da Sorrentino | Dic 6, 2013 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
L’Espansione della Civiltà nello Spazio Geo-Lunare è l’argomento di discussione lanciato da Space Renaissance Italia, da cui si dipartono momenti di confronto localizzati in varie realtà del territorio nazionale. Giovedì 5 dicembre 2013 è stata la volta della Biblioteca Comunale “Alfonso Ruggiero” del Comune di Caserta, che ha ospitato il convegno “Missione HyPlane – Il Turismo spaziale per un nuovo Rinascimento” e registrato gli interventi di Sonia Randazzo (SGM Engineering) Gennaro Russo (Co-Founder & CEO of TRANS-TECH s.r.l.) Raffaele Savino (Professore Universitario di Scienza ed Ingegneria dello spazio presso Università degli Studi di Napoli).
Secondo le stime ufficiali dell’ONU, alla fine del secolo corrente la popolazione mondiale potrà raggiungere gli 11 miliardi di individui. Per contro, secondo studi recenti effettuati presso l’Università di Washington per quella data la metà della popolazione mondiale potrebbe essere colpita da una profonda crisi alimentare, e c’è chi sostiene che le risorse naturali potranno sostenere la vita di solo un miliardo di persone – ha riportato Gennaro Russo presidente di Space Renaissance Italia e amministratore unico della start up innovativa TRANS-TECH srl. Le ricette proposte sono diverse; quella certamente più positiva e naturale è l’allargamento dello spazio vitale della nostra civiltà, in zone dove sia possibile trovare nuove risorse. È infatti oggi del tutto noto che il sistema solare costituisce una fonte praticamente infinita di risorse, a partire dall’energia, ai metalli pesanti, all’elio 3, alle terre rare usate nel campo dell’elettronica. La tecnologia odierna rende di fatto abbastanza probabile e facile l’industrializzazione dello spazio, ma perché questo si realizzi è indispensabile una rivoluzione culturale che dia al privato il compito di sviluppare il settore.
“Noi di Space Renaissance Italia riteniamo che l’Italia abbia grandi risorse e che sia in grado di dare un contributo importante al nuovo rinascimento, sia in Italia che nel mondo. Abbiamo la presunzione di dire che, questa volta, se la rinascita non inizierà in Italia, non ci sarà affatto. Ci manca solo un’adeguata leadership… e noi, associazione no-profit, ci candidiamo al ruolo” – ha dichiarato Russo. Space Renaissance Italia intende alimentare questa visione e per questo ha definito un programma strategico multi-linguaggio, concentrato sul Turismo Spaziale e composto da alcuni progetti che coinvolgono le varie forme espressive della cultura umana (scienza, letteratura, musica, danza, filosofia, pittura ed arti in genere), tutti ugualmente importanti e complementari.
Il progetto Enjoy The Experience mira a diffondere concretamente tra il pubblico generico (turisti) esperienze spaziali dirette più o meno complesse e costose; dai voli su piccoli aerei da turismo a quelli su aerei commerciali che, percorrendo traiettorie paraboliche, producono brevi periodi di assenza di gravità. E poi l’esperienza dei voli suborbitali già offerti da Virgin Galactic e prestissimo da altri come SXC/XCOR.
L’obiettivo del progetto Design The Future è quello di stimolare le istituzioni italiane, i centri di ricerca e le industrie ad investire e lanciare attività verso lo sviluppo di una capacità italiana sul Turismo Spaziale. Seguendo la logica “a closer space and aeronautics”, la visione di Space Renaissance Italia è tra l’altro quella di guardare ad un velivolo ipersonico di piccole dimensioni – ha sostenuto Raffaele Savino, professore all’Università Federico II di Napoli e vice-presidente di Space Renaissance Italia.
HyPlane, questo il nome del velivolo, dimostra che l’uso di un adeguato mix di tecnologie aeronautiche e spaziali rende possibile progettare e realizzare uno spazioplano da 6 posti capace di volare alla velocità di Mach 4-5, in grado di decollare e atterrare orizzontalmente all’interno del sistema di norme che disciplinano gli aeroporti comuni. Tale velivolo – ha illustrato Savino – può realizzare un volo caratterizzato da una serie di parabole da Turismo Spaziale fino a quote oltre i 60 km, ma può anche volare per distanze di 6000 km in meno di 2 ore a oltre 30 km di quota. I vantaggi di decollare senza l’aiuto di un aereo madre, di realizzare un certo numero di parabole per voli di Turismo Spaziale invece di una sola, e di realizzare voli punto-punto con crociera a velocità di circa 4000 km/h, suggeriscono di parlare di Space Tourism 2.0 che allargherà l’orizzonte verso futuri passi.
