Seleziona una pagina
Express AM8 lanciato con successo

Express AM8 lanciato con successo

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v80), quality = 95

Il satellite russo per comunicazioni Express AM8 è stato lanciato con successo da un vettore Proton M. Costruito da ISS Reshetnev quale primo contraente per RSCC (Russian Satellite Communications Company), il satellite del peso di 2.100 kg include un payload di 641 Kg in banda C, Ku e L progettato e realizzato da Thales Alenia Space. Basato sulla piattaforma Express 1000N di ISS Reshetnev, l’Express AM8 è stato assemblato, integrato e testato nel sito ISS Reshetnev a Zheleznogorsk in Russia.

Il payload dell’Express AM8 è stato sviluppato da Thales Alenia Space. Con una potenza di 5,9 kW, è progettato per una vita operativa di 15 anni. Include 28 trasponditori attivi in banda C e opererà su due zone di copertura: una in Europa, Africa e Medio Oriente, e l’altra in Sud America e lungo la costa orientale del Nord America. Include anche 20 trasponditori attivi in banda Ku con tre zone di copertura: Europa/ Medio Oriente, Africa/ Medio Oriente e Sud America/ costa orientale del Nord America. Questo payload include anche tre trasponditori in banda L. Gestito da RSCC da uno slot orbitale a 14° Ovest, l’Express AM8 fornirà servizi di comunicazione fissa e mobile di alta qualità, oltre a servizi di trasmissione per la televisione digitale e radio, e inoltre trasmissione dati, accesso internet ad alta velocità e comunicazioni governative sicure.

La proficua cooperazione tra l’industria spaziale russa e Thales Alenia Space risale a più di 20 anni fa, e ha avuto inizio con il programma SESAT, che ha aperto la strada a questa collaborazione industriale Est/Ovest. RSCC è uno dei clienti principali di Thales Alenia Space che ha fornito payload per un cospicuo numero dei suoi satelliti: Express A1, A2, A3, A4 e A4R, Express AM11, AM22, AM33 e AM44, Express AM2 e AM3, Express AT1 e AT2 (su piattaforme ISS), oltre a Express MD1 e MD2 (su piattaforme Khrunichev).

“Questo nuovo successo riflette la nostra capacità a lavorare in modo proficuo con i nostri partner dell’industria spaziale russa, in particolar modo con RSCC e ISS Reshetnev”, ha affermato Jean-Loïc Galle, CEO di Thales Alenia Space. “Abbiamo dimostrato la nostra adattabilità nel quadro di una cooperazione internazionale anche durante le campagne di lancio. La nostra partnership prosegue adesso con la nostra joint venture, Universum Space Technologies, dedicata alla produzione di strumentazione di portata mondiale per payload sia sul mercato interno che su quello di esportazione. Thales Alenia Space, operando in 8 paesi europei e favorendo lo sviluppo delle industrie spaziali in molti altri paesi del mondo, è il partner naturale da avere al fianco per lo sviluppo dei programmi spaziali nazionali nei paesi emergenti.”

 

Galileo: in orbita i satelliti 9 e 10

Galileo: in orbita i satelliti 9 e 10

lancio-satelliti-galileoLanciati con successo, nella notte tra il 10 e l’11 settembre, dallo spazioporto europeo di Kourou in Guyana Francese i satelliti numero 9 e 10 della costellazione Galileo. Denominati “Alba” e “Oriana”, dai nomi dei bambini che hanno preso parte ad un concorso indetto nel 2011 dalla Commissione Europea, i due satelliti hanno viaggiato a bordo di un razzo vettore Soyuz, il 12esimo lanciato dal consorzio Arianespace, che li ha trasferiti alla quota orbitale di 23.500 chilometri.

