da Sorrentino | Ott 15, 2016 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Missioni, Primo Piano
La scienza di Exomars, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea congiunta con Roscomos entrata nella fase culminante e realizzata con il rilevante contributo scientifico e industriale italiano, ha catalizzato l’avvio della seconda giornata di lavori della conferenza europea della Mars Society 2016 organizzata a Bergamo, sede della Italian Mars Society. Apertasi con l’intervento di Robert Zubrin, presidente di Mars Society USA e fondatore dell’associazione, il quale ha illustrato la visione di assieme delle tecnologie spaziali da implementare per la colonizzazione del Pianeta Rosso, la conferenza ospita alcuni dei massimi esperti nel campo delle architetture abitative e delle tecnologie di supporto alla vita per le missioni umane su Marte, della robotica, del controllo remoto dei sistemi, dell’agricoltura spaziale e dell’astrobiologia. Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, e Enzo Giorgio (nella foto), amministratore delegato di Altec Torino, hanno tracciato il significato del missione ExoMars2016, partita nel marzo scorso dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, e giunta alla vigilia della separazione tra il Trace Gas Orbiter (TGO), il modulo destinatp a inserirsi nell’orbita di Marte per studiare concentrazioni e processi di gas come argon e metano ed evidenziarne eventuali tracce biologiche, e il lander intitolato al grande astronomo italiano Schiaparelli (realizzato negli stabilimenti di Thales Alenia Space Italia a Torino), programmato per l’operazione di ammartaggio nel pomeriggio di mercoledì 19 ottobre nella regione Meridiani Planum del Pianeta Rosso, testando la tecnologia per l’ingresso nell’atmosfera marziana e consentendone di analizzare gli strati grazie alla strumentazione progettata e sviluppata in Italia.
da Sorrentino | Set 28, 2016 | Eventi, Industria, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Elon Musk era da tempo l’ospite più atteso al 67esimo Congresso Internazionale di Astronautica a Guadalajara in Messico e non ha tradito le aspettative, da autentico guru dello Spazio. La sua SpaceX, balzata prepotentemente alla ribalta prima come partner privato della NASA e poi sempre più lanciata verso ambiziosi progetti di esplorazione planetaria, punta a conquistare Marte e colonizzarlo in tempi astronauticamente ristretti. Musk, forte del sostegno convinto della NASA, incalza la platea degli esperti di attività spaziali descrivendo il piano operativo non diversamente da come fece Wherner Von Braun con il Programma Apollo ma con i mezzi di comunicazione dei primi anni ‘60. In questa era, però, l’obiettivo è più lontano e complesso da raggiungere e non ci si potrà limitare a poche ore di permanenza in superficie, ma si dovranno predisporre mezzi di sopravvivenza di lunga durata. Musk imbonisce promettendo un viaggio ridotto a 80 giorni, grazie alla spinta in partenza di un razzo vettore ben più potente del Saturno V protagonista delle missioni lunari. Il nuovo lanciatore di SpaceX, alto oltre cento metri e dotato di 42 motori Raptor, può sollevare e portare in orbita un carico due volte più pesante del sistema Apollo: in pratica una navetta paragonabile alla fusoliera di un aeromobile di linea capace di ospitare da 100 a 200 astronauti. Musk, il cui staff di ingegneri ha effettuato già positivamente il test di accensione di un motore Raptor, conta di portare di portare i primi esseri umani su Marte entro il 2024. Ma solo nel 2017, se i programmi saranno rispettati, SpaceX trasferirà i primi astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2018, invece, è in programma la partenza del primo veicolo senza equipaggio diretto su Marte. Musk intende bruciare i tempi e sono in molti a credere possibile il traguardo. Sullo sfondo resta l’incidente sulla rampa del 4 settembre scorso con la distruzione del razzo Falcon 9 e del suo carico utile satellitare. Per lo sviluppo del programma, SpaceX ha investito 10 miliardi di dollari, mentre il biglietto di viaggio per ogni passeggero sarà di 100mila dollari. Rispetto ai motori Merlin 1 dei razzi Falcon 9 alimentati con una miscela di cherosene e ossigeno liquido per spingere in orbita le capsule Dragon, il propulsore Raptor utilizza metano liquido e ossigeno. Il sistema di trasporto ideato da SpaceX, battezzato Interplanetary Transport System, è articolato sul lancio primario della navetta da inserire in orbita terrestre, seguito dal rientro dello stesso lanciatore sulla rampa di lancio per essere rifornito e ripartire per trasportare grandi serbatoi di propellente che servono ad alimentare i motori della navetta durante il viaggio verso il Pianeta Rosso. In questo scenario il calendario dei rifornimenti diventa indispensabile anche per assicurare la partenza della navetta da Marte per dirigersi verso la Terra. Qualsiasi lancio non potrà che avvenire ogni 26 mesi per sfruttare il periodo di massima vicinanza tra i due pianeti. Musk pensa che ad un certo punto possano partire decine se non centinaia di navette, concentrandole nelle finestre di lancio, per avviare un processo di colonizzazione. Fin qui la visione di SpaceX e del suo fondatore. Resta da verificare la fattibilità di un programma che spiazza i puristi delle missioni umane e non specifica come organizzare i mezzi di sopravvivenza sulla superficie marziana, ma si limita a ipotizzare una rete di comunicazione avanzata con la Terra.
