da Sorrentino | Mar 8, 2014 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano
Simonetta Di Pippo é stata nominato Direttore di UNOOSA (United Nations Office for Outer Space Affairs) al termine di un processo di selezione altamente competitivo. Ne ha dato notizia il Direttore Generale di UNOV (United Nations Office at Vienna), Yury Fedotov. Il Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite a Vienna, Ambasciatore Filippo Formica, ha osservato come si tratti di un risultato di grande prestigio per il nostro paese, che svolge un ruolo di primo piano tra i più importanti “space-faring country” al mondo. La nomina della Dott.ssa Di Pippo testimonia, una volta di più, che le eccellenze italiane sono fortemente competitive sul piano internazionale.
L’UNOOSA, con sede a Vienna, è responsabile per i programmi dell’ONU di promozione della cooperazione internazionale nel settore spaziale ed opera principalmente attraverso il COPUOS, il comitato dell’Assemblea Generale per gli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico. La Dott.ssa Di Pippo, astrofisico di fama internazionale, vanta una lunga e brillante carriera, contraddistinta da numerosi incarichi di elevata responsabilità presso le agenzie spaziali italiana (ASI) ed europea (ESA). Già responsabile dell’Osservatorio per la Politica Spaziale dell’ASI a Bruxelles e Presidente co-fondatrice dell’associazione Women in Aerospace Europe (WIA-E), aveva in precedenza mantenuto per tre anni, dal 2008 al 2011, l’incarico di Direttore del Volo Umano in ESA, svolgendo anche le funzioni di Consigliere Speciale del Direttore Generale dell’agenzia continentale.
La Dott.ssa Di Pippo è il primo italiano – e il primo europeo occidentale – a guidare UNOOSA.
La nomina segue di pochi giorni lo svolgimento della 51ma Sessione del Sottocomitato Tecnico-Scientifico del COPUOS (Vienna, 10-21 febbraio 2014), nel cui ambito l’Italia, terzo Paese nella storia a lanciare in orbita un satellite artificiale, ha partecipato da protagonista al Sottocomitato Tecnico-Scientifico del COPUOS, il Comitato delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico, che ha sede nella capitale austriaca. Grazie anche al contributo dei numerosi esperti nazionali intervenuti nel corso dei lavori, sono state valorizzate iniziative e attività scientifiche, tecnologiche e di formazione promosse nel 2013, a cominciare dal buon esito della missione “Volare”, alla quale ha preso parte l’astronauta Luca Parmitano, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), cui farà seguito nei prossimi mesi la missione “Futura” con Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana in orbita. I progressi compiuti dall’Italia nel settore spaziale sono stati riassunti dal Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni internazionali a Vienna e Capo Delegazione al COPUOS, Ambasciatore Filippo Formica. Oltre alle attività della Stazione Spaziale Internazionale, essi abbracciano molteplici campi di ricerca e di applicazione tecnica. Basti pensare alla tecnologia satellitare, con il continuo sviluppo della costellazione COSMO-SkyMed ed al lancio dei satelliti per le telecomunicazioni ALPHASAT e ATHENA FIDUS, sviluppati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel quadro di importanti partnership europee. Ed ancora l’avvio della fase di esplorazione del satellite GAIA, finalizzata all’elaborazione di una mappa in tre dimensioni della nostra galassia. Non sono mancati riferimenti alle ultime scoperte della sonda CASSINI su Titano ed all’impegno italiano nel fronteggiare la minaccia dei NEO (“Near-Earth objects”), sia attraverso l’attività di ricerca, identificazione e monitoraggio dei corpi celesti in avvicinamento verso il nostro pianeta, sia