I satelliti sono stati caricati di idrazina in quantità sufficiente per lo svolgimento di operazioni nello spazio in un arco di 12 mesi, come ad esempio la messa a punto del loro percorso orbitale dopo il lancio e il controllo dell’assetto durante la loro vita operativa. Ogni satellite della costellazione Galileo deve mantenere la sua antenna di navigazione costantemente orientata verso la Terra, impiegando degli specifici sensori all’infrarosso. A differenza dei lanci precedenti, per velocizzare le procedure di preparazione, il rifornimento di carburante dei due satelliti è avvenuto per la prima volta nella stessa struttura (l’edifico 3SB della base ESA di Kourou) dove è avvenuto il loro aggancio al vettore Soyuz.

Il programma Galileo proseguirà con il lancio entro la fine del 2015 di due ulteriori satelliti, che stanno ultimando la fase di test presso il Centro ESTEC dell’ESA a Noordwijk. Dal 2016 i lanci avverranno con ilo vettore Ariane 5 che potrà portare in orbita ogni volta quattro satelliti. L’attivazione dei primi servizi del sistema Galileo dovrebbe avvenire nel corso del 2016, mentre il completamento della costellazione, composta da 30 satelliti, è previsto nel 2020.

Nuovo equipaggio e lattuga sulla ISS

Nuovo equipaggio e lattuga sulla ISS

lancio-equipaggio-soyuz002-1000x600Tre nuovi inquilini della stazione spaziale internzionale, partiti a bordo della capsula Soyuz dal centro spaziale di Baikonur in Kazakistan alle 23:02 (ora italiana), sono arrivati a destinazione attraccando regolarmente al modulo russo Rassvet alle 4:45 del mattino dopo aver compiuto quattro orbite. L’americano Kjell Lindgren, il cosmonauta Oleg Kononenko e il giapponese Kimiya Yui hanno potuto aprire il portello che li separava dalla casa spaziale solo alle 6:56, con circa mezz’ora di ritardo rispetto al programma, avendo dovuto attendere che la pressione si equilibrasse. Quindi si sono uniti ai russi Gennady Padalka e Mikhail Kornienko e all’astronauta Nasa Scott Kelly, con i quali condivideranno i prossimi mesi, aspettando l’arrivo di altri due astronauti, il russo Sergey Volkov e Andreas Mogensen dell’Esa, che arriveranno il 2 settembre restando in condominio per dieci giorni e facendo salire a otto il numero degli occupanti.

Il primo a entrare nella ISS è stato il comandante della Soyuz, il russo Oleg Kononenko, ingegnere meccanico 51enne, già due volte a bordo della stazione nel 2008 e nel 2012. Esordio in orbita invece per l’astronauta della Nasa Kjell Lindgren, medico 42enne, e Kimiya Yui, 45 anni, ingegnere di volo dell’Agenzia spaziale giapponese (Iaxa). Tutti e tre resteranno sulla Stazione fino alla fine di dicembre

Il lancio del nuovo equipaggio era previsto il 26 maggio scorso, ma l’incidente al cargo russo «Progress», avvenuto il 28 aprile scorso, aveva costretto l’agenzia spaziale russa Roscosmos a riprogrammare il calendario dei lanci, comportando anche il prolungamento di un mese della permanenza a bordo della ISS dell’italiana Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa).

I sei occupanti la stazione spaziale saranno i primi astronauti destinati a raccogliere e mangiare i primi ortaggi coltivati a bordo della stazione, un passo necessario in vista delle future missioni per Marte. Gli astronauti mangeranno metà del secondo raccolto di lattuga, il resto sarà congelato e inviato a Terra per analizzare le piante e confrontarle con un gruppo di controllo coltivato al Kennedy Space Center della Nasa.