La presentazione di Elon Musk al 67esimo Congresso Internazionale di Astronautica a Guadalajara
da Sorrentino | Set 13, 2016 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Primo Piano
Stato di preparazione e prospettive dell’esplorazione umana di Marte saranno al centro della Conferenza Europea della Mars Society, che si terrà al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo dal 14 al 16 ottobre 2016. Un appuntamento su cui convergono le attenzioni degli scienziati spaziali e che cade nei giorni precedenti la fase ultima della missione europea Exomars, di ESA e Roscosmos, che culminerà con la discesa del lander Schiaparelli sulla superficie di Marte prevista il 19 ottobre. Mars Society è l’organizzazione non profit internazionale fondata alla fine degli anni ‘90 negli Stati Uniti da Roberto Zubrin, con lo scopo di promuovere a livello politico l’esplorazione del Pianeta Rosso e sostenere le azioni volte ad acquisire le necessarie conoscenze scientifiche e logistiche propedeutiche allo sbarco di astronauti. L’assegnazione della sede di conferenza europea a Bergamo non è casuale, perché in questa provincia ha sede la Italian Mars Society (www.marsplanet.org), sezione nazionale dell’organizzazione internazionale, che progetta di realizzare un centro di ricerca spaziale, denominato Mars City (www.mars-city.org ), in Lombardia e più specificamente sul territorio orobico.
Nella giornata di apertura dei lavori interverranno il presidente di Mars Society USA, Robert Zubrin, gli astrofisici Giovanni Bignami, accademico dei Lincei, e Marcello Coradini, uno dei padri fondatori della Planetologia e dei programmi europei di esplorazione del Sistema Solare, Richard Heidman e Antonio Del Mastro, rispettivamente presidenti di French e Italian Mars Society. La seconda giornata dei lavori sarà introdotta da Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, cui seguiranno gli interventi di Vincenzo Giorgio, amministratore delegato di ALTEC (centro di Eccellenza nazionale con sede a Torino per il supporto delle operazioni e dell’utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale e alle missioni per l’esplorazione spaziale), e Carlo Mirra, di Airbus Defence and Space, in relazione alle tecnologie a supporto delle missioni planetarie. Nel corso della giornata di sabato 15 ottobre spazio alle presentazioni dei progetti relativi alla mobilità sulla superficie marziana, con particolare riferimento ai rover, ai sistemi di sopravvivenza, alla biorigenerazione e alle possibili colture orticole in situ, e allo studio dei fattori umani e sociali che si accompagnano alla prospettiva di colonizzazione del Pianeta Rosso. L’ultima sessione sarà riservata a una riflessione affidata a Giovanni Caprara, presidente dell’Unione Giornalisti Italiani Scientifici e redattore scientifico del Corriere della Sera, sui programmi di avvicinamento alle missioni umane su Marte.
Nella mattinata di domenica 16 ottobre in programma un focus sulle strutture abitative e i laboratori che costituiranno i componenti delle basi su Marte (con interventi di Gennaro Russo del Center for Near Space, Valfredo Zolesi di Kayser Italia e Jean-Marc Salotti di French Mars Society), e un’ampia disamina delle tecnologie di simulazione attraverso l’impiego di sistemi di realtà virtuale avanzata, in grado di misurare la capacità di adattamento e lo stress in ambiente remoto come quello in cui gli astronauti esploratori di Marte si troveranno a operare, con illustrazione degli sviluppi e delle esperienze di Italian Mars Society e Spaceland. I lavori della European Mars Society Conference si concluderanno con una tavola rotonda sul ruolo dell’Europa nei futuri programmi di esplorazione di Marte.
