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Intermediate_eXperimental_Vehicle_IXVPieno successo del lancio dimostrativo della navetta sperimentale europea Ixv (Intermediate eXperimental Vehicle), progettata per raggiungere lo spazio e rientrare a Terra. Il suo primo volo, a bordo del lanciatore Vega, è iniziato alle 14:40 (ora italiana) di mercoledì 11 febbraio dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana Francese. Un ritardo di 40 minuti rispetto all’orario previsto. Il countdown è stato interrotto a 4 minuti dal GO, per effettuare controlli ai sistemi di telemetria, ed è ripreso alle 14:36 ora italiana. La sequenza di lancio è stata dettata da Laura Appoloni, direttore delle operazioni nel centro di controllo di Arianespace a Kourou. Il volo di IXV, veicolo spaziale sperimentale delle dimensioni di un automobile e il peso di 1.844 kg, è durato appena 100 minuti e si è concluso con un ‘tuffo’ nell’Oceano Pacifico.

Un’altra giornata storica per l’Europa dello spazio, che ha portato a termine con precisione una missione fondamentale per dotare l’Europa di una propria capacità di rientro orbitale e un proprio sistema riusabile di trasporto spaziale. Una nuova occasione per celebrare il ruolo primario dell’Italia, protagonista sia nello sviluppo del lanciatore che del veicolo di rientro atmosferico. Il volo di IXV è servito a validare gli aspetti innovativi del progetto, la forma del veicolo, la sua semplicità e la performance delle sue ali, nonché la sua manovrabilità per un atterraggio di precisione. Un progetto innovativo, di cui è ‘prime contractor’ Thales Alenia Space Italia, coadiuvata da circa 40 altre aziende europee, con il contributo allo sviluppo da parte del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) di Capua. Gli ultimi test sul veicolo sono stati effettuati presso gli stabilimenti Thales Alenia Space di Torino, dove sono state verificate tutte le strutture e i materiali. Il CIRA ha qualificato, attraverso una serie di prove tecniche, sia la stabilità di carico sia i sottosistemi di recupero e di galleggiamento.  La missione è stata controllara dal centro ALTEC (Advanced Logistics Technology Engineering Centre) di Torino. Dopo essersi separato dall’ultimo stadio del vettore Vega, che lo ha spinto fino all’inserimento nella traettoria suborbitale a 320 km di quota, 19 minuti dopo la partenza dal complesso ELA-1 di Kourou, IXV ha raggiunto la quota di 413 km prima di iniziare la discesa ed il rientro nell’atmosfera terrestre fino allo splash-down. Nella fase di discesa IXV ha raggiunto i 7,5 chilometri al secondo all’ingresso in atmosfera, riducendo progressivamente la velocità. A 30 km di altezza l’apertura in sequenza dei paracadute che ne hanno attutito l’ammaraggio. IXV effettuerà rimane a galla grazie a quattro galleggianti, per poi essere messo in sicurezza dalla nave attrezzata per il suo recupero. L’elevata aerodinamicità che caratterizza l’Intermediate eXperimental Vehicle è ottenuta sfruttando la forma della fusoliera che massimizza la portanza e la manovrabilità. IXV è provvisto di un sistema di guida, navigazione e controllo ad alte prestazioni che utilizza superfici aerodinamiche controllate automaticamente, ed è dotato di uno scudo termico per sostenere le temperature elevate che si svilupperanno durante il rientro in atmosfera. Una missione di successo anche per Avio, responsabile del lanciatore Vega che, per soddisfare i requisiti del volo sperimentale, ha realizzato per la prima volta una complessa traiettoria est-equatoriale. L’Italia è presente anche con l’Università la Sapienza di Roma.

La ricostruzione del volo di IXV

La traiettoria di lancio e quella del volo suborbitale sono state seguite con i sistemi di telemetri dalle stazioni di terra, la prima delle quali collocata a Libreville e gestita da CNES, utilizzata per tracciare l’ultimo stadio del lanciatore di IXV, il cosiddetto AVUM (Attitude Vernier Upper Module. La seconda stazione fissa è collocata a Malindi, gestita dall’ASI, ed è utilizzata per il tracciamento della traiettoria di IXV all’inizio della fase balistica. La terza Ground Station è stata posizionata a Tarawa, atollo corallino della Repubblica di Kiribati nell’Oceano Pacifico. La nave per il recupero di IXV ospita un’antenna trasportabile per l’esatta individuazione del punto di ammaraggio. Alle 16:01 il centro di controllo della missione ha comunicato che la nave aveva agganciato il segnale di telemetria di IXV in fase di avvicinamento al punto prestabilito di caduta. Alle 16:10 la conferma dell’apertura del sistema di paracadute. Alle 16:19 le telecamere della nave di recupero hanno immortalato in lontananza lo splash-down.

“Quattro successi in 4 orbite diverse – ha commentato il numero uno dell’ESA, Jean-Jacques Dordain – dimostrano non solo l’affidabilità, ma anche la straordinaria flessibilità di VEGA”.  “Il quarto successo di VEGA in altrettanti tentativi è una ulteriore conferma dell’eccellenza italiana nel settore dei lanciatori – ha aggiunto Stèphane Israel, CEO e Chairman di Arianespace.

Il presidente ASI, Roberto Battiston, ha parlato di giornata storica per l’Italia, che conferma tutta la sua competenza e capacità internazionale nel settore Spaziale. Vega si è dimostrato un vero cavallo di razza: quatto lanci, quattro successi. Una soddisfazione rinforzata dalla presenza a bordo della navicella IXV. “L’Europa – ha aggiunto Battiston – sta cercando la sua strada nel settore del rientro dallo Spazio e l’Italia, che sta fornendo le tecnologie necessarie, è in prima linea su questo. Non si tratta di un progetto visionario, ma di qualcosa di estremamente concreto, che mette immediatamente a fuoco cosa serve per permettere all’Europa di avere le tecnologie necessarie a sviluppare sistemi di ritorno a terra di missioni spaziali”.

Soddisfazione anche al CIRA, dove il presidente Luigi Carrino si è detto orgoglioso per il contributo decisivo dato dal nostro Centro alle fasi di progettazione, test e assistenza alla missione. Nell’ambito di questo progetto il CIRA, forte delle competenze e dei risultati acquisiti con le due missioni eseguite nell’ambito del programma nazionale USV (Unmanned Space Vehicle), ha svolto un ruolo significativo. Oltre agli studi in materia di aerodinamica e aerotermodinamica, alle attività di qualifica del sistema di protezione termica, il CIRA ha progettato ed eseguito il drop test da elicottero di un prototipo in scala reale del velivolo IXV per la sperimentazione del sistema di discesa e di recupero. Ed anche nella attuale fase di esecuzione della missione finale, il CIRA fornisce assistenza tecnica all’ESA attraverso la partecipazione di propri ricercatori al Team di Progetto impegnato nelle operazioni di lancio presso la Base di Kourou.