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Secondo No Go per Artemis 1

Secondo No Go per Artemis 1

Secondo rinvio del lancio della missione Artemis 1, provocato ancora una volta da una perdita di idrogeno liquido durante il caricamento del propellente nello stadio centrale del razzo Space Launch System. La decisione è stata assunta dal direttore delle operazioni di lancio, Charlie Blackwell-Thompson, dopo che i sensori posti sulla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center avevano rilevato l’anomalia. Successivamente, i tecnici della NASA hanno individuato il problema in uno dei raccordi lungo la linea di caricamento del propellente fra lo stadio centrale del razzo Sls e la piattaforma di lancio mobile. L’operazione di riempimento dei serbatoi del razzo vettore con combustibile criogenico prevede l’immissione di tre milioni di litri di idrogeno e ossigeno liquido a 240 gradi sottozero. Un primo tentativo di sigillare la sezione in cui si è verificata la perdita non ha permesso di risolvere il problema. La Nasa aveva pensato inizialmente di rinviare il lancio a lunedì 5 settembre.

Nel corso di una conferenza stampa convocata qualche ora dopo, la NASA ha spiegato che si dovrà decidere se intervenire sulla rampa di lancio o riportare il razzo vettore nell’edificio di assemblaggio. Il tempo necessario per la soluzione del problema si profila più lungo di qualche giorno. In ogni caso, si dovrà provvedere alla sostituzione delle batterie del sistema di sicurezza che interrompe il volo in caso di emergenza (Flight termination system). La nuova finestra di lancio è prevista dal 19 settembre al 4 ottobre.

Nuova partenza per la Luna

Nuova partenza per la Luna

La NASA ha programmato la seconda finestra di lancio della missione Artemis 1 per sabato 3 settembre alle 20:17 ora italiana. La partenza del razzo vettore Space Launch System, inizialmente prevista alle 14:33 del 29 agosto scorso, era stata rimandata dopo la sospensione del countdown 40 minuti prima del lancio, a seguito di problemi riscontrati a uno dei quattro motori RS-25 del primo stadio alimentato da una miscela a idrogeno e ossigeno liquidi. In particolare, i responsabili della missione Artemis 1 avevano rilevato una temperatura anomala al motore numero 3, più elevata rispetto a quella di raffreddamento a – 420 gradi Fahrenheit. Una criticità che si era aggiunta a una perdita di idrogeno, non grave, a cui è stato possibile ovviare mediante la regolazione della portata del propellente. SLS spingerà la capsula Orion senza equipaggio verso l’orbita lunare, testando le condizioni a cui gli astronauti saranno sottoposti nelle future missioni Artemis 2 e 3, con l’obiettivo di affidare a una donna il ritorno sulla superficie selenita. Si spera entro il 2025, quando sarà stata completata e entrata in funzione il Lunar Gateway, la prima stazione spaziale lunare. Anche in questo caso, come per Orion, con tanto contributo tecnologico dell’Europa e dell’Italia.

Rinviato lancio Artemis 1

Rinviato lancio Artemis 1

Un problema al motore numero 3, uno dei quattro del primo stadio dello Space Launch System alimentato a idrogeno e ossigeno liquidi, ha costretto la NASA a sospendere il countdown per il lancio della missione Artemis 1 a 40 minuti dal “go” previsto alle 14:33 (ora italiana) e successivamente a cancellare la finestra di lancio del 29 agosto. La successiva è prevista venerdì 2 settembre dalle 18:48 alle 20:48 (ora italiana). In alternativa, si slitterebbe al 5 settembre. Ai tecnici e ingegneri della NASA il compito di verificare la natura del problema e accertarsi che non debba essere ascritta a perdite di idrogeno, quanto piuttosto a formazione di ghiaccio o di natura tale da rendere possibile riprogrammare a breve il lancio. A bordo del razzo vettore, posto sulla rampa 39B del Kennedy Space Center, la capsula Orion senza equipaggio destinata a orbitare intorno alla Luna e fare ritorno sulla Terra con ammaraggio dopo 42 giorni di volo spaziale.

