da Sorrentino | Mag 23, 2018 | Lanci, Primo Piano, Servizi Satellitari
Il sesto gruppo di satelliti Iridium® NEXT, realizzati da Thales Alenia Space, è stato lanciato con successo da SpaceX dalla base militare di Vandenberg in California. Ora sono 55 i satelliti in orbita e le loro prestazioni superano le aspettative. I prossimi due gruppi di 10 satelliti Iridium NEXT sono già pronti in previsione del settimo e dell’ottavo lancio. L’obiettivo è lanciare tutti i 75 satelliti Iridium NEXT ad orbita terrestre bassa nel 2018. Il razzo Falcon 9 di SpaceX ha portato in orbita un totale di sette satelliti, cinque satelliti Iridium e due satelliti GRACE-FO della NASA. I due gruppi di satelliti sono stati rilasciati ad altitudini differenti: prima quelli della NASA intorno ai 490 chilometri, poi gli Iridium ad oltre 800 chilometri. La prima fase si è stata completata circa 11 minuti e 30 secondi dopo il lancio, la seconda un’ora dopo. Dopo il distacco del primo stadio del Falcon 9, rientrato sulla Terra, il secondo stadio ha raggiunto i 490 chilometri di altitudine, inclinandosi di 30 gradi, per mettere in posizione i due satelliti GRACE-FO e sganciarli: uno è stato orientato verso la Terra, l’altro verso lo spazio, posizionati in orbite distanti 220 chilometri. Dopo il primo rilascio, il razzo Falcon 9 ha ripreso il suo viaggio riaccendendo i motori del secondo stadio per sganciare i cinque satelliti Iridium
Thales Alenia Space è prime contractor per il programma Iridium® NEXT, responsabile della realizzazione, integrazione e validazione in orbita degli 81 satelliti di Iridium Next, oltre che della definizione e validazione dell’intero sistema. I satelliti sono stati integrati in serie da Orbital ATK, sottocontraente di Thales Alenia Space, nel suo stabilimento produttivo di satelliti di Gilbert, in Arizona, sotto la supervisione in loco del team di Thales Alenia Space. Tutte le operazioni di lancio e messa in orbita (LEOP), e di test in orbita  (In Orbit Tests) sono state eseguite nel centro di controllo SNOC (Iridium’s Satellite Network Operation Center) di Leesburgh. La costellazione Iridium® NEXT offre connettività globale grazie ai suoi 66 satelliti interconnessi a un’altitudine di 780 km, con nove satelliti di riserva in orbita e sei altri satelliti di riserva a terra. Questo sistema internazionale fornisce capacità senza pari nelle telecomunicazioni in movimento (individui, veicoli di terra, veivoli, navi) e assicura una copertura completa in tutto il mondo, inclusi gli oceani. Grazie alla sua copertura globale e al funzionamento indipendente Iridium NEXT fornisce assistenza indispensabile in condizioni molto difficili, come in aree isolate, durante disastri naturali o durante conflitti, per citarne alcuni. Completamente indipendente da qualsiasi network di terra, offre comunicazioni sicure, protette da intrusioni e hacking.
				
					
			
					
											
								
							
					
															