Ariane 5 mette in orbita MSG-4

Ariane 5 mette in orbita MSG-4

Thales Alenia Space le 3 Décembre 2014

Thales Alenia Space le 3 Décembre 2014

Il quarto satellite meteorologico Meteosat di Seconda Generazione, MSG-4, realizzato da Thales Alenia Space su contratto di ESA per conto di EUMETSAT, è stato lanciato in orbita il 15 luglio con successo da Arianespace con un lanciatore Ariane 5 dallo spazioporto in Guiana Francese, Guiana Space Center. Il satellite MSG-4 sarà gestito da EUMETSAT e fornirà dati meteo, monitorando il clima dell’Europa dalla sua posizione in orbita geostazionaria a 36.000 chilometri sopra l’Equatore, a 3,4° di longitudine Ovest. MSG-4, ultimo della serie dei quattro satelliti di seconda generazione, sarà inizialmente parcheggiato in orbita per poi sostituire quando necessario uno dei suoi predecessori, i satelliti MSG-1, MSG-2 e MSG-3, lanciati rispettivamente ad agosto 2002, dicembre 2005 e luglio 2012. L’MSG-4 è l’undicesimo satellite meteorologico di Thales Alenia Space in orbita dalla fine degli anni ’70.

Con un’esperienza di quasi 40 anni in questo settore, Thales Alenia Space sta continuando il suo forte impegno per mantenere il proprio ruolo di leader europeo nei satelliti meteorologici geostazionari, in grado di fornire servizi di monitoraggio completi. Il satellite MSG-4 proseguirà la missione assegnata a questa famiglia di seconda generazione, garantendo capacità di osservazione meteorologica continua per l’Europa fino al 2025. La terza generazione di satelliti Meteosat (MTG – Meteosat Third Generation), che per la prima volta esaminerà l’atmosfera dall’orbita geostazionaria, è già in corso di preparazione.

I satelliti Meteosat di Seconda Generazione (MSG) hanno migliorato in modo significativo la capacità di analisi dei dati meteorologici. Questi satelliti operanti in autorotazione, a una velocità di 100 rotazioni al minuto, integrano una serie di tecnologie all’avanguardia: sono in grado di fornire immagini aggiornate ogni 15 minuti (invece dei 30 minuti della prima generazione) e hanno anche migliorato la qualità dell’immagine, grazie a un notevole incremento dei canali di osservazione, oltre alle prestazioni radiometriche e ad aver dimezzato i tempi di rivisitazione.

“In vista della conferenza sui cambiamenti climatici COP21 che si terrà più avanti nel corso dell’anno, Thales Alenia Space è orgogliosa del suo contributo di lunga data al programma Meteosat” ha affermato Jean-Loïc Galle, CEO di Thales Alenia Space. “Negli ultimi 30 anni, milioni di persone hanno guardato le previsioni meteo basate sulle immagini di Meteosat, osservando zone di alta e bassa pressione, la composizione delle nuvole e altre immagini straordinarie prese dal satellite direttamente sulla TV di casa. Oltre alle previsioni giornaliere, i satelliti Meteosat forniscono dati fondamentali per prevedere episodi meteorologici violenti, come tempeste, uragani e inondazioni, monitorando contemporaneamente i cambiamenti climatici a lungo termine. I clienti ci hanno dato fiducia fin dai primi sistemi meteorologici geostazionari. Thales Alenia Space continua a sfruttare il suo ineguagliabile know-how per fornire satelliti sofisticati, come l’MTG già in fase di realizzazione. Ma la nostra esperienza ci ha consentito anche di lavorare allo sviluppo di due ulteriori satelliti dedicati a clima e ambiente, che saranno lanciati quest’anno: Jason-3, che svolgerà una missione operativa oceanografica, e Sentinel 3-A che contribuirà al vasto programma europeo Copernicus”.

Anche SpaceX fa cilecca

Anche SpaceX fa cilecca

Falcon-9-Two-stage-Launch-VehicleFalcon-9-Two-stage-Launch-VehicleEnnesimo insuccesso, il terzo in nove mesi, per una missione di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale. A fallire, dopo l’esplosione del razzo Antares con la navetta Cygnus nell’ottobre 2014 e la perdita del cargo spaziale russo Progress M-27M nel maggio 2015, è stato il razzo vettore Falcon 9  della compagnia privata SpaceX con a bordo il modulo Dragon. Dopo sette lanci andati a buon fine, con puntuale arrivo a destinazione e consegna del materiale, la californiana SpaceX accusa il primo guasto grave subito dopo la partenza da Cape Canaveral in Florida. Il volo è durato 2 minuti e 19 secondi, ma i problemi si erano manifestati già durante la fase finale di spinta del primo stadio, culminando nella esplosione e distruzione del vettore e del suo carico. La Nasa non ha mascherato la delusione per la perdita del cargo, precisando che gli astronauti sono al sicuro a bordo della stazione e hanno scorte sufficienti per i prossimi mesi, ricordando laconicamente che ogni volo spaziale è una sfida incredibile e c’è sempre qualcosa da imparare da ogni successo o battuta d’arresto. Di fatto è stata aperta subito un’inchiesta insieme ai tecnici di SpaceX per individuare le cause del fallimento.

