da Sorrentino | Mar 13, 2016 | Attualità, Missioni, Primo Piano
La vigilia del lift off della missione Exomars va in scena al cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan la consueta conferenza stampa, alla quale partecipano Jan Woerner, direttore generale dell’ESA, il numero uno di Roscomos Igor Komorov, Alvaro Gimenez, direttore scientifico dell’ESA e Lev Zelenyi dello Space Research Institute russo. ExoMars è frutto di una collaborazione importante tra le agenzie europea e russa, ma soprattutto è una missione in cui l’Italia gioca un ruolo importante, pari al 32% dell’investimento complessivo, che vale 350 milioni di Euro. E infatti a quel tavolo c’è l’ASI con il presidente Roberto Battiston e l’A.D. di Thales Alenia Space Italia, capocommessa industriale, Donato Amoroso. ExoMARS rappresenta una sfida scientifica e tecnologica di grandissimo livello e un passo enorme verso la conoscenza del pianeta rosso, un salto tale che, sottolinea Woerner, permette all’Europa di recuperare, ora tecnologicamente e poi scientificamente, il gap con la NASA. Tale che Woerner ha chiesto a tutti, scienziati e industrie, di mantenere la tempistica pianificata, nonostante alcuni ritardi accumulati. Un ritardo di solo pochi mesi significherebbe, infatti, un rinvio di due anni. L’entusiasmo sulla missione è ben interpretato da Roberto Battiston che parla di sogno, del sogno di un Paese che mette a frutto un sistema. C’è l’entusiasmo di tanta Italia, di un Paese all’avanguardia, che ha piazzato qualcosa di italiano in quasi tutto il sistema solare e che amerebbe farsi coinvolgere e sostenere altri grandi sogni, come è ExoMars: “È l’inizio di un lungo viaggio che non sono solo i chilometri che la sonda percorrerà”, chiosa il Presidente dell’ASI. Tra la partenza del vettore Proton e il distacco dell’ultimo stadio c’è un intervallo di dieci ore. Per avere il segnale definitivo che la sonda è correttamente in cammino per Marte occorre attendere ulteriori due ore. A ricevere il primo segnale la base italiana di Malindi.
da Sorrentino | Mar 12, 2016 | Eventi, Lanci, Missioni, Primo Piano
Le città di Roma e Bergamo condividono con ALTEC di Torino, centro di controllo di missione, la diretta del lancio Exomars dal cosmodromo di Bajkonur, lunedì 14 marzo. In piazza del Popolo, nel cuore della capitale, campeggia un maxischermo che sovrasta una installazione dedicata alla missione e al ruolo del nostro Paese nell’esplorazione di Marte. Ideata e realizzata dall’Agenzia Spaziale Italiana, in collaborazione con Thales Alenia Space Italia, FinMeccanica e Telespazio, l’installazione è composta di un mega schermo di due metri per cinque e da una simulazione del suolo marziano in cui campeggia il lander Schiaparelli, il modulo di discesa a leadership italiana, contenente la stazione meteo Dreams ed altri strumenti, che atterrando sul suolo di Marte testerà, fra l’altro, le tecnologie di atterraggio, elemento chiave per le successive missioni sul Pianeta Rosso. Il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini, in occasione della inaugurazione ha sottolineato come nelle attività spaziali europee il nostro Paese abbia riguadagnato incisivamente un ruolo di leadership nelle politiche europee dello spazio e che nel team scientifico della missione Exomars figurano tre giovani donne italiane.
“Stiamo lavorando a un sogno, così come è stata un sogno la prima missione nella quale per la prima volta un veicolo costruito dall’uomo si è posato sulla superficie di una cometa, la 67P”, ha rilevato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston, che ha rimarcato come le ricadute si prevedono numerose e assolutamente reali e “saranno importanti per tutti i settori della tecnologia”. Donato Amoroso AD di Thales Alenia Space Italia, ha definito la partenza di Exomars un evento di portata storica, reso possibile dall’alta tecnologia messa in campo dall’industria aerospaziale. Se l’installazione di piazza del Popolo a Roma, oltre a rimandare le immagini del lancio, resterà visibile per tutto il mese di marzo, l’Associazione BergamoScienza ha organizzato la diretta del lancio dal proprio science center con la partecipazione delle scuole superiori. La missione Exomars2016 culminerà il 16 ottobre 2016 – proprio in concomitanza con la giornata finale della XIV edizione del Festival BergamoScienza – con l’ingresso della sonda nell’orbita di Marte e il rilascio del lander Schiaparelli, che effettuerà la discesa sulla superficie del pianeta rosso tre giorni dopo, il 19 ottobre.
