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Presidente Mattarella visita Houston

Presidente Mattarella visita Houston

MattarellaIl Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha concluso la sua visita negli Stati Uniti d’America recandosi a Houston, al Johnson Space Center, il centro di controllo delle missioni spaziali della NASA. Accolto al suo arrivo dal Capo del Protocollo della NASA, Susan Anderson, il Presidente Mattarella ha visitato il Centro accompagnato dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, e dagli astronauti Samantha Cristoforetti, Roberto Vittori, Paolo Nespoli e Luca Parmitano. Nel gruppo anche Walter Villadei, che sta svolgendo la fase di formazione. La visita è stata seguita da una rappresentanza del Sonny Carter Training Facility, del Neutral Buoyancy Laboratory, dello Space Vehicle Mockup Facility e del Christopher C. Kraft, Jr. Mission Control Centers.

“È una vista emozionante e affascinante ed è motivo di orgoglio per l’Italia, che ha una lunga storia” nell’attività spaziale. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visitando oggi il centro spaziale della Nasa a Houston. Il Capo dello Stato ha ricordato come l’Italia partecipi nella costruzione di molte componenti delle navicelle e come si attiva la collaborazione con la Nasa. “C’è la suggestione – ha aggiunto Mattarella – di sentirsi ai confini della conoscenza, e c’è anche l’orgoglio”.

“Quel che viene fatto nello spazio è prezioso per il futuro del nostro Paese”, ha sottolienato il Capo dello Stato. Il Presidente, rispondendo ad una domanda dei giornalisti, si è anche augurato che l’Italia possa far crescere i suoi investimenti nella ricerca spaziale. Già oggi comunque l’Agenzia spaziale italiana (ASI) è una delle agenzie che collabora più intensamente con la Nasa e tantissime aziende italiane producono tecnologia avanzata per il settore spaziale.

Mattarella 2Mattarella ha parlato di giornata storica, facendo riferimento all’articolo del New York Times sulla conferma delle onde gravitazionali, che cita in modo esplicito il contributo dell’Italia”, che si aggiunge al grandissimo impegno del nostro Paese nel settore astronautico.

Il Presidente ASI Battiston ha parlato anche della sfida di un lancio su Marte definendola anche un investimento per il mondo. Su questa futura missione, ha aggiunto, l’Italia è in prima fila ma è importante che tutti i Paesi del mondo si mettano insieme perché questa è una sfida di pace ed il mondo ne ha bisogno”. Battiston ha ricordato che “ogni euro speso in questo settore produce un ritorno da due a sei volte e quindi investire porta guadagno. L’Italia ha saputo farlo e continua a farlo. Noi abbiamo un’attività spaziale di altissimo livello e naturalmente, oltre al settore privato, serve il sostegno del governo”.

 

Cooperazione tra Italia e America Latina

Cooperazione tra Italia e America Latina

CIRA_foto1_web_d0Una tre giorni dedicata alla cooperazione in campo spaziale tra Italia e America Latina, dal 10 al 12 febbraio, dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali di Capua, sede di un ciclo di conferenze, alle visite ai centri di Telespazio al Fucino, Thales Alenia Space a L’Aquila e Roma e all’azienda e-Geos  per l’osservazione della Terra, sempre nella capitale. Un evento a cui sono convenuti ventotto delegati da agenzie spaziali, enti governativi e ambasciate di 12 diversi Paesi latinoamericani, corrispondenti a quasi l’intero subcontinente: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Cuba, Ecuador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Perù, Uruguay e Venezuela.

L’iniziativa è inserita nel vasto programma dell’Anno dell’Italia in America Latina organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. “Si apre di fatto un nuovo canale – spiega Gabriella Arrigo, responsabile ASI delle Relazioni Internazionali – ricco di prospettive. Perché se è vero che l’Italia ha storicamente una radicata presenza in America Latina, la collaborazione così ad ampio spettro in campo spaziale è una novità. Intendiamo condividere con i nostri partner latinoamericani le nostre ‘best practise’ e siamo pronti a contribuire alla specifica formazione dei loro tecnici e professionisti in campo spaziale”.