razzo esplosoPeraltro questa missione era incentrata non solo sul volo di rifornimento del modulo cargo Dragon, ma anche sul rientro e recupero del primo stadio da riutilizzare del Falcon 9, operazione per la quale era stata predisposta una piattaforma galleggiante in mezzo all’oceano. Nei due precedenti tentativi di rientro, dopo aver rilasciato in orbita i moduli cargo Dragon diretti sulla ISS, il razzo si è disintegrato.

Il Falcon 9 è un lanciatore a razzo progettato e costruito dalla Space Exploration Technologies (SpaceX). È in grado di trasportare 13 150 kg di carico utile in orbita terrestre bassa (LEO), e 4 850 kg in orbita di trasferimento geostazionaria (GTO). Falcon 9 è composto da due stadi, entrambi spinti da motori Merlin a ossigeno liquido. La NASA ha assegnato a SpaceX, che utilizza il Falcon 9 e il modulo cargo Dragon, un contratto Commercial Resupply Services per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale, nell’ambito del programma Commercial Orbital Transportation Services.

L’affidabilità dei vettori che trasportano i moduli cargo sta diventando un problema di non poco conto, perché l’interruzione del flusso dei rifornimenti costringe gli equipaggi della stazione orbitale ad attingere alle scorte di riserva dei generi di prima necessità, pure presenti a bordo in quantità tali da garantire la continuità di permanenza per lunghi periodi, ma soprattutto a riprogrammare le attività scientifiche.

VEGA fa 5 su 5, Sentinel 2A in orbita

VEGA fa 5 su 5, Sentinel 2A in orbita

Sentinel-2Quinta missione di successo per il lanciatore europeo Vega (Vettore Europeo di Generazione Avanzata) che,  dopo aver lanciato il veicolo di rientro europeo IXV  nel febbraio 2015, nella notte tra il 22 e il 23 giugno, con partenza  alle 3:52 ora italiana dalla base di Kourou nella Guyana Francese, ha portato in orbita Sentinel -2A, secondo della famiglia di sei satelliti del programma di monitoraggio ambientale europeo Copernicus, promosso dalla Commissione UE  e dall’Agenzia Spaziale Europea.

Il satellite offrirà una visione nel visibile dell’ambiente terrestre, unendo l’alta risoluzione a nuove capacità multispettrali. L’obiettivo è monitorare i cambiamenti  nella copertura del suolo e il monitoraggio della vegetazione a livello globale, offrire informazioni sull’inquinamento delle acque, fornire immagini di inondazioni e eruzioni vulcaniche contribuendo a delineare le aree colpite. In particolare, la “visione a colori” dell’ambiente terrestre permetterà di ottenere l’alta risoluzione insieme a 13 capacità multispettrali. Le immagini prodotte saranno utilizzate per determinare informazioni chiave sulla vegetazione terrestre attraverso la mappatura del suolo, dei laghi e delle acque costiere.

Copernicus è un programma della Commissione europea, finanziato con 2,3 miliardi di euro (1,6 dei quali messi a disposizione dai Paesi membri dell’Agenzia Spaziale Europea), che mira a fornire all’Europa un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni relativi all’Osservazione della Terra. Fornisce un sistema unificato attraverso il quale i dati dallo spazio e dai sensori a terra sono inviati ai servizi progettati a beneficio del cittadino. Questi servizi ricadono in sei principali categorie: monitoraggio di terre emerse, ambiente marino e atmosfera, risposta alle emergenze, sicurezza e cambiamento climatico. L’Italia contribuirà alla gestione operativa del programma Copernicus: il Centro Spaziale e-Geos (società ASI/Telespazio) di Matera acquisirà i dati della missione Sentinel-2A, e realizzerà il processamento in Near Real Time dei prodotti della missione, come aveva fatto per la prima sentinella Sentinel-1A.