da Sorrentino | Lug 20, 2016 | Eventi, Missioni, Primo Piano, Programmi
Quarantasette anni fa il mondo intero guardava alla Luna come la nuova frontiera, la porta di accesso allo spazio. In fuga dalla Terra, la quarta delle dieci missioni Apollo diretta verso il nostro satellite naturale segnò la prima discesa dell’uomo sulla superficie selenita. Alle 22:56 del 20 luglio 1969, quando in Italia erano le 4:56 del 21 luglio, l’astronauta americano Neil Armstrong fu il primo uomo a posare il piede sul suolo lunare. Il momento culminante e tanto atteso di una missione iniziata il 16 luglio con il lancio della capsula Apollo 11 e del lem Aquila a bordo del razzo vettore Saturno V dal Centro Spaziale Kennedy di Cape Canaveral. Con Armstrong, comandante, il ilota del modulo lunare Edwin “Buzz” Aldrin, a cui spettò il ruolo di secondo a sbarcare sulla Luna, Michael Collins, americano nato a Roma, pilota del modulo di comando. Dopo quattro giorni di viaggio, dopo essersi sganciato dal modulo di comando Columbia, il lem con Armstrong e Aldrin atterrò alle 22:17 del 20 luglio in una zona nel Mare della Tranquillità.
Il portello del modulo lunare fu aperto alle 22:39 del 20 luglio (le 4:39 del mattino del giorno seguente in Italia), e Armstrong iniziò a scendere i nove scalini della scaletta. Lunghi mesi di allenamento in quello che poteva sembrare un esercizio facile non furono sufficienti a dare sicurezza assoluta al comandante della missione, il quale compì movimenti lentissimi per essere certo della presa. La tuta ingombrante, infatti, gli impediva di vedere l’appoggio degli scarponi. Una volta toccata la polverosa superficie lunare, Armstrong poté pronunciare la storica frase “That’s one small step for a man…one giant leap for mankind” (Un piccolo passo per un uomo… un balzo enorme per l’umanità). Venti minuti dopo toccò a Aldrin scendere. Insieme, dopo aver piantato la bandiera degli Stati Uniti, i due astronauti posizionarono una serie di apparecchiature scientifiche e raccolsero i primi campioni di suolo lunare. La prima passeggiata lunare durò due ore e 40 minuti.
Gli Usa avevano vinto la sfida astronautica a distanza con l’Unione Sovietica, ma l’approdo dell’uomo sulla Luna segnò una svolta epocale, innescando una svolta nella cultura scientifica e una rivoluzione tecnologica, di cui ancor’oggi viviamo i benefici. Non altrettanto per ciò che la conquista della Luna ha significato per le generazioni degli anni 60 e 70. Per decenni i detrattori hanno tentato di incutere l’idea che i viaggi sulla Luna fossero una invenzione cinematografica. Si è dovuto ricorrere alle ricognizioni fotografiche delle sonde più recenti in orbita circumlunare per comprovare la presenza delle basi dei moduli lunari delle sei missioni che hanno toccato il suolo. Tra Apollo 11 e Apollo 17, che ha chiuso la prima epopea dell’uomo sulla Luna, c’è stata l’odissea di Apollo 13 con il salvataggio dell’equipaggio che ha fatto storia al punto da definire quella missione “un insuccesso di successo”. Destino particolare, tra tutti i protagonisti del programma Apollo, quello di Jim Lovell, per due volte intorno alla Luna (Apollo 8 e 13) e mai riuscito a scendere. Senza dimenticare i grandi meriti di Werner von Braun, l’ideatore del programma, e il ruolo di Rocco Petrone, l’ingegnere figlio di emigrati italiani che fu direttore delle operazioni di lancio allo John F. Kennedy Space Center della NASA, e dal 1969 direttore dell’intero Programma Apollo.
da Sorrentino | Lug 6, 2016 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Primo Piano, Programmi
Il Center for Near Space, centro di competenza spaziale dell’Italian Institute for the Future (IIF), ha celebrato il suo primo anno di attività con un evento svoltosi il 4 luglio alla Città della Scienza di Napoli. Il CNS è nato il 14 luglio 2015 nella cornice della Reggia di Caserta, suscitando grande interesse e partecipazione, con il duplice obiettivo di contribuire alla diffusione della cultura spaziale e stimolare nascita e crescita del settore privato dell’Astronautica Civile. La diffusione della cultura viene vista in modo innovativo al fine di far percepire sempre più al grande pubblico che lo spazio non è appannaggio esclusivo di pionieri o scienziati, ma alla portata di tutti molto più di quanto non si creda. D’altra parte, l’accesso allo spazio e il suo utilizzo non possono basarsi sui fondi istituzionali delle agenzie spaziali che sono molto più esigui di quanto non si pensi, ma devono poter far conto su una moltitudine di attori, fattori ed elementi in grado di far sviluppare un settore merceologico ad alto contenuto tecnologico.