La tre giorni è stata promossa e organizzata dall’ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) in collaborazione con  l’Agenzia Spaziale Italiana e con il contributo del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) e dell’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), ed è stata  articolata in diversi momenti, di carattere istituzionale e tecnico scientifico, con la presentazione delle più avanzate tecnologie e dei prodotti sviluppati e realizzati nel settore dello Spazio da parte di alcune aziende del comparto e con due panel tematici: uno relativo alle attività di osservazione della terra e alle applicazioni del sistema COSMO SkyMed e l’altro dedicato alle prospettive sui piccoli satelliti e alle tecnologie abilitanti per le piccole missioni.

Un Moon Village dopo lSS

Un Moon Village dopo lSS

Lunar-base-made-with-3D-printingNel prossimo decennio potremmo ritrovarci non solo a camminare di nuovo sulla Luna, ma vivere e lavorare in ambienti e spazi come quelli oggi disponibili sulla Stazione Spaziale Internazionale in orbita bassa terrestre. Creare un Moon Village, una base internazionale sulla Luna: è il sogno di Johann-Dietrich Worner, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ospite per la prima volta in Italia e intervenuto alla conferenza #Space 4.0. Enhancing Europe’s Competitiveness, organizzata a Roma alla facoltà di Ingegneria della Sapienza. Worner ha spiegato che dopo il successo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e prima di riuscire a superare gli ostacoli per andare su Marte, è il momento per creare una base lunare. “Per ora è solo un sogno, non abbiamo tempi e modalità definite ma è un sogno in cui crediamo e che può essere molto concreto”.

Il progetto della ISS è ormai stato completato da tempo e potrebbe essere abbandonato dopo il 2024 è quindi il momento di pianificare i prossimi progetti spaziali. La Luna non sarebbe un primo passo per poi andare su Marte, o un ripiego, “un Moon Village sarebbe un’opportunità per tutti. E’ vicina e abbiamo molte tecnologie già pronte, sarebbe non tanto una miniera da sfruttare ma piuttosto un grande laboratorio per sviluppare nuove tecnologie, dove ad esempio installare grandi telescopi”.

Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ritiene necessario che l’Italia abbia un ruolo sempre maggiore all’interno dello spazio europeo e ottenere, in particolare, rappresentanti italiani alla guida dei settori dei lanciatori e dei programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea: ”nei nostri incontri abbiamo parlato di tutti i piani spaziali dell’Italia all’interno della cooperazione con ESA che saranno al centro dell’incontro, previsto a fine anno, tra i responsabili del settore spaziale delle nazioni partecipanti” ha spiegato Roberto Battiston. Al centro dell’incontro il ruolo dell’Italia all’interno di ESA, la missione ExoMars 2018, il futuro della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e il programma dei lanciatori. Attenzione è stata posta anche al tema della selezione in corso per la nomina dei nuovi vertici nei direttorati ESA dell’Osservazione della Terra e quello dei Lanciatori. “Auspico – ha aggiunto Battiston – che italiani possano ricoprirne il ruolo”.

Del progetto del Moon Village il presidente dell’ASI ha raccolto la sfida: “Realizzare un Moon Villagge, un villaggio lunare, è un progetto che attira pienamente anche l’Agenzia Spaziale Italiana. Crediamo che l’obiettivo degli europei a lungo termine sia raggiungere Marte, ma la Nasa, nel suo programma verso il pianeta rosso, prevede anche fasi intermedie di atterraggi sulla Luna con robot e uomini, obiettivo a cui siamo interessati”.

Jan-Woerner“Credo – ha detto ancora Battiston – che l’Europa avrebbe tutta la capacità di attrarre l’interesse di grandi paesi come la Cina, l’India o i Paesi Arabi in questa sfida”. L’Esa, ha proseguito, “ha tutte le capacità e l’Italia ritiene che la sfida di Marte vada perseguita e rappresenti quel salto tecnologico e verso il progresso che ha rappresentato la conquista della Luna da parte dell’uomo”. E “su Marte -ha chiuso Battiston- ci si va tutti insieme”.

Il direttore generale dell’ESA ha avuto anche un incontro con il Ministro della Ricerca, Stefania Giannini, che ha offerto l’opportunità di confrontarsi sulla posizione italiana all’interno dell’Esa, essendo il nostro Paese terzo contributore dell’Agenzia Spaziale Europea. L’incontro con il ministro italiano è avvenuto nell’ambito del giro di capitali europee che Woerner sta visitando, per avviare la preparazione della prossima ministeriale dell’ESA che si terrà il 2 dicembre 2016.

