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E luce sarà!

E luce sarà!

Una intera settimana per soddisfare tutte le curiosità sul nostro universo. Questo è l’intento degli organizzatori della edizione 2017 di “Light in Astronomy”, che si svolge dal 13 al 19 novembre, con l’apertura delle sedi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, comprese le porte delle cupole astronomiche, per offrire al grande pubblico, docenti, studenti e famiglie l’opportunità di conoscere da vicino i protagonisti della scienza che osserva il cosmo. “Light in Astronomy”, organizzata dall’INAF con la collaborazione della Società Astronomica Italiana (SAIt) e giunta quest’anno alla sua terza edizione, conferma la forte vocazione degli astronomi nel condividere la loro passione per questa scienza di grande appealing. Stefano Sandrelli, responsabile Didattica e Divulgazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica la racconta così: «Incontriamo studenti e pubblico in tutte le sedi, tutti i giorni dell’anno. Ma non ci bastava: abbiamo deciso di fare di più e ci siamo inventati la Settimana della Luce. Le sedi INAF si aprono al pubblico con attività diverse». Come nelle precedenti edizioni di “Light in Astronomy”, la comunità di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica parla della scienza spiega come viene usata la luce nelle ricerche astronomiche.

Ecco una sintesi delle tante iniziative in programma sul territorio, da nord a sud, isole comprese.

A Milano presso l’Osservatorio Astronomico di Brera dell’INAF Paolo D’avanzo, Gabriele Ghisellini e Giovanni Losurdo racontano di “GW170817 – A cavallo dell’onda perfetta: cos’è successo quel 17 agosto del 2017”.

A Trieste, la specola dedicata a Margherita Hack apre i battenti per visite e osservazioni con il telescopio Macron di 60 cm, modello d’avanguardia. Anche l’immaginario scientifico di Grignano partecipa all’iniziativa con una suggestiva proposta prevista per domenica 19 novembre dalle 10.00 alle 18.00 con il laboratorio “Graffiti di Luce”.

Padova, gli astronomi Enrico Cappellaro e Massimo Turatto dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’INAF organizzano incontri per le Scuole sul tema del momento: “L’astrofisica prima e dopo le onde gravitazionali”.

A Torino, sabato 18 novembre alle ore 9:30, dopo 5 anni, il Barcamp per l’Astronomia ritorna alla sua sede inaugurale: INFINI-TO/Planetario di Torino – Museo della Scienza e dell’Astronomia, sito nel Parco Astronomico di Pino Torinese.

Ad Arcetri (Firenze), conferenze per grandi e piccini. Con gli astronomi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Leslie K. Hunt, Filippo Mannucci, Sperello di Serego Alighieri ed Emanuele Nardini si affrontano i temi caldi del momento dalle onde gravitazionali, alla ricerca di nuovi mondi, fino ai buchi neri. Per i più piccini “L’Astronomia nel… pallone!”, cielo virtuale e letture nel planetario gonfiabile Starlab.

A Bologna sabato 18 novembre 2017 un evento gratuito alla stazione astronomica di Loiano, con visita al planetario e osservazioni al telescopio. Per domenica 19 novembre in programma una conferenza sulla luce in astronomia e visita gratuita ai Radiotelescopi di Medicina. Per le scuole sono stati invece pensati i laboratori gratuiti “Meraviglie di un raggio di luce” e “Accendiamo le costellazioni”.

Presso l’Osservatorio Astronomico di Cagliari i bambini sono protagonisti con “Costruiamo SRT”, attività per costruire con cartoncino e forbici un del Sardinia Radio Telescope. Immancabile sarà la presenza del Planetario, con uno spettacolo dal vivo a cura di Sabrina Milia e Paolo Soletta.

Anche le due sedi INAF a Roma aprono le loro porte. L’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) organizza presso la sua sede a Tor Vergata un calendario di mattinate dedicate alle scuole, con visite guidate e laboratori didattici con il progetto “Pianeti in una stanza”. Il clou nel pomeriggio di venerdì 17 novembre con l’evento di lancio delle Olimpiadi Italiane di Astronomia aperto a tutti agli aspiranti Olimpionici, ai loro professori e genitori. Il pomeriggio prevede osservazioni guidate al telescopio solare e una conferenza dal titolo “Gravità: la forza che tiene assieme tutte le cose” di Roberto Peron (evento trasmesso in streaming con la possibilità di fare domande in diretta). Infine, grazie alla collaborazione del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università di Roma Tre, l’IAPS propone per tutta la settimana la mostra “In viaggio con Cassini” in esposizione presso l’Astro garden del Dipartimento. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Associazione Stellaria ed esposta da giugno 2017 in molte città italiane, parte dalle prime scoperte astronomiche dello scienziato Cassini fino ad accompagnare le recenti, ultime fasi della missione Cassini-Huygens.

Sempre a Roma, all’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone, visitabile gratuitamente il Light Lab, il laboratorio della luce che fa parte del Parco Astronomico dell’Osservatorio di Roma, e possibilità di ammirare il modello di EST (European Solar Telescope), uno dei progetti tecnologici più ambiziosi in cui è coinvolta l’Europa e che vede l’Italia in prima fila per la realizzazione della strumentazione di questo innovativo telescopio destinato allo studio della nostra stella: il Sole.