attraverso la partecipazione dell’ASI ai gruppi di cooperazione internazionale costituiti nel 2013, l’International Asteroid Warning Network (IAWN) e lo Space Mission Planning Advisory Group (SMPAG). L’Italia si conferma, dunque, tra i pionieri nel settore spaziale, con numerose nicchie di eccellenza in termini sia di ricerca sia di produzioni ad alto contenuto tecnologico e valore aggiunto. Del resto, il ritorno economico (il c.d. fattore moltiplicativo) e di spill-over tecnici, già molto elevato in questo ambito, è destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi decenni, a vantaggio degli space faring countries e di nuove opportunità per PMI e “start-up” ad alto tasso di innovazione. Nella piena consapevolezza dell’importanza delle attività spaziali per uno sviluppo socio-economico che coniughi progresso tecnologico, sostenibilità e crescita, l’Italia continuerà a collaborare con il COPUOS e l’UNOOSA, l’Ufficio delle Nazioni Unite che ne coordina l’attività, affinché assumano un ruolo ancor più propositivo nell’elaborazione dell’Agenda post-2015 e nella promozione di una cornice giuridica internazionale coerente che garantisca un impiego pacifico ed equilibrato dello spazio extra-atmosferico. In quest’ottica, l’edizione appena terminata del Sottocomitato ha segnato un passo avanti in tema di Sostenibilità a Lungo Termine delle Attività Spaziali, ospitando una delle riunioni finali del Gruppo di Lavoro impegnato nella compilazione di un compendio di Linee Guida per l’uso sostenibile della “risorsa spazio”, a partire dal tema dei c.d. space debris, con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente la cooperazione internazionale in un settore cruciale per il futuro delle attività orbitali, promovendo anzitutto l’adozione di meccanismi su base volontaria per evitare le collisioni con i detriti spaziali o mitigarne gli effetti.
da Sorrentino | Feb 7, 2014 | Lanci, Politica Spaziale, Primo Piano, Servizi Satellitari
Nella serata del 6 febbraio 2014 dalla base di Kourou, in Guyana Francese, è partito Athena Fidus (Access on Theaters for EuropeanAlliedforcesnations-French Italian Dual use Satellite), il satellite franco-italiano per telecomunicazioni in banda larga a uso duale, che apre una nuova era per le comunicazioni satellitari del nostro Paese. Athena Fidus è stato sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Centre National d’Etudes Spatiales (CNES) nell’ambito di accordi di collaborazione sottoscritti dalle Agenzie Spaziali e dai Ministeri della Difesa italiano e francese.
“Il sistema Athena Fidus ha caratteristiche di grande innovazione, consentirà la realizzazione di reti in grado di rispondere – ha dichiarato Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – alle crescenti esigenze degli utenti istituzionali e commerciali. Dopo la realizzazione di Italsat F1 e F2, che hanno cessato l’attività nel 2002, l’Italia ha visto una rapida uscita dal sistema di Telecomunicazione con la vendita delle partecipazioni nei gestori nazionali. L’utilizzazione dei sistemi di comunicazioni satellitari, trasmissione TV e dati, è fortemente cresciuta: AthenaFidus risponde alla necessità di aver la proprietà nazionale su questi mezzi dedicati a scopi istituzionali e di sicurezza. Il satellite, inoltre, conferma la stretta collaborazione tra Ministero della Difesa e ASI per la realizzazione di sistemi satellitari duali. Insieme a Sicral 2, AthenaFidus è uno dei due pilastri della cooperazione tra Italia e Francia: tale collaborazione dà la possibilità di condividere i costi di gestione nella realizzazione di sistemi complessi. A breve l’ASI emetterà dei bandi per la ricerca di partner commerciali che permetterà la rapida utilizzazione del sistema satellitare”.
