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Il prof. Carlo Buongiorno, lo scienziato che dalla cattedra dell’Università La Sapienza di Roma ha contribuito in modo determinante al varo e al successo dei più importanti programmi spaziali italiani, non ha fatto in tempo a vedere realizzato fino in fondo il suo progetto più ambizioso: il piccolo lanciatore europeo Vega, di ideazione, sviluppo e ossatura tecnologica “made in Italy”, adottato dall’ESA e che ha effettuato con esito eccellente il primo volo di qualifica dallo spazioporto di Kourou nella Guyana Francese il 13 febbraio 2012. Il prof. Buongiorno è scomparso il 27 novembre scorso, in piena campagna di lancio, vale a dire poco prima che il suo sogno fosse portare a compimento. Tuttavia, sarebbe fortemente limitativo associare la sua figura al solo Programma Vega, fiore all’occhiello dell’Italia e dell’Europa spaziale, avendo egli sostenuto i progetti e le missionio che, nell’arco di mezzo secolo, hanno proiettato la ricerca e l’industria spaziale nazionale nella sfera delle collaborazioni più importanti e significative. La sua Università “La Sapienza”, per iniziativa di Marcello Onofri, docente di Propulsione Aerospaziale e direttore del Centro Ricerca Aerospaziale presso l’università romana, ha ricordato il professor Carlo Buongiorno a tre mesi dalla scomparsa nel corso dell’International Memorial Day a lui dedicato, che ha riunito i principali attori delle attività spaziali di Europa e della Nasa, con cui lo scienziato ha intessuto rapporti ultradecennali. Una ricorrenza voluta all’indomani dello straordinario successo del lancio di Vega. “Il nuovo lanciatore europeo, concepito e realizzato prevalentemente proprio in Italia, è stato uno dei più importanti progetti a cui Buongiorno ha lavorato negli ultimi anni di vita – ha sottolineato il prof. Onofri – Per onorarne gli atti e la memoria si è pensato di ripercorrere le tappe che hanno condotto ai grandi risultati a livello ingegneristico, di ricerca universitaria e industriale.

“La costruzione di un’efficace collaborazione tra Agenzie, Università e industrie è stato certamente un importante risultato che il progetto VEGA ha prodotto e l’aver messo la ricerca scientifica applicata al servizio dell’innovazione e della crescita tecnologica dell’apparato produttivo del nostro paese costituisce un paradigma di riferimento per altre possibili opportunità” – ha detto Onofri nel suo intervento – L’efficace sinergia tra i vari enti è stato certamente uno degli impegni sostenuto anche da Buongiorno nel corso dei vari progetti portati avanti nel tempo.  L’idea di Vega – ha continuato Onofri – è nata proprio nei locali della Sapienza, sul tavolo di lavoro del Professor Carlo Buongiorno, “scomparso 3 mesi fa senza poter quindi assistere alla realizzazione del suo sogno”.

All’evento celebrativo hanno preso parte scienziati e ricercatori italiani e internazionali e protagonisti dell’avventura spaziale italiana. e nella prima parte della giornata interverrà anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese che ricorderà lo scienziato. A conclusione del meeting si parlerà dei programmi spaziali futuri e delle possibili prospettive di cooperazione internazionale. Enrico Saggese, presidente dell’ASI, ha tracciato la vita di Carlo Buongiorno dedicata allo spazio e il merito di aver creato le premesse per l’evoluzione del Piano Spaziale Italiano, sfociato nella creazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e nella collaborazione del nostro Paese ai più importanti programmi spaziale in collaborazione con ESA e NASA, consentendo l’affermazione della tecnologia e delle soluzioni sviluppate dagli scienziati e dall’industria italiani dello spazio. Il prof. Buongiorno ha dato prova di saper guardare oltre, individuando programmi ambiziosi e permettendo che molte idee e proposte italiane diventassero programmi e missioni operative. Non è un caso che l’ESA abbia deciso di intitolare a Carlo Buongiorno la piattaforma di lancio del nuovo razzo vettore Vega. Allo stesso modo Jean Jacques Dordain, direttore generale dell’ESA, ha ammesso la difficoltà di riassumere le tappe e i meriti acquisiti dal prof. Carlo Buongiorno nel corso di una vita completamente dedicata allo spazio, durante la quale ha creato di fatto una grande famiglia composta dal mondo accademico e dagli studenti. Dai satelliti alle sonde interplanetarie, dai lanciatori alle piattaforme orbitali ai laboratori spaziali, il prof. Buongiorno ha partecipato a tutte le tappe di preparazione e realizzazioni di missioni dal contenuto tecnologicamente avanzato. Antonio Fabrizi, direttore lanciatori dell’ESA, ha sottolineato lo spirito e la propensione all’innovazione del prof. Buongiorno, così come la volontà di continuare a investire nelle giovani generazioni, ricordando la sua capacità di imbastire le linee dei programmi, pure alle prese con le intuibili difficoltà di bilancio e disponibilità finanziarie.