Nasce la nuova ALTEC

Nasce la nuova ALTEC

altec torinoL’assemblea straordinaria dei soci di ALTEC, tenutasi il 29 gennaio 2016, ha dato il via al nuovo corso della società torinese, fino ad oggi specializzata nel supporto ingegneristico e logistico spaziale. Tra le novità più rilevanti decise dai soci, Thales Alenia Space Italia e Agenzia Spaziale Italiana, la trasformazione della società in una aerospace company. L’acronimo ALTEC resta immutato ma la denominazione cambia in Aerospace Logistics Technology Engineering Company, portando con sé l’aggiornamento dell’oggetto sociale, con un allargamento dello spettro delle attività ad alto valore tecnologico per i diversi settori del mondo aerospaziale.

Arriva così a compimento il processo di revisione dell’assetto azionario con il definitivo assestamento delle quote tra i gli attuali due soci dopo l’uscita del consorzio ICARUS, con Thales Alenia Space Italia al 63,75% e l’Agenzia Spaziale Italiana al 36,25%. Il rinnovamento di ALTEC era stato avviato negli ultimi mesi del 2015 con il completo rinnovo dei vertici. In quindici anni la società torinese si è affermata in campo internazionale come eccellenza italiana per la fornitura di servizi ingegneristici e logistici per l’utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale e per il supporto alle missioni di esplorazione planetaria. Oggi tenendo conto dell’evoluzione del quadro internazionale del settore e delle strategie degli azionisti, ALTEC avrà un rafforzamento e ampliamento dei compiti nel settore aerospaziale, con un’attenzione maggiore all’ambito commerciale e alle novità della Space Economy.

“Per ALTEC questo passaggio è una grande sfida che accettiamo – ha affermato Fabio Massimo Grimaldi, presidente di Altec – nella certezza di essere all’altezza delle richieste dei nostri azionisti. Le competenze acquisite e i successi realizzati sono la nostra carta d’identità dalla quale svilupperemo il nuovo percorso. Ringrazio Thales Alenia Space Italia e l’Agenzia Spaziale Italiana per aver creduto e supportato il nuovo percorso. Siamo oggi più di ieri un elemento centrale per la crescita delle attività legate all’aerospazio”.

“ALTEC è da sempre una eccellenza del territorio piemontese che va a completare ed arricchire la realtà di Thales Alenia Space Italia”, ha affermato l’Amministratore Delegato Donato Amoroso. “Per questo è fondamentale rafforzarla e valorizzarla, potenziandone le capacità sempre in congiunzione con le strategie, le attività, ma anche con le sfide del settore spaziale in cui la nostra azienda si trova ad operare a fianco dell’Agenzia Spaziale Italiana”.

“L’Agenzia Spaziale Italiana è sempre molto attenta all’allineamento delle attività delle sue partecipate alle proprie strategie e alla verifica costante del loro ruolo”, ha detto il presidente dell’ASI, Roberto Battiston, che ha incontrato anche il personale della società. “Pertanto, in accordo con Thales Alenia Space Italia, pensiamo che il rinnovamento statutario di ALTEC sia solo l’inizio di un nuovo e promettente futuro, un’opportunità che la società dovrà sfruttare per migliorare il già alto livello delle attività in corso e aumentare le prospettive di business”.

Le prossime tappe della corsa allo spazio vedranno ancora ALTEC con un ruolo di primo piano, la società sarà infatti uno dei centri di controllo della missione ExoMars, la prima missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) su Marte. La società piemontese prosegue le sue tradizionali attività di supporto ingegneristico e logistico per il lavoro degli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale, come la certificazione degli alimenti e la realizzazione di importanti progetti di biomedicina spaziale.

La missione ExoMars

ExoMars è un duplice programma di esplorazione destinato a studiare il sottosuolo  marziano. La missione a guida italiana, grazie al contributo principale dell’Agenzia Spaziale Italiana e al ruolo di Primo Contraente di Thales Alenia Space Italia, è suddivisa in due fasi. Nella prima, il cui lancio è previsto per la metà del mese di marzo 2016, una sonda (TGO, Trace Gas Orbiter) resterà nell’orbita di Marte per indagare la presenza di metano e altri gas presenti nell’atmosfera, possibili indizi di una presenza di vita attiva, mentre un modulo (EDM), denominato Schiaparelli in onore dell’astronomo italiano che ha effettuato la prime osservazione dei ‘canali’ di Marte, contenente la stazione meteo (Dreams) ed altri strumenti, atterrerà su Marte per testare anche nuovi sistemi di discesa.