Il CNS, così come l’IIF, non mira a prevedere il futuro né tanto meno a disegnarlo; ha invece l’obiettivo di immaginare futuri ingegneristicamente possibili. Con questo approccio, il presidente di IIF Roberto Paura ha illustrato nel corso dell’incontro l’antologia Segnali dal Futuro di recente pubblicazione, una raccolta di racconti di speculative fiction con associati saggi di approfondimento.
Il direttore generale del Center for Near Space (CNS) e vice-presidente di IIF, ing. Gennaro Russo, ha trattato del setup dell’organizzazione, dall’organigramma al regolamento, dal codice etico alle prospettive strategiche, puntando a diventare in tempi brevi un riferimento nazionale in tema di evoluzione spaziale. I progetti avviati in questo anno riguardano lo studio di un’infrastruttura spaziale di futura generazione denominata SpaceHub, e dell’accesso allo spazio “vicino” con sistemi alati (spazioplani) di piccole dimensioni che sono tecnologicamente e finanziariamente fattibili in tempi brevi e che consentono già di parlare di Turismo Spaziale 2.0. Parallelamente, il CNS ha firmato una serie di accordi con altre entità come la sezione napoletana di Euroavia, associazione europea degli studenti di ingegneria aerospaziale, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Project Management Institute Southern Italy Chapter, Amici di Città della Scienza, Trans-Tech srl, il Distretto Aero Spaziale della Sardegna e il Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania (in finalizzazione). Significativa è stata l’attenzione verso gli studenti delle scuole medie superiori a cui è dedicato il progetto EduSpace ed il contest Future Low Orbit Resort (FLOR2050).
Ospite d’onore il Dr. Pietro Schipani dell’INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte, componente del team partenopeo responsabile dell’esperimento DREAMS che sta attualmente viaggiando verso Marte a bordo della sonda europea ExoMars, e che metterà i suoi piedi metallici sul suolo marziano il prossimo 19 ottobre. Le problematiche astrofisiche del Pianeta Rosso, le caratteristiche ed i dettagli della missione ExoMars insieme alla seconda prevista per il 2020, e la centralina meteorologica di DREAMS hanno suscitato grande interesse nel pubblico e numerose domande. Al suggerimento di predisporre i visti per Marte si è sommato quello di dare uno sguardo alle previsioni meteo marziane prima di imbarcarsi verso il nuovo mondo!
L’architetto Pica Ciamarra, noto a livello internazionale per le sue realizzazioni, ha offerto la visione del CNS su una possibile architettura spaziale futura. Il progetto Orbital Architecture (OrbiTecture) sta consentendo lo sviluppo di un concept di hub spaziale (SpaceHub). Posizionata in orbita terrestre o in un lagrangiano come parte di un villaggio spaziale ben più complesso, SpaceHub integrerà le funzione di molo di attracco ovvero nodo di interscambio per viaggi dalla Terra verso altri pianeti e viceversa, di hangar di manutenzione e costruzione in orbita, di laboratorio scientifico e di resort per le circa 100 persone sistematicamente a bordo. L’architettura è del tutto diversa dall’attuale ISS e si basa su forme molto più naturali nello spazio, come sfere ed anelli. La rotazione sul proprio asse e la giusta dimensione degli anelli consente di avere nello stesso tempo ambienti a gravità lunare ed ambienti a gravità marziana. SpaceHub è basato anche sul concetto di massima autonomia possibile in termini di produzione a bordo di cibo con la realizzazione di grosse serre e produzioni idroponiche. Questo progetto, ampiamente basato sull’impiego di fabbricazione in orbita con stampanti 3D, sarà presentato ufficialmente al grande pubblico entro la fine dell’anno.