“Il programma duale Athena Fidus è una importante parte dell’accordo Italia/Francia nel settore delle comunicazioni satellitari, che per i Ministeri della Difesa dei due Paesi viene esteso anche al programma militare Sicral 2 – ha dichiarato l’Ammiraglio Di Biase Capo del 6° Reparto “C4I e trasformazione” dello Stato Maggiore Difesa – I due programmi sono, infatti, complementari sul piano capacitivo e contestuali in ordine di realizzazione. Mentre il Sicral 2, il cui lancio è programmato il prossimo novembre, garantirà l’operatività delle comunicazioni satellitari nelle tradizionali bande militari (SHF e UHF), il progetto Athena Fidus permetterà di disporre di significative capacità nelle nuove bande di frequenza EHF/Ka impiegate in campo “NATO”, necessarie a soddisfare tutte le esigenze dei diversi teatri operativi, che ad oggi vengono corrisposte anche con l’oneroso ricorso al noleggio di link commerciali”.
“Con questo nuovo assetto di comunicazione, la Difesa potrà quindi disporre di nuove capacità di connessione “broadband” atte a supportare importanti servizi, quali, ad esempio, accesso ad Intranet/Internet, reti LAN-to-LAN, reti virtuali private, link dedicati per attività con velivoli in remoto (droni), e molto altro, in supporto alle proprie Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri nella propria Rete ARMASAT) impegnate nel contesto internazionale, con sensibile riduzione dei costi di esercizio. La cooperazione internazionale così “allargata” e “duale” vuole realizzare una capacità quanto più rispondente all’effettiva esigenza operativa della comunicazione satellitare (SATCOM) nazionale, attraverso sinergie ed economie di scala che riducono sensibilmente gli oneri finanziari a carico della Difesa e ricercano, contestualmente, ogni possibile vantaggio, sia di natura tecnico-operativa, sia sul piano della strategia industriale con piena soddisfazione del Dicastero della Difesa”.
Con Athena Fidus si realizza un’infrastruttura di telecomunicazioni in grado di assicurare l’autonoma disponibilità del servizio, con caratteristiche di sicurezza ed economicità, soprattutto in circostanze di emergenza nazionale: con il lancio del satellite Athena Fidus, dopo più di dieci anni dal de-orbiting di Italsat F2, l’Italia dispone nuovamente di un proprio sistema di telecomunicazioni satellitari in Banda Ka, dedicato ai servizi di tipo istituzionale e governativo. Si colma così un divario che nel tempo si era aperto con tutti gli altri grandi Paesi europei: l’Italia torna così indipendente in questo delicato e strategico settore.
La completa copertura nazionale favorirà l’erogazione di fondamentali servizi di carattere istituzionale: servizi sanitari e scolastici, protezione civile, presidio del territorio e, più in generale, servizi di e-government. Il programma ha il merito di offrire all’industria nazionale (di prodotti e servizi di telecomunicazioni satellitari) un’opportunità per mantenere e accrescere la propria capacità tecnologica, svincolandola, in alcune aree, dalla dipendenza da altri Paesi e generare possibili sviluppi nell’ambito dei sistemi di TLC satellitari di ultima generazione, soprattutto per il segmento terrestre.
Il parco antenne comprende 2 antenne fisse laterali (una a 30/20 GHz per utenza Civile/Istituzionale e una a 44/30/20 GHz per utenza Militare) e 2 antenne a 30/20 GHz orientabili, per garantire servizi di telecomunicazione a larga banda in tutto l’emisfero visibile dall’orbita geostazionaria, per supportare missioni militari, istituzionali ed umanitarie italiane all’estero. Il payload Italiano è costituito da ripetitori e antenne dedicate per la missione Civile/Istituzionale e quella Militare.
Per l’Utenza Civile Istituzionale, su copertura nazionale Italiana, sono previste topologie di rete a stella e a maglia. L’Utenza Militare avrà a disposizione, oltre alla copertura nazionale in banda Ka ed EHF, canali di comunicazione dedicati in topologia stellare e magliata all’interno delle coperture mobili e fra differenti coperture mobili. Tale architettura fornisce un alto grado di flessibilità grazie alla coesistenza di canali a singolo e doppio salto, compatibili con le più avanzate tecnologie basate su standard DVB-S2 and DVB-RCS per la fornitura di comunicazioni fisse e mobili. I servizi di comunicazione italiani saranno coordinati da due Centri di Gestione Missione, entrambi in Italia, interconnessi con il Centro di Controllo Francese, responsabile del Controllo Satellite.