La diretta streaming del lancio di Exomars (alle 10:31 ora italiana) sul sito ASITV.
da Sorrentino | Mar 12, 2016 | Missioni, Primo Piano
Non c’è che dire. Le affinità tra il mese di marzo è il pianeta Marte sono evidenti. In pieno countdown per la partenza di Exomars, il programma di esplorazione lanciato dall’Europa con il supporto dell’agenzia spaziale russa, la NASA festeggia il decimo anniversario dell’arrivo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter intorno al Pianeta Rosso. Era il 10 marzo 2006 quando MRO entrava in orbita e da allora ha contribuito in modo rilevante ad accrescere il bagaglio di conoscenze del pianeta dal punto di vista climatico e geologico. Lanciata da Cape Canaveral il 12 agosto 2005 a bordo di un vettore Atlas V, MRO ha raggiunto la sua destinazione in poco meno di sette mesi di viaggio. In dieci anni, a una quota compresa tra il 250 e i 316 km, ha completato 45mila orbite. Dotata di una mezza dozzina di strumenti, la sonda ha contribuito a delineare caratteristiche e dinamiche di Marte, soprattutto in relazione alla presenza nel passato di acqua in superficie e della comparsa di rigagnoli a intervalli legati alle stagioni. Inoltre, MRO ha mappato le strutture geologiche sotterranee e analizzato l’atmosfera studiando clima e meteorologia del pianeta. I dati raccolti da MRO hanno consentito di ricostruire le ere geologiche marziane. Le osservazioni condotte sulle superfici più antiche mostrano che sono esistiti diversi tipi di ambienti in cui era presente l’acqua, alcuni di essi con condizioni più favorevoli ad accogliere la vita.
In tempi più recenti, l’acqua è passata allo stato di vapore tra i depositi di ghiaccio polare e quelli di neve e ghiaccio a latitudini più basse, creando dei fenomeni connessi a cambiamenti ciclici simili a quelle delle ere glaciali sulla Terra. Il pianeta odierno, infine, è caratterizzato da una notevole e varia attività dinamica, che include crateri di recente formazione, valanghe, tempeste di polvere, gelate stagionali e scioglimento di strati di biossido di carbonio, e, durante l’estate marziana, il gocciolamento di acqua salmastra.
La sonda, che ha largamente superato il periodo di funzionamento minimo previsto, invia settimanalmente alla stazione di controllo della missione al Jpl di Pasadena una grande quantità di dati, svolgendo anche un prezioso lavoro di valutazione delle zone più adeguate ai futuri sbarchi di veicoli automatici.
da Sorrentino | Mar 9, 2016 | Eventi Scientifici e Culturali, Missioni, Primo Piano, Programmi
La partenza della missione Exomars, la prima dell’Europa su Marte, destinata a culminare il 19 ottobre 2016 con la discesa della sonda Schiaparelli, viene celebrata anche dall’Osservatorio Astronomico di Brera, dove l’astronomo Giovanni Schiaparelli fu direttore dal 1862 al 1900 divenendo famoso per i suoi studi e osservazioni di Marte e dei cosiddetti “canali” (così definiti, benché frutto di un errore di traduzione), iniziati il 23 agosto 1977 e durati 13 anni. Nella Pinacoteca di Brera, insieme al direttore James Bradburne, affiancato da quello dell’osservatorio INAF, Gianpiero Tagliaferri, e dalla responsabile di biblioteca e archivio, Agnese Mandrino, sono convenuti Vincenzo Giorgio, Vice-President Marketing & Sales di Thales Alenia Space e Amministratore Delegato di ALTEC, Franco Bonacina, portavoce del Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Europea, e Amalia Ercole Finzi, professore emerito di Ricerche Spaziali al Politecnico di Milano e protagonista dell’esplorazione robotica. L’omaggio del mondo scientifico spaziale a Giovanni Schiaparelli si lega alla scelta dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha raccolto la proposta dell’ASI e dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, di dedicargli la sonda che toccherà il suolo del pianeta rosso. La specola di Brera, uno dei punti di riferimento della rete dell’INAF, è tutt’uno con la famosa Pinacoteca che custodisce gli scritti dell’astronomo, al quale si deve la fioritura dell’interesse all’esplorazione di Marte. Rimossi dubbi e congetture circa la presenza di una civiltà sul Pianeta Rosso, la tecnologia astronautica ci ha progressivamente avvicinato alla conoscenza sempre più approfondita di questo mondo, avviata in superficie con l’approdo delle sonde Viking quarant’anni or sono e proseguita con i rover della NASA: Mars Pathfinder (arrivato nel 1997), Spirit e Opportunity, che a gennaio 2016 ha festeggiato 12 anni di attività, e Curiosity, in funzione dal 2012. Exomars è la nuova sfida dell’Agenzia Spaziale Europea, che, dopo aver contribuito negli ultimi dieci anni all’osservazione ravvicinata con la sonda orbitale Mars Express, nell’arco di un biennio ha programmato due missioni verso Marte, la seconda nelle quali nel 2018 culminerà con lo sbarco del primo rover sulla superficie marziana.