All’evento, introdotto dal Sindaco della Città di Caserta, Pio del Gaudio, e dall’ assessore alla cultura Felicita De Negri, erano presenti rappresentanti dell’università, dell’industria, delle scuole superiori e militari. L’interesse suscitato dalla materia ha consentito di ipotizzare la realizzazione di seminari presso le scuole di diversi ordini e grado, in linea con il progetto Outreach di Space Renaissance Italia che ha l’obiettivo di portare in giro negli ambiti formativi la visione del Nuovo Rinascimento Spaziale.
da Sorrentino | Nov 28, 2013 | Eventi, Missioni, Primo Piano
Il 28 novembre 1983 prendeva il via la missione STS-9 del programma Space Shuttle, che segnò l’esordio del laboratorio spaziale europeo Spacelab collocato nella stiva della navetta Columbia e permise di condurre esperimenti in condizioni di microgravità in un ambiente dedicato. Tra questi figurava lo studio sull’effetto Marangoni, ideato e promosso dall’equipe dell’Istituto di Aerodinamica della facoltà di ingegneria aerospaziale dell’Università Federico II di Napoli, guidata dal prof. Luigi Gerardo Napolitano in qualità di principal investigator con il prof. Rodolfo Monti in veste di co-investigator, ed eseguito dall’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea Ulf Merbold, specialista del carico utile e primo tedesco in orbita. L’attenzione si concentrava sul comportamento dei fluidi quando la forza di gravità non scompare del tutto ma si riduce a valori nell’ordine di un decimillesimo di quella che si registra sulla superficie terrestre. Valori impercettibili ma tali da influenzare qualsiasi tipo di esperimento di fluido dinamica. Attraverso lo strumento Fluid physics module (modulo per la fisica dei fluidi) venne dimostrato come l’effetto Marangoni permetta la costruzione «di ponti liquidi considerevolmente più alti che sulla Terra», un fenomeno prezioso ai fini dello sfruttamento delle condizioni spaziali per produrre nuovi materiali.
Lo studio sull’influenza dell’effetto Marangoni, che sarebbe stato ripetuto nel corso della missione Spacelab D-1 del 1985 a bordo della space shuttle Challenger, fu preceduto da una attività sperimentale prepedeutica, condotta parallelamente a simulazioni numeriche, per individuare fluidi dalle particolari proprietà di tensione superficiale, in modo da migliorarne le prestazioni, soprattutto in condizioni di microgravità. La missione Spacelab 1, realizzata con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, fu apripista della lunga serie di attività sperimentali in orbita a valenza multidisciplinare, oggi condotte in modo permanente a bordo della Stazionale Spaziale Internazionale. La missione STS-9 dello space shuttle Columbia durò 10 giorni, 7 ore e 24 secondi e terminò l’8 dicembre 1983 dopo 168 orbite alla quota di 254 km. Comandante della missione era John Young, che oltre a essere stato sulla Luna fu il primo a portare in orbita lo space shuttle il 12 aprile 1981. Con lui il pilota Brewster Shaw , gli specialisti di missione Owen Garriott e Robert Parker e gli specialisti del carico utile Ulf Merbold e Byron Lichtenberg. Il modulo Spacelab era un laboratorio cilindrico, con un diametro di 4,12 metri, collocato nella zona di carico dello Shuttle e collegato tramite un tunnel al compartimento dell’equipaggio.