					
					 da Sorrentino | Mag 23, 2018 | Eventi Scientifici e Culturali, Ricerca, Telescienza
La drammatica vicenda del dirigibile Italia, che il 25 maggio 1928 impattò sul pack artico lasciandovi il generale Umberto Nobile e parte dell’equipaggio per poi allontanarsi e scomparire nella regione polare, è stata fortemente influenzata dalla meteorologia spaziale. A 90 anni dall’incidente che segnò il mondo dell’aeronavigazione, le ricerche basate sulla ricostruzione delle condizioni influenzate dall’attività solare disegnano uno scenario nuovo che spiega perché il segnale di SOS venne captato da un giovane radioamatore russo a quasi duemila km di distanza anziché dalla nave “Città di Milano” ancorata nelle vicine isole Svalbard. I modelli matematici hanno permesso all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di dimostrare come la ionisfera risentisse dell’azione del Sole, sulla cui superficie erano evidenti le macchie, e probabilmente di una tempesta geomagnetica tali da permettere comunicazioni a grande distanza (il segnale pervenne poi anche alla stazione radio militare di S. Paolo a Roma) creando una zona d’ombra nella regione delle Svalbard. Una spiegazione scientifica che aggiunge un elemento fondamentale al racconto del disastro che permise solo a pochi superstiti riparati per 48 giorni nella famosa tenda rossa (in corso di restauro al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano) di essere recuperati con sforzi eccezionali e ulteriori sacrifici di vite umane, prima fra tutti quella dell’esploratore norvegese Roald Amundsen, scomparso con il suo idrovolante nel generoso tentativo di portare soccorso.
Proprio il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università degli Studi di Milano, hanno celebrato i 90 anni della spedizione del Dirigibile Italia al Polo Nord, in collaborazione con Polarquest2018, la spedizione di ricerca ed esplorazione di cui è capoprogetto Paola Catapano, ispirata all’impresa di Umberto Nobile e programmata nel mese di agosto con la circumnavigazione delle isole Svalbard. Tre sono gli obiettivi di Polarquest2018: effettuare campionamenti di microplastiche dell’ipotetica “sesta isola” in oceano Artico, rilevare il flusso di raggi cosmici per la prima volta oltre l’80° parallelo a nord dell’equatore e cercare per la prima volta i resti del dirigibile Italia a Nord-Est dell’arcipelago.
L’Italia non ha mai lasciato il Polo Nord e mantiene una presenza permanente grazie alla Stazione Artica “Dirigibile Italia” del CNR a Ny-Alesund, una base di assoluta importanza strategica sia dal punto di vista scientifico, per misurare lo stato dei ghiacci e l’effetto dei cambiamenti climatici, sia politico, in considerazione della funzione attribuita al nuovo Consiglio scientifico per l’Artico. Organismo preposto a definire il futuro programma di ricerche. La ricerca scientifica italiana in Artico contribuisce infatti agli studi internazionali e interdisciplinari con oltre 20 progetti. Gli esperimenti interessano la chimica e la fisica dell’atmosfera, la meteorologia. Inoltre è attivo un osservatorio permanente per lo studio dell’oceano artico nel clima globale e sono in corso studi di geologia, geofisica, biologia e astrofisica. Il 90esimo anniversario della spedizione del dirigibile Italia è stata anche l’occasione per ricordare la figura di Aldo Pontremoli, fisico di punta degli anni Venti, che vi prese parte come giovane professore di fisica teorica presso l’Università degli Studi di Milano.
				
					
			
					
											
								
							
					
															
					
					 da Sorrentino | Mag 12, 2018 | Industria, Lanci, Primo Piano, Servizi Satellitari

Bangabandhu Satellite-1, il primo satellite del Bangladesh, è stato lanciato con successo dalla base di Cape Canaveral a bordo di un razzo Falcon 9 della SpaceX, dopo aver lasciato il sito Thales Alenia Space di Cannes il 28 Marzo scorso. Per l’intera nazione del Bangladesh poter assistere al successo del lancio del suo primo satellite verso lo spazio è stato davvero un momento storico ed emozionante. Il satellite per le telecomunicazioni e per la trasmissione televisiva e radiofonica diminuirà il divario digitale, diffondendo servizi di trasmissione e telecomunicazione in aree rurali e introducendo servizi vantaggiosi, incluso quelli direct-to-home, in tutto il paese e su tutta la regione. Thales Alenia Space è stata responsabile della progettazione, della produzione, dei test e della consegna in orbita di Bangabandhu Satellite-1, e si è occupata anche dei due segmenti di Terra (primario e secondario), che sfrutteranno gli strumenti SpaceOps per la pianificazione e il monitoraggio della missione. Bangabandhu Satellite-1 è dotato di 26 trasponditori in banda Ku e 14 in banda C. Offrirà copertura in banda Ku sul Bangladesh e sulle acque territoriali del Golfo del Bengala, India, Nepal, Bhutan Sri Lanka, Filippine e Indonesia e fornirà, inoltre, copertura in banda C sull’intera regione. Il satellite Bangabandhu Satellite-1 include tutte le componenti necessarie a gestire il business dei clienti e a fornire servizi agli utenti finali del gestore della rete.
 