Un obiettivo che segue i passati successi maturati nell’esplorazione nel cuore di corpi planetari, dalla discesa nel 2005 del modulo Huygens sganciato dalla sonda Cassini nell’atmosfera di Titano, all’approdo del lander Philae rilasciato dalla sonda Rosetta sulla cometa 67P. Successi ottenuti con il contributo rilevante della tecnologia italiana.
Grazie al programma Exomars, al centro ESA di Darmstadt, la cosiddetta Houston europea, alla rete di controllo delle missioni interplanetarie si affianca il centro Altec di Torino. Il programma ha richiesto otto anni di lavoro e coinvolto 300 addetti solo in Thales Alenia Space. L’obiettivo principale della missione è la rilevazione delle tracce di metano. L’orbiter studierà l’atmosfera e fungerà da ripetitore anche per il secondo capitolo della missione, nel 2018, quando arriverà il rover da due tonnellate dotato di un drill in grado di penetrare il suolo per due metri, chiamato a riscattare il fallimento di Beagle 2, precedente tentativo europeo andato perso durante la discesa nel dicembre 2003. Sarà proprio la sonda Schiaparelli a testare la tecnica di atterraggio, basata su un sistema intrinsecamente sicuro che sfrutta algoritmi di guida, navigazione e controllo sviluppati in Italia. Peraltro l’arrivo sulla superficie marziana avverrà il 19 ottobre, nel periodo delle tempeste di sabbia.
La discesa a velocità supersonica (mach 2) sarà rallentata da due paracadute, poi entreranno in funzione i propulsori di frenata che si spegneranno quando il radar si bordo rileverà l’altezza di un metro e mezzo dal suolo. Un guscio protettivo in fibra di carbonio attutirà l’impatto con il terreno, dopodiché Schiaparelli attiverà la stazione meteo ed inizierà ad inviare a Terra i dati per un periodo previsto di otto giorni, fino all’esaurimento delle batterie. La discesa durerà sei minuti, ma a terra la conferma del successo arriverà dopo 20 minuti. A quel punto, a distanza di due secoli, Giovanni Schiaparelli avrà toccato il pianeta a lungo osservato.
da Sorrentino | Mar 5, 2016 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Missioni, Primo Piano, Programmi
Roma si tinge di rosso, ovvero dei colori di Marte per celebrare il lancio della missione ExoMars. In piazza del Popolo, per un mese a partire dal 10 marzo, allestita una installazione dedicata alla missione dell’Agenzia Spaziale Europea realizzata con la guida e il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con Thales Alenia Space Italia, Finmeccanica e Telespazio. L’installazione, dal titolo emblematico “L’Italia su Marte” è stata dotata di un monitor dal quale poter assistere alla diretta del lancio, il giorno 14 marzo, con i commenti da Altec a Torino – Centro di Controllo della Missione e sede dell’evento nazionale – in collegamento con la base spaziale di Baikonur in Kazakistan. Per un mese in programma filmati e interviste per informare il pubblico sulla missione e suoi significati scientifici, tecnologici e industriali con particolare riferimento al prevalente ruolo italiano. Con ExoMars l’Europa è pronta a scrivere il primo dei due capitoli dello sbarco sul Pianeta Rosso. A bordo del vettore russo che dovrà portare in orbita il veicolo spaziale sono ospitati due gioielli di altissima tecnologia spaziale. La sonda Trace Gas Orbiter, in sigla TGO che orbiterà attorno a Marte per indagare la presenza di metano e altri gas presenti nell’atmosfera dotata di una fotocamera made in italy. E poi un dimostratore tecnologico di entrata, discesa e atterraggio, il lander EDM denominato Schiaparelli, in onore dell’astronomo italiano autore delle prime osservazioni dei cosiddetti canale di Marte. Schiaparelli avrà il compito di verificare la capacità europea di effettuare lo sbarco sulla superficie marziana, testando alcune tecnologie di atterraggio in vista delle prossime missioni di esplorazione planetaria.