Quella prima fortunata esperienza, che fu anche il primo capitolo di tele scienza, intesa come opportunità dello scienziato investigatore di interagire con l’astronauta specialista in orbita, fece nascere una realtà all’avanguardia come il MARS (Microgravity advanced research and support center) e Napoli divenne punto di riferimento degli studi sulla microgravità. Nell’aprile 1993, meno di due anni dopo la prematura scomparsa di Luigi Napolitano avvenuta il 23 luglio 1991, proprio dalla sede del Mars veniva seguito un nuovo test in orbita, guidato dal prof. Rodolfo Monti, con una versione avanzata del modulo per la fisica dei fluidi, costruito in Italia da Alenia Spazio. In quella missione, condotta ancora una volta con la navetta Columbia, l’astronautica specialista iniettava olio silicone creando un ponte liquido tra due piatti metallici, riscaldando uno dei quali si studiavano comportamenti e variazioni, come la rottura e la fase di ricostruzione del legame. Conoscenze acquisite e risultate utili per mettere a punto metodologie in grado di fabbricare cristalli di elevata qualità, depurati da impurità.
da Sorrentino | Set 8, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
Napoli ospita dal 9 al 12 settembre 2013 la XXII Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana d’Aeronautica ed Astronautica organizzata dalla sezione locale di AIDAA, dall’Università Federico II, dalla Sezione Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento d’Ingegneria Industriale di Napoli, l’AIAN e l’Associazione Aeropolis. La città partenopea è ancora una volta protagonista nel comparto aerospaziale di un evento scientifico di livello internazionale. Aeropolis ha intervistato il Prof. Leonardo Lecce, presidente della sezione AIDAA di Napoli e chairman della Conferenza, una delle figure più note e apprezzate nel mondo accademico italiano.
Professor Lecce, quali sono gli obiettivi dell’AIDAA e i principali temi della Conferenza Nazionale dell’associazione?
“AIDAA , fondata nel 1922, è tra le più antiche associazioni di Ingegneria Aerospaziale del mondo. Oggi associa le più significative personalità del mondo accademico, degli enti di ricerca e dell’industria , afferenti al settore Aerospaziale. Con la XXII conferenza, la città di Napoli ospita, per la terza volta nella storia dell’associazione, l’assemblea generale. Le due precedenti edizioni, che si sono tenute in città negli anni settanta e novanta, si svolsero in Accademia Aeronautica e a Castel dell’Ovo. Quest’anno la manifestazione è organizzata all’interno della Facoltà d’Ingegneria di Piazzale Tecchio, dove nel corso di sessioni plenarie e di sezioni specifiche saranno discussi i lavori presentati da circa 200 tra scienziati e ricercatori”.
Parliamo di ricercatori del mondo accademico?
“Solo una parte degli iscritti alla Conferenza è di provenienza accademica. Le relazioni che saranno presentate nelle quattro sessioni tematiche sono di ricercatori provenienti dalle otto Università italiane che promuovono corsi d’Ingegneria Aerospaziale e sono sedi locali dell’AIDAA, ma anche dalle imprese e da enti del settore come ESA, da grandi aziende come Alenia Aermacchi, AgustaWestland e ThalesAlenia, MBDA e anche da PMI del comparto campano. Pur trattandosi di un congresso italiano, saranno presentati studi e ricerche di personalità di rilievo scientifico provenienti dagli Stati Uniti, Francia, Spagna, Germania, Belgio e anche da paesi lontani come Georgia e Corea. Al comitato organizzatore sono pervenute 170 memorie che saranno discusse nelle 28 sessioni nell’ambito delle seguenti quattro sessioni tematiche: Spazio e Sistemi spaziali, Strutture e Materiali, Tecnologia del Volo e Controllo del traffico aereo. Questi lavori rappresentano i risultati più aggiornati di progetti di studio e ricerca nell’ambito dell’esplorazione spaziale, delle tecnologie dei materiali, dell’aerodinamica, del controllo del volo, della simulazione, produzione e manutenzione delle strutture aerospaziali. Si discuterà anche di temi di recentissima attualità come il turismo spaziale. E’ prevista anche una sessione storica, dove sarà ripercorsa la storia dell’industria aeronautica in Campania nel corso dell’ultimo secolo e sarà rievocata l’impresa della prima trasvolata del Mediterraneo compiuta da Roland Garros il 23 settembre 1913. Molto atteso l’intervento del Prof. Luigi Pascale che è una delle figure storiche e più stimata nel mondo aeronautico italiano. Infine vorrei ricordare tra gli ospiti Eric Dautriat, Direttore Generale di Clean Sky che verrà dal Belgio per dibattere sugli aspetti della partecipazione dell’industria italiana al programma comunitario più importante di ricerca aerospaziale e di fondamentale importanza per il futuro delle imprese aeronautiche europee”.