Thales Alenia Space, prime contractor del programma per conto delle agenzie spaziali, italiana e francese, rispettivamente CNES e ASI e per conto dei Ministeri della Difesa francese (DGA) e Italiana (Segredifesa), è responsabile dello sviluppo, costruzione, verifica e consegna in orbita del satellite. Telespazio, una società Finmeccanica/Thales, è coinvolta nella realizzazione del segmento di terra e ha gestito i servizi di lancio e messa in orbita del satellite. La messa in orbita del satellite è stata gestita congiuntamente dal Centro di Controllo del Fucino di Telespazio e dal sito Thales Alenia Space di Cannes.
da Sorrentino | Gen 30, 2014 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano, Servizi Satellitari
Compie trent’anni di attività il Centro di Geodesia Spaziale (CGS) di Matera dell’Agenzia Spaziale Italiana, dedicato al professor Giuseppe “Bepi” Colombo. La struttura venne inaugurata nel 1983 grazie a uno sforzo congiunto del Piano Spaziale Nazionale del CNR, della Regione Basilicata e della NASA, è stato gestito operativamente da Telespazio (Finmeccanica/Thales) fino al 2009 e in seguito da e-GEOS (Telespazio 80%, ASI 20%).Dal 1994 è operativo, nella stesso sito, il Centro spaziale di Telespazio, oggi gestito dalla controllata e-GEOS, dedicato alle attività di Osservazione della Terra.Il Centro spaziale di Matera è una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico del Mezzogiorno, si estende su una superficie di 55.000m2 (5000m2 coperti) con 8 antenne operative e circa 105 addetti. Il CGS è dedicato principalmente alla geodesia spaziale e al telerilevamento, ma negli anni ha ospitato anche altre linee di attività, tra cui la robotica spaziale e le missioni interplanetarie.
Tutte le attività sono svolte in un contesto di collaborazione internazionale. Il Centro, infatti, è una delle stazioni più importanti del Global Geodetic Observing System (GGOS) e fornisce da 30 anni alla comunità scientifica internazionale dati osservativi e risultati scientifici di altissima precisione. Il “global change” e fenomeni naturali, come ad esempio i terremoti, provocano piccoli effetti, ma misurabili sulla dinamica della Terra su diverse scale temporali. Grazie alla geodesia spaziale, oggi è possibile misurare, con sorprendente accuratezza, l’evoluzione di fenomeni quali la deformazione tettonica della crosta terrestre, il rimbalzo post-glaciale, la rotazione della Terra e la variazione del suo campo gravitazionale. Nel 2004, ad esempio, il CGS mise in evidenza un piccolo ma significativo spostamento dell’asse terrestre in concomitanza con il terremoto di Sumatra.
Il Centro spaziale di e-GEOS gestisce invece l’acquisizione, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati telerilevati dai principali satelliti di osservazione della Terra, la produzione e distribuzione di immagini e prodotti, lo sviluppo di applicazioni e servizi per il monitoraggio ambientale. Il Centro riceve i dati del segmento civile del sistema satellitare italiano COSMO-SkyMed ed è una delle stazioni del Core Ground Segment di Copernicus, il programma di osservazione della Terra europeo, di cui riceverà i dati radar e ottici dei satelliti Sentinel 1A e 2A.
