nel periodo della guerra fredda aveva ospitato missili balistici intercontinentali. Dopo un rinvio di 24 ore, dovuto a motivi tecnici (conto alla rovescia sospeso a 90 secondi dal “через”), alle 4:01 ora italiana, alla presenza del presidente russo Vladimir Putin, il razzo vettore Soyuz 2.1a si è sollevato dalla rampa di lancio per portare in orbita tre satelliti. Il vero obiettivo era riuscire a inaugurare il nuovo cosmodromo il 12 aprile, data del primo volo umano nello spazio con Yuri Gagarin, ma è stato fallito.
La nuova base spaziale è stata voluta proprio da Putin per rafforzare la capacità di lancio e iniziare a smontare la dipendenza dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakhstan, storico caposaldo delle operazioni spaziali sovietiche e oggi , per così dire, gestito in affitto, con un canone annuo di 115 milioni di dolalri. Il cosmodromo di Vostochny, che si estende una superficie di 700 chilometri quadrati e costerà una volta ultimato circa 3 miliardi di dollari, è destinato a diventare qualcosa più di una semplice base di lancio, ovvero un complesso dotato di infrastrutture di servizio e abitative e collegato da reti stradali e ferroviarie. Per la Russia spaziale sarà la nuova Città delle Stelle, da dove, a partire dal 2023, sono previsti anche i lanci di navicelle con equipaggio. Con la disponibilità della base di Plesetsk, dove si stanno testando i nuovi razzi Angara per l’immissione di carichi utili e satelliti in orbita bassa, il Paese che ha avviato l’era astronautica si smarcherebbe almeno parzialmente dal cosmodromo di Bajkonur per quanto riguarda i voli umani. L’agenzia spaziale russa Roscosmos prevede di spostare entro prossimo decennio il 45% dei lanci su Vostochny, portando la quota di Baikonur dal 65 all’11%. Da Plesetsk, da cui possono essere raggiunte orbite altamente inclinate e geostazionarie, gestirebbe il 44 per cento dei lanci. Intanto, dopo il volo inaugurale, da Vostochny non ci saranno ulteriori lanci almeno fino al 2017.