Lei ha citato Clean Sky, un programma cofinanziato da aziende e comunità europea che dispone di rilevanti risorse finanziarie. Quali ricadute sono attese per le imprese aeronautiche e l’economia della Campania?
“L’avvio del programma Clean Sky 2 raddoppia le cifre disponibili per i programmi di ricerca in corso in molti paesi europei. Da circa 1,8 Miliardi di euro si passa a 3,5. I risultati delle attività di ricerca avranno riflessi importanti su quello che – a mio parere – è il più significativo programma aeronautico per il nostro Paese, e in particolare per la Campania e le regioni del Sud, il nuovo velivolo turboelica regionale. Per la prima volta, in un grande progetto internazionale, è stato dato ampio spazio al tema del velivolo da trasporto regionale, in particolare nella versione turboelica. Una scelta che è confermata con Clean Sky 2 che assegna allo sviluppo delle nuove tecnologie per velivoli regionali il doppio delle risorse precedentemente previste portando i finanziamenti a circa 300 milioni di euro”.
Un tassello fondamentale per l’avvio del programma del nuovo velivolo regionale che consentirà all’industria aeronautica meridionale di ritornare a crescere?
“Assolutamente sì. L’avvio del nuovo programma è fondamentale per il futuro dell’industria aeronautica meridionale che nel suo insieme sarà protagonista dello sviluppo e della produzione del nuovo aereo. Le imprese campane e pugliesi ritorneranno a crescere e ad assumere, questo consentirà alle nuove generazioni di laureati di maturare quell’esperienza che a partire dagli anni 80’ consolidò nelle regioni meridionali quelle competenze che hanno consentito il successo del programma ATR”.
L’Ad di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo ha confermato anche recentemente che una decisione ci sarà entro l’anno.
“Lo spero vivamente, anche perché cresce l’interesse mondiale per i velivoli turboelica. Sono almeno altri quattro i programmi di nuovi aerei su cui stanno lavorando le aziende aeronautiche di altri paesi. ATR parte in notevole vantaggio e con solide possibilità di successo commerciale rispetto ad altri competitors. Sono condizioni positive e noi tutti lavoriamo perché restino tali”.
Alla Conferenza sono previsti interventi dei rappresentanti dei Distretti aerospaziali di Campania e Puglia. Una scelta di AIDAA per rappresentare il forte intreccio dell’industria aeronautica del Sud?
“La presenza di rappresentanti dei distretti e di Giovanni Bertolone, Presidente del Cluster Nazionale, è evidenza del crescente interesse verso il mondo dei Distretti e alle filiere PMI che in essi trovano un modo di interfacciarsi con le grandi imprese. La partecipazione di PMI a un congresso scientifico come quello di AIDAA è un modo per proporre loro quello stimolo a percorrere le strade dell’innovazione e della competitività. Questo perché riteniamo che il ruolo delle piccole imprese sia ormai fondamentale anche nel comparto industriale aeronautico soprattutto perché queste aziende possono più rapidamente portare innovazione in un sistema produttivo che cresce solo se riesce ad innovare i prodotti, le tecnologie e il sistema produttivo”.
da Sorrentino | Set 8, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
A meno di un anno dalla celebrazione del Congresso della Federazione Internazionale di Astronautica, seguito a distanza di un mese dalla Conferenza dei Ministri dell’Agenzia Spaziale Europea, Napoli ospita dal 9 al 12 settembre 2013 la XXII Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA), evento che per contenuti e livello di partecipazione accademica, industriale e istituzionale, con oltre 200 iscritti italiani e stranieri, è di assoluto rilievo internazionale. La conferenza AIDAA, presieduta dal Prof. Leonardo Lecce, presidente della locale sezione che fa riferimento alla Sezione di Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento d’Ingegneria Industriale dell’Università Federico II di Napoli, si avvale del supporto di Finmeccanica , attraverso Alenia Aermacchi , AgustaWestland, ThalesAlenia, MBDA e numerose altre aziende del settore aerospaziale.
