Seleziona una pagina
L’ESA ha festeggiato i suoi 50 anni

L’ESA ha festeggiato i suoi 50 anni

ESRIN_celebrates_50_years_of_Europe_in_spaceI 50 anni dell’Agenzia Spaziale Europea sono stati festeggiati nella sede Esrin di Frascati, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, del presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, del direttore generale dell’ESA Jean-Jacques Dordain, e dell’astronauta Luca Parmitano anche nelle vesti di ambasciatore del semestre italiano di presidenza europea, ai quali si è aggiunta virtualmente Samantha Cristoforetti con un breve messaggio filmato registrato poco prima della sua partenza dal cosmodromo di Baikonour verso la stazione spaziale internazionale in cui sta conducendo la missione Futura. La celebrazione del mezzo secolo di attività cade all’indomani di due importanti successi: l’approdo del lander Philae rilasciato dalla sonda europea Rosetta sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e il lancio della prima astronauta italiana, chiamata a svolgere una missione di lunga durata a bordo della ISS. Il messaggio raggiante di Samantha Cristoforetti induce il ministro Giannini a elogiare l’importante traguardo per la ricerca italiana e per le donne in genere e Jean-Jacques Dordain a ricordare che la missione Futura è solo l’ultimo esempio dell’attenzione che l’Esa e l’Italia dimostrano reciprocamente. Tanti successi scanditi scanditi all’insegna della cooperazione nelle attività a spaziali europee, in cui l’Italia ha avuto e continuerà ad avere un grande ruolo – ha assicurato il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea. Che le capacità tecnologie del vecchio continente siano all’avanguardia lo dimostra il recupero all’attività dei satelliti Galileo, lanciati in un’orbita diversa da quella nominale, che a giorni inizieranno i test di validazione.

Il presidente dell’ASI, Roberto Battiston, ha sottolineato come lo spazio sia il volano dell’economia futura, partendo da un dato eloquente. In Italia lavorano nello spazio più di 6000 addetti, per un valore di riferimento di 3,6 miliardi di euro costantemente in crescita. Gli ha fatto eco il ministro Stefania Giannini, ricordando che lo spazio fa da traino in chiave di innovazione a tutti gli altri settori produttivi e della ricerca, e rappresenterà una grande opportunità e una grande sfida oltre ad essere già un asset primario per il progresso della società. In tal senso occorre impegnarsi ad investire nel settore spaziale senza mai far mancare le risorse necessarie, secondo una visione di lungo periodo.

L’ESRIN di Frascati, nato nel 1966 come centro dell’Agenzia Spaziale Europea specializzato nell’Osservazione della Terra, è la casa dell’Agenzia Spaziale Europea in Italia – ha detto Dordain – e l’Italia, oltre che membro fondatore, è tra i primi tre paesi contributori dell’ESA. Ma soprattutto – ha aggiunto – l’Italia è fortemente presente in tutte le sue attività, nessuna esclusa: dai lanciatori al volo umano, dalle telecomunicazioni alle missioni scientifiche. Una grande presenza di cui ESA ha bisogno”.

I concetti di “cooperazione, innovazione, professionalità e evoluzione” sono stati più volte ribaditi dal direttore generale dell’ESA, come le linee guida dell’attività dell’Agenzia. “Lo Spazio – ha concluso Dordain – è il nostro futuro. Non possiamo comprendere il futuro senza comprendere lo Spazio”. Quella in cui nasceva l’ESA “era un epoca in cui gli uomini erano capaci di sognare e pensare il futuro” ha poi detto il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. “In questi 50 anni – ha aggiunto Battiston, che ha anche ricordato i recenti successi di tre donne italiane: Fabiola Giannotti, Simonetta Di Pippo e Samantha Cristoforetti – è stato fatto più che in tutta la Storia dell’umanità. Abbiamo raggiunto risultati straordinari, in termini di scoperte e di avanzamento scientifico e tecnologico. E ci si è riusciti perché ci siamo saputi organizzare per cooperare insieme”. Nello spirito dello slogan scelto da ESA per la cerimonia -“Serving European cooperation and innovation” – Luca Parmitano ha voluto sottolineare lo spirito di servizio con cui interpreta il proprio ruolo. “Il nostro servizio – ha detto – è un incredibile privilegio, con cui possiamo contribuire a fare del mondo un posto migliore. E’ l’ispirazione che guida i sogni e niente ispira l’uomo meglio del lavorare, con amore, accanto ad altri uomini”.

