da Sorrentino | Feb 8, 2017 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
Il valore della Space Economy in Italia può essere bene rappresentato da pochi ma essenziali numeri: un peso occupazionale di 6.000 addetti, un fatturato da 1,6 miliardi di euro, ulteriori fond per 500 milioni nel 2016 di cui 360 stanziati dal Cipe e 140 milioni dalle Regioni, che metteranno in moto un miliardo di euro di investimenti per le industrie con tempi di assegnazione agli inizi dell’autunno 2017. E per comprendere quanto le attività spaziali incidano sulla crescita economica del nostro Paese e fungano da motore della ricerca scientifica, basta ricordare che ogni euro investito ne genera da 3 a 5 in altri settori. Un quadro delineato nel corso di un convegno promosso da Air Press al Centro Studi Americani di Roma, con la partecipazione dei titolari dei dicasteri dello Sviluppo Economico e del Miur insieme ai principali attori nazionali dello Spazio, e servito a fare il punto su strategie e potenzialità dell’Italia che, nel comparto specifico, restano alte ma necessitano di maggiori sinergie. Su questo punto, infatti, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, ha rimarcato la necessità di fare sistema per aumentare la competitività del nostro Paese, che pure riveste un ruolo di assoluta eccellenza sia a livello europeo che internazionale. Ma c’è ampio margine di crescita e per allargare il fronte delle collaborazioni. E a tale proposito, sia il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che quello dell’Istruzione e della Ricerca, Valeria Fedeli, hanno confermato l’intenzione di tramutare la cabina di regia dello Spazio promossa nel 2016 in un Comitato interministeriale per lo Spazio.
Ma la sfida non è solo tra soggetti governativi, come ha sottolineato Battiston, ma sempre più con i privati che hanno lanciato la propria sfida ai servizi spaziali. Il riferimento è alla SpaceX di Elon Musk e alla Virgin Galactic di Richard Branson, ma anche alla Planet capace di mettere in orbita 80 satelliti, per un valore corrispondente di 30mila euro cadauno, e generare immagini utili per il controllo dell’ambiente. Una competizione aperta, alla quale non si sottrae Giulio Ranzo, Ceo di Avio, che sta commercializzando i lanci del razzo Vega, il lanciatore europeo dal cuore italiano realizzato negli stabilimenti di Colleferro. “La quotazione in Borsa di Avio – sostiene Ranzo – è una buona notizia, ci consentirà di competere sul mercato anche con investimenti privati”. Il gioco si basa prima sul prezzo e l’affidabilità, quindi sull’accuratezza con cui si posizionano in orbita i satelliti: Google ha scelto noi, e non un razzo Usa, per portare nello spazio i suoi mini satelliti SkySat”. Dallo spazio, ricorda Ranzo, “si possono monitorare le fabbriche e la loro produzione, i campi profughi, le navi in mezzo al mare, i container carichi di merci. Dallo spazio ora possiamo ricevere il segnale per collegarci a Internet come fosse il wi-fi di casa”.
Lapidario Luigi Pasquali, ad di Telespazio e direttore del settore Spazio di Leonardo Finmeccanica, nell’osservare come per anni sia stata data una spinta importante allo sviluppo di tecnologie innovative per lo spazio, ma ora sia arrivato il momento di fornire la spinta a usarle. “Ora diventiamo consumatori, cioè produciamo sviluppo e noi come Telespazio sviluppiamo servizi dallo spazio”. Pasquali rimarca anche il ruolo dell`Italia, che si inserisce in una più ampia cornice europea come testimoniano i numerosi programmi congiunti. “L’avvio di una strategia spaziale comune, come testimoniato da programmi come Galileo, Copernicus ed Egnos, segna un passaggio epocale e la disponibilità del governo ad iniettare risorse è un aspetto fondamentale per lo sviluppo della space economy. C’è bisogno di una pianificazione nazionale che si affianchi alle strategie dei soggetti privati”.
La Cabina di regia di Palazzo Chigi, ha assicurato il coordinatore Paolo Puri, “ha colto il segnale che veniva dalle industrie”. “Fare sistema? Io ci ho provato e l’ho fatto e la risposta è stata positiva” ha assicurato Puri dell’Autorità nazionale responsabile per il Prs del programma Galileo. Di tempi e velocità di azione ha infine parlato il Ceo di Thales Alenia Space Italia, Donato Amoroso: “Rispetto ai visionari come Musk e Branson che rompono gli schemi, abbiamo una certa inerzia”. “La competizione si sta allargando, dobbiamo avere una visione di prospettiva e, dunque, accelerare”. Infine l’accento posto dal ministro Calenda sulla spinta che il lavoro comune in Europa su Spazio e Difesa può rappresentare per la crescita dell`Europa.
da Sorrentino | Gen 25, 2017 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
I Paesi dell’Unione Europea si sono ritrovati a Bruxelles per discutere la strada da seguire in tema di programmi e strategie spaziali e delle relative opportunità il settore offre per lo sviluppo delle attività tecnologiche avanzate a ogni singolo Paese. L’occasione è stata la nona Conferenza sulla European Space Policy, che ha ripreso i contenuti della Comunicazione prodotta dalla Commissione Europea sulla Strategia Spaziale per l’Europa, pubblicata lo scorso 26 ottobre. Un confronto che ha coinvolto i rappresentanti di Parlamento e Commissione Europei, dell’Agenzia Spaziale Europea e delle Agenzie Spaziali nazionali.
