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Sinus IridiumLa Cina è la terza potenza spaziale a sbarcare sulla luna. La sonda automatica Chang’e-3, lanciata il 2 dicembre 2013 dalla base dell’Agenzia Spaziale Cinese (CNSA) situata a Xichang nella provincia di Sichuan nel sud della Cina, è allunata con successo il 14 dicembre toccando il suolo all’interno del cratere denominato Sinus Iridium (Baia degli arcobaleni). La fase finale di discesa – iniziata a 15 chilometri di altezza – è durata dodici minuti. E’ il primo allunaggio dopo quello effettuato nel 1976 dalla sonda sovietica Luna 24. Nella mitologia cinese Chang’e è il nome di una fanciulla che abita in un palazzo di giada sulla Luna. La missione Chang’e-3, preceduta da quelle lanciate nel 2007 e 2010 che hanno permesso di trasferire in orbita le prime due sonde con la medesima denominazione, è stata concepita per fare scendere sulla superficie selenita un rover battezzato “Coniglio di giada”, come l’animale mitologico che accompagna Chang’e e le prepara l’elisir dell’immortalità.

Durante il viaggio dalla Terra alla Luna la sonda Chang’e 3 ha effettuato due correzioni di rotta, decelerando prima di immettersi in un’orbita circolare a una quota media di 100 km. Il 9 dicembre il propulsore è stato riacceso per consentire di immettere Chang’e 3 in un’orbita ellittica con una distanza massima di circa 100 km ed una minima di 15 km dalla superficie lunare. Da questa altezza è iniziata la manovra di discesa che ha avuto il suo momento cruciale una volta giunta a 100 metri dal suolo, quando Chang’e 3 si è diretta verso la zona ottimale del touch-down guidata dal sistema di controllo e dalla telecamera di bordo. A 4 metri dalla superficie, lo spegnimento del propulsore e la caduta a una velocità di 13 km/h ammortizzata dalle quattro zampe di cui è dotata la sonda. Le comunicazioni fra la sala di controllo della CNSA e la sonda Chang’e 3 sono avvenute con il supporto della nuova base dell’Agenzia Spaziale Europea di Norcia. Dopo l’allunaggio c’è l’attivazione del rover Yutu, a sei ruote, alimentato a energia solare e del peso di 140 kg, che inizierà a muoversi in superficie fotografando la sonda madre, da cui verrà ripreso a sua volta. Grazie a un braccio robotico, equipaggiato con uno spettrometro a raggi x che emette particelle alpha, il rover può studiare la composizione chimica di rocce e suolo.

Gli scienziati cinesi prevedono che il rover possa coprire una distanza di dieci chilometri, funzionando per almeno tre mesi, mentre la sonda dovrebbe trasmettere per un anno. Dopo questa missione, che mira a provare la capacità di analizzare gli aspetti geologici del satellite naturale della Terra, la Cina conta di effettuare un allunaggio con taikonauti entro il 2025, preceduto dalla costruzione di un laboratorio spaziale in orbita terrestre.