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50-ANNI-DI-SPAZIO-ITALIANO-LOGOLa strada che porta allo spazio passa per il nostro Paese – recita la scritta che campeggia sotto il logo dell’Agenzia Spaziale Italiana e nel giorno del cinquantennale del lancio del satellite San Marco 1, che fece dell’Italia il terzo Paese ad accedere allo Spazio, non poteva esserci richiamo più emblematico all’impresa di Luigi Broglio, il von Braun italiano, come lo definisce Roberto Battiston, presidente ASI. Broglio, espressione congiunta di Aeronautica Militare e Università La Sapienza, iniziò a sperimentare lanci dal poligono militare di Salto di Quirra. Nel 1961 Edoardo Amaldi suggerì a Broglio un piano spaziale italiano che avrebbe condotto al lancio del primo satellite San Marco il 15 dicembre 1964 e alla creazione nel 1967 della base spaziale italiana al largo di Malindi, ancor’oggi attiva come centro di telemetria e controllo satellitare. Battiston ha annunciato che l’ASI sta contrattando il rinnovo di collaborazione con il Kenia per i prossimi 15 anni, che prevede una serie di ricadute tecnologiche anche per il Paese ospitante.

Il bilancio complessivo dell’attività spaziale nel nostro Paese è più che soddisfacente con un’attività industriale e scientifica di rilievo, dalla stazione spaziale al lanciatore Vega alla prossima missione Exomars. “Lo spazio italiano è controesempio della perdita di competenze denunciata dal Paese” .- sottolinea in un passaggio Battiston – Terzo contributore dell’ESA, l’Italia richiama la necessità di investire in un settore che promette ricadute multiple

Il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, gen. Pasquale Preziosa, richiama la ompetenza e la passione che sono i pilastri della forza armata in cui Broglio si è formato. Nella nebbia in attesa del sole – scriveva Broglio nel libro in cui parlava di Marte. Laureato in ingegneria, matematica e fisica, Broglio diceva di essere consapevole di lavorare per il bene comune e il prestigio dell’Italia. “Spazio e aeronautica è binomio inscindibile – dichiara Preziosa – Spazio è estensione dell’ambiente operativo, sinonimo di sicurezza militare. Basti pensare che i Predator nello scenario dell’Afghanistan vengono controllati via satellite dalla base AMI di Amendola. Il Centro Sperimentale di Pratica di Mare ospita anche il settore di ricerca spaziale. Lo Spazio è tra noi – continua Preziosa – tante tecnologie, anche domestiche, sono fruibili grazie allo Spazio. Il lancio del San Marco fu il risultato dei precedenti 30 anni di lavoro. Nel 1938 Pezzi raggiunse con un velivolo dotato di motore a pistoni ed elica la quota di 50mila piedi, record tuttora imbattuto. L’accesso allo Spazio fu possibile grazie alla cooperazione tra mondo accademico, Aeronautica Militare e industria fu possibile. Nel 1964 non era facile lanciare un satellite, ma quell’impresa fu il segno dell’eccellenza di cui il nostro Paese è capace. Dai pionieri del volo ai nostri astronauti, sono tutti indistintamente interpreti di capacità straordinarie negli anni seguiti all’epopea del generale Broglio – conclude Preziosa. Al quale fa eco Gen. Giovanni Sciandra, presidente CESMA, il centro studi dell’Arma Aeronautica, con un richiamo al consenso e alla consapevolezza della presenza sempre più marcata dell’Italia nello Spazio

Il cinquantennale dell’Italia nello Spazio coincide con l’anniversario di fondazione dell’Agenzia Spaziale Europea, un modello di integrazione continentale che risponde alla visione del fisico Edoardo Amaldi. A testimoniare questo binomio è l’ing. Giuseppe Morsillo, direttore finanza e controllo dell’Agenzia Spaziale Europea. “I risultati conseguiti nella Ministeriale ESA premiano la politica spaziale italiana al 12,8% e corrispondono in totale a programmi per un valore di 15,8 miliardi milioni, di cui 9,9 già in portafoglio, con aggiunta 80 milioni per programmi in corso. Anche la missione Exomars, esempio avanzato di esplorazione robotica, con il nostro Paese in prima linea, può procedere nei tempi previsti, anche grazie all’ingresso della Spagna come quarto partner.

“L’Italia può vantare il 50% del volume abitabile della stazione spaziale, un programma strategico come Cosmo Skymed, la partecipazione a un’impresa straordinaria come quella di Rosetta – ricorda Morsillo – Lo Spazio costa a ciascuno italiano l’equivalente di una pizza all’anno. E il ritorno economico è sempre più una certezza nell’alimentare servizi e applicazioni a beneficio della società civile”.

L’ing. Mauro Moretti, ad Finmeccanica, va al nocciolo dei problemi: “Il Parlamento italiano sta discutendo gli investimenti necessari a sostenere i programmi di ricerca e industriali. Le operazioni di joint-venture, ancorché necessarie, hanno tolto il ruolo di prim’attore all’industria aerospaziale italiana. Lo Spazio è una leva potente e il piano industriale di Finmeccanica prevede che lo Spazio torni ad avere una funzione centrale”. Un messaggio chiaro per sottolineare che, in un momento celebrativo di tale importanza, occorre guardare avanti con la responsabilità di dotarsi di strumenti idonei a sostenere le sfide presenti e future.

La testimonianza di Ugo Ponzi, tra i collaboratori e i protagonisti del progetto San Marco, assegna a Broglio il merito di aver rilanciato le infrastrutture di ricerca aeronautiche, per lo studio dell’aerodinamica delle alte velocità e la sperimentazione missilistica, e stretto la collaborazione con la NASA. L’obiettivo era il raggiungimento dell’orbita equatoriale bassa nel modo più efficiente, per mettere in pratica un metodo nuovo per la misurazione della densità dell’alta atmosfera.

Prof. Maurizio Di Ruscio

“Il satellite San Marco 1 – ricorda il prof. Maurizio Di Ruscio – recava a bordo due esperimenti, uno di Broglio, l’altro dell’Istituto microonde del Cnr di Firenze. La bilancia di Broglio offriva la possibilità di registrare con continuità, punto per punto, in particolare al perigeo, la densità atmosferica, restando all’interno delle fasce di van Allen”.

La conferenza celebrativa ripercorre il lancio del San Marco 1, con il gen. Basilio Di Martino, l’eredità di quel programma ai fini della formazione e ricerca nel settore aerospaziale, a cura dei docenti dell’Università La Sapienza, Filippo Graziani e Marcello Onofri, e la figura stessa di Luigi Broglio, affidata alla biografia di Giorgio Di Bernardo.

INTERVISTA AL GEN. PASQUALE PREZIOSA, Capo di Stato Maggiore AMI