Nel corso della tavola rotonda, moderata dall’ing. Roberto Somma, advisor del presidente e amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha passato in rassegna le molteplici collaborazioni avviate dal prof. Buongiorno, a cominciare dalla missione Cassini-Huygens fino a Mars Express. Un intervento integrato dalla testimonianza di John Casani, altro esponente di rilievo del JPL, il quale ha fatto riaffiorare la grande capacità comunicativa del prof. Buongiorno che, esaltandone i valori umani e professionali, ha consentito in ogni circostanza di creare le condizioni ideale per condurre il lavoro di squadra ai massimi livelli. E’ evidente come la missione Cassini abbia costituito un banco di prova impegnativo e ben riuscito. Un esempio di efficienza e qualità assolute al punto tale che Luigi Pasquali, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, si è augurato che si possa proseguire lungo la strada tracciata dal prof. Carlo Buongiorno. In un Memorial Day che si rispetti non potevano mancare citazioni e aneddoti. Grande emozione quando il prof. Maurizio Di Giacinto ha mostrato la cartella con i disegni fatti a mano dal prof. Buongiorno del lanciatore Vega (inizialmente ribattezzato San Gennaro). Un modo per introdurre le testimonianze sulla collaborazione tra agenzie, industria e università alla base del successo del Programma Vega. Con il suo ruolo preminente nella realizzazione del vettore VEGA per conto dell’Agenzia Spaziale Europea, l’Italia è entra di diritto nel ristretto novero dei Paesi con dimostrata capacità sistemistica di lancio.

Stefano Bianchi, project manager di VEGA, ha ricordato il rigore e l’entusiasmo che accompagnava il prof. Buongiorno in ogni sua attività e ripercorso la missione inaugurale del nuovo razzo vettore europeo, che tornerà sulla rampa tra un anno. Un lanciatore agile, veloce, efficiente, tutto italiano. Protagonisti straordinari e indimenticabili della nostra “Storia Spaziale” che oggi non sono più tra noi, come il pioniere Luigi Broglio, padre del programma San Marco, e Carlo Bongiorno, che gli fu a fianco. VEGA, 30 metri di altezza per 137 tonnellate di peso. è un lanciatore per satelliti di piccole dimensioni, fino a 1.500 Kg, che completa la famiglia di lanciatori europei, composta da Ariane 5 e Soyuz. Il contributo dell’Italia, principale “azionista” del programma sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea, pesa per 2/3 del totale. Stefano Bianchi ha ricordato come sia stati già sottoscritti i primi due contratti di lanci commerciali, tra cui quello per il satellite di terra multispettrale Sentinel 2 e la sonda di osservazione radar Sentinel 3.