Tanti gli specialisti del settore che presenteranno i risultati più aggiornati dei progetti di studio e ricerca nell’ambito dell’esplorazione spaziale, delle tecnologie, dei materiali, dell’aerodinamica e della simulazione, produzione e manutenzione della componentistica aerospaziale. Nel corso dei lavori saranno approfonditi anche i temi del nascente turismo spaziale. Di notevole interesse il dibattito sugli aspetti della partecipazione dell’industria italiana al programma comunitario di ricerca aerospaziale Clean Sky , finanziato con 1,6Mld di euro dall’industria e dalla Comunità Europea . In una sessione storica dedicata, verrà ripercorsa la storia dell’industria aeronautica in Campania nel corso dell’ultimo secolo e sarà rievocata l’impresa della prima trasvolata del Mediterraneo compiuta da Roland Garros il 23 settembre 1913.
Nella sessione d’apertura della XXII conferenza nazionale AIDAA in programma gli interventi di Guido Trombetti, Vicepresidente della Regione Campania, Massimo Marrelli, Magnifico Rettore dell’Università “Federico II” Massimo Marrelli, Enrico Saggese, Presidente dell’ASI, Massimo Lucchesini, Direttore Generale Operazioni di Alenia Aermacchi, Paolo GrazianoPresidente dell’Unione Industrial i di Napoli, e il Prof. Luigi Pascale, ancora oggi una delle figure più significative del mondo dell’aeronautica italiana. I lavori della conferenza saranno aperti da una relazione del Prof. Leonardo Lecce e da un intervento del Prof. Franco Persiani, presidente dell’AIDAA. Nel corso dei lavori sono previsti i contributi di Giovanni Bertolone, presidente del Cluster Nazionale Aerospazio, Piero Salatino, ultimo Preside della Facoltà di Ingegneria della Federico II, Antonio Moccia Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale Federico II, Eric Dautriat , Direttore Generale di Clean Sky, Maurizio Rosini, responsabile dei programmi civili Alenia Aermacchi, in rappresentanza del Distretto Aerospaziale Campano, Giuseppe Acierno Presidente del Distretto Aerospaziale Pugliese e Franco Bernelli Zazzera del Consorzio Universitario Europeo PEGASUS, che consegnerà un prestigioso premio alla Sezione Aerospaziale della Federico II.
da Sorrentino | Giu 4, 2013 | Eventi, Missioni, Primo Piano
Lo European Space Operations Centre (ESOC) dell’ESA a Darmstadt, in Germania, ha celebrato il decennale della missione Mars Express. La sonda europea, lanciata il 2 giugno del 2003 da Baikonour, in Kazakistan, con il razzo Soyouz/Fregat, ha svolto osservazioni fondamentali per approfondire la conoscenza del Pianeta Rosso. La due giorni celebrativa, che ha riunito i membri scientifici del Team di Mars Express, è stata l’occasione per presentare l’ultima e più completa mappa mineralogica di Marte, che riassume la storia della presenza dell’acqua su Marte e rappresenta lo strumento di supporto per la scelta dei luoghi di atterraggio della futura missione Exomars. Domani, 4 giugno, i festeggiamenti cederanno il passo a un Meeting scientifico riservato ai membri del Team di Mars Express.
La missione Mars Express fu proposta dall’Agenzia Spaziale Europea dopo il fallimento dellamissione russa Mars ’96, inserita nel programma Horizon 2000 e realizzata e lanciata in soli sei anni. L’Agenzia Spaziale Italiana ha contribuito in modo sostanziale al programma e ai risultati scientifici che hanno straordinario valore propedeutico all’esplorazione presente e futura di Marte. Dei sette strumenti imbarcati su Mars Express – come ricorda Enrico Flamini, Chief Scientist dell’ASI – l’Italia ha fornito due strumenti: lo spettrometro di Fourier PFS per lo studio dell’atmosfera (per il quale è principal investigator il Prof. Vittorio Formisano dell’INAF) e il radar subsuperficiale MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), realizzato con il contributo della NASA/JPL (principal investigator il Prof. Giovanni Picardi dell’Università “La Sapienza”). Il contributo italiano alla missione include anche lo spettrometro ad immagini VNIR per lo strumento OMEGA; il sensore di atomi neutri per l’esperimento ASPERA, e la partecipazione all’analisi scientifica dei dati della telecamera stereo HRSC.
Roberto Orosei dello INAF-IAPS, Deputy Principal Investigator del radar MARSIS, sottolinea come la missione Mars Express abbia fornito la prima evidenza incontrovertibile dell’esistenza di minerali che si formano solo in presenza di acqua liquida e rivelato per la prima volta un gas, il metano, che sulla Terra è prodotto soprattutto dall’attività biologica. Ha reso possibile misurare la quantità di ghiaccio presente nelle calotte polari, e osservare l’erosione dell’atmosfera da parte del vento solare, un processo che ha contribuito a trasformare il pianeta da un luogo dove esistevano laghi e fiumi all’arido e gelido deserto di oggi.