A Napoli, all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’INAF, in programma tre appuntamenti didattici dedicati alle scuole, nelle mattine del 14, 15 e 16 novembre dal titolo “A scuola di Astronomia” articolati in una lezione di astronomia, tenuta nelle diverse giornate da Aniello Grado sulle onde gravitazionali, Nicola Napolitano sul lensing gravitazionale e Clementina Sasso sul Sole, una lezione specifica quest’ultima dedicata alle scuole elementari. Dario Mancini illustra l’antica tecnologia nella costruzione degli strumenti astronomici e le faticose modalità di osservazione degli astronomi dell’Ottocento. Infine la visita alla torre osservativa orientale attrezzata con un telescopio da 40 cm e al padiglione del Celostato per osservare il Sole con grande dettaglio. Una particolare iniziativa è stata organizzata nel pomeriggio del 14 novembre, sul Turismo Astronomico: una giornata di studio e formazione per le guide turistiche della Campania per illustrare le potenzialità dei beni culturali dell’astronomia antica, sia degli strumenti scientifici che dei volumi rari e di pregio. Infine una serata speciale è prevista il 16 novembre, “La Terra è blu”, con la presentazione del nuovo planetario dedicato a Jurij Gagarin, il primo cosmonauta.

A Catania previste otto conferenze pomeridiane dal 14 al 17 novembre. Da segnalare l’iniziativa ASTROKID dedicata ai più piccini. Tra i relatori gli astronomi Salvatore Sciortino e Antonio Maggio dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo.

Infine Palermo con “Le meraviglie di un raggio di luce”, un aperitivo scientifico a cura degli astronomi Mario Guarcello, Tiziano Zingales, Marco Barbera, Fabio Reale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. In programma anche il seminario in collaborazione con l’Università di Palermo “La fusione di stelle di neutroni: le onde gravitazionali ed il lampo elettromagnetico”.

Ulteriori informazioni e prenotazioni alla pagina web di “Light in Astronomy” sul portale Edu INAF: http://edu.inaf.it/index.php/eventi/light-in-astronomy/

 

Pavia laurea AstroSamantha

Pavia laurea AstroSamantha

Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea con 200 giorni di permanenza a bordo della stazione spaziale internazionale con la missione Futura, e capitano dell’Aeronautica militare, ha ricevuto dall’Università di Pavia la laurea magistrale honoris causa in bioingegneria. Alla cerimonia si è svolta giovedì 9 novembre nell’Aula magna dell’Università, alla presenza del Rettore Fabio Rugge, del professor Giovanni Magenes e del preside della Facoltà di Ingegneria Lalo Magni. Dopo la consegna del diploma e del tocco, Samantha Cristoforetti ha tenuto la lectio doctoralis dal titolo ‘Ricerca biomedica sulla Stazione Spaziale Internazionale. «La missione spaziale condotta dal Capitano Cristoforetti – si legge nel capitolo della motivazione – mostra come la bioingegneria sia una disciplina chiave per la definizione di metodologie e la realizzazione di tecnologie atte alla comprensione di fenomeni pato-fisiologici complessi, e alla valutazione degli effetti di nuove terapie farmacologiche. L’attività svolta in condizioni operative e ambientali fuori del comune dimostra in modo chiaro e circostanziato come le sue competenze tecnico/scientifiche siano di altissimo profilo». “Il Capitano Samantha Cristoforetti ha acquisito competenze che integrano gli aspetti metodologici, tecnologici e progettuali delle scienze ingegneristiche con le conoscenze necessarie per la realizzazione di esperimenti avanzati nel campo delle scienze biomediche”. Laureata a Monaco in ingegneria meccanica con una specializzazione in propulsione spaziale e strutture leggere, nel corso della missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana, condotta tra il novembre 2014 e il giugno 2015, Samantha Cristoforetti ha realizzato una serie di esperimenti scientifici tra cui il progetto “NATO” dell’Università di Pavia, dedicato allo studio del deterioramento delle cellule e dei tessuti in ambiente spaziale e coordinato dalla Prof.ssa Livia Visai del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’ateneo pavese.

Il robot diventa cobot

Il robot diventa cobot

Thales Alenia Space consegue un’altra tappa decisiva nel suo processo di trasformazione Industria 4.0, attraverso lo sviluppo ed utilizzo di nuove tecnologie produttive che contribuiscono a migliorare la flessibilità e a ridurre il time-to- market. Nel suo stabilimento di L’Aquila, l’azienda ha presentato il robot, o cobot, collaborativo polivalente Cratos (Collaborative Robot Addressed To Operative Solution robot) che sta già eseguendo la sua prima missione di integrare le componenti elettroniche sulla prima unità di volo di COSMO-SkyMed della seconda generazione. “Il cobot Cratos segna una nuova milestone nella strategia globale di trasformazione digitale di Thales Alenia Space, agevolando la produzione e accelerando il time-to-market, integrando al contempo il lavoro delle persone oltre alle macchine automatizzate e alla realtà aumentata” – ha dichiarato Donato Amoroso, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia.