In linea con gli altri interventi, il ministro Stefania Giannini ha sottolineato il valore della cooperazione: “Le imprese di questi straordinari 50 anni – ha detto – non sarebbero state possibili per le singole agenzie nazionali. E’ stato proprio il coordinamento internazionale a farle diventare realtà”. Il ministro ha poi spostato l’attenzione sulla ministeriale ESA, in calendario agli inizi dicembre, sottolineando come la politica – e i politici – proprio in questa fase di crisi e di minori risorse abbia una grande responsabilità, perché deve decidere quale direzione prendere e mantenere una visione di lungo periodo. “Non abbiamo molti soldi da spendere ma bisogna scegliere” ha detto il ministro, sottolineando che “il governo italiano ha deciso di investire nello Spazio perché pensa che questo settore sia fondamentale”. E la prima occasione per dimostrare questo impegno – ha concluso il ministro – “sarà la riunione ministeriale del 2 dicembre, in cui ciascun Paese membro sarà chiamato a dichiarare l’entità del suo impegno economico per il settore aerospaziale.

In chiusura dell’evento, il ministro Giannini, Roberto Battiston e Jean-Jacques Dordain hanno firmato il certificato commemorativo dei primi 50 anni di cooperazione europea nello Spazio.

 

 

Privati e Spazio: un connubio indispensabile

Privati e Spazio: un connubio indispensabile

Hyplane Artistic ViewGennaro Russo, presidente di Space Renaissance Italia, analizza le attività delle imprese spaziali affidate ai privati, alla luce dei due incidenti occorsi alla Orbital Science Corp e alla Virgin Galactic.

 

In pochi giorni due disastri nell’ambito delle attività spaziali private: prima l’esplosione dopo soli 6 secondi dal lancio del vettore Antares di Orbital Science Corp., che doveva trasportare rifornimenti di vario genere alla Stazione Spaziale Internazionale per conto della NASA, e poi l’incidente dello spazioplano SpaceShipTwo di Virgin Galactic durante un volo di test in attesa di avere “luce verde” per l’avvio delle operazioni commerciali per l’accesso al volo sub-orbitale da parte di comuni cittadini. Eventi non certo facili da digerire.

Dispiace per la morte del co-pilota Michael Alsbury e le gravi ferite riportate dal pilota Peter Siebold direttore delle Operazioni di Volo di Scaled Composites, e siamo vicini alle loro famiglie, a Virgin Galactic / Scaled Composites come ad Orbital Science, e al nascente mondo del turismo spaziale.

Tutto ciò è parte integrante del mondo spaziale e ne segue inevitabilmente i processi. Nei 57 anni di attività spaziali, a partire dal lancio del satellite Sputnik 1 ad opera dell’URSS il 4 ottobre 1957, ogni incidente ha determinato periodi più o meno lunghi di pausa e talvolta ripensamento. Partecipavo a Napoli al team dello scienziato Luigi G. Napolitano che aveva introdotto a livello mondiale il concetto di microgravità e che era stato sostenitore del concetto di industrializzazione dello spazio e dei primi passi in tale direzione, quando l’esplosione dello Space Shuttle Challenger avvenuta il 28 gennaio 1986 dopo 2 minuti dal lancio distrusse in maniera definitiva quel concetto. Ancora oggi, infatti, le attività spaziali, benché vedano sulla scena molti più attori di quel tempo, non contemplano l’idea di utilizzare le condizioni offerta dal Quarto Ambiente a scopi industriali.

“Si sa che la stampa dà molto più risalto alle tragedie che a tutto il resto, qui il verso non cambierà mai”. Questo è uno dei commenti girati in rete dopo l’incidente di SpaceShipTwo. Non c’è dubbio che il cittadino deve sapere ciò che accade ed è quindi di primaria importanza il ruolo che i media ricoprono nella nostra società. E nessuno di sicuro vuole modificare questo elemento. Ma il commento sopra riportato è altrettanto sicuramente espressione di quel sentimento diffuso per il quale c’è da temere che l’avventura del Turismo Spaziale subisca una sostanziale battuta d’arresto, nonostante Sir Richard Branson patron di Virgin Galactic abbia dichiarato dopo l’incidente che il programma continuerà non appena si sarà capito cosa sia successo e come evitarlo.

