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ridley-scott-the-martian-trailer-01Il Sopravissuto – The Martian, la nuova pellicola di Ridley Scott che rilancia il filone dell’avventura spaziale dopo Gravity e Interstellar, approda nelle sale cinematografiche dopo una speciale anteprima nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana alla presenza del ministro Stefania Giannini dell’astronauta Samantha Cristoforetti e del presidente Roberto Battiston. Un film e una trama certamente diversi, che ripercorrono fedelmente il romanzo omonimo pubblicato nel 2011 a firma del biologo Andy Weir. La traduzione cinematografica, sostenuta e supervisionata dalla NASA, descrive uno scenario che vuole apparire un capitolo di scienza ma concede qualcosa con gli inevitabili sconfinamenti nella fantascienza. Detto di Matt Damon, bravo a interpretare il protagonista Mark Watney  un anno dopo Interstellar, avendo sempre a fianco Jessica Chastain, gli addetti ai lavori sono consapevoli che si tratta di un racconto costruito per farci amare il Pianeta Rosso visto come frontiera anche con i suoi aspetti ostili. Il sopravvissuto su Marte non è il Jim Lovell di Apollo 13 ma un essere umano che resiste a un ambiente inospitale come quello del pianeta più simile alla Terra.  In una delle recensioni postate dalla critica cinematografica, che hanno preceduto l’uscita dl film, si riconosce l’abilità nel riuscire a filtrare in modo intelligente l’impostazione scientifica del romanzo, In The Martian non può che prevalere la drammatizzazione della vicenda in perfetto stile hollywoodiano. Watney diventa un intelligente botanico spaziale che si organizza e non cede al panico, accettando la sfida impossibile. Il merito maggiore del film di Ridley Scott è tenere viva l’attenzione sulla frontiera dell’esplorazione interplanetaria. Il romanzo di Andy Weir nasce dal voler dimostrare come un astronauta abbandonato sulla superficie di Marte, conoscenze tecnologiche alla mano così come con la strumentazione che potrebbe essere disponibile quando l’uomo approderà sul Pianeta Rosso, possa sopravvivere un tempo piuttosto lungo, un anno e mezzo nel caso specifico, in attesa di essere salvato da una nuova missione. E lo fa con una sorta di manieristica attenzione ai dettagli, restando in buona parte dentro la scienza, anche se appare azzardato definire il film un’opera di divulgazione scientifica.