Nella seconda parte della missione, che prenderà invece il via nel 2018, l’obiettivo è portare sul Pianeta Rosso un innovativo rover capace di muoversi e dotato di strumenti per penetrarne ed analizzarne il suolo. Per questa seconda parte ALTEC ha la responsabilità di progettare, realizzare e operare il Centro di Controllo del Rover di Exomars (Rover Operations Control Centre – ROCC) che sarà localizzato a Torino nella sede della società. In aggiunta ALTEC fornirà supporto remoto durante le fasi di lancio, LEOP e di crociera interplanetaria. Il ROCC ospiterà un team di tecnici e scienziati e costituirà il Centro in cui si svolgeranno tutte le attività di controllo operativo, supporto ingegneristico e analisi scientifiche preliminari di rilievo per le operazioni del Rover sulla superficie marziana, che sarà connesso agli altri elementi del Segmento di Terra europei.

Simonetta Di Pippo, lo Spazio è Donna

Simonetta Di Pippo, lo Spazio è Donna

copertina-e1454180055226Prima e dopo Samantha Cristoforetti, c’era, c’è e ci sarà una donna italiana che è tutt’uno con i programmi spaziali. Simonetta Di Pippo, 56 anni, radici nell’Agenzia Spaziale Italiana e già Direttore del Volo Umano presso l’Agenzia Spaziale Europea e consigliere speciale del Direttore Generale dell’ESA, da marzo 2014 è Direttore dell’United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA), con sede a Vienna. Grazie a lei, per la prima  volta l’Italia è ai vertici dell’organismo responsabile per i programmi dell’ONU di promozione della cooperazione internazionale nel settore spaziale. E a Simonetta Di Pippo il supplemento settimanale del quotidiano La Repubblica, “D”, ha dedicato copertina e servizio di apertura.

“Accedere allo spazio e’ una questione di democrazia. Che a sua volta crea democrazia sulla terra e sempre più’ la creera’”. Simonetta Di Pippo, astrofisica italiana di fama mondiale e presidente co-fondatrice dell’associazione internazionale Women in Aerospace Europe, lo spiega a D di Repubblica nelle sue vesti di responsabile dell’Ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di questioni spaziali. Per questo “e’ necessario che l’accessibilità dello spazio sia tutelata. Che avvenga in maniera sostenibile e che progredisca. Simonetta Di Pippo – scrive D – è lì, nel posto chiave delle Nazionì Uni¬te dove già oggi si lavora per questo. “Il motivo per cui questo lavoro mi appassiona è che siamo in un momento chiave e c’e’ da pensare al futuro”. La sua astrodiplomazia comincia dai satelliti che girano intorno allaTerra e che devono essere impiegati anche laddove i nostri problemi di smartphone o di film on demand non sono prioritari.

L’UNOOSA usa infatti quei dati “per intervenire durante i disastri naturali, come alluvioni, frane, terremoti. Oppure per pianificare la ricostruzione, ed evitare che alla piena successiva le case si trovino di nuovo li, dove il fiume tornerà a esondare. Ma gli stessi dati possiamo anche usarli per l’agricoltura, quando si devono strappare i campi al deserto che avanza. Oppure per individuare villaggi di profughi che si sono installati nel Sahara all’insaputa di tutti. E così via”.

E’ un lavoro non sempre lineare: “Perché ci sono paesi – spiega – in cui le condizioni di vita medie sono arretrate, ma che hanno eccellenti programmi spaziali. Come l’India. Difficile definirla terzo mondo, se parliamo dell’India che è arrivata su Marte con la sonda Mangalyaan, senza sbagliare un colpo e spendendo quasi dieci volte meno di quello che ha speso la Nasa per la sua analoga missione”. Ma il punto per la Di Pippo è anche questo: “L’astrodiplomazia interviene su una geografia diversa da quella che vediamo noi, e nello spa¬ zio le cose in genere vanno un po’ meglio che quaggiù”. Un esempio? Stati Uniti e Russia, in questo periodo, sul¬la Terra non vanno molto d’accordo, invece «nello spazio lavorano insieme, in pace. E devono continuare a farlo, prosegue la Di Pippo insistendo sul “devono”.