Sia chiaro, non sto affatto dicendo che sia colpa dei media, sto sostenendo la necessità di un cambio culturale di tutti. Quegli stessi media riportano tutti i giorni di incidenti automobilistici, ferroviari, aerei, e tanti altri, ma a nessuno sfiora l’idea di bloccare la produzione di auto, treni o aerei, o di sospenderne l’utilizzo. Ecco, dobbiamo comprendere che un incidente in qualsiasi settore è espressione intrinseca dell’attività dell’ingegno umano e, pur attenti a ridurne sempre più il numero e le conseguenze, ne dobbiamo accettare l’esistenza.

Branson ha detto in questi giorni “ci piacerebbe finire ciò che cominciammo anni fa”. Questo è un sentimento, un pensare molto comune, ma nel caso specifico assume un sapore fortissimo. È un messaggio alle autorità competenti che stanno valutando le cause dell’incidente e che hanno stimato in forse un anno il tempo per la chiusura dell’inchiesta, è un messaggio al mondo aerospaziale pubblico e privato, è un messaggio sicuramente a se stesso – non è certo facile proseguire dopo tali eventi e di fronte alle aumentate difficoltà, ma è anche un messaggio a tutti gli uomini della Terra. Lo sviluppo dello Spazio Commerciale e del Turismo Spaziale non deve arrestarsi!

La porta dell’umanità sullo spazio si è aperta da tempo, siamo ormai in grado di utilizzarla anche se i costi sono molto alti; e se pensiamo all’utilizzo da parte dell’uomo comune, si sente dire ricorrentemente “questa è roba da ricchi”. Niente di più sbagliato, la storia dello sviluppo tecnologico ce lo insegna: il “giocattolo” dei ricchi facoltosi diventa dopo poco tempo alla portata della massa ed una reale necessità indissolubile della quotidianità. Chi acquistava i costosi telefoni cellulari quando furono immessi sul mercato? e per quale motivo? li acquistava la massa o quella ristretta schiera di “fortunati” che sentiva l’esigenza di mostrare il proprio “Status Symbol”? Eppure oggi il telefonino è diventato strumento integrato nella vita di ciascuno di noi, ben oltre la sua funzione originaria di telefono personale-portatile. Stesso discorso si può fare con un’infinità di altre invenzioni dell’intelletto umano, dal personal computer a internet, dall’auto al treno o all’aereo. Grazie a queste persone “fortunate” e all’utilizzo dei loro “giocattoli”, si dà inizio alla creazione di un mercato; questo genera la concorrenza, favorisce lo sviluppo, accentra l’attenzione di studi e sviluppi tecnologici che permettono a questi oggetti di diventare alla portata di tutti e trasformarli anche in bisogni “vitali”.

Sir Richard Branson agita da qualche anno il suo giocattolo SpaceShip; Elon Musk agita SpaceX, Jeff Greason rincorre Virgin Galactic con il suo XCOR-Lynx, …. Tra un po’ li ricorderemo come coloro che avranno dato vita al mercato del turismo spaziale e dell’accesso privato allo spazio. Siamo certi che prestissimo nasceranno altri industriali anche in Europa ed in altre parti del mondo, che investiranno nel settore, che attireranno sempre più interesse ed attenzione della comunità civile e che alla fine saranno in grado di offrire costi di accesso estremamente più ridotti delle centinaia di migliaia di euro oggi necessari.

Ma c’è di più. C’è in prospettiva la sopravvivenza stessa dell’intera umanità. L’ONU stima che alla fine del 2100 ci saranno 11 miliardi di persone sulla Terra e risorse per sostenere la vita di 1 solo miliardo di individui. Beh, una prospettiva quantomeno inquietante.

Dal punto di vista del numero di abitanti della Terra non c’è dubbio sulla capacità ancora esageratamente grande delle “terre emerse” di ospitalità in termini di m2/persona. Il problema sono le risorse naturali e l’impatto dell’umanità sull’ecosistema. Di ricette per far fronte alla situazione ce ne sono molte e di sicuro, ci piaccia o no, ci abitueremo all’uso sistematico degli OGM per dirne una. Probabilmente ci saranno delle guerre e delle politiche di riduzione delle nascite che faranno diminuire o contenere la crescita numerica dell’umanità e faranno anche aumentare l’età media della popolazione. Noi italiani in particolare, sappiamo già bene cosa questo possa voler dire: riduzione in media della vitalità (propria dei giovani), aumento delle preoccupazioni sulla vita degli anziani, aggravio delle condizioni economiche che vedranno sempre più giovani sobbarcarsi il carico delle pensioni, ecc., ecc.. La vera questione è programmare a lunghissimo termine puntando a questo o quello scenario, e l’uomo ha un urgente bisogno di identificare lo scenario a cui puntare.