A partire dall’intervento di Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, la quale ha sottolineato come l’UE abbia i requisiti e le potenzialità per essere una potenza spaziale, proprio grazie all’eccellenza e alle competenze raggiunte dalle industrie europee nel settore spaziale. Un preciso indirizzo delle strategie è stato tracciato da Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, secondo il quale lo spazio appartiene non solo a chi costruisce gli asset spaziali ma anche a chi li utilizza. “Lo spazio dà all’Europa un’opportunità unica: la possibilità di usarlo come strumento per le politiche globali e per la diplomazia” – ha affermato Battiston, richiamando la necessità che l’Europa lavori insieme per sviluppare nuove tecnologie, idonee a rispondere alle esigenze che si manifestano di volta in volta, e investire in educazione e comunicazione, in quanto queste favoriscono ad un tempo la crescita dell’individuo e la diffusione dell’informazione verso il cittadino europeo.
“La strategia spaziale europea annunciata nel 2016 dalla Commissione Europea costituisce la premessa per un solido sviluppo delle attività spaziali nel nostro continente – ha dichiarato Luigi Pasquali, direttore del Settore Spazio di Leonardo e CEO di Telespazio, nel corso del suo intervento al meeting – L’industria europea è stata chiamata a contribuire alla definizione della Strategia, vedendo così pienamente riconosciuto il proprio ruolo di stakeholder”.
“Ci aspettiamo che questo avvenga anche nella fase della delivery della strategia stessa – ha concluso Pasquali – In questo quadro Leonardo, con la sua ampia gamma di attività in ambito spaziale, rappresenta uno dei player di riferimento in Europa, ed è in grado di cogliere in modo efficace le opportunità offerte sia dallo sviluppo della Space Economy che dalle nuove tendenze tecnologiche e dai nuovi modelli di business che stanno emergendo nel quadro del cosiddetto New Space”.
da Sorrentino | Gen 18, 2017 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
La tradizionale conferenza stampa di inizio anno del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, indetta per presentare i programmi e i principali appuntamenti del 2017, ha rivelato un problema, per il momento senza conseguenze operative, agli orologi dei 18 satelliti attualmente in orbita del sistema di navigazione Galileo. Jan Woerner ha spiegato che, dopo l’avvio dell’avvio della fase operativa sperimentale del Gps europeo avvenuto il 15 dicembre 2016 con 18 dei 30 satelliti destinati a formare la costellazione completa, nove dei 72 orologi di altissima precisione attualmente a bordo delle singole piattaforme hanno manifestato malfunzionamento. Ogni satellite ha una dotazione di quattro orologi, due al rubidio e due maser all’idrogeno. Si è riscontrato che quelli che non rispondono ai requisiti nominali sono sei maser a idrogeno passivo e tre orologi atomici al rubidio. Fortunatamente, perché un satellite svolga appieno la sua missione è sufficiente che almeno due dei quattro orologi atomici funzioni. Il che vuol dire che il programma Galileo è salvo, ma occorre risalire rapidamente alla causa del problema e individuare le soluzioni idonee a verificare che i prossimi 48 orologi a bordo della dozzina di satelliti mancanti funzionino regolarmente. Ciò per scongiurare ulteriore ritardi nel programma dei lanci, il prossimo dei quali è in calendario il 9 agosto dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guyana Francese quando è previsto che un razzo Ariane 5 trasferisca in orbita quattro satelliti Galileo.
Restando ai programmi in orbita terreste, Woerner ha ricordato la partenza il 28 gennaio di SmallGEO, la nuova piccola versatile piattaforma geostazionaria d’Europa, che sarà lanciata per la sua prima missione come satellite di telecomunicazione Hispasat 36W-1. A seguire, il secondo satellite Sentinel-2B facente parte della costellazione Copernicus per l’Osservazione del territorio europeo, che sarà messo in orbita il 7 marzo da un lanciatore Vega. Nel mese di giugno toccherà a Sentinel-5P, sviluppato in collaborazione con il Netherlands Space Office, che sarà lanciato a bordo di un razzo Rockot dal cosmodromo russo di Plesetsk.