Cratos (il cui nome deriva da Kratos, il dio del potere nella mitologia greca) è il primo robot collaborativo utilizzato per l’integrazione degli apparati elettronici, capace di operare accanto alle persone, nella stessa area senza alcuna barriera fisica. Si tratta di un robot polivalente capace di effettuare operazioni di montaggio, incollaggio e ispezione. Grazie alla sua architettura flessibile, tutte le attività sono eseguite in sequenza, con una considerevole riduzione dei tempi di assemblaggio. E’, inoltre, perfettamente in grado di effettuare il primo controllo dei processi di integrazione con un misurabile miglioramento della qualità. Il robot Cratos può essere programmato in maniera tradizionale, tramite l’invio di files da sistemi CAD o in autoapprendimento. Cratos è progettato per ampliare continuamente il campo delle sue applicazioni, incluso la ricostruzione in 3D, basata su un sistema fotografico panoramico e barriere infrarosse che aumenteranno la velocità durante l’integrazione automatizzata garantendo, al contempo, la sicurezza.

Nell’ambito del suo approccio Industria 4.0, Thales Alenia Space utilizza anche Saphir, nel suo stabilimento di Cannes, in Francia. SAPHIR è un robot collaborativo per la preparazione e l’installazione automatizzata di inserti nei pannelli per satelliti di Telecomunicazione. SAPHIR è capace di ridurre considerevolmente il tempo del ciclo produttivo e i relativi costi, basti pensare che ogni pannello ha circa 3.500 inserti. Recentemente Thales Alenia Space ha annunciato anche la costruzione di un nuovo sito allo stato dell’arte ad Hasselt, in Belgio, per la produzione di assemblaggi fotovoltaici (PVA). Lo stabilimento è caratterizzato dall’ utilizzo di tecnologie che includono l’assemblaggio robotizzato dei pannelli, la digitalizzazione del processo produttivo con la conseguente gestione digitale dei dati e della tracciabilità, incluso i test e le verifiche online, e utilizzo di tecnologie di realtà aumentata.

 

Vega: 11 missioni di successo

Vega: 11 missioni di successo

Vega, il lanciatore europeo ideato, progettato e realizzato da Avio, ha portato a termine con successo la sua undicesima missione consecutiva consolidando ulteriormente il primato mondiale in termini di precisione e affidabilità. Nella sua terza missione del 2017 Vega ha messo in orbita il satellite MOHAMMED VI-A, un satellite per l’osservazione della terra realizzato da Thales Alenia Space e Airbus per il Marocco. La missione è partita dal centro spaziale di Kourou, in Guyana francese, il 7 novembre alle ore 22:42 (le 02:42 dell’8 novembre in Italia). “Vega continua il suo tack-record di successi consecutivi e ha contribuito a dare accesso allo Spazio ad un nuovo Paese, il Regno del Marocco – ha commentato Giulio Ranzo, Amministratore Delegato di Avio – L’elevato livello di fiducia presso i clienti, peraltro, ha portato Arianespace a siglare recentemente un nuovo contratto per sei lanci di Vega e quattro di Vega C, per un totale di dieci voli tra il 2019 e il 2021”. Nel frattempo negli stabilimenti di Colleferro si continua a sviluppare lanciatori sempre più performanti: dopo aver completato anche il secondo involucro del P120, Avio è pronta per il tiro al banco del primo motore Z40, secondo stadio del Vega C”.

Vega è il lanciatore europeo progettato, sviluppato e realizzato in Italia da Avio attraverso la controllata ELV (partecipata al 30% da ASI). È un vettore di ultima generazione studiato per trasferire in orbita bassa (tra 300 e 1.500 km dalla terra) satelliti per uso istituzionale e scientifico, per l’osservazione della terra ed il monitoraggio dell’ambiente. Finanziato per il 65% dall’Italia e realizzato nello stabilimento Avio di Colleferro, nei pressi di Roma, Vega è in grado di mettere in orbita satelliti di massa fino a 2000 kg e completa la famiglia dei lanciatori europei.

Addio a Gordon di Apollo 12

Addio a Gordon di Apollo 12

Un altro protagonista dell’epopea lunare ci ha lasciato. Richard Gordon, selezionato nel 1963 dalla NASA, pilota della missione Gemini 11 e del modulo di comando della missione lunare Apollo 12, è mancato all’età di 88 anni. Rimase in orbita intorno alla Luna, sulla quale sbarcarono i sui compagni di volo Conrad e Bean. Gordon non ebbe la possibilità di scendere sulla Luna a causa della cancellazione delle missioni successive ad Apollo 17, che chiuse il programma di esplorazione del nostro satellite naturale. Soprannominato Gordo, come il nome del primate lanciato nello spazio e rientrato a terra senza danni durante la fase di collaudo del programma Mercury, era stato designato proprio alla missione Apollo 18, mai effettuata. Richard Gordon lasciò la NASA nel 1972 per diventare vicepresidente della squadra di football di New Orleans.