Noi di Space Renaissance crediamo che lo scenario migliore e più positivo, peraltro probabilmente unico per evitare le conseguenze nefaste di approcci negativi come quelli sopra menzionati, sia l’espansione della civiltà nello spazio geo-lunare. Industrie spaziali ed anche lunari in grado di utilizzare materiali estratti dagli asteroidi e sulla luna, stazioni spaziali come abitazioni civili, hotel orbitali, magazzini e stazioni di rifornimento varie, navette di trasporto su diverse orbite terrestri, lunari e geo-lunari, sistemi di accesso allo spazio e rientro a terra; un sistema sociale complesso estensione di ciò che abbiamo sulla terra. Con le opportune scelte politiche, in alcuni decenni si potrebbero avere 50-70000 persone stabilmente presenti nello spazio geo-lunare con un’economia da 100 miliardi di euro all’anno.

Ebbene, la ricetta di Space Renaissance Italia per l’immediato è perciò di “aprire quella porta” che già conosciamo ed abituarci ad andare nello spazio, esattamente come oggi siamo abituati ad andare in giro per il mondo grazie all’altra porta aperta dell’aviazione civile e dagli altri mezzi di trasporto veloce. Il Turismo Spaziale è quel settore che mostra tutti i segni tecnico-economici per avviare l’Era dell’Industria Spaziale. Riteniamo che tutto ciò costituisca la vera speranza per dar luogo ad una rinascita dell’economia mondiale che ci piace chiamare Rinascimento Spaziale, a cui abbiamo voluto dedicare il nostro stesso nome. E ci piace anche notare che il seme di nuovo rinascimento da noi piantato anni fa stia germogliando e si stia diffondendo; giovedì 23 ottobre al simposio internazionale “L’impatto economico delle tecnologie spaziali”, tenutosi al quartier generale dell’OCSE di Parigi, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston ha parlato di “A space-based global renaissance”.

L’Italia ha la storia, la tradizione, le intelligenze, la capacità di giocare un ruolo significativo nello sviluppo del turismo spaziale, sia sul fronte della progettazione e realizzazione di nuovi sistemi volanti sia su quello dello sviluppo turistico vero e proprio data la vocazione che tutti ci riconoscono. E il turismo spaziale può rappresentare un grande volano su entrambi i fronti; da un lato l’estensione dell’offerta turistica e dall’altra l’inserimento di nuovi prodotti per l’industria aerospaziale, specie le PMI. Non è poi un caso che esistono iniziative come il velivolo ipersonico HYPLANE nato proprio sotto l’egida di Space Renaissance Italia e condotto dall’Università Federico II di Napoli e la startup innovativa Trans-Tech srl, capace di effettuare durante uno stesso volo fino a tre traiettorie sub-orbitali alla quota di 70 km, ma anche voli intercontinentali di 6000 km viaggiando a Mach 4.5. Tutto è quasi pronto, i tempi sono ormai maturi per il grande passo; gli incidenti di questi giorni non devono bloccare o rallentare questa rivoluzione.

 

Arianespace e ELV firmano per 10 lanciatori Vega

Arianespace e ELV firmano per 10 lanciatori Vega

vega-638x425Stéphane Israël, Presidente e Direttore Generale di Arianespace e Pierluigi Pirrelli, Amministratore Delegato di ELV, hanno firmato mercoledì 29 ottobre a Roma, il contratto definitivo con il quale Arianespace acquista 10 lanciatori VEGA dal costruttore italiano, per un valore economico di 257 M€. Il contratto finalizza l’ordine preliminare  firmato nel novembre dello scorso anno, alla presenza del Presidente della Repubblica francese e del Presidente del Consiglio italiano.

La cerimonia della firma si è svolta presso il Ministero della Ricerca, a Roma, alla presenza del Ministro Stefania Giannini, del Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Prof. Roberto Battiston, dell’Ambasciatore di Francia, Mme Catherine Colonna, dell’Amministratore Delegato del Gruppo AVIO, Ing. Pier Giuliano Lasagni e di altri rappresentanti del istituzionali italiani.