La missione di Mars Express non era iniziata nel migliore dei modi. Il lander Beagle 2 che doveva atterrare sulla superficie del Pianeta, una volta staccatosi dalla navicella madre il 19 dicembre del 2003, è andato disperso. L’orbiter invece, ha svolto alla perfezione la sua attività scientifica, che ha consentito di realizzare la caratterizzazione mineralogica completa della superficie di Marte, studiarne l’atmosfera e le sue interazioni con il vento solare, completare la mappatura fotografica ad alta risoluzione del pianeta e infine studiare la composizione della superficie e dello strato sottostante per la ricerca di acqua o ghiaccio.
Dopo dieci anni l’attività di Mars Express è ancora piena di appuntamenti. Dopo il flyby molto ravvicinato di fine 2013 a Phobos, che vedrà Mars Express sfiorare letteralmente la superficie della luna principale di Marte, raggiungendo la distanza minima di soli 45 km, nel 2014 è in programma un altro flyby di Phobos preceduto di qualche giorno dal passaggio della cometa C/2013 A1, che il 19 ottobre raggiungerà la sua distanza minima da Marte, sfilando a circa 100.000 chilometri dalla superficie del pianeta. Mars Express aspetterà poi l’arrivo a Marte dell’orbiter e del rover che comporranno la missione ExoMars, in partenza, secondo i programmi attuali, rispettivamente nel 2016 e 2018. Mars Express fungerà da ‘ponte radio’ per raccogliere e re inviare a Terra i dati raccolti.
da Sorrentino | Mag 6, 2013 | Astronomia, Eventi, Primo Piano
Bologna ospita l’appuntamento annuale della SAIt, la Società Astronomica Italiana, evoluzione della Società Spettroscopisti Italiana fondata dall’astronomo Pietro Tacchini nel 1871. Il 57° Congresso della SAIt, organizzato con la collaborazione e il supporto dell’INAF, rappresenta una autorevole occasione di presentazione, approfondimento e discussione di temi e risultati scientifici, progetti ed attività di grande impatto ed attualità o prospettiva per l’intera comunità, includendo in questo sia il mondo della ricerca professionale, sia quello didattico e formativo, sia quello della comunicazione e della divulgazione. Ovviamente con uno sguardo alla ricerca e alla scienza nel complesso, per l’importanza che la cultura scientifica rappresenta nella crescita di un Paese. E proprio a richiamare lo sforzo comune che deve essere fatto per difendere questo importante ambito culturale, l’apertura del congresso è stata dedicata alla Città della Scienza di Napoli e alla sua futura ricostruzione. La SAIt, infatti, svolge un ruolo di istituzione aperta alla intera comunità scientifica, didattica e di divulgazione offrendo una “palestra” di incontro e confronto fra tutti coloro che, a qualunque titolo, si occupano o anche solo si interessano di astronomia.
Con tale intento SAIt e INAF hanno organizzato il congresso, pianificando un ricco programma di informazione e discussione su un ampio spettro di problematiche legate alle eccellenze scientifiche e ai grandi progetti, oltre a due workshop dedicati a didattica, divulgazione, outreach, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e museale.
L’intento è quello di illustrare lo stato di avanzamento di molti progetti, i problemi ad essi connessi e le opportunità che possono offrire. In questo quadro, la giornata finale è stata dedicata alla rimodulazione del piano di attività decennale, redatto nel 2006, alla luce da una parte dei continui, spettacolari sviluppi della ricerca e, dall’altra, di una indispensabile realistica valutazione delle risorse scientifiche, economiche e umane in un contesto nazionale particolarmente difficile.
Per offrire ai partecipanti un’adeguata panoramica della ricerca astronomica italiana, è stato dato ampio spazio ai risultati conseguiti dai giovani ricercatori, coinvolti in prima persona nella presentazione dei propri lavori. La loro presenza e il naturale bisogno di reclutarne sempre di nuovi così da garantire all’astrofisica il necessario apporto di nuove idee, spiega la decisione di dedicare un workshop specifico alla didattica ed alla formazione.