Artemis via alla nuova era lunare

Artemis via alla nuova era lunare

La NASA pronta a ripartire verso la Luna, cinquant’anni dopo l’ultima missione umana di Apollo 17. Stavolta non con obiettivo di conquista, ma per farvi ritorno e realizzare una base permanente in orbita e sulla superficie selenita. Un primo passo verso un programma di esplorazione dello spazio destinato a portare l’uomo su Marte. Data storica quella del 29 agosto 2022. Allo Space Launch System (Sls), il più grande razzo mai costruito, alto 111 metri e dal diametro di 8,4, spinto da propellente a idrogeno e ossigeno liquido, il compito di lanciare sulla traiettoria lunare la capsula Orion. La prima missione del programma Artemis si svolge senza equipaggio e serve a testare tutte le fasi del volo, così come le tecnologie sviluppate anche da Europa e Italia. A tale proposito, il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Josef Aschbacher ha sottolineato in un tweet che si tratta di un momento storico per l’Europa, con l’ESA che partecipa alla realizzazione del Modulo di Servizio europeo (Esm) della capsula Orion, alcuni elementi del quale sono stati realizzati in Italia dalla Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), così come alla futura stazione spaziale in orbita lunare, Lunar Gateway. Il tutto finalizzato allo sbarco e dunque al ritorno del genere umano sulla Luna entro il 2025. A scendere per prima sarà una donna, ma è prevista anche la presenza nelle future missioni di tre astronauti europei destinati a raggiungere l’orbita lunare, con la possibilità di camminare sulla Luna.

Luca Parmitano, astronauta italiano dell’ESA che si trova in Florida per assistere al lancio della missione Artemis 1 insieme ai colleghi Thomas Pesquet e Alexander Gerst, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’agenzia Ansa, descrivendo l’atmosfera che si vive al Kennedy Space Center, dove – ha detto – “c’è la sensazione che stiamo per assistere a qualcosa di straordinario che cambierà la storia”. “Per tutti quelli come me e anche più giovani che non hanno assistito all’esperienza del programma Apollo, questo è l’inizio di una nuova esperienza esplorativa che sarà molto più complessa e avvincente, perché pensata in modo internazionale e con finalità diverse”, ha sottolineato Parmitano, con riferimento all’obiettivo di creare un avamposto lunare. “Questo ritorno sulla Luna non sarà una semplice ripresa di quello che è successo negli anni Sessanta e Settanta, ma davvero un nuovo inizio. Per la mia generazione di astronauti il successo di questo lancio significherebbe la possibilità per alcuni di noi di avere un’esperienza mai vissuta da un europeo: quella di essere parte di un equipaggio che andrà intorno alla Luna e in futuro vedere addirittura una bandiera europea sulla superficie lunare”.

(photocredits: NASA)

Tanta Italia nel programma Artemis

Tanta Italia nel programma Artemis

Tanta Italia a bordo della missione Artemis 1, primo passo per il ritorno dell’esplorazione umana della Luna. Il nostro Paese è coinvolto nel programma statunitense attraverso l’importante contributo della propria industria, a partire da Leonardo e Thales Alenia Space, che hanno realizzato alcuni componenti del modulo di servizio ESM (European Service Module) di Orion, prodotti per conto dall’Agenzia Spaziale Europea. Si tratta di elementi fondamentali per il futuro sviluppo del modulo abitativo che permetterà agli equipaggi di affrontare i prossimi viaggi nello spazio. Su Artemis-1 volerà anche il cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana Argomoon, realizzato dalla torinese Argotec. Unico satellite europeo che andrà in orbita lunare. Un osservatore spaziale che riprenderà dall’esterno le tecnologie che voleranno su SLS-1. E con la missione Artemis 1 partirà anche un altro carico speciale: immagini, canzoni e poesie ispirate alla Luna, inviate da scuole, ospedali e cittadini italiani. Un’iniziativa ideata dall’Agenzia Spaziale Italiana, fortemente sostenuta dal presidente Giorgio Saccoccia, per portare intorno alla Luna il pensiero e la creatività di chi guarda allo spazio come fonte di ispirazione, pace e bellezza.

Forward to the Moon

L’Italia, con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’industria, gioca un ruolo di primaria importanza nel programma Artemis, nel suo sviluppo, sia per quanto riguarda il viaggio che la permanenza dell’uomo sulla Luna e oltre. Thales Alenia Space sta progettando un intero ecosistema lunare. Lavorando su veicoli, infrastrutture orbitali con e senza equipaggio, robotica e soluzioni a terra per consentire di arrivare sulla Luna, vivere sulla sua superficie, utilizzandone le risorse a disposizione, l’azienda sta contribuendo al disegno della nuova economia lunare.

Numerose le tecnologie chiave fornite da Thales Alenia Space per Orion, la navicella spaziale che porterà gli astronauti in orbita lunare nell’ambito della missione Artemis, avendo un ruolo centrale nella realizzazione del Modulo di Servizio Europeo (ESM), sviluppato per l’Agenzia spaziale europea (ESA), di cui è responsabile per i sottosistemi, parte essenziale dei moduli, che garantiscono le condizioni vitali e la sicurezza dell’equipaggio durante l’intera missione.

Il ruolo chiave di Thales Alenia Space nella missione Artemis, al fianco di ESA e NASA, si estende al contributo fondamentale per diversi elementi della futura stazione lunare “Lunar Gateway”.  Thales Alenia Space vede già nei propri stabilimenti elementi della struttura primaria di HALO, modulo abitativo e logistico della NASA, sviluppato per il partner Americano Nortrop Grumman, che abilita l’ambiente di vita “iniziale” della nascente stazione. L’azienda è inoltre il prime Contractor per I-HAB (International Habitat), la casa europea degli astronauti nell’orbita lunare e per il nuovo mozzafiato modulo finestrato ad uso di comunicazione e logistico ESPRIT (European System Providing Refueling, Infrastructure and Telecommunications), elementi che segneranno la storia delle nuove soluzioni industriali per arrivare sulla Luna e oltre.