Questi 10 lanciatori saranno operativi a partire dalla fine del 2015 e copriranno più di 3 anni di attività nel corso dei quali il contratto, insieme alle attività ad esso collegate, produrrà ricavi per ELV per circa 300 Meuro.

Dopo il successo dei primi tre lanci e la firma da parte di Arianespace dei primi 9 contratti di lancio, questo contratto sancisce le prospettive della produzione di VEGA, che si afferma come il migliore lanciatore nella categoria dei lanciatori leggeri. VEGA è un programma dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ed è stato concepito per il lancio dei piccoli satelliti scientifici e per l’osservazione della Terra in orbita bassa o eliosincrona. Con queste caratteristiche VEGA soddisfa appieno le esigenze delle Istituzioni e dei Governi europei, ma, allo stesso tempo, è di grande interesse per il mercato globale. In questa fase di industrializzazione, Arianespace è l’operatore del sistema di lancio per il VEGA, e ne assicura la commercializzazione e la responsabilità delle operazioni di lancio. VEGA si affianca al lanciatore pesante Ariane 5 ed al lanciatore medio Soyuz nell’ambito della gamma dei lanciatori di Arianespace presso il Centro Spaziale Guyanese, Porto Spaziale dell’Europa. ELV è una partecipazione pubblico-privata del Gruppo AVIO (70%) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (30%), localizzata a Colleferro, ed è responsabile industriale del lanciatore VEGA.

Per il Ministro Giannini “il settore spaziale ha enormi potenzialità e può fare la sua parte nel rilancio della nostra economia. L’accordo di oggi ne è una dimostrazione pratica ed è anche una conferma dell’importanza della nostra industria.”

“Vega rappresenta una eccellenza tecnologica italiana e la firma del contratto è la dimostrazione dei ritorni industriali nel settore spaziale che seguono anni di investimenti in infrastrutture e personale di alta tecnologia – ha detto il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – Ma non contano solamente in termini economici, anche se rilevanti. È la dimostrazione della presenza e capacità della nostra industria nazionale che permette all’Europa di primeggiare in un settore fortemente competitivo come quello dei lanciatori. Il programma di Vega dimostra che se sappiamo fare sistema vinciamo su tutti i fronti.”

“Vega rappresenta un successo tecnologico di cui l’Italia può davvero essere orgogliosa – ha dichiarato Stéphane Israël – Si deve molto alle eccellenze industriali di Avio in combinazione con il supporto costante del Governo italiano attraverso l’ASI: insieme sono riusciti a unire le proprie competenze all’interno di ELV per dare vita a una partnership pubblica-privata e arrivare a quello che sarà un importante risultato nell’industria spaziale. Arianespace è lieta di confermare il nuovo impulso allo sviluppo di Vega attraverso la firma con ELV di un contratto per 10 unità aggiuntive: questi lanciatori inizieranno ad essere consegnati al più presto nel 2016, come richiesto dal nostro portafoglio ordini, e 6 dei quali sono già assegnati ai vari clienti, sia istituzionali sia commerciali. Siamo determinati a proseguire la collaborazione con i nostri partner italiani per fare di Vega un programma di successo a lungo termine nel quadro dell’Agenzia Spaziale Europea.”

Pier Giuliano Lasagni, Amministratore Delegato del Gruppo AVIO ha voluto sottolineare l’impegno di tutti coloro che partecipano al successo del VEGA: “Il VEGA contribuisce alle esportazioni italiane in un settore di alta tecnologia.  Questo contratto e le attività ad esso collegate contribuiscono in maniera sostanziale al mantenimento di oltre 1000 posti di lavoro qualificati in Italia ed altrettanti in Europa, almeno fino al 2018. Si tratta di  tecnici e maestranze di grande competenza professionale e di ingegneria alto valore aggiunto,  capace di alimentare una vivace collaborazione con Università ed altri Centri di Ricerca e Formazione in Italia e rappresentare motivo di attrazione per i “cervelli” che trovano materia ed orgoglio per confrontarsi alla pari con i loro colleghi in Europa e nel mondo”.

