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Il 20 agosto 1977 la NASA lanciava la prima delle due sonde Voyager, diventate nel tempo gli oggetti costruiti dall’uomo più lontani dalla Terra. L’ambizioso programma di esplorazione del sistema solare esterno iniziò con la sonda Voyager 2, seguita il 5 settembre dello stesso anno da Voyager 1 che però avrebbe raggiunto prima Giove e Saturno. Voyager 2, invece, è l’unica sonda ad aver effettuato un passaggio ravvicinato di Urano e di Nettuno. Voyager 1, entrata nello spazio interstellare nel 2012 con 4 strumenti ancora in funzione, ha superato la distanza di 20 miliardi di km dalla Terra continuando a comunicare con il Jpl della Nasa a Pasadena, dove i segnali arrivano dopo 17 ore. Voyager 2, che segue un percorso diverso, si trova a poco più di 17 miliardi di km e mantiene attivi la metà dei dieci strumenti di bordo. Entro il 2025 tutti gli strumenti si spegneranno, causa esaurimento delle batterie al plutonio 238 che le alimenta, e i contatti saranno persi. Tra 40mila anni Voyager 1, che viaggia verso la costellazione di Ofiuco, transiterà a 1,6 anni luce dalla stella AC+793888, mentre Voyager 2, diretta verso la costellazione del Sagittario, transiterà a 1,7 anni luce da Sirio, nota per essere la stella più brillante e visibile. Il programma Voyager rappresenta un successo enorme, perché entrambe le missioni dovevano durare quattro anni e la tecnologia che ha consentito di svilupparle e le accompagna è ben poca cosa rispetto alla capacità e velocità degli attuali computer e smartphone. Alle loro camere fotografiche si devono le riprese e anche la scoperta dei satelliti naturali di Giove e Saturno. Alle Voyager è stato assegnato anche il ruolo di messaggere dell’umanità, grazie al famoso disco d’oro con incisi immagini con riferimenti della Terra, insieme a messaggi, musiche e suoni naturali, voluto dallo scienziato Carl Sagan con l’auspicio che le sonde potessero essere intercettare in un futuro remoto da civiltà intelligenti.