A bordo del lander una serie di strumenti scientifici: il microriflettore laser INRRI, una stazione metereologica di nome DREAMS e AMELIA per l’analisi dei dati raccolti, tutti realizzati in italia. Il viaggio verso Marte durerà circa sette mesi. Le loro strade di separeranno il 16 ottobre quando TGO rilascerà Schiaparelli e si inserirà nell’orbita del pianeta rosso. Il lander punterà invece verso la superficie di marte che raggiungerà 3 giorni dopo, il 19 ottobre. Durante il viaggio Schiaparelli rimarrà in ibernazione: sarà attivato solo poche ore prima di penetrare l’atmosfera marziana quando si troverà a 122 km e mezzo di altitudine viaggiando a una velocità di circa 21.000 k/h L’Italia che attraverso l’ASI è il primo finanziatore del programma, avrà un ruolo determinate anche in ExoMars 2018: sarà infatti made in Italy la trivella ipertecnologica che per la prima volta penetrerà fino a 2 metri di profondita il suolo del pianeta rosso in cerca di tracce di vita marziana passata o presente. E Il rover che l’avrà in dotazione sarà guidato e controllato dalla sede Altec di Torino.
da Sorrentino | Mar 5, 2016 | Eventi, Missioni, Primo Piano, Programmi
Mentre l’attenzione è concentrata sulla missione Exomars, il primo viaggio di una sonda europea dotata di un veicolo di atterraggio diretta sul Pianeta Rosso, il mondo astronautico celebra il 50ennale della prima esplorazione ravvicinata del pianeta Venere. Il primo marzo 1966 la sonda Venera 3, lanciata tre mesi prima dall’Unione Sovietica, toccò il suolo venusiano schiantandovisi, Non si poté parlare allora di successo, se non per aver centrato l’obiettivo quantunque in modo distruttivo. Gli effetti della corrosiva atmosfera del pianeta e l’alta temperatura accelerarono il processo di disfacimento della sonda e dei suoi strumenti. La missione Venera 3, lanciata dopo una dozzina di tentativi falliti di raggiungere Venere, è stata seguita da molte altre. Dopo Venera 4, la prima a trasmettere con successo informazioni dal terreno del pianeta, si è arrivati fino al Venera 16 del 1983. Da parte americana, grazie al programma Mariner, è stato eseguita una serie di flyby per l’osservazione dell’atmosfera di Venere. La missione NASA che ha consentito di raccogliere maggiori e più accurate informazioni è stata Magellan, lanciata nel 1989, che fornì le prime osservazioni radar ad alta frequenza di Venere, usando la tecnologia radar, che è in grado di attraversare le fitte nubi venusiane e ottenendo la prima mappa dettagliata del terreno del pianeta. Fondamentale il contributo dell’Agenzia Spaziale Europea con Venus Express, lanciata nel 2005 e rimasta in orbita fino al 2014, che ha eseguito uno studio a lungo termine dell’atmosfera e una mappatura delle temperature globali del pianeta. Al momento, gli unici ad essere presenti intorno a Venere sono i giapponesi. Il Venus Climate Orbiter della JAXA, chiamato Akatsuki, fallì l’inserimento in orbita del pianeta nel 2010, ma grazie al lavoro dei tecnici, la sonda ha raggiunto Venere il 7 dicembre 2015. L’obiettivo della missione è di studiare a fondo i fenomeni atmosferici e climatici che lo caratterizzano, investigando anche la presenza di potenziali vulcani. L’India, dal suo canto, sta studiando la possibilità di lanciare la missione Venus Orbiter Missione nel 2019. In ogni caso, si tratta di mettere a punto tecnologie avanzate e in grado di sfidare le temperature che sfiorano i 462°C gradi, una pressione atmosferica 90 volte maggiore di quella terrestre, una compatta coltre di nube che oscura l’intero pianeta composta da gas serra e acido solforico, ovvero le condizioni che rendendo impossibile l’osservazione ottica della superficie venusiana dalla quota orbitale.