Nel mese di ottobre Ariane 5 porterà in orbita il secondo nodo del Sistema Europeo di Trasmissione Dati, EDRS-C, che permetterà il trasferimento di dati al suolo in quasi tempo reale dai satelliti in orbita bassa utilizzando una tecnologia laser all’avanguardia. A fine anno in programma il lancio a bordo di un razzo Vega dalla Guyana Francese di ADM-Aeolus, il primo satellite in assoluto a fornire profili del vento su scala globale e su base giornaliera.
Woerner si è soffermato sulla missione Exomars, ricordando che, dopo lo schianto della sonda Schiaparelli nella fase di discesa su Marte, la sonda Trace Gas Orbiter sta svolgendo la sua missione intorno al Pianeta Rosso in attesa dell’arrivo del rover europeo con la missione 2020.
Dopo il rientro di Thomas Pesquet il 15 maggio, al termine dei sei mesi di permanenza a bordo della stazione spaziale internazionale per la missione Proxima, il 29 maggio toccherà a Paolo Nespoli dare inizio alla missione di lunga durata Vita. Per la seconda metà del 2017 è prevista l’apertura al centro addestramento di Colonia in Germania della Lunar analogue facility, una nuova struttura per le prove e per far familiarizzare gli astronauti con un ambiente simile a quello lunare.
da Sorrentino | Dic 16, 2016 | Eventi Scientifici e Culturali, Politica Spaziale, Primo Piano
La storia delle osservazioni nei secoli del Pianeta Rosso e quella delle missioni esplorative dallo spazio e in superficie, fino allo sguardo sul futuro in chiave di sbarco e colonizzazione così come immaginato da Ron Howard nella serie televisiva “Mars”. Questi i contenuti della mostra dal titolo “Marte – Incontri ravvicinati con il Pianeta Rosso”, inaugurata venerdì 16 dicembre a Roma nell’Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano e visitabile fino al 28 febbraio 2017. La mostra è promossa dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con ESA e INAF e con la partnership di Leonardo Finmeccanica, Thales Alenia Space e National Geographic. Protagonista assoluto è il quarto pianeta del Sistema Solare, cui è dedicato un percorso espositivo – articolato in sette sezioni – che unisce passato e futuro, scienza e arte, fantascienza e cultura popolare e che valorizza l’eccellenza tecnico-scientifica dell’Italia nel campo dell’esplorazione planetaria. Il filo conduttore si snoda dall’antichità, con le statue che raffigurano il dio della guerra, a scenari proiettati in avanti nel tempo, con le prossime missioni esplorative di Marte e i progetti di colonizzazione del pianeta.
Dalla mitologia classica alle osservazioni dei canali di Giovanni Schiaparelli, passando per la ricca produzione fantascientifica ispirata dal Pianeta Rosso, la mostra evidenzia il livello di conoscenza di Marte raggiunto al giorno d’oggi, con una rassegna delle principali missioni che hanno fornito dati e immagini per tracciare un identikit sempre più preciso di questo affascinante corpo celeste. Si parte con le storiche sonde Viking, passando per la missione europea Mars Express, i rover a stelle e strisce Curiosity e Opportunity, la sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter fino a giungere ad ExoMars, la missione che vede la collaborazione di ESA e Roscomsos e la significativa partecipazione del nostro Paese attraverso l’ASI.
La mostra è stata inaugurata alla presenza di Roberto Battiston (Presidente dell’ASI), David Parker (Direttore Dipartimento Robotica dell’ESA), Enrico Cappellaro (Vicepresidente INAF), Donato Amoroso (Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia) e Mauro Moretti (Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo-Finmeccanica). L’evento è stato anche l’occasione per annunciare la sottoscrizione, da parte di Thales Alenia Space e Agenzia Spaziale Europea, del contratto finale per il completamento delle attività relative alla missione ExoMars 2020. “ExoMars è un programma irrinunciabile. La continuazione della missione prevista per il 2020, decisa al recente consiglio ministeriale dell’ESA, mette l’Europa sulla frontiera dell’esplorazione spaziale – ha commentato Roberto Battiston, Presidente dell’ASI – L’Italia che ha proposto e sostenuto questo programma, in tutte le sedi continua ad essere in prima fila nella scienza e nella tecnologia che ci permetteranno di cercare le risposte sull’origine della vita e sull’evoluzione del Sistema Solare, obiettivi di primaria importanza in vista dell’esplorazione umana del Pianeta Rosso”.