Attingendo all’esperienza maturata con cinque Veicoli di Trasferimento Automatizzati (ATV) e allo sviluppo di diversi elementi della Stazione Spaziale Internazionale (ATV Integrated Cargo Carriers, Nodes 2 & 3, Cupola, Columbus, MPLM & PMM, Cygnus PCM e il Bishop Airlock), Thales Alenia Space sta contribuendo in maniera unica allo sviluppo della missione “nuovo Apollo” e all’esplorazione umana dello spazio oltre l’orbita bassa terrestre.

(photocredits: NASA)

Artemis 1 ritorno alla Luna

Artemis 1 ritorno alla Luna

Da Apollo ad Artemide. Mezzo secolo dopo l’ultima missione umana sul suolo selenita, la NASA dà il via al secondo capitolo della esplorazione lunare con il lancio di Artemis 1, programmato il 29 agosto alle 14:33 ora italiana dal centro spaziale Kennedy a Cape Canaveral in Florida. A lasciare la rampa di lancio il gigantesco razzo vettore SLS con a bordo la capsula Orion senza astronauti, che saranno impiegati per la prima volta riportando una navicella spaziale, predisposta per ospitare equipaggi, fuori dal campo gravitazionale terrestre e intorno alla Luna, testando lo scudo termico di Orion durante la fase di rientro in atmosfera fino all’ammaraggio. Obiettivo del Programma Artemis è riportare l’uomo sulla Luna per stabilirvi una base permanente con l’appoggio di una stazione spaziale in orbita lunare, denominata Lunar Gateway.

A bordo di Orion, come detto, non ci saranno astronauti, ma allo scopo di rendere la prova generale quanto più attinente alla realtà operativa delle missioni umane, volerà Moonikin Campos, un manichino che riproduce un corpo maschile e utilizzato nei test di vibrazione di Orion, collocato al posto del comandante, che indossa la stessa tuta del sistema di sopravvivenza degli astronauti durante la fase di lancio e rientro. Il nome attribuito al manichino maschile è un omaggio all’ingegnere Arturo Campos, che nel 1970 contribuì al salvataggio dell’equipaggio di Apollo 13. Insieme a Campos, altri due manichini di fabbricazione tedesca, Helga e Zohar, che hanno corporatura femminile e sono realizzati con materiali che riproducono ossa, tessuti e organi di persone adulte. I tre manichini, dotati di sensori integrati che permetteranno di registrare i dati relativi all’assorbimento di accelerazione e vibrazioni e l’esposizione alle radiazioni durante i 42 giorni intorno alla Luna. In particolare, Helga volerà senza alcuna protezione, mentre Zohar indosserà un giubbotto protettivo AstroRad. I manichini al femminile daranno corso all’esperimento MARE (Matroshka AstroRad Radiation Experiment), che ha lo scopo di studiare gli effetti delle radiazioni ionizzanti sul corpo femminile, più sensibile, in vista delle future missioni a lungo termine, dal momento che si vuole sia una astronauta a scendere per prima sulla Luna.

Gli altri ospiti a bordo di Orion sono due pupazzi. La pecora Shaun, protagonista della serie animata Shaun the Sheep, che volerà per conto dell’Agenzia Spaziale Europea dopo avere ripercorso tutta la fase di preparazione e addestramento seguita dagli astronauti, compresi i voli parabolici sul velivolo Airbus ‘Zero G’ A310. Snoopy, che funge da indicatore di gravità zero, indosserà una tuta di volo arancione personalizzata, completa di guanti, stivali e patch della NASA.

GLI ESPERIMENTI DI ARTEMIS 1

Tra i carichi utili di Artemis 1 figurano 10 CubeSat, una serie di strumentazioni per studiare le radiazioni nello spazio profondo, in particolare quelle ionizzanti i cui livelli saranno misurate durante le varie fasi della missione mediante dosimetri attivi sviluppati dall’Agenzia Spaziale Europea, e inoltre quattro esperimenti di biologia spaziale relativi al valore nutrizionale dei semi, l’adattamento del lievito, l’espressione genica delle alghe e la riparazione del DNA dei funghi. Spazio anche alla tecnologia commerciale, con l’impiego dell’assistente digitale virtuale Alexa di Amazon a bordo di Orion come dimostratore di possibile interfaccia uomo-macchina durante le missioni. L’esperimento prende il nome di Callisto, che nella mitologia greca era una ninfa e una delle ancelle di Artemide.

(photocredits: NASA)