Per la ricorrenza è stata indetta una cerimonia celebrativa venerdì 31 gennaio, con gli interventi del Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese, dell’Amministratore Delegato di Telespazio, Luigi Pasquali, e di e-GEOS, Marcello Maranesi, insieme ai Presidenti della Regione Basilicata, Marcello Pittella, della Provincia di Matera, Franco Stella, al Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, al Rettore dell’Università della Basilicata, Mauro Fiorentino, al Presidente del Distretto tecnologico TERN, Antonio Colangelo, e al professor Luciano Guerriero, primo presidente dell’ASI e fondatore del Centro spaziale. Una targa celebrativa sarà dedicata a Rocco Petrone, uomo chiave dello sbarco sulla luna del 1969.
da Sorrentino | Dic 6, 2013 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
L’Espansione della Civiltà nello Spazio Geo-Lunare è l’argomento di discussione lanciato da Space Renaissance Italia, da cui si dipartono momenti di confronto localizzati in varie realtà del territorio nazionale. Giovedì 5 dicembre 2013 è stata la volta della Biblioteca Comunale “Alfonso Ruggiero” del Comune di Caserta, che ha ospitato il convegno “Missione HyPlane – Il Turismo spaziale per un nuovo Rinascimento” e registrato gli interventi di Sonia Randazzo (SGM Engineering) Gennaro Russo (Co-Founder & CEO of TRANS-TECH s.r.l.) Raffaele Savino (Professore Universitario di Scienza ed Ingegneria dello spazio presso Università degli Studi di Napoli).
Secondo le stime ufficiali dell’ONU, alla fine del secolo corrente la popolazione mondiale potrà raggiungere gli 11 miliardi di individui. Per contro, secondo studi recenti effettuati presso l’Università di Washington per quella data la metà della popolazione mondiale potrebbe essere colpita da una profonda crisi alimentare, e c’è chi sostiene che le risorse naturali potranno sostenere la vita di solo un miliardo di persone – ha riportato Gennaro Russo presidente di Space Renaissance Italia e amministratore unico della start up innovativa TRANS-TECH srl. Le ricette proposte sono diverse; quella certamente più positiva e naturale è l’allargamento dello spazio vitale della nostra civiltà, in zone dove sia possibile trovare nuove risorse. È infatti oggi del tutto noto che il sistema solare costituisce una fonte praticamente infinita di risorse, a partire dall’energia, ai metalli pesanti, all’elio 3, alle terre rare usate nel campo dell’elettronica. La tecnologia odierna rende di fatto abbastanza probabile e facile l’industrializzazione dello spazio, ma perché questo si realizzi è indispensabile una rivoluzione culturale che dia al privato il compito di sviluppare il settore.
“Noi di Space Renaissance Italia riteniamo che l’Italia abbia grandi risorse e che sia in grado di dare un contributo importante al nuovo rinascimento, sia in Italia che nel mondo. Abbiamo la presunzione di dire che, questa volta, se la rinascita non inizierà in Italia, non ci sarà affatto. Ci manca solo un’adeguata leadership… e noi, associazione no-profit, ci candidiamo al ruolo” – ha dichiarato Russo. Space Renaissance Italia intende alimentare questa visione e per questo ha definito un programma strategico multi-linguaggio, concentrato sul Turismo Spaziale e composto da alcuni progetti che coinvolgono le varie forme espressive della cultura umana (scienza, letteratura, musica, danza, filosofia, pittura ed arti in genere), tutti ugualmente importanti e complementari.
Il progetto Enjoy The Experience mira a diffondere concretamente tra il pubblico generico (turisti) esperienze spaziali dirette più o meno complesse e costose; dai voli su piccoli aerei da turismo a quelli su aerei commerciali che, percorrendo traiettorie paraboliche, producono brevi periodi di assenza di gravità. E poi l’esperienza dei voli suborbitali già offerti da Virgin Galactic e prestissimo da altri come SXC/XCOR.
L’obiettivo del progetto Design The Future è quello di stimolare le istituzioni italiane, i centri di ricerca e le industrie ad investire e lanciare attività verso lo sviluppo di una capacità italiana sul Turismo Spaziale. Seguendo la logica “a closer space and aeronautics”, la visione di Space Renaissance Italia è tra l’altro quella di guardare ad un velivolo ipersonico di piccole dimensioni – ha sostenuto Raffaele Savino, professore all’Università Federico II di Napoli e vice-presidente di Space Renaissance Italia.