Parmitano: il presente è già futuro

Parmitano: il presente è già futuro

luca-parmitano-effettuer-esperimenti-green-a-bordo-delliss-Luca_Parmitano_ESAIl racconto della vita in orbita è una miniera inesauribile di richiami alla capacità di adattamento all’assenza di gravità, al lavoro che l’astronauta è chiamato a svolgere, all’alternarsi del giorno e della notte per ben 16 volte nell’arco delle 24 ore, con lo sguardo rivolto 400 km più in basso dove il pianeta appare spettacolare ed emozionante nella sua luce vera, apparentemente ripulito da contraddizioni geopolitiche e ambientali che investono l’umanità e la natura in cui essa è immersa. Ma proprio l’avamposto orbitale, l’intreccio di laboratori in cui si svolge una messe di esperimenti in condizioni irripetibili sulla Terra, è l’esempio di come l’ingegno e le capacità tecnologiche possano spianare gli orizzonti al sapere scientifico. Luca Parmitano, 38enne astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea con alle spalle la missione di sei mesi condotta tra maggio e novembre 2013 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, è da luglio 2014 “ambasciatore” del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Una nomina che segna la prosecuzione di un’attività che, nel tempo trascorso in orbita e durante tutto ciò che ne è seguito, lo vede dialogare con tutti i mezzi a disposizione per diffondere il messaggio del progresso della cultura scientifica legato ai programmi di esplorazione dello spazio. Un compito che si è offerto di svolgere con il consueto entusiasmo durante la 12esima edizione di BergamoScienza, una delle manifestazioni scientifiche più importanti del nostro Paese, gemellata con la Città della Scienza di Napoli. Dopo la visita ai laboratori ispirati alle scienze spaziali creati dagli studenti degli istituti superiori e l’incontro con le centinaia di giovani volontari che nell’arco di tre weekend e due settimane animano e supportano eventi e conferenze, a Luca Parmitano è stato dedicata una serata divulgativa nella casa di Tenaris Dalmine. Nella fabbrica dei tubi d’acciaio, la solida tempra dell’astronauta. Durante la missione Volare, Luca Parmitano ha trascorso 166 giorni nello spazio (dal 28 maggio all’11 novembre 2013), portando avanti oltre 20 esperimenti e prendendo parte all’attracco di quattro navette e a due attività extraveicolari, primo italiano a compiere questa esperienza. La seconda delle due passeggiate all’esterno della complesso orbitale ha visto Parmitano mettere a frutto la sua esperienza di pilota collaudatore dell’Aeronautica Militare Italiana (due anni prima di essere selezionato come astronauta è stato insignito di medaglia d’argento al valore aeronautico), allorquando il suo casco si riempì parzialmente di acqua a causa di una perdita al sistema di raffreddamento della tuta costringendolo a rientrare nella stazione. Un incidente che è stato oggetto di una severa investigazione da parte della NASA e ha permesso di evidenziare un problema serio che era stato sottovalutato. Oggi Luca Parmitano ama ripetere che il presente è già futuro per quanto riguarda le attività spaziali. L’autunno 2014 è una sequenza di eventi di straordinaria importanza che vedono protagonisti l’Agenzia Spaziale Europea e l’Italia: l’approdo del lander Philae, rilasciato dalla sonda Rosetta sulla superficie della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko dopo un viaggio di oltre dieci anni nel sistema solare; il primo test orbitale senza equipaggio di una capsula Orion, che fa parte del nuovo sistema di lancio spaziale della NASA il cui completamento è previsto entro la fine del 2017; il via alla missione Futura dell’astronauta italiana Samantha Cristoforetti a bordo della ISS.

 

Incontro bilaterale ASI – NASA

Incontro bilaterale ASI – NASA

Battiston e BoldenPrimo incontro bilaterale tra l’amministratore generale della NASA, Charles F. Bolden Jr., e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Roberto Battiston, i quali hanno riesaminato lo stato della cooperazione bilaterale tra le due agenzie spaziali e sottolineato l’impegno di entrambe le nazioni per l’esplorazione umana dello Spazio e altre iniziative internazionali, sia a livello bilaterale sia attraverso il contributo dell’Italia all’Agenzia Spaziale Europea (ESA). I responsabili dei programmi spaziali hanno riconosciuto l’importanza della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) come un trampolino di lancio per l’esplorazione umana verso Marte e hanno espresso un forte sostegno per il suo continuo funzionamento. In particolare, entrambe le parti hanno confermato la forte cooperazione nell’ambito del Memorandum of Understanding ASI-NASA relativo ai moduli MPLM (Mini Pressurized Logistics Module) per la ISS, firmato a Roma il 9 ottobre 1997.