Grande soddisfazione da parte di Stephane Israel, presidente e direttore generale della Arianespace, che loda la tecnologia spaziale italiana dopo il quinto lancio riuscito di Vega, e Volker Liebig, direttore dei programmi di Osservazione della Terra dell’Esa, che con l’ingresso in orbita del secondo Sentinel vede concretizzarsi la possibilità di monitorare in modo continuo e con grande risoluzione lo stato di salute del nostro pianeta.  Il lancio del satellite Sentinel-2A è avvenuto con assoluta precisione e nel pieno rispetto dei tempi. Il primo stadio del Vega si è separato 1 minuto e 52 secondi dopo il decollo, seguito 3 minuti e 37 secondi dopo dal secondo stadio e dalla carena (altri venti secondi dopo), mentre il terzo stadio si è staccato a 6 minuti e 32 secondi dal lancio. Un minuto e 10 secondi dopo è avvenuta una prima riaccensione, quindi Vega ha rilasciato Sentinel – 2A nell’orbita eliosincrona prevista esattamente 54 minuti e 43 secondi dopo il lift off. Al centro di controllo di Darmstadt è affidato il compito di attivare di tutti i sistemi di bordo del satellite, fino alla taratura prevista 72 ore dopo il lancio. L’effettiva operatività è prevista entro tre-quattro mesi. “Con il lancio del Sentinel-2A – dichiara il presidente dell’ASI Roberto Battiston – si conferma la grande strategia europea del programma Copernicus, dedicata a realizzare una costellazione di sensori in grado di misurare i parametri fisici fondamentali che caratterizzano la superficie della Terra. In questo particolare caso si tratta di un sensore multibanda nel visibile che fornirà, tra le altre cose, informazioni estremamente utili allo sfruttamento agricolo del suolo. Il Vega inoltre, con questa sua quinta missione si conferma ancora una volta – conclude Battiston – un affidabile ‘cavallo di razza’ per il lancio di satelliti in orbita bassa”.

VV04

VV04

Vega, lanciatore per piccoli carichi sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea, è in grado di portare un carico utile di massa tra i 300 e i 1500 Kg, in un’orbita polare bassa di riferimento a una quota di 700 km. Al programma Vega, concepito dall’Agenzia Spaziale Italiana già dagli anni Novanta e finanziato in ESA per il 60% proprio dall’ASI, partecipano anche Francia, Olanda, Svizzera, Belgio, Spagna e Svezia. La maggior parte del vettore è stata realizzata in Italia: l’Agenzia Spaziale Italiana svolge un duplice ruolo, da un lato finanzia il programma dell’ESA, e dall’altro attraverso la società partecipata ELV SpA consente la realizzazione industriale del sistema. La società, partecipata al 70% da Avio ed al 30% da ASI, è infatti il Primo Contraente industriale dell’ESA per lo sviluppo del Vega. Al progetto hanno partecipato numerose aziende italiane: dal principale partner industriale Avio, al contributo di Selex ES, Rheinmetaal Italia, Telespazio, CIRA, Università di Roma e MBDA,. Presso il Centro Spaziale di Kourou hanno lavorato, nell’ambito del Segmento di terra, anche Vitrociset, Carlo Gavazzi Space (ora Telematic Solution), Telespazio Siem, e sono inoltre presenti le società partecipate, Europropulsion e Regulus, per la produzione del  motore a propellente solido P-80 del primo tre stadio del lanciatore. Avio è responsabile dello sviluppo e realizzazione dei quattro mentre VITROCISET è a capo della realizzazione del segmento di terra, dalla torre di lancio al banco di integrazione e test.