HyPlane, questo il nome del velivolo, dimostra che l’uso di un adeguato mix di tecnologie aeronautiche e spaziali rende possibile progettare e realizzare uno spazioplano da 6 posti capace di volare alla velocità di Mach 4-5, in grado di decollare e atterrare orizzontalmente all’interno del sistema di norme che disciplinano gli aeroporti comuni. Tale velivolo – ha illustrato Savino – può realizzare un volo caratterizzato da una serie di parabole da Turismo Spaziale fino a quote oltre i 60 km, ma può anche volare per distanze di 6000 km in meno di 2 ore a oltre 30 km di quota. I vantaggi di decollare senza l’aiuto di un aereo madre, di realizzare un certo numero di parabole per voli di Turismo Spaziale invece di una sola, e di realizzare voli punto-punto con crociera a velocità di circa 4000 km/h, suggeriscono di parlare di Space Tourism 2.0 che allargherà l’orizzonte verso futuri passi.
All’evento, introdotto dal Sindaco della Città di Caserta, Pio del Gaudio, e dall’ assessore alla cultura Felicita De Negri, erano presenti rappresentanti dell’università, dell’industria, delle scuole superiori e militari. L’interesse suscitato dalla materia ha consentito di ipotizzare la realizzazione di seminari presso le scuole di diversi ordini e grado, in linea con il progetto Outreach di Space Renaissance Italia che ha l’obiettivo di portare in giro negli ambiti formativi la visione del Nuovo Rinascimento Spaziale.
da Sorrentino | Nov 8, 2013 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Il lander della missione ExoMars 2016 è stato dedicato all’astronomo italiano Giovanni V. Schiaparelli, il primo a mappare le caratteristiche della superficie del pianeta rosso nel XIX secolo. “Questa scelta ci onorgoglisce e consacra – afferma il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – il ruolo degli studi e delle ricerche italiani su Marte. L’Italia è il paese che maggiormente contribuisce alla missione europea sul pianeta rosso. La decisione dell’Esa di accettare la proposta di chiamare il modulo di discesa di ExoMars Schiaparelli, in onore dell”astronomo italiano Giovanni Schiaparelli famoso per i suoi grandi studi e osservazioni di Marte e dei suoi Canali, riconosce questo ruolo. L’ASI, con grande fierezza, si è fatta portavoce della proposta proveniente dal mondo scientifico italiano di far battezzare il modulo di discesa della missione marziana 2016. Il grande Schiaparelli potrà in questo modo atterrare e osservare da vicino il pianeta da lui tanto studiato”.
“Tutta l’astronomia italiana è fiera di questo riconoscimento storico e scientifico. Schiaparelli ha fatto tantissimo per l’astronomia e per la fantasia di molte generazioni, adesso ci farà sognare ancora di più” dice il Presidente dell’INAF, Giovanni Bignami. “Al momento buono, l’Europa sa riconoscere le eccellenze del nostro paese, per fortuna. Gli astronomi italiani di oggi sentono il peso e l’orgoglio di questo nome che tra qualche anno camminerà su Marte per davvero”.