Bolden si è congratulato con l’Italia per il lancio imminente della prima astronauta italiana sulla Stazione, Samantha Cristoforetti. “Apprezziamo la nostra partnership con l’Italia – ha detto Bolden – ed i progressi che sta apportando nella scienza e nel volo spaziale umano. È essenziale avere partner così forti nella nostra avventura verso Marte. Non vediamo l’ora del lancio della missione di Samantha Cristoforetti come prima astronauta italiana, e di molti altri primati nella nostra futura collaborazione con ASI”.

“Abbiamo una lunga e forte tradizione di cooperazione con la NASA – ha detto Battiston – e l’incontro NASA/ASI di oggi è una prova ulteriore del riconoscimento delle competenze dell’Italia nelle attività spaziali. Nuovi settori di cooperazione sono nel nostro futuro. L’ASI è molto interessata ad esplorare nuove aree di cooperazione bilaterale per lo studio e l’esplorazione degli asteroidi e il monitoraggio, la protezione e la mitigazione dei detriti spaziali, e nuove idee per esperimenti di microgravità a bordo della Stazione Spaziale”.

Bolden e Battiston hanno firmato un’estensione della missione NASA-ASI Swift Gamma Ray Burst Explorer, rafforzando reciprocamente la fruttuosa cooperazione nel campo della ricerca astrofisica. Inoltre, si è discusso di nuove opportunità per un’ulteriore cooperazione nel settore aeronautico, nella scienza e nella tecnologia, nell’ambito dell’accordo quadro tra Italia e Stati Uniti “Framework Agreement on Civil Space” firmato a marzo 2013.

Nuova fase per COSMO-SkyMed

Nuova fase per COSMO-SkyMed

cosmo skymedThales Alenia Space ha annunciato di aver firmato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) un accordo, del valore di 66 Milioni di Euro, per il proseguimento delle attività di COSMO-SkyMed Seconda Generazione. In particolare, la firma dà avvio all’attivazione della Fase C3 del Programma, cioè alle attività per il completamento della progettazione e degli sviluppi tecnologici di base del Sistema, sia relativamente alla componente di bordo (2 satelliti all’avanguardia tecnologica e prestazionale) che a tutte le infrastrutture terrestri (segmento di terra, operazioni e logistica).

Al fine di ottimizzare l’organizzazione di tutte le attività esecutive per la realizzazione del sistema e la gestione operativa del Programma, è stato costituito un Raggruppamento Temporaneo di Imprese che vede Thales Alenia Space Italia in qualità di mandataria e Telespazio in qualità di mandante. Nel contratto il valore della tranche relativa a Thales Alenia Space Italia è di 43,6 Milioni di Euro, di 23 Milioni quello relativo alle attività di Telespazio. Quest’ultima, in particolare, avrà la responsabilità dello sviluppo del segmento di terra e della logistica integrata delle operazioni.

“E’ davvero grande la soddisfazione – ha commentato Elisio Giacomo Prette, Presidente e Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia – per il raggiungimento di questo primo importante risultato che permetterà la prosecuzione parziale delle attività industriali del programma fino al 2015”. E’ doveroso ringraziare l’Agenzia Spaziale Italiana, in special modo il Presidente Roberto Battiston, ma anche il Ministro della Difesa Roberta Pinotti e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, per l’impegno promesso e mantenuto nei confronti dell’industria spaziale. COSMO-SkyMed rappresenta il fiore all’occhiello della tecnologia radar a livello mondiale, costellazione duale unica nel suo genere – ha continuato Prette – mi auguro, quindi, che il finanziamento dell’intero sistema possa essere garantito entro la fine del 2014”.

Per garantire la continuità dei servizi erogati dal Sistema COSMO-SkyMed di Prima Generazione, attualmente nel pieno della sua operatività, è infatti fondamentale che il primo satellite sia operativo nel primo semestre 2017 e il secondo entro il 2018. Per raggiungere tale obiettivo, dato che la fase C3, oggi accordata, è una copertura economica solo parziale, è prioritario e indispensabile che il finanziamento di tutto il Sistema sia garantito entro la fine del 2014.

Lo sviluppo di COSMO-SkyMed Seconda Generazione garantirà un salto generazionale in termini di tecnologia, prestazioni e vita operativa del sistema e di conseguenza sarà rafforzata la leadership italiana a livello mondiale nel settore dell’Osservazione della Terra. Saranno altresì ampliate le partnership internazionali di interesse strategico come quelle già in atto con Francia e Polonia.