Arturo De Lillis, Responsabile Unità Organizzativa Lanciatori e Trasporto Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha sottolineato il primato assunto dal nostro Paese nello sviluppo motori a solido e nelle tecnologie dei motori in fibra di carbonio, e il contributo fondamentale dell’Università La Sapienza al perfezionamento delle tecnologie di sviluppo del motore Zefiro. Una sessantina i VEGA BOYS, come ha riportato il prof. Di Giacinto con un pizzico di orgoglio. Gli ingegneri de La Sapienza rappresentano una delle chiavi di volta del successo di Vega, il cui funzionamento è affidato a 35 sottosistemi che coinvolgono 40 aziende in tutto il mondo. Franco De Pasquale, amministratore delegato di ELV, ha ripercorso la campagna di lancio del satellite di geodesia spaziale Lageos-2, esattamente vent’anni fa con lo Space Shuttle, in occasione della quale il prof. Buongiorno sottolineò il perfetto funzionamento dell’innovativo sistema IRIS per la messa in orbita dalla stiva della navetta. Proprio del prof. Buongiorno l’idea di creare una società preposta ai sistemi di lancio. ELV è nata nel 2000; vi lavoravano 20 persone, oggi gli addetti sono 130. Altri testimoni e artefici dei grandi traguardi tecnologici e sistemistici sono stati: Alain Charmeau, amministratore di Eads Astrium; Marco Biagioni, in rappresentanza di AVIO; il gen. Mario Arpino, presidente Vitrociset, per il ground segment di Vega; Lanfranco Zucconi, amministratore Compagnia Generale dello Spazio (ex Carlo Gavazzi Space), al quale il prof. Buongiorno offrì concreto supporto all’idea di progettare e sviluppare piccoli satelliti in vista dell’avvento dei nuovi lanciatori, come Vega e Ares.

CARLO BUONGIORNO, LO SPAZIO DI UNA VITA

Si può affermare che il prof. Buongiorno sia la guida dell’attuale management italiano dello spazio. Ne è testimonianza il libro scritto dal giornalista aerospaziale Enrico Ferrone, sotto forma di intervista al primo direttore generale dell’Agenzia Spaziale Italiana, pubblicato nell’aprile 2011, pochi mesi prima della scomparsa.
Jean-Jacques Dordain, Nella prefazione al libro Jean-Jacques Dordain scrive: “Per me, Carlo Buongiorno è definitivamente uno degli architetti del programma spaziale italiano. È stato alla guida del Piano Spaziale Nazionale per il Ministero della Ricerca, prima di diventare il padre fondatore dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che venne formalmente alla luce nel 1988. Nel difendere gli interessi del suo Paese, Carlo Buongiorno è stato anche una delle colonne portanti dello sviluppo del programma spaziale europeo interno dell’ESA.”
Nella prefazione allo stesso libro, Enrico Saggese ricorda che “l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) fu creata nel 1988 quando Giovanni Spadolini era Presidente del Senato e alla sua guida fu chiamato proprio Carlo Buongiorno quale Direttore Generale, insieme al prof. Luciano Guerriero nominato Presidente.”
Allievo del Professor Luigi Broglio nella Scuola di Ingegneria Aerospaziale della “Sapienza” di Roma, Carlo Buongiorno è stato tanto attento alla didattica ed alla crescita delle nuove generazioni di scienziati, quanto lungimirante manager di ambiziosi programmi spaziali. Laureato in Ingegneria Elettronica e in Ingegneria Aeronautica, Carlo Buongiorno nel 1954 si era trasferito negli Stati Uniti per occuparsi di volo ipersonico e supersonico in qualità di ricercatore presso il Politecnico di Brooklyn. A partire dal 1957, dopo il suo rientro in Italia, si era dedicato all’insegnamento presso l’Università “La Sapienza”, dove teneva il corso di Propulsione Aerospaziale, diventando nel contempo uno dei principali protagonisti del settore spaziale italiano. Dopo aver svolto il ruolo di Segretario Tecnico della Commissione Ricerche Spaziali del CNR, dal 1961 si era dedicato – accanto al suo maestro Luigi Broglio – al Progetto San Marco. Buongiorno ha ricoperto anche gli incarichi di Responsabile dell’Ufficio Spazio del Ministero dell’Università e della Ricerca e Capo della Delegazione Italiana presso l’ESA. In veste di direttore generale dell’ASI ha portato al successo una serie di programmi satellitari, tra cui ITALSAT 1 e 2, IRIS LAGEOS e il satellite al guinzaglio Tethered.