C’è più Italia nell’Europa spaziale

C’è più Italia nell’Europa spaziale

Ariane 6

Il consueto appuntamento di metà gennaio del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, il tedesco Dieter Woerner, con i giornalisti ha permesso di fare il punto su programmi e prospettive, iniziando dal bilancio che è cresciuto del 18,4% arrivando a 5,25 miliardi di euro. L’Italia è il Paese che ha incrementato di più la sua quota (+55%), arrivando a  versare 512 milioni di euro e consolidandosi come terzo membro finanziatore dopo Germania, con 873 milioni e Francia, con 845 milioni. Alla crescita della quota italiana ha contribuito il progetto per il lanciatore VEGA C, di cui l’Italia è capocommessa attraverso la ELV, joint venture tra la AVIO di Colleferro (70%) e l’Agenzia Spaziale Italiana (30%).

“L’impegno italiano nello spazio è sempre più importante e si pone come elemento trainante per ottenere un ritorno non solo per le imprese coinvolte direttamente nel settore ma per tutta l’economia del nostro paese”, ha detto il presidente dell’ASI, Roberto Battiston. “Le risorse che l’Italia mette nell’ESA – ha concluso – rappresentano un capitale d’investimento nell’innovazione tecnologica e nei nuovi servizi per i cittadini che la new Space Economy sta sviluppando”. La Commissione Europea si conferma il maggiore finanziatore dell’ESA con 1,32 miliardi di euro nel 2016, destinati soprattutto al programma di navigazione satellitare Galileo e al programma di Osservazione della Terra, Copernicus. Rispetto al 2015, il bilancio dell’ESA è cresciuto del 18,4% arrivando a 5,25 miliardi di euro.

I programmi di Osservazione della Terra si confermano le più consistenti voci di spesa del 2016, con il 30,5% del budget. Il settore dei lanciatori è passato dagli 608 milioni del 2015 a poco più di un miliardo di euro per l’anno in corso (20% del budget totale). Perde finanziamenti il volo umano, che passa dai 371 milioni del 2015 ai 365 del 2016 (7% del totale). Sul tavolo della conferenza stampa del DG dell’ESA, anche due questioni ancora aperte. In primo luogo il prolungamento della vita della Stazione Spaziale Internazionale (dal previsto termine del 2020 al 2024), con Francia e Germania che hanno chiesto una revisione del rapporto costi/benefici. Woerner si è detto convinto che l’ESA rimarrà partner della Stazione Spaziale Internazionale fino al 2024», rispondendo a quanto sostenuto dai direttori generali del’Agenzia Spaziale francese (CNES) e tedesca (DLR), Yves Le Gal e Pascale Ehrenfreund, i quali avevano avanzato dubbi sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione di prolungamento della partecipazione europea alla stazione orbitale oltre il 2020.

In secondo luogo, la seconda fase della missione ExoMars, quella relativa al rover europeo che dovrebbe essere lanciato nel 2018 (nella primavera del 2016 è previsto il lancio dell’orbiter della missione) e che potrebbe slittare al 2020 se non si trovano i finanziamenti europei necessari.

“Exomars – ha commentato in proposito Battiston – è un punto di svolta per l’esplorazione europea dello spazio e non a caso è una missione dove l’Italia ha la premiership, in termini industriali, scientifici e finanziari”. “Se ci dovessero essere dei ritardi e dei problemi di finanziamento – ha concluso il presidente dell’ASI – risulta prioritario capire il perché e come affrontare la situazione. Ricordo che le risorse che il governo italiano investe su Exomars, come su altri progetti, sono un capitale  investito con idee molto precise sul tipo di ritorno che il nostro Paese deve avere. Sarà uno dei temi principali al board dell’Agenzia Spaziale Europea”.  Se ne parlerà alla Ministeriale del dicembre 2016.

Sul fronte dell’accesso allo Spazio, il Direttore Generale dell’ESA ha detto che l’Ariane 6 e il VEGA C sono la scelta giusta, nonostante da parte di SpaceX si stia sviluppando la tecnologia del recupero, anche solo parziale, dei razzi vettore. Infine, il progetto : il Moon Village, una base lunare abitabile che dovrebbe essere disponibile già dai primi anni del prossimo decennio. Secondo Woerner, il Moon Village sarebbe il successore ideale della ISS, ma questa idea è stata accolta piuttosto freddamente, soprattutto dal CNES che giudice la Luna scientificamente meno interessante di Marte.