				
					
			
					
											
								
							
					
															
					
					 da Sorrentino | Mag 10, 2018 | Politica Spaziale, Primo Piano

Roberto Battiston è stato confermato alla presidenza dell’Agenzia Spaziale Italiana per il quadriennio 2018-2022 La nomina è stata decisa con decreto del 9 maggio 2018 dal ministro dell’istruzione, università e ricerca, Valeria Fedeli, al termine di una procedura di selezione iniziata il primo febbraio. Per Battiston i primi quattro anni al vertice dell’ASI sono stati molto importanti perché hanno consentito la riorganizzazione e il rafforzamento del settore spaziale italiano che si conferma un punto di riferimento scientifico, tecnologico e industriale a livello mondiale. Un lavoro che grazie alla sensibilità del governo e del Parlamento ha portato alla nuova legge sulla governance spaziale che mette l’ASI nel ruolo di architetto di sistema. “Grazie ad una serie di accordi internazionali e alle capacità della nostra industria – sottolinea Battiston – oggi l’Italia è al centro dei più importanti cambiamenti innescati dalla new space economy. La sfida per il futuro è far sì che l’infrastruttura spaziale fornisca sempre più servizi e valore ai cittadini e alle imprese del nostro Paese”. Battiston, già Presidente dell’ASI dal maggio 2014, è ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Trento. Nella sua lunga e prestigiosa carriera accademica e scientifica, ricca di riconoscimenti internazionali, ha tra l’altro proposto insieme a Nobel Samuel C.C. Ting la realizzazione di uno spettrometro magnetico (AMS-2) per effettuare per la prima volta misure di precisione dei Raggi Cosmici nello spazio. Dal 2011 lo strumento è operativo sulla Stazione Spaziale Internazionale.
 
				
					
			
					
											
								
							
					
															
					
					 da Sorrentino | Mag 10, 2018 | Eventi, Industria, Politica Spaziale, Primo Piano, Tecnologie, Trasferimento Tecnologico
Mars Planet – sezione italiana di Mars Society, ha scelto la sede della Regione Lombardia per tenere la conferenza sulle prospettive di sviluppo industriale, scientifico e civile legate alle tecnologie propedeutiche all’esplorazione di Marte, presenti i principali attori del settore spaziale. Un mondo apparentemente lontano ma che, al contrario, coinvolge potenzialmente una miriade di imprese della regione motore dell’economia italiana. La conferenza, promossa in collaborazione con la Regione Lombardia, si svolge nei giorni 11 e 12 maggio e rappresenta il focus sulle tecnologie per l’esplorazione di Marte e sul ruolo dell’industria lombarda nella Space Economy. Obiettivo di Mars Planet, che persegue il progetto di realizzare un centro di ricerche spaziali in Lombardia con l’intento di stimolare l’innovazione tecnologica e le sue ricadute sulla società, è sensibilizzare il comparto industriale a divenire parte attiva della cosiddetta Space Economy. Ad aprire la conferenza sono stati chiamati il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, in relazione all’importanza della Space Economy per la Lombardia, anche alla luce dei recenti accordi con il Politecnico di Milano, e Luigi Pasquali, coordinatore attività spaziali di Leonardo, leader industriale italiano nel settore spaziale con un’importante presenza in Lombardia. Oltre a relatori di Agenzia Spaziale Italiana, Leonardo, Thales Alenia Space e Altec, il panel di speakers comprende, tra gli altri, rappresentanti di Agenzia Spaziale Europea e NASA e il presidente della Mars Society americana. La conferenza si articola in sessioni dedicate a fisiologia umana e colture agricole nelle missioni spaziali di lungo periodo, a robotica e realtà virtuale, con un’appendice dedicata a progetti di innovazione presentati da giovani studenti degli istituti superiori e delle università, aventi come tema di sviluppo la ricerca su Marte.
“La conferenza MARS TO EARTH 2018 si focalizza sulle applicazioni dei programmi di ricerca su Marte e sulle attività di esplorazione spaziale in genere, che sono già disponibili per innescare un impatto economico di valore aggiunto sulle attività commerciali e industriali terrestri – dichiara l’ing. Antonio Del Mastro, presidente di Mars Planet – L’esplorazione umana di Marte genererà un effetto positivo su molti settori industriali, contribuendo a un cambiamento radicale dello scenario tecnologico ed economico sul nostro pianeta madre. L’ubicazione della conferenza a Milano vuole richiamare l’importanza della partecipazione del sistema produttivo lombardo alla Space Economy, in ottica di Industria 4.0, auspicare un ruolo preminente dell’Italia nel contesto europeo come destinatario dei benefici economici derivanti dall’esplorazione di Marte”.