da Sorrentino | Dic 3, 2016 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Il proseguimento del progetto ExoMars, la conferma di Luca Parmitano sulla ISS nel 2019, l’investimento per Space Riders – il veicolo riutilizzabile per orbita bassa evoluzione dell’IXV, sviluppato dal CIRA con Thales Alenia Space Italia, – e il raddoppio degli investimenti italiani nel settore delle telecomunicazioni. Questi i 4 grandi obiettivi raggiunti dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal governo italiano al vertice ministeriale di Paesi dell’ESA a Lucerna. «Siamo molto soddisfatti dei risultati di questa ministeriale», ha detto al termine del vertice il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston. «Siamo riusciti a includere in modo forte e con guida nazionale gran parte dei grandi programmi europei, che valorizzeranno il comparto nazionale industriale. Programmi che hanno contribuito a formare l’ossatura di questa ministeriale. Ci siamo riusciti quando era più facile, bastava mettere l’accento sul finanziamento, ma soprattutto quando le nostre proposte erano in contrasto con altre. Abbiamo dimostrato la nostra capacità propositiva e siamo comunque riusciti a farle diventare di tutti». Su ExoMars l’Italia, con l’ASI, ha di fatto fronteggiato la titubanza della Germania, portando il nostro Paese a contribuire al 45% del costo complessivo del programma ExoMars, e rafforzando la propria leadership, con possibili ulteriori ritorni industriali per il nostro Paese. Seguono gli inglesi e i francesi. Per i tedeschi, impegnati maggiormente sui possibili ritorni per lo sfruttamento della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), una partecipazione decisamente marginale. Buone notizie anche per lo sviluppo di Space Riders, con Thales Alenia Space Italia in pole position con il supporto del CIRA, a guidare l’evoluzione dell’IXV, l’unico veicolo spaziale europeo capace di rientrare a Terra per essere riutilizzabile. È probabile una partecipazione significativa della Francia, visto l’impegno assunto nella ministeriale. L’Investimento fa parte del quadro più ampio che riguarda l’evoluzione di Vega, vettore destinato al trasporto in orbita dell’IXV, e in un futuro prossimo anche dei satelliti radar, decisamente pesanti e ingombranti, come quelli della costellazione Cosmo SkyMed o Copernicus. Raddoppia, invece, l’investimento italiano nel settore delle telecomunicazioni e della navigazione, settore dove l’Italia ha sempre svolto un ruolo di leadership in Europa. Ciliegina sulla torta, la formalizzazione della richiesta ufficiale che ESA farà alla NASA per l’assegnazione di Luca Parmitano al prossimo volo di lunga durata per la ISS dell’Agenzia Spaziale Europea. Una bella notizia per l’astronauta italiano, già protagonista della missione “Volare”, e una conferma del ruolo italiano per quanto riguarda il volo umano in orbita bassa e l’utilizzo scientifico della Stazione Spaziale Internazionale. «Siamo molto orgogliosi della candidatura di Luca Parmitano», ha detto Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. «Le operazioni di volo spaziale, la scienza e la tecnologia sono un esempio fondamentale per i nostri studenti, e l’Italia è in prima linea nella scoperta di un Universo che non ha limiti di meraviglia».
Tra le decisioni assunte dall’ESA, la proroga della propria partecipazione alla Stazione Spaziale Internazionale fino al 2024, al pari di Stati Uniti, Russia, Giappone e Canada. Bilancio totale per il futuro dello spazio europeo, oltre dieci miliardi di euro, e passaggio di consegne tra la Svizzera e la Spagna, che tra due anni ospiterà il vertice ministeriale ESA.
da Sorrentino | Dic 2, 2016 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano, Stazione Spaziale
Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è stato candidato per un’opportunità di volo sulla ISS per il maggio 2019. L’annuncio è arrivato dal Direttore generale dell’ESA, Jan Woerner, durante la riunione del consiglio a livello ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea svoltasi a Lucerna. La decisione formale sarà presa nella primavera del 2017 dal Multilateral Crew Operations Panel (MCOP) (MCOP), il forum principale per il coordinamento e la risoluzione delle questioni relative all’equipaggio della stazione spaziale.
«Siamo molto orgogliosi della candidatura di Luca Parmitano», ha detto Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. «Le operazioni di volo spaziale, la scienza e la tecnologia sono un esempio fondamentale per i nostri studenti e l’Italia è in prima linea nella scoperta di un universo che non ha limiti di meraviglia». Luca Parmitano, che già volato nel 2013, ha ricevuto la Distinguished Service Medal della NASA come riconoscimento per il sangue freddo dimostrato durante la passeggiata spaziale che fu interrotta a causa di perdite d’acqua nel suo casco. «Luca Parmitano è un uomo ispirato che dimostra come le persone possono superare qualsiasi ostacolo», ha detto il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston. «Questa seconda opportunità di volo per Luca conferma il suo alto livello di preparazione e l’importanza del ruolo italiano in ESA, l’esplorazione dello spazio e nella scienza».