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Artist’s impression of the European Extremely Large Telescope deploying lasers for adaptive optics

Artist’s impression of the European Extremely Large Telescope deploying lasers for adaptive optics

La realizzazione di MAORY, un modulo cruciale dell’E-ELT, European Extremely Large Telescope, il telescopio europeo da 39 metri destinato a rivoluzionare l’astronomia, è stata affidata a un consorzio internazionale guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica. L’accordo per la progettazione e la costruzione del sistema di ottiche adattive MAORY è stato firmato nel quartier generale dell’ESO a Garching in Germania, tra lo European Southern Observatory (ESO) e un consorzio internazionale guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e di cui fa parte anche l’Institut National des Sciences de l’Univers del CNRS francese).

“La messa a punto di tecnologie innovative, che consentono di affondare le mani nei segreti della Natura, ha sempre giocato un ruolo primario nello sviluppo della società moderna. Basti pensare al WI-FI, un dispositivo inventato e poi brevettato anni fa dai radioastronomi australiani”, ricorda Nicola D’Amico, presidente INAF “proprio per fronteggiare problematiche connesse a sofisticate misure astronomiche, una diavoleria che poi ha cambiato la nostra vita e ha creato un colossale business. Oggi siamo di fronte ad un fenomeno simile: l’ottica adattiva costituisce una vera rivoluzione tecnologica messa in moto sempre dalla nostra instancabile voglia di conoscere l’Universo, e il fatto che l’Italia sia in prima linea su questo fronte è motivo di orgoglio per la Nazione.”

Grazie a MAORY, acronimo per Multi-conjugate Adaptive Optics RelaY, gli strumenti per le osservazioni nel vicino infrarosso di E-ELT (primo fra tutti MICADO, la fotocamera di prima generazione di E-ELT) potranno avvalersi dell’ottica adattiva multi-coniugata con “stelle-guida” artificiali generate da fasci laser. Analizzando accuratamente la luce proveniente da sei stelle-guida laser e da tre stelle-guida naturali, MAORY è in grado di calcolare l’esatta conformazione che devono assumere gli specchi adattivi situati lungo il percorso ottico fra l’oggetto celeste osservato e gli strumenti scientifici. Mediante questi dispositivi – particolari specchi dalla superficie deformabile – è possibile compensare in tempo reale i disturbi dovuti a fenomeni quali la turbolenza atmosferica e l’effetto del vento sul telescopio, che altrimenti degraderebbero la qualità dell’immagine limitando fortemente le prestazioni di E-ELT e dei suoi strumenti scientifici.

e-elt-1_2008“Il processo di analisi della luce e di compensazione dei disturbi mediante gli specchi adattivi viene ripetuto costantemente durante tutta la durata dell’esposizione”, spiega Diolaiti, “con frequenza di ripetizione tipica di 500 volte al secondo o anche maggiore. Utilizzando più specchi adattivi lungo il percorso ottico, da cui il nome ‘ottica adattiva multi-coniugata’, MAORY è in grado di fornire immagini corrette su un campo di vista molto più esteso rispetto all’ottica adattiva tradizionale. Uno di questi specchi è l’imponente specchio quaternario di E-ELT, che sarà realizzato da un consorzio di industrie italiane.

Il progetto per la costruzione di MAORY è un’avventura di dieci anni che coinvolge decine di persone nell’ambito della collaborazione internazionale tra Italia, Francia e ESO. MAORY si avvarrà dell’esperienza acquisita con il Multi-Conjugate Adaptive Optics Demonstrator (MAD), che già ha dimostrato, sul Very Large Telescope (VLT), la fattibilità della tecnologia alla base del progetto. Inoltre, alle spalle di MAORY ci sono lunghi anni d’intensa attività di sviluppo, sia presso l’ESO che  nel resto della comunità scientifica, nonché il lavoro in corso sullo strumento per l’ottica adattiva del VLT. E-ELT sarà il più grande occhio del mondo rivolto verso il cielo, e MAORY gli consentirà di sfruttare appieno questo suo primato.