ExoMars è un programma congiunto tra l’ESA e Roscosmos, l’Agenzia Spaziale Russa e si compone di due missioni, la prima fissata per il 2016 e la seconda per il 2018. L’Italia ha un ruolo guida e attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana rappresenta il maggior contribuente europeo al programma ExoMars . Il Trace Gas Orbiter e il lander Schiaparelli comporranno la missione del 2016, mentre il rover ExoMars, con il suo vettore e la piattaforma di superficie, sarà lanciato nel 2018. Lavorando insieme, l’orbiter e rover cercheranno segni di vita, passati e presenti, sul pianeta rosso. Schiaparelli rappresenterà un test chiave per la tecnologia europea, con il previsto atterraggio controllato su Marte. Schiaparelli entrerà nell’atmosfera marziana a 21000 km/h e grazie all’uso di paracadute e dei propulsori frenanti la sua velocità all’atterraggio otto minuti più tardi sarà di soli 15 chilometri orari. Il modulo raccoglierà dati sul clima durante l’ingresso e la discesa e con I suoi strumenti effettuerà misurazioni ambientali locali nel sito di atterraggio che si trova in una pianura conosciuta come Meridiani Planum.
La missione 2016 arriverà su Marte durante il periodo in cui le stagionali tempeste di polvere globali saranno più probabili. Le misure così ottenute forniranno informazioni importanti per migliorare gli attuali modelli sul clima marziano e ad individuare i meccanismi legati alle tempeste di polvere.
Molto emozionato si dice Giovanni Pareschi, direttore dell’Inaf Osservatorio Astronomico di Brera “per questo riconoscimento a Schiaparelli, uno dei più grandi astronomi italiani, direttore dell’Osservatorio di Brera per quarant’anni nella seconda metà dell”800. Proprio da Palazzo Brera a Milano, nella sede dell’Osservatorio esiste ancora il telescopio con cui Schiaparelli ha osservato Marte, tracciando le prime mappe del pianeta rosso e facendo nascere in questo modo la moderna planetologia”.
Il nome è stato suggerito – ricorda Enrico Flamini Coordinatore Scientifico dell’ASI – per la prima volta alcuni anni fa alla conferenza Schiaparelli and his legacy organizzata a Milano e Torino, in occasione del centenario della morte e poi reiterato nel Convegno Nazionale dei planetologi italiani svoltosi a Bormio nel 2012. ASI ha immediatamente recepito questa richiesta e portata all’ESA. Su questo nome c’è stata subito convergenza e ora finalmente c’è stato l’atteso l’annuncio.
da Sorrentino | Nov 6, 2013 | Missioni, Politica Spaziale, Primo Piano
Sulla scia della fruttuosa e lunga collaborazione che le lega, l’Agenzia Spaziale Italiana e la sua omologa francese CNES hanno firmato un accordo per la fornitura dello strumento francese PHEBUS (Probing Hermean Exosphere by Ultraviolet Spectroscopy) e dello strumento italiano SIMBIO – SYS (Spectrometers and Imagers for MPO BepiColombo Integrated Observatory System), l’insieme degli strumenti ottici della missione BepiColombo. La firma in calce all’accordo di cooperazione in materia di esperimenti per la missione su Mercurio è stata posta da Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, e Jean – Yves Le Gall, presidente del CNES.
BepiColombo, il cui lancio è previsto nel luglio 2016 con razzo Ariane 5, è una missione “Cornerstone” che fa parte del programma Cosmic Vision dell’ESA, destinata allo studio del pianeta Mercurio, e sarà composta da due moduli orbitanti: il Mercury Magnetospheric Orbiter, realizzato da JAXA per studiare il campo magnetico del pianeta e la magnetosfera, e il Mercury Planetary Orbiter, realizzato dall’Agenzia Spaziale Europea per analizzare la superficie e la composizione e l’interno del pianeta. PHEBUS e SIMBIO – SYS voleranno sul modulo dell’ESA.
PHEBUS è uno spettrometro progettato per mappare lo spettro ultravioletto dell’esosfera di Mercurio. SIMBIO-SYS, una suite comprendente uno spettrometro a infrarossi insieme a telecamere stereo e ad alta risoluzione, avrà lo scopo di fornire la mappatura ad alta risoluzione e stereoscopica della superficie e quella mineralogica del pianeta. Nell’ambito di questa missione l’Agenzia Spaziale Italiana supporta le attività scientifiche condotte da vari enti di ricerca e università italiani.