Il Turismo Spaziale 2.0 ha visto la presentazione degli ultimi sviluppi del progetto HYPLANE, uno spazioplano da sei posti capace di raggiungere i 100 km di quota e velocità 4-5 volte superiori a quella del suono. Al salto fino a 100 km garantito dallo SpaceShipTwo di Virgin Galactic, HYPLANE contrappone la possibilità di effettuare durante uno stesso volo fino a tre salti offrendo una nuova e prolungata capacità di fare esperienze in microgravità, ma offre anche la possibilità di un trasporto intercontinentale veloce, percorrendo ad esempio la tratta Napoli-New York in meno di 2 ore e al costo non esorbitante di un biglietto di prima classe. Il progetto, ideato da Trans-Tech e Università di Napoli, ha recentemente riscosso diverso consenso tanto che sia a livello nazionale che regionale il volo ipersonico suborbitale di un velivolo piccolo è stato inserito nelle proposte di nuove strategie. E sono stati lanciati alcuni progetti collaterali fondamentalmente di tipo Educational, condotti e realizzati da giovani ingegneri e studenti universitari.
Il progetto ultimo nato è JumpinFuture, dedicato ad offrire opportunità a basso costo di assaggiare le condizioni di microgravità. Voli sportivi su aerei ultraleggeri che eseguono particolari manovre lungo traiettorie paraboliche in cui di producono fino a 5 secondi di bassa gravità. Sono state effettuate già due campagne pilota e si prevede una frequenza media di una campagna al mese. Il prossimo autunno, in occasione del Leadership Workshop di Euroavia (21-30 nov 2016), sarà organizzata una campagna europea con giovani provenienti da diversi Paesi.
L’evento di è concluso con la presentazione e la premiazione dei partecipanti al concorso FLOR2050, associato al tema Extra Terrestrial Architecture Solution del contest Scintille del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Al Team Echelon di studenti dell’Istituto Tecnico Industriale “A. Righi” di Napoli è andata la targa di primo classificato con il progetto di Pontile Gravitazionale, una terrazza magnetica per stazioni spaziali per potersi affacciare nello spazio. Al Team Sfogliatella to Mars di studenti di ingegneria della Università Federico II è andata la targa di secondo classificato con il progetto Spider Robot Suit Explorer, una sorta di esoscheletro da indossare per muoversi più facilmente sulla superficie di Marte.
da Sorrentino | Lug 4, 2016 | Eventi, Primo Piano, Recensioni
A Cinecittà World in rampa di lancio c’è SpacExpress, la nuova attrazione concepita per vivere le emozioni dei viaggi spaziali. A partire dall’8 luglio i visitatori potranno imbarcarsi sulla navicella spaziale SpacExpress L24 ed essere trasportati virtualmente nel futuro. Un viaggio che parte dalla Stazione Atlantis sul Pianeta Terra, fa tappa sulla Stazione Spaziale Internazionale per poi approdare sulla Luna. Un’esperienza che si prolunga perché, attraversando le porte della base lunare “Mare della Tranquillità”, gli ospiti dello spazio saranno trasportati su Marte con il primo shuttle di linea della storia, che atterrerà nello spazioporto Ares vicino all’Equatore. Non mancheranno insidie spaziali, come minacciosi e veloci meteoriti. I visitatori saranno lanciati nello spazio su una navicella posta nell’ogiva del razzo europeo Vega, e attraccheranno al modulo Columbus della Stazione Spaziale Internazionale. Ad accoglierli ci sarà virtualmente un astronauta che farà loro da guida in un affascinante tour. Altre videocamere installate sulla stazione spaziale daranno un assaggio di come si vive a bordo in assenza di forza di gravità. Dal modulo Columbus sarà possibile ammirare la Terra scorrere 400 Km sotto e avere uno splendido colpo d’occhio dell’Italia.
La nuova attrazione è stata realizzata con il patrocinio delle Agenzie Spaziali Europea e Italiana, con la collaborazione tecnica delle industrie spaziali italiane Argotec, AVIO e Thales Alenia Space. SpacExpress non vuole essere solo un viaggio fantascientifico ma anche l’occasione per avvicinare e far conoscere lo spazio al pubblico più vasto dei visitatori di Cinecittà World, il grande Parco Tematico a Roma dedicato al mondo del cinema Il percorso di SpacExpress intende illustrare molti degli aspetti e dei risultati legati alla grande avventura spaziale di cui è protagonista l’uomo, dalle immagini straordinarie della superficie di Marte inviate dalle più significative missioni sul Pianeta Rosso ai grandi centri spaziali da cui prendono il via le missioni, ai lanciatori come il razzo europeo Vega, dalla vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ai cibi e alle tute usate